L’ANGOLO DELLA POSTA “David Briggs said…”

26 Lug

BODHRAN scrive: “Buondì, prima di infilarmi in una riunione (una delle peggiori invenzioni della civiltà) ti passo due righe lette stamattina in pullman.
Sto leggendo la biografia di Neil Young “waging heavy peace”, ti riporto le parole di David Briggs (produttore che ha lavorato con Nello il Giovane). Ci son dei passaggi, che ti evidenzio, che mi sembrano tanto belli, e combaciano tanto con la mia “idea platonica di r’n’r” :

“il grande sound è alla sorgente. Metti il microfono giusto davanti alla sorgente, catturalo su un nastro facendo meno strada possibile e così tiri fuori un grande suono. Si fa così. Tutti gli altri modi sono artefatti. Il momento più grande della mia vita – quello che davvero non ho mai dimenticato – è stato nel 1961, quando per la prima volta arrivai a Los Angeles. Fui invitato al Radio Recorders per vedere Ray Charles e, una volta in studio, lì c’era Ray. Con la mano sinistra suonava tutte le parti di piano e con la destra leggeva uno spartito in Braille cantando dal vivo con un’orchestra completa ad accompagnarlo. Mi sedetti lì a guardare e pensai:I dischi si fanno così . Metti tutti in una cazzo di stanza e via ”. A quei tempi tutti sapevano che dovevano mettersi lì, farsi venire l’uccello duro nello stesso momento e dare il massimo. E tre ore dopo uscivano da quella cazzo di porta con un disco in tasca.

Ovviamente, a quei tempi non avevano registratori a otto, sedici, ventiquattro, quarantotto, sessantaquattro piste, fino alla nausea, per fottere la gente, ed è questo che oggi ha fottuto il mondo della musica registrata e i musicisti: a mio parere li ha fottuti tutti al punto che non saranno mai più gli stessi. Le persone si sono rese conto che potevano fare le proprie parti… dopo. Suonare la loro parte e sistemarla dopo. E nel rock and roll, più pensi più puzzi .

È molto facile per la gente dimenticare cos’è veramente il rock and roll. Guarda, io ho quarantasette anni , sono cresciuto nel Wyoming , ho rubato un’auto e guidato per otto-cento chilometri per vedere Little Richard, e voglio raccon-tarti una cosa: quando ho visto questo negro venire fuori con il vestito dorato con quei cazzo di capelli al vento, saltare sul palco e picchiare sul pianoforte e andare completamente fuori di testa a Salt Lake City , ho pensato: “Ehi, voglio essere come lui . Questo è ciò che voglio”. È uno che anche oggi fa paura. È autentico. Il rock and roll non è posato, non è innocuo e non ha davvero nulla a che fare con i soldi o altre cose. È come il vento, la pioggia, il fuoco: è un elemento primordiale. I quattordicenni non pensano, sentono. Il rock and roll è fuoco, fuoco. È carattere. È fare marameo al mondo.

È un fardello. È un fardello tale che in pochi anni brucia completamente la gente. Perfino i migliori si bruciano. La gente invecchia, dimentica cosa vuol dire essere ragazzi, diventa responsabile e poi questo e quello… Non si può essere le due cose insieme. O sei rock and roll o non lo sei.”

neil young & david briggs

neil young & david briggs

L’ESPERTO risponde: ” Difficile non condividere alla lettera.”

13 Risposte a “L’ANGOLO DELLA POSTA “David Briggs said…””

  1. Paolo Barone 26/07/2014 a 17:39 #

    Bellissimo, grazie!

