CLAYTORIDE (pronunciate a piacere), gruppo di Thiene (Vicenza). Nel 2012 pubblicano l’ep Age Of Innocence, l’anno successivo questo FOR HIS WINE CHAMBER. L’album contiene solo 7 pezzi e già questa è una cosa di per sé positiva. Solo perché i cd possono avere una “capienza” molto ampia, non è detto che si debba riempirli di musica fino all’orlo. Rimango dell’idea che un album debba avere dai 7 agli 11 pezzi e andare dai 30 ai 40 minuti. I riempitivi meglio che i musicisti li tengano nei cassetti.
Altro aspetto positivo è il metodo di registrazione scelto: analogico (presso lo studioProsdocimi). Mica male per un band giovane scegliere una strada del genere. Il disco è poi stato prodotto da Mike3rd ed è stato masterizzato dal produttore californiano Ronan Chris Murphy. Questo sta a significare che il progetto è di una certa importanza, e che va al di là della solita autoproduzione o poco più.
La cartella stampa che accompagna il cd sottolinea più volte che il gruppo propone un graffiante rock contemporaneo che ingloba influenze classicamente hard, post-grunge, alternative e neopsichedeliche.
“Siamo 5 amici che ascoltano musica spesso totalmente diversa tra loro: ci sono sicuramente musicisti o band che preferiamo o che ci emozionano maggiormente, ma noi vogliamo fare il nostro sound; non siamo mai riusciti a paragonarci o ispirarci a nessuno, lo consideriamo semplicemente come un “paletto” che impedisce ad un artista di essere totalmente spontaneo e fedele a sé stesso. Sennò che gusto ci sarebbe?”
Approfondendo un po’, vedo che in rete appaiono diverse cose su FOR HIS WINE & CHAMBER, ma tutte riportano le stesse cose contenuta nella cartella stampa. Siamo proprio alla frutta. Nessuno che si esponga, che abbia voglia di ascoltare davvero i dischi e che abbia il coraggio di riportare le proprie impressioni, giuste o sbagliate che siano.
Va beh, lasciamo stare e veniamo al disco.
Non è musica che io ascolterei abitualmente, quindi corro il rischio di influenzare il giudizio con la mancata scintilla tra la musica dei CLAYTORIDE e la mia anima, ma come ho scritto nell’introduzione della recensione ai SYNDONE, non è male ogni tanto uscire da propri territori, confrontarsi con sapori diversi da quelli che a cui si è abituati. I musicisti odiano il momento in cui chi parla dei loro pezzi tira in ballo nomi di altri artisti che vengono alla mente, è così anche per me, nel mio piccolo, ma già dalle prime note di IGNORANCE mi è istintivo pensare ai CURE. Quel procedere in modo un po’ sbilenco ma in perfetto controllo, quelle atmosfere un apaticamente sofferte, quella lucida depressione british fine settanta/inizi ottanta, per me sono inequivocabili.
Lo dico come constatazione, senza accento critico, anche perché il brano mi piace.
Una Risposta a “CLAYTORIDE “For His Wine & Chamber” (LSD 2013) – TTT½”