Heading, as usual, for Brian’s place mi immergo nella pace mattutina del sabato. Come spesso succede sono un po’ spiegazzato e con l’umore non proprio candido. Ma dal car stereo BOB WELCH canta SENTIMENTAL LADY e allora il mood sembra passare dal rosso al blu(e)… bello l’album FRENCH KISSES, naturalemnte in versione SHM-CD…
Con più Brian avanza nella palude dell’alzheimer, con più ha a che fare con la noia. Quando in pausa pranzo corro da lui, o nei sabati e domeniche che passiamo insieme, cerco di mantenerlo attivo, ad esempio facendogli colorare dei disegni. Anche qui, non è che gli si possa dire “ ecco Brian, to’, colora mo’!“, bisogna stargli accanto e spiegargli che le foglie van colorate di verde, l’uva di viola, i rametti di marrone. Ci mette un po’ ad iniziare “Mo no Tim, mo’ ag vol do ori a piturèr tot”, ma poi ci si mette d’impegno, e alla fine è tutto soddisfatto…
Lo interrogo sui componenti dell sua famiglia. Ricorda sempre con precisione il nome di suo padre, a fatica quello di sua madre. Quasi mai quello di sua moglie. Poi gli chiedo:
“e io, Brian, sono tuo…”
e lui “padre”,
“no, sono tuo…?”,
“fratello”
“no, pensaci bene, io sono tuo…”
“sei Tim…”
“sì, ma cosa sono per te?”
“sei tutto…”
“sì, d’accordo, grazie, ma sono tuo…”
“sei il mio capo…”
Rido, ma amaramente … sintomatica questa affermazione che arriva senza filtro alcuno. Certo, poco dopo in un momento di piena lucidità mi dice, “mo’ ec caion ca sun, te te me fiòl!” Ma le nebbie tornano ad alzarsi in fretta, a Ninentyland incontriamo qualcuno e gli dice “lui è il mio dirigente”. Lo dirigo sì, il vecchio Brian, che è ancora con noi ma fa sempre tanta fatica ad orientarsi in un mondo che non riconosce più. Meno male che l’alzheimer ha smacchiato il lato pieno di paturnie del suo carattere, e la dolcezza, la voglia di stare con gli altri hanno preso il sopravvento. Così quando gli dico “Dai Brian ti faccio una foto, fai il Johnny boy“, lui infila i pollici nei passanti dei jeans e si trasforma in Badass Brian, il supereroe di questo blog …
La settimana scorsa, mini sinodo con gli ILLUMINATI DEL BLUES. Da 12 che siamo, ci siamo trovati in sette, anche Riff ha dovuto dichiarare forfait all’ultimo. Trovarsi al mercoledì sera ormai è uno sport estremo per gente della nostra età. MARIO e LISO, se ne vanno addiriittura prima dell’ode finale al DARK LORD.
Nonostante tutto però è stata una serata delle solite: una breve parentesi a commento dei risultati elettorali, e poi via a parlare di musica ININTERROTTAMENTE dalle 20,30 alle 24. We can’t get enough, baby. Abbiamo ascoltato il PRELUDE di CHOPIN interpretato da PAGE tutti in piedi, in quel misto di fremito pain and pleasure che hai quando senti il JIMMY POIGE post 1973, ho consegnato a tutti una copia di IN THROUGH THE OUT DOOR according to Tim Tirelli e ci siamo dati appuntamento per il sinodo vero e proprio di inizio estate a fine giugno.
Venerdì accompagno Lakerla, la valchiria che ho per socia, dall’elettrauto a Stonecity e noto che le autofficine hanno ancora i calendari di donne nude attaccati alle pareti … condivido il mio pensiero con Lakerla e lei subito mi ribatte “io vengo qui proprio per questo, per me è una sicurezza” … hai capito, il maschilismo ormai non c’entra più, trattasi di operazione marketing, di messaggio promozionale … “oh, noi siamo un’autofficina come si deve, al passo coi tempi ma coi nostri valori da meccanici, se venite qui andate sul sicuro”!
Mentre me ne torno da Brian, heading for the place on the edge of the world, in questo mezzogiorno di fuoco in cui l’estate si assesta in maniera definitiva, passo davanti all’Area 51 di Magpie Place. Devo ancora capire cosa siano quelle strutture, ma son quasi certo che lì dentro ci sia l’alieno di Gazzata; l’otto luglio del 1947 evidentemente caddero sulla terra più astronavi aliene, una a Roswell in New Mexico, e una qui a Gazzata, frazione di Saint Martin On The River, Regium Lepidi, Italy.
Bistecca, birra e la prima cuca della stagione. Mi butto sul divano, ma chiudo gli occhi solo per poco, alle 14,30 sono già sveglio…peccato, avrei davvero bisogno di dormire. In casa, il respiro regolare della pace pomeridiana estiva. Scendo, faccio due passi nelle campagne intorno alla domus saurea … tutto tace … Patuzzo e la Ragni dormono sdraiati sul balcone. Palmiro dopo un po’ sbuca da un campo, ha la lingua fuori e l’andatura ciondolante … va a buttarsi sul pavimento di casa … osservo l’ombra dei frassini, i fossi senz’acqua…
… lascio che lo sguardo si posi poi sui campi di erba spagna, l’erba medica insomma, che poi non c’entra nulla con la medicina, infatti il nome deriva dalla regione più o meno di provenienza, la MEDIA (ovvero quella regione tra il sud est della Turchia e il nord ovest dell’Iran) e … arrivo a pensare che devo smettere di lambiccarmi il cervello con queste cose, di essere sempre vittima dell’ossessione dell’etimologia, uff … ho bisogno di un Southern Comfort on the rocks.
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