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  2. Massimo 28/07/2014 a 14:39 #

    Mi permetto di fare una piccola provocazione che spero non sia fine a se stessa, ma che possa essere spunto di riflessione.
    Belle parole, suggestive, toccanti, però.. ancora con queste cazzate? Pensateci, che c’è di nuovo in queste parole? Cosa c’è di anticonformista? Per me è l’esatto opposto.
    È possibile che la musica Rock debba avere ancora questa palla al piede della spontaneità e della ribellione? Bene, e se così dev’essere, allora com’è possibile apprezzare una qualsiasi opera Rock mainstream incisa dagli anni 70 in poi?
    Per me un pensiero veramente indipendente e “ribelle” (nel contesto del conformismo da rock n roll) sarebbe quello che sdogana la musica da tutta questa ideologia ormai superata e in controtendenza rispetto a tutto quello che è stata la musica Rock in questi decenni.
    Il Rock è un genere musicale. Punto.
    Che tu sia l’impiegato dell’anno della Folletto o un tossico di strada, dovrebbe venire giudicato quello che hai prodotto in studio. Se usi 64 sovraincisioni perchè non sei così bravo a suonare, o se incidi suonando 3 strumenti assieme, non dovrebbe fregarcene niente.. se invece il tuo prodotto finale sembrerà freddo, quella si è un’argomentazione, ma non per partito preso!
    Tanto se uno non sa suonare, poi dal vivo esce allo scoperto.. ma anche in questo caso, che ci frega! Se il disco è bello grazie all’ambiente dello studio rimarrà un disco bello, vorrà dire che non andrò a vedere i concerti di questo signore.
    Questo blog in particolare apprezza certe band (Heart, Bad Company, persino Led Zeppelin) che nel corso degli anni sono state bistrattate da questi pallosi professorini della spontaneità, proprio in virtù del loro essere “troppo commerciali”, “freddi”, “dinosauri”.. per cui certi assunti, suggestivi finchè si vuole, ma piuttosto superficiali, credo dovrebbero essere presi con una certa distanza.
    Nonostante questo, ho grandissima stima per quei musicisti che hanno registrato grande musica con mezzi poveri e spesso improvvisati, sicuramente avevano 3 marce in più! Quello che annoia a morte è l’idolatria piatta e il sedersi sui soliti luoghi comuni, anche se sono luoghi comuni “Rock”.
    Con stima
    Massimo

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  3. timtirelli 28/07/2014 a 16:46 #

    Massimo, mica male questa tua analisi. Non condivido in toto la tua visione, ma è salutare. Credo che a gente come me piaccia leggere quelle cose perché è una idea romantica, un fiotto di beata ingenuità adolescenziale, e comunque un posto a cui si dovrebbe far ritorno (almeno in parte) in questi ultimi anni dove credo si sia andati troppo oltre.

    Non sono ipocrita, naturalmente so benissimo che la faccenda non sta in piedi se vogliamo raggiungere risultatI come TEN YEARS GONE ad esempio. A differenza di Bodhran e di Polbi – due colonne del blog – e di scriba tipo Nick kent e Lester Bang a me in generale quel tipo di rock and roll rozzo e grezzo non piace per nulla. Ho bisogno di musicalità, di armonie, di arrangiamenti, anche in campo strettamente Rock, e per farlo non puoi registrare solo take in diretta e metterle su disco.

    Diciamo che una via di mezzo non sarebbe male e che, ripeto, di questi tempi un ritorno verso un modo di fare musica più umano sarebbe davvero auspicabile.

    Ad ogni modo, Massimo, grazie del commento.

    Tim

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  4. lucatod 28/07/2014 a 21:36 #

