ITALIAN / ENGLISH
Album superbo questo, a tratti sorprendente. Non è il disco di un vecchio superstite della golden era del classic blues rock che si cimenta con i soliti giri, i soliti classici, il solito tributo alle canzoni che lo hanno formato, no, questo è un album di uno che cerca di restare nel presente pur lasciando trasparire candidamente le sue radici, di uno che fa un disco perché vuole venderlo, perché vuole che abbia un certo appeal anche al di fuori dello zoccolo duro dei suoi fan, perché vuole che questo abbia successo. BERNIE MARSDEN è stato il chitarrista che ha fatto da ponte tra i primi UFO e quelli di MICHAEL SHENKER, quello che ha caratterizzato gli WHITESNAKE dal 1978 al 1983, quello che ha scritto HERE I GO AGAIN . Dopo gli anni con COVERDALE, gli ALASKA e faccende da seconda/terza fascia. Trovarlo così in forma e determinato mi rende molto contento, MARSDEN è sempre stato uno a cui ho voluto bene, uno che ho sempre stimato come chitarrista: misurato, elegante, classy, bluesy. SHINE è dunque il suo nuovo album, vi partecipano tra gli altri DAVID COVERDALE e IAN PAICE.
LININ’ TRACK è un vecchio blues di dominio pubblico portato alla luce soprattutto da LEADBELLY (data di registrazione sconosciuta) e TAJ MAHAL (1970). Nel 1987 se ne impossessarono gli AEROSMITH che la trasformarono nell’irresistibile HANGMAN JURY. La versione di MARSDEN è riuscita, intro acustico e sviluppo sui binari (è il caso di dirlo) dell’hard rock blues. WEDDING TIME è un bel rock dal ritmo ostinato. WALK AWAY viaggia sui sentieri dell’AOR, momento gustoso e piacevole.
KINDA WISH SHE WOULD è un po’ simile a SHARP DRESSED MAN degli ZZTOP ma si inserisce bene nella trama del disco. LADYFRIEND è un blues malgrado l’apparenza meno canonico del solito. Un bel pianino, una bella armonica, bel fraseggio di chitarra. Certo, il fruscio dello strisciare del serpente bianco si sente. Insieme a DAVID COVERDALE, BERNIE ci ripropone TROUBLE, titletrack dell’album omonimo dei primi WHITESNAKE. Era un po’ che non sentivo DAVID cantare così bene. Drumming ostinatissimo (una sorta di WHEN THE LEVEE BREAKS senza tanti frills) e i due campioni a fare quello che sanno fare meglio: suonare del gran bel hard rock blues! Con WHO DO WE THINK WE ARE (di nuovo un teaser al mondo PURPLE) siamo sul territorio del Rock Melodico, bel pezzettino da ascoltare la domenica mattina. SHINE è un discreto heavy rock featuring JOE BONAMASSA (ospitata di cui avremmo fatto volentieri a meno).
DRAGONFLY è la cover riuscita del brano dei FLEETWOOD MAC periodo immediatamente successivo alla dipartita di PETER GREEN, pezzo scritto da Danny Kirwan nel 1970. Operazione riuscitissima, senso del pezzo catturato in pieno, rilettura su misura, tanta classe. NW8 chiude l’album adagiandosi su di una bella melodia costruita sulla chitarra acustica slide.
Ci sono anche momenti appannati: BAD BLOOD assomiglia troppo a LOVER MAN degli WHITESNAKE e il cantato di CHERRY LEE MEWIS è troppo enfatico (e noi non sopportiamo queste cose). YOU BETTER RUN è un po’ di maniera (ma le due chitarre soliste che suonano armonizzate l’una sull’altra ci rimandano a certi buoni momenti caratteristici di MARSDEN), HOXIE ROLLIN’ TIME sa troppo di HENDRIX, e nell’uso del wah wah e nell’andamento.
Rimane il fatto che nel complesso il lavoro è assai valido, uno dei pochi nuovi dischi che vale la pena avere. Questo è l’album che avrebbe dovuto fare COVERDALE insieme ai suoi WHITESNAKE.
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(broken) ENGLISH
This is a superb album, at times surprising. It is not the new work of an old survivor of the golden era of classic blues who mess with the usual guitar lines, the usual classics, the usual tribute to the songs that have shaped him, no, this is an album of someone who tries to remain firmly in the present while candidly reveal his roots, one who wants (or at least try) to sell records, one who wants his new album to have a certain appeal beyond the hard core of his fans, one who wants this to be successful. BERNIE MARSDEN was the guitarist who has acted as a bridge between the first UFO and the MICHAEL SHENKER ones, a guitarist who has characterized the 1978/1983 WHITESNAKE, someone who (co)wrote HERE I GO AGAIN. After the years with COVERDALE, ALASKA and second / third divsion bands. It makes me happy to find BM so fit and determined, MARSDEN has always been one that I loved, one that I have always respected as a guitarist: measured, elegant, classy, bluesy. SHINE is thus his new album, featuring among others DAVID COVERDALE e IAN PAICE.
