Negli ultimi giorni Tyrrell e la Terry mi hanno portato dal dottore (sì insomma, quello che voi chiamate veterinario) tre sere dietro fila. Io non capivo il perché, mi sentivo bene, ma loro due erano preoccupati. Il mio dottore, anzi la dottoressa, è a Bagnolo, si chiama Esmeralda e quando capito sotto lei mi faccio fare tutto quello che c’è da fare senza problemi. Credo mi voglia bene, mi dice “Ma Palmiro…” e poi mi guarda coi suoi far away eyes, gli umani quando vogliono sono davvero esseri speciali. La prima sera mi hanno fatto una prima visita sommaria (comprensiva di termometro infilato nel culetto) e una iniezione contro la nausea. La seconda l’esame del sangue e altre due iniezioni, la terza una ecografia.
Non hanno trovato nulla. Sembra tutto a posto. Io lo sapevo, ma Tyrrell e la Terry pensavano non stessi bene, mi vedevano un po’ assente, incline alla malinconia, meditabondo davanti alla finestra, insomma non il solito Pàlmir sterminatore di talpe e farfalle, il trapezista che si getta a “pietto” tra querce e frassini, l’ardito gatto nero che scaccia gli altri gattacci dal suo territorio, o anche il gatto mammone che alle quattro di notte va a gettarsi sul collo della Terry in cerca di affetto.
La questione è che da una settimana semplicemente ho il blues, d’altra parte anche certi gatti si alzano la mattina e scoprono di avere il blues, non è un caso se sono capitato qui da Tyrrell. Lui e la Terry sono molto carini, mi coccolano più del previsto, mi danno le crocchette migliori (Tyrrell addirittura ogni tanto mi smolla anche due gocce di SOUTHERN COMFORT), io un po’ ci gioco sopra, sono un gatto, ma è un periodo così. Mi metto alla finestra, guardo lontano oltre le colline e mi chiedo chi sono, da dove vengo, dove sto andando. Sì, sono domande retoriche, io sono Il Gatto Palmiro, vengo da House Of The Wood Upperside (insomma Ca’ Del Bosco Sopra), e sto andando in cortile a cacciare le talpe, ma più in generale mentre guardo il cielo mi sento un gattino sperduto su questo cavolo di pianeta che gli umani chiamano Terra. Tutto sommato mi reputo un gatto fortunato: un paio di anni fa a 45 giorni d’età mi ero perso in un sottopassaggio di una tangenziale, un’anima pia mi ha raccolto e mi ha portato al gattile, sono arrivati Tyrrell la Terry e mi hanno portato con loro alla domus saurea, dove vivo come un pascià in casa con loro con ampia libertà di movimento nelle campagne circostanti, tutto perfetto no? Eppure mi sento “blue”, credo sia un sentimento insito nel cuore di noi mammiferi, quel non capire esattamente cosa ci facciamo qui sulla terra. E’ così che mi viene il blues … allora prendo STICKY FINGERS dei ROLLING STONES, seleziono un paio di canzoni e mi avvolgo nel mio blues felino ….
Sto bene dunque, è solo una settimana così. L’estate volge al termine, ancora venti giorni e sarà l’autunno e con esso arriveranno i venti di Thor a soffiare freddo, (sì lo so me ne sono accorto, mi sto tyrrellizzando), inizio a sentire un po’ in anticipo il change of a season. Tutto qui.
PS: Tyrrell, Terry, se leggete questo post tranquillizzatevi. Sto bene, niente altro che un po’ di blues.
PS2: Tyrrell, sì, ti voglio bene, è inutile che tu me lo chieda venti volte al giorno.
Palmiro, il Southern Comfort piace tanto anche a me, ma occhio a non esagerare perchè poi ti viene la sbronza malinconica! Ecco da dove viene il tuo blues probabilmente…
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Un po’ di blues ogni tanto ci vuole…anche nel cuore di un gattino….ciao Palmir, ti mando una carezzina blues…
,,,e ricorda la canzone…
“Blues, from my head to my shoes, I’m blue today,
I’ve got a mean evil feelin’, And I’m full of gin,
On my way to the West End, and there’s where troubles will begin “
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