Rudy Rotta è uno degli artisti blues italiani più famosi, all’estero soprattutto, basta dare un’occhiata al video qui sotto per farsi un’idea…
… questo blog tuttavia non dà troppa importanza alle collaborazioni di artisti italiani con nomi illustri del blues rock internazionale, non snoccioleremo quindi la lunga lista di stelle della musica che amiamo con cui Rudy ha avuto a che fare, però non siamo insensibili… e i soli nomi di GREG ALLMAN e ETTA JAMES ci fanno giurare la testa. Per uno di quei segni blues che ci piacciono tanto, uno del suo entourage è inciampato nel nostro blog e da lì è nata questa intervista con recensione allegata. Spero sia di vostro gradimento. Ah, prima che mi dimentichi: Frank Lavorino… thank you!
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INTERVISTA A RUDY ROTTA – Luglio 2014
Rudy, sei piemontese, svizzero d’adozione, ma quando a 18anni hai iniziato a suonare per davvero lo hai fatto partendo dal Veneto, ma che cosa ha quella regione che la tiene così legata al blues?
Sono nato in Piemonte, ho trascorso alcuni anni della mia infanzia in Romagna poi a 12 anni sono andato in Svizzera, dove i miei genitori erano emigrati, e ci sono rimasto fino a 18 anni. Lì ho incominciato a suonare verso i 13 anni, ovviamente tutto ad orecchio senza maestri o lezioni di musica, semplicemente consumando i dischi…… Sono arrivato a Verona a 18 anni e quasi subito sono entrato a fare parte dei Condors, un gruppo locale che aveva già raggiunto degli obiettivi prestigiosi. Effettivamente nel Veneto c’è stato un movimento importante legato al blues, il perché non lo so, probabilmente perché chi ha iniziato a divulgare questa musica ha trovato subito un notevole seguito.
A 40anni hai lasciato la tua professione per dedicarti unicamente alla musica, scelta difficilissima da fare qui in Italia. E’ stata fattibile grazie a quella che io chiamo “l’incoscienza dei 40anni”, o è stato un processo lento e doloroso?
È stata esattamente l’incoscienza dei 40 anni! Nessun processo lento né doloroso, semplicemente la naturale conseguenza del desiderio di fare ciò che avrei voluto fare a 20 anni.
Lo so, è una domanda che ti avranno già fatto in tanti, ma tra tutte le star del blues con cui hai avuto a che fare ce ne è stata qualcuna che, guardandola negli occhi, ti sei detto “qui dietro c’è una gran persona”? Hai qualche storiella gustosa che ti va di raccontare?
Ogni persona con la quale ho collaborato mi ha lasciato un ricordo indelebile, sia dal punto di vista musicale che da quello umano. Ricordo l’incontro con Gregg Allman alla House of Blues di New Orleans in occasione del tour per il suo 50esimo compleanno. Dopo essere stato suo ospite sul palco mi disse che voleva venire a suonare con me in Italia, che non voleva soldi ma semplicemente una Ferrari da guidare, cibo e vino…… Oppure con B.B. King al festival di Montreux: mi trovavo nella sala VIP con B.B. e il direttore artistico a sorseggiare dello champagne e mi accorsi che Van Morrison, che doveva aprire il concerto di B.B., mi guardava con aria sospetta cercando di capire chi potessi essere. Dopo la mia performance con B.B., tornando verso il backstage, me lo trovai di fronte e con aria scherzosa gli dissi: “Now you know who i am…….” Grande risata!
Dal punto di vista della esperienza, ci dai un commento sullo stato del blues in Italia, e sulla musica in generale?
Il blues in Italia è cresciuto molto in questi ultimi 20 anni. Ci sono numerosi musicisti preparati, forse mancano dei progetti musicali originali di un certo spessore. Ritengo la musica molto più importante della bravura e della tecnica dei musicisti. Per quanto riguarda invece la situazione della musica in generale direi molto male, molto business, molta musica falsa e tante, troppe tribute bands.
Sei un chitarrista da FENDER STRATOCASTER, giusto? Mai usato una Les Paul? Che altre chitarre ti attirano?Che corde e che amplificatore usi?
Non solo Strato. Uso anche Telecaster, Gibson 345, Les Paul Junior, SG e raramente anche un Les Paul ma è troppo pesante….. Sono endorser della Ernie Ball, uso le 010 mentre per la chitarra slide 011. Sul palco porto sempre dei vecchi Fender Super Reverb abbinati a Vibrolux, Deluxe, Blues Junior che ricevetti dalla Fender Europe inglese in occasione del mio primo tour in Inghilterra.
Del tuo nuovo disco ne parlerò io dopo l’intervista, ma mi dici gli episodi che ti sono più cari, o quelli che ritieni più riusciti?
Sinceramente, credo di aver fatto un lavoro molto equilibrato e non saprei scegliere un brano piuttosto che un altro. Ci sono fondamentalmente 3 diverse sonorità all’interno del CD: quella elettrica, quella acustica e i 4 brani con Quintorigo e Gnu Quartet; una particolarità di questo CD è che tutte le parti vocali che ho registrato hanno varie sovraincisioni.
John Mayall’s bluesbreaker: con Clapton, con Peter Green o con Mick Taylor?
Senz’altro Peter Green, anche se devo dire che in quel periodo pure Mr. Clapton andava alla grande.
Dio esiste?
Spero …
Film: i tuoi preferiti. Un Uomo Da Marciapiede, Goldfinger, Il Colore Viola, tutti i film di Fellini e le pellicole con Sordi in generale.
Musica: 5 album senza i quali non potresti vivere.
White Album, Revolver, Sgt. Peppers, Abbey Road, Rubber Soul.
Per Rudy Rotta chi sono i Led Zeppelin?
La migliore rock band di tutti i tempi.
Blues del Delta e blues di Chicago: immagino che come noi anche tu ti sentirai figlio di ROBERT JOHNSON e MUDDY WATERS; quali altri nomi di blues nero ti hanno segnato l’anima?
Ce ne sono molti..Su tutti direi sicuramente Freddy King, Albert Collins, B.B. King, Albert King, O.W. Wright, J.L. Hooker…
Nel nome del blues escono album che secondo me di blues hanno ben poco, se non la forma; il blues per avere un senso e per non annoiare a morte deve farti sentire in pericolo oppure deve farti toccare con mano l’abisso su cui si affaccia la malinconia, sei d’accordo?
Troppo spesso si usa il nome blues o bluesman a sproposito. Sono d’accordo con la tua visione però c’è anche il rovescio della medaglia, ossia la gioia che ti porta a comporre in modo diverso dunque non necessariamente malinconia o pericolo. Un esempio? I Just Wanna Make Love To You (Muddy Waters) oppure Boom Boom (J.L. Hooker).
Un libro che hai divorato?
“Germanie” di E. Biagi
Qualche pulsione per il calcio?
Amo il calcio ma quello di una volta, quello dei Riva, dei Mazzola, dei Rivera, dei Baggio, dei Pelè, e dei Maradona senza andare troppo indietro; il calcio fatto da uomini veri che non fingevano cadute o quant’altro. II tatticismo eccessivo portato dagli olandesi ha purtroppo cambiato tutto, così come Borg nel tennis. Io sono per il talento vero.
Tu hai vissuto gli anni sessanta e settanta, avresti mai pensato che la società sarebbe arrivata a questi bassi livelli e che sarebbe precipitata in questa fogna dove etica, senso civico, fratellanza sono concetti ormai spariti?
No, non lo avrei mai immaginato anche se con il passare del tempo mi sono sempre accorto che stavamo andando nella direzione sbagliata; credo che ormai sia troppo tardi ma, come si suol dire, la speranza è sempre l’ultima a morire, quindi speriamo…..
Conoscevi per caso ADRIANO VETTORE, altro grande chitarrista blues italiano? Un ricordo legato a lui?
Molto bene anche se negli ultimi anni non abbiamo avuto occasione di vederci. L’ho chiamato più di una volta durante il periodo della sua malattia, brutta storia. Mi diceva che lo avevano lasciato da solo. Uno dei primi ad iniziare con il blues in Italia, una persona di grande umanità e dignità.
Cosa fai adesso? Hai qualche progetto per il futuro?
Sì, prima di fine anno uscirà “Volo Sul Mondo”, un progetto legato alla solitudine ed ai disagi dei bambini. Il brano “Volo Sul Mondo” l’ho dedicato ai miei nipotini in primis, ma ovviamente va a tutti i bambini del mondo. Che possano ritrovare spensieratezza, gioia, voglia di giocare nel cortile o anche in strada e non davanti ad un computer ad un cellulare oppure ai videogiochi.
Hai girato parecchio, c’è un posto oltre l’Italia o la Svizzera che potresti chiamare casa? Un posto che ti ha fatto sentire vibrazioni particolari?
Mi sono sempre trovato bene ovunque io sia stato, chiaro che il Nord Europa mi ha regalato grandi emozioni durante i miei concerti o tour, devo però dirti che con il mio paese ho un rapporto di amore-odio. Adoro l’Italia e tanto mi piacciono gli italiani veri e semplici, odio invece tutte quelle persone che si atteggiano a voler essere ciò che non sono, quelli che per i propri comodi non esitano a distruggere le vite altrui, la politica insegna……
Hai fatto un disco dedicato a BEATLES e ROLLING STONES, immagino che oltre al blues ti piaccia anche il Rock, quale è dunque la cosa che ti manca di più dell’epopea classica della musica rock (seconda metà sessanta/seconda metà settanta)?
Seconda metà anni 60 prima metà anni 70.
Quando si tratta di concerti rock o blues vissuti in prima persona, quali sono i ricordi a cui sei più legato?
Tanti, veramente tanti. Stevie Wonder, Paul McCartney, SRV, Allman Brothers, Brian Setzer, Al Green, Taj Mahal, B.B. King, Steve Winwood, solo per citarne alcuni…
Un amante della musica della nostra generazione non può che essere affezionato al vinile, tu riesci ancora a sentire il fascino per i 33 giri? Riesci a provare qualcosa di simile anche per i CD, magari quelli in deluxe edition?
No, in sincerità preferisco decisamente il vinile.
Ti senti più vicino alla scuola inglese o a quella americana, parlando naturalmente di musica blues / rock?
Quella americana anche se quella inglese mi ha introdotto a quella americana; non sono un grande amante del blues inglese nonostante, ripeto, mi abbia fatto da tramite per giungere poi al grande blues americano.
Ci sono giornalisti musicali italiani che ammiri e stimi?
Beh, sì tanti anche se per una volta non vorrei fare dei nomi per non far torto ad altri. Proprio in questi giorni di interviste noto la grande preparazione e il grande amore di molti giornalisti che mi fanno delle domande molto intelligenti che sto apprezzando moltissimo.
Nel congedarci da te vorremmo un tuo pensiero o una citazione che ti sta a cuore.
LA VITA E’ BLUES, IL BLUES E’ VITA questo è un mio pensiero con il quale spesso firmavo o firmo Cd, manifesti ecc……
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RECENSIONE: RUDY ROTTA “Beatles Vs Rolling Stones” (Slang Records 2014) – TTTT
L’intervista è stata fatta soprattutto perché il disco mi piace, molto. Rudy ha preso alcune canzoni dei ROLLING e dei BEATLES e le ha accoppiate, facendo sciogliere le une nelle altre, in un gioco melodico e ritmico riuscito. Quello poi che trovo convincente è la grinta di Rudy e della band, l’atteggiamento con cui vengono affrontate, senza tralasciare poi l’originalità dell’approccio all’arrangiamento. SYMPATHY/COME TOGETHER e GET OFF OF MY CLOUD/TICKET TO RIGH sono efficaci e fin da subito ti fan capire di che pasta sia fatto il disco.
RUBY TUESDAY/STRAWBERRY FIELDS FOREVER è fatta con l’aiuto del GNU QUARTET è coglie bene lo spirito del modello d’epoca. UNDER MY TUMB/THINGS WE SAID TODAY ci riporta sui binari più consoni del Rock …
FILE AUDIO: UNDER MY THUB / THINGS WE SAID TODAY
… bella poi la scelta di TELL ME. Buono il lavoro sull’acustica per AS TEARS GONE BY arricchito dal violino di LAURA MASOTTO, il tutto va a confluire in HERE, THERE AND EVERYWHERE che Rudy canta in modo ispirato, mi sono venuti i brividi…
FILE AUDIO: AS TEARS GONE BY/HERE, THERE AND EVERYWHERE
MISS YOU non è troppo distante dall’originale, mentre SATISFACTION e OB-LA-DI OB-LA-DA diventano due bluesacci divertenti (e la Sweet Home di Obladì diventa naturalmente quella di Chicago); chitarra acustica per YOU CANT GET e LET IT BE, approccio funk per DAY TRIPPER. LADY JANE e JULIA sono suonate insieme ai QUINTORIGO, il risultato è quello che ti aspetti forse ma sarà anche per la bellezza dei due pezzi che te le ascolti commosso fino alla fine. Molto carina la bonus track che incornicia la fine del disco. Di nuovo eccellente il lavoro sull’acustica.
Per chi come me fatica molto a trovare dischi decenti di recente pubblicazione, questo album di Rudy Rotta è un sollievo. Certo, sono cover, ma il concept è allettante e il risultato è senza alcun dubbio positivo.
CREDITS:
Rudy Rotta vocals & guitars
Pippo Guarnera keyboards
Enrico Cecconi drums
Renato Marciano bass
Special Guests:
Gnu Quartet on Ruby Tuesday & Strawberry Fields Forever
Quintorigo on Lady Jane & Julia
Ernesttico percussions
Laura Masotto violine on As Tears Go By & Rocky Raccoon
Nicola Cipriani Lead guitar on As Tears Go By & Here, There And Everywhere
Luca Degani accordeon on Here, There And Everywhere
Produced by: Rudy Rotta
Recorded and mixed at: Sotto Il Mare recording studio by Luca Tacconi
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