LININ’ TRACK is an old blues of public domain unearthed mostly by LEADBELLY (recording date unknown) and TAJ MAHAL (1970). In 1987 AEROSMITH took it and transformed it in the irresistible HANGMAN JURY. The version of MARSDEN is successful, acoustic intro and development on the track (it must be said) of the hard rock blues. WEDDING TIME is a nice rock with persistent rhythm. WALK AWAY travels on the paths of theAOR, a tasty and enjoyable moment.
KINDA WISH SHE WOULD is a bit ‘like ZZTOP’S SHARP DRESSED MAN but it fits well into the fabric of the disc. Ladyfriend is a blues. despite the appearance, less canonical than usual. A nice little piano, a beautiful harmonica, lovely guitar licks. Sure, you hear the rustle of the whitesnake crawling. Along with DAVID COVERDALE, BERNIE reproposes TROUBLE, the title track of early days WHITESNAKE album of the same name . It was a little since I heard DAVID sings so well. There’s a obstinate drum thythm (a la WHEN THE LEVEE BREAKS without frills) and the two champions do what they do best: playing beautiful hard rock blues! With WHO DO WE THINK WE ARE (again a teaser at the PURPLE legacy) we are on the territory of Melodic Rock, nice piece to listen to on a Sunday morning. SHINE is a decent heavy rock featuring Joe Bonamassa ( we would have done without him).
DRAGONFLY is the cover of a song by FLEETWOOD MAC, the tune come from the period immediately following the departure of PETER GREEN from the band, the piece was written by Danny Kirwan in 1970; it’s a very successful move, BERNIE captured the piece’s vibe in full, custom-cut re-reading, classy. NW8 closes the album reclining on a nice melody built on acoustic slide guitar.
There are also few dull moments on the album: BAD BLOOD sounds too much like WHITESNAKE’S LOVER MAN and the singing of CHERRY LEE MEWIS is too emphatic (and we do not bear these things). YOU BETTER RUN is taken for granted (but the two harmonized lead guitars bring us back to some characteristic good moments of MARSDEN), HOXIE ROLLIN’ TIME is too much similar to HENDRIX, especially the swing and the use of the wah wah.
Anyway it remains a very good work, one of the few new records that are worth having. This is the album that COVERDALE is supposed to do with his WHITESNAKE, not the metal guitar shredding stuff he is treating us with.
Sentito il teaser dell’album: effettivamente sembra molto ben registrato, in particolare la batteria. Ci farò un pensierino. Concordo anche sulla frase che hai piazzato alla fine della sola versione inglese del tuo commento: “… not the metal guitar shredding stuff he is treating us with”. E’ davvero un peccato che un talento come Coverdale si sia rovinato la sua fantastica voce – calda e blues – strillando per farsi sentire in mezzo ad un sound così fracassone, Ciao
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Lorenzo che si legge i post anche in inglese, ah!
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In realtà mi è solo caduto l’occhio sulla frase finale … Ma se il genere di musica mi interessa effettivamente leggo queste cose con molto interesse (invece sulla classifica degli album prog non ho proferito verbo perché, a parte un po’ di PFM, un po’ meno di Genesis e ancora meno di ELP, non è proprio il mio terreno)
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Interessa, interesse (che brutta ripetizione) … Insomma volevo scrivere che se il genere di musica mi interessa mi leggo il post tutto d’un fiato. Tim, Hai sentito (e voi modenesi sintonizzati sul blog, avete sentito) che entro fine anno chiude anche il negozio di dischi di Max Marmiroli alla Pomposa? Quindi rimarrà solo Dischinpiazza, unico negozio di dischi in tutta Modena, incredibile. Oggi ci ho fatto un salto, un paio di ragazzi sotto i 30 anni hanno preso un cd dei Blind Guardian … Lo zoccolo duro dei metallari continua ad apprezzare la qualità del suono ed il supporto fisico, ma sembra che la maggior parte delle altre persone ormai sia passata allo streaming, o alla musica da supermercato degli U2, che ti ritrovi caricata sull’I-phone senza neanche volerla. Ho visto la copertina di Songs of Innocence che adesso è uscito anche in cd: sembra una pubblicità di Dolce & Gabbana, e il disco probabilmente avrà una durata effimera come una collezione autunno – inverno di D&
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Ho passato 4 giorni a Monza.
Li’ tiene botta da oltre trent’anni CARILLON, un negozio di dischi.
In vetrina diversi bootlegs, tra cui Neil Young e Led Zeppelin.
Ottima scelta all’interno ( ho comprato molto zeppelin dal vivo ).
Nel centro di Monza c’é un bellissimo feltrinelli a 2 piani con molta
musica.
Per gli appassionati del fantasy, a Monza é visibile la CORONA FERREA
che,tutt’altro che fantasia, é stata posta sulla testa di imperatori come
carlo V , napoleone, carlo magno.
Risale all’epoca longobarda e vale il viaggio a monza.
Poi c’é la villa reale appena restaurata col parco e l’autodromo.