    Sono d’accordo con Massimo . So che molti hanno un’idea o visione “romantica” del ROCK , non solo inteso come genere ma come vero e proprio stile di vita .
    Personalmente ho un’idea più cinica al riguardo . Basti pensare ad alcuni dei nomi più citati su questo blog , Zeppelin , EL&P , e via dicendo … Personaggi che con la semplicità hanno avuto davvero ben poco a che fare . Si parte con degli esordi immediati (dovuti alla scarsità dei mezzi , non tanto alla loro spontaneità dato che lo scopo era quello di fare presa sul grande pubblico) e in breve si arriva a dei monumenti musicali in tutti i sensi (PHYSICAL GRAFFITI ; WORKS ….) , criticati dalla stampa dell’epoca per l’autocompiacimento degli autori , che avevano raggiunto un tale successo da perdere il contatto con la realtà .
    Negli anni 50 l’industria discografica non era ancora decollata com’è poi accaduto tra i ’60 e i 70/80 , i mezzi erano pochi in tutti i sensi , sia dal punto di vista tecnologico che economico .
    Quando tempo fa si osannava il punk per avere avuto il merito di riportare la musica a “misura d’uomo” , sinceramente ho storto il naso . Ben vengano 100 take per arrivare alla registrazione di un pezzo , magari una suite di 15 / 20 minuti o la pignoleria alla EAGLES di Hotel California . Quando poi la cosa importante è il messaggio , o meglio dire il PRODOTTO , perché di questo si tratta . Dalla scelta del sound alla cover , tutto viene realizzato per colpire il pubblico e vendere .
    Lo hanno fatto tutti , anche i menestrelli con tendenze suicide , tanto amati dai critici saputelli di rolling stone .

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  5. bodhran 29/07/2014 a 09:37 #

    Intervengo per una precisazione. Non è che io non apprezzi musica elaborata o super prodotta. I dischi di Peter Gabriel, ad esempio, non potrebbero essere così se fatti di getto o adottando il “buona la prima”. Ma la citazione che ho segnalato a Tim esprime quello che ritengo essere l’atteggiamento che mi piace nel rock, la capacità di esprimere una certa urgenza espressiva nelle registrazioni. Ovvio che Rain Song o Ten Years Gone sono altra cosa, ma infatti l’attitudine dei LZ emergeva poi prepotentemente nelle esecuzioni live. Per i miei gusti quando il rock (in senso stretto) diventa “rileccato” perde di credibilità, non che sia necessariamente brutto ma non “mi tocca”, a differenza del tanto caro atteggiamento “tight but loose”,
    Un esempio per tutti, una decina di anni fa andai a Londra per vedere i Rush alla Wembley Arena. Mi piacevano e mi piacciono molto anche ora, però quella cosa di risuonare tutto come nei dischi, che non mi disturbava nell’ascoltare i loro live, dal vivo mi ha lasciato perplesso, mai una sorpresa, mai un guizzo in più.
    Giusto per non passare da “estremista”, visto che la musica che ascolto è tanta e non tutta dello stesso tipo.

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  6. mikebravo 29/07/2014 a 12:04 #

    La situazione a cui accenna Briggs puo’ essere quella dei Led quando
    registrarono il primo ed il secondo album.
    Lui parla di ” uccello duro e dare il massimo “……penso i Led 68/69
    la rappresentassero al meglio.

    Anch’io ho visto i Rush a Milano e non mi sono piaciuti.

    in questi giorni sto ascoltando ” Outlandos d’amour” dei Police.
    Un grande album di esordio che non é punk ma che era nuovo
    ed immediato quando usci’.
    In due canzoni i tre sembrano citare i cream piu’ eclettici ma tutto
    l’album é trascinante ancora oggi.
    Il ricordo vola al 2 luglio 1982 quando li vidi a Bologna al fiera district.
    Un trio formidabile.

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  7. bodhran 29/07/2014 a 12:52 #

    E ne ho sentiti diversi a essere delusi dai Rush dal vivo, ma che buffo. Dei Police purtroppo mi son dovuto accontentare della versione reunion del 2007, impeccabili, tutto perfetto, Copeland che non accelerva tutti i pezzi (che ci fosse una clausola contrattuale?). Niente da dire, scaletta ed esecuzioni perfette, certo nell’82 avevano altro pepe sul didietro.

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    • lucatod 29/07/2014 a 13:07 #

      Si nel tour del 2007 , Copeland era stato tenuto a freno da Sting (lo racconta il batterista nella sua biografia) che aveva preso tutte le decisioni in merito alla scaletta e arrangiamenti .

