MUOIO?! di Paolo Barone

13 Ott

L’altra sera Polbi mi scrive un’ email; una riflessione tra due amici che si confrontano spesso su esperienze profonde. Gli rispondo che mi piacerebbe pubblicarla sul blog, lui nicchia, ma a chi potrà interessare questa cosa, mi chiede. Io gli faccio presente che il payoff di questo spazio web è “Blog Per L’uomo Di Blues”, dunque l’articolino sarebbe perfetto. Qui sondiamo le vibrazioni dell’animo, ne valutiamo la frequenza in relazione alla rotazione dell’asse terreste, ne studiamo l’intensità. Credo che chiunque frequenti questo blog abbia fatto pensieri del genere, più di una volta, io stesso ho raccontato su queste pagine quando – lo scorso anno – la groupie mi portò in tutta fretta al pronto soccorso. Lei che guidava veloce come Emerson Fittipaldi, io col muso fuori dal finestrino certo che fosse arrivato il mio momento. Poi, i primi controlli, la visita e il referto che parlava chiaro, crisi d’ansia e pressione alta. Mentre riscrivo queste cose a Polbi, commetto un errore, invece di pressione scrivo passione.  Polbi sottolinea:”Non so se hai visto, ma mi hai scritto “crisi d’ansia e passione alta” forse volevi dire “pressione” ma passione credo sia più appropriato!”. Già, vecchio Michigan Boy, è più appropriato. Vogliamo poi parlare di tutte le volte che ho parlato del “demone delle notti senza sonno”? Quello che non ti fa dormine, quello che governa le maree nere del blues, quello che manda i suoi spiritelli azzurri a portarti il batticuore, a potarti il respiro, ad inondarti di presagi di morte? Ma noi non fuggiamo, stoici e sbruffoni, noi stiamo ad affrontarlo, possiamo piegarci, ma non ci spezziamo. “Esile come un giunco, forte come una quercia”, mi disse una volta un amico…”come Keith Richards”, aggiunse poi la Betta.

Ladies and Chesterfields, please welcome from Detroit, Michigan, Mr “In My Time Of Dying” himself …  Paul Baron.

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L’altro giorno mi sveglio alle cinque di mattina con un dolore acutissimo, lancinante, dietro le scapole che si estende al braccio destro. Cosi forte che comincio a sudare freddo, mi alzo, mi muovo ma non passa. Mi spavento e mi inparanoio, il dolore al braccio…mi stesse venendo un infarto…..porca troia… mi contorco…cazzo sono in questa stramaledetta America del cazzo, manco posso fare una corsa in un ospedale pubblico… mi cacciano via, mi riducono sul lastrico, non so cosa fare…panico, mi afferro alla spalliera del letto….e tutto svanisce!

Rimango complessivamente molto provato, ma il dolore acuto passa completamente, cosi come era arrivato. Mi resta un intorpidimento della mano destra (che ancora un po’ dura) e tanta paura. Vado su internet a vedere i sintomi delle patologie cardiache, e non trovo conferma, ma in fin dei conti nemmeno smentita…comincio a sentire sintomi che non ho, e allora decido di mettermi ancora un po’ a letto.

Mi risveglio dopo un paio d’ore di sogni intensissimi e tragici. Mi sa che sto un po’ esagerando con lo stress ultimamente…Mi alzo definitivamente e chiamo il mio amico Marco, medico anestesista. Mi tranquillizza, vedrai che e’ solo una contrazione muscolare, non mi devo preoccupare nonostante la gravita’ del dolore e la sua misteriosa repentina scomparsa. Mah!

Resto perplesso ad ascoltare timorosamente ogni segnale in arrivo dal mio corpo per il resto del giorno, sempre confuso fra sintomi veri e suggestione.

Mentre sono preso da tutto questo mi viene pero’ da fare una riflessione. Dovessi anche morire, per quanto mi ripugna l’idea di poterlo fare a 46 anni, in fin dei conti…dai….ci potrei pure stare. Ho fatto un