Tornando ai negozi di di dischi, mentre le grosse catene mettono da parte
i compact disc perché non si vendono,nelle varie citta’ resistono i negozi
gestiti con passione ( quelli col vinile nuovo e usato oltre ai cd ).
In questi giorni le catene feltrinelli hanno praticato il 40% di sconto su
tutti i vinili e i cd (cofanetti compresi ).
In un prossimo futuro i cd diventeranno materia di collezionismo come
i vinili.
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Beh qua lungo la via Emilia siamo ancora salvi, dal Music Mille a Parma, passando per Mariposa a S.Ilario, Tosi Dischi a Reggio e Asbury Park a Scandiano, si può benissimo far senza Ebay o Amazon, multinazionale capitalista dal comportamento condannabile.
Modena è stata la più colpita, stranamente. Dai fasti del Disco Club-Fangareggi-Marrakesh al quasi nulla.
Un’altra grossa ancora di salvezza sono sempre le fiere del disco, finchè ci saranno.
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Ho bei ricordi legati ai negozi di dischi di modena, e non solo ai negozi
di dischi, chiaramente.
Restando nell’ambito musicale, ricordo un negozio di dischi che era di un
bassista che poi é entrato nella band di ligabue.
Fangareggi aveva anche un negozietto vicino al duomo, gestito credo da max,
dove ho comprato molto vinile e dove ho incontrato Tim piu’ di 20 anni fa.
Poi c’era quel fantastico negozio a 2 piani lungo il corso.
WE ROCK, che era vicino all’istituto tecnico, ora é presso l’outlet
di castelguelfo, provincia di bologna.
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Riporto la discussione sull’argomento “ultimo album di Marsden” per segnalare che a Jacopo Meille invece non deve essere piaciuto un granchè vista la sua recensione su Classix appena uscito in edicola.
P.S. Io ovviamente mi fido di + di Tim!
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Grazie Baccio per aver riportato il tutto back on topic. Non ho letto la recensione di cui parli, ma non mi sorprende, io e Meille abbiamo idee ed approcci molto diversi.
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Anch’io voglio bene a Bernie Marsden, per me resta lui IL chitarrista dei Whitesnake (e sì che apprezzo molto anche la fase ‘platinata’ del serpente Bianco, almeno fino al 1990), e l’ho sempre trovato anche un ottimo cantante… non so se sia un caso, ma adoro ‘Free Flight’ e ‘Outlaw’, anche per merito della sua voce.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo qualche anno orsono e passarci un paio di giorni assieme… una persona divertente, che ricorda distintamente ogni aneddoto, che certo racconta la verità a suo modo (ricordo che definiva gli Uriah Heep ‘Heavy Metal’, e ne ha sparate parecchie anche sugli UFO) e con l’umiltà sufficiente a sfogliare i dischi messi per terra in una bancarella di Porta Portese.
scusate la divagazione… a me ‘Shine’ è piaciuto abbastanza, anche se probabilmente meno di quanto non sia piaciuto a Tim. probabilmente mi pongo in una democristiana via di mezzo fra il suo giudizio e quello di Jacopo Meille (che, per inciso, adoro).
pur considerando Bonamassa un sopravvalutato, un prezzemolino e un presuntuoso (ha osato sciogliere il sodalizio con DIO… al secolo Glenn Hughes!), il brano con lui è energico e mi è piaciuto assai. molto bella ho trovato anche la canzone con la fanciulla, dalla voce simile a quella di Alannah Myles (e poi l’ho cercata su google immagini… notevole!), persino Coverdale fa il miracolo di cantare BENE, sulla nuova versione di ‘Trouble’… però ho trovato più elementi Fleetwood Mac che non di vecchi ‘Snake (il che non è necessariamete un male), e qualche canzone un po’ stanca, tipo ‘Who Do We Think We Are’ o la stessa ‘Linin Track’.
resto più affezionato ai due dischi solisti che incise quando era nei Whitesnake… ma forse la colpa è mia che mi emoziono sempre più raramente per un disco nuovo.
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Giovanni, come te fatico sempre più ad affezionarmi ad un disco nuovo, ne cerco più di quel che traspare dal blog, ma mi annoiano in fretta. Questo però mi è piaciuto davvero.
Intendiamoci, sono un grandissimo fan degli WHITESNAKE 1978/1984, ma mi piacciono pure quelli dal 1987 al 1990. Sopra le righe, troppo mainstream, troppo tecnici forse, ma certo pezzi rimangono bellissimi.
Mi piacere parecchio anche RESTLESS HEART del 1997, ma tutto quel che vien dopo mi deprime.
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Tim, non ti son piaciute le poche gemme presenti nel solista Into The Light del 2000? E’ un disco molto discontinuo, però River Song, Don’t You Cry e Wherever You May Go m’ammaliano ancora oggi…Del duo Doug Bossi-Earl Slick non so quasi niente, magari tu li conosci meglio.
Riguardo gli ultimi 2 lavori, il mio parere è che Good To Be Bad è un buon surrogato dei Whitesnake 87-90, mentre Forevermore non s’ascolta. Non capisco cosa ci fa una song grandiosa come la title-track in un disco così insensato.
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