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  8. lucatod 29/07/2014 a 13:04 #

    I POLICE sono uno dei gruppi che amo maggiormente . Hai ragione quando dici che erano un trio formidabile . La loro dimensione ideale era quella live , certi pezzi come Can’t stand Losing You , Bring On The Night The Bed’s Too Big.. sul palco crescevano notevolmente senza cadere nel virtuosismo ma anzi regalando momenti di puro divertimento . Io sono un estimatore principalmente di Stewart Copeland ma apprezzo molto anche le fioriture musicali di Andy Summers , mentre Sting mi sta sul cazzo (di quello che ha fatto da solista non mi piace nulla) .
    Sembra un controsenso , dato che era l’autore del 90% dei pezzi , ma il merito del loro successo , derivava dalla (falsa) semplicità degli arrangiamenti ad opera della band , soprattutto nei primi tre album (i miei preferiti) dall’ampio respiro strumentale .
    Dal vivo li preferisco annata 79/81 , poi Sting ha iniziato a rompere le palle con sezione fiati (Ghost in the machine tour) e successivamente coriste (Synchronicity tour), che in parte ne ha snaturato l’essenza stessa del gruppo (parola dello stesso A.S) .
    L’esempio raro di un gruppo che s’è sciolto giusto in tempo , prima di ripersi o cadere nella spirale del successo .

    Per fare un esempio “zeppeliano” , sarebbe stato come se i LZ si fossero sciolti dopo il tour USA del ’73 .

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    • Massimo 29/07/2014 a 13:52 #

      A me invece sarebbe piaciuto un sacco sentire i Police originali negli anni a venire, i Led Zeppelin in prima fila del grande carrozzone del metal ottantiano e -qui proprio esagero- Jimi Hendrix con una produzione decente!
      :)

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      • lucatod 29/07/2014 a 14:19 #

        Interessante …
        A mio parere i POLICE avrebbero potuto dare ancora tanto , se solo Sting avesse concesso un po di terreno a Copeland e Summers . Sia chiaro , Synchronicity e un ottimo album pop/rock , ma già dal disco precedente , il bassista non era più disposto a condividere “musicalmente” il lavoro in parti eque . “O si faceva come voleva lui o non si faceva nulla” (A. Summers) .
        I primi lavori solisti del batterista (Rumble Fish e The Rhytmalist) lasciavano intravedere delle grosse potenzialità , se la band non si fosse sciolta (in parte per colpa dello stesso Copeland , questo va detto) avrebbero potuto fare un SO o un GRACELAND pure loro chissà .. Invece hanno rivisitato Dont Stand con un Synclavier .

        Riguardo agli Zeppelin , pure io (come altri su questo blog) ho spesso fantasticato su di una loro ipotetica reunion post Live Aid , ma se devo essere onesto (e mi piacerebbe pensare il contrario) , non credo che I LED ZEPPELIN degli anni ’80 o ’90 avrebbero aggiunto qualcosa .. anzi credo che il loro status MITICO ne avrebbe notevolmente risentito .. un po come i Beatles .. irripetibili .

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    • mikebravo 29/07/2014 a 14:35 #

      Un pomeriggio, a zonzo per dischi, sono arrivato da Semm
      Records, un negozio di Bologna.
      Ho potuto vedere dal vivo gli HOT HEAD SHOW.
      Il bassista dei Primus li scelse, avendo ascoltato il loro
      primo lavoro, come spalla per il tour europeo.
      Vi milita JORDAN COPELAND figlio nientemeno di
      SONYA KRISTINA ( cantante dei CURVED AIR ) e del
      batterista dei Police.
      Sonya era PHANTASMAGORICA come donna.
      Credo che i 2 si conobbero perché Stewart suono’ nei Curved air.
      In un periodo in cui ascoltavo di tutto, ho ascoltato anche
      i Curved Air.

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      • lucatod 29/07/2014 a 14:37 #

        Si è stato il batterista della band . lei era un gran pezzo di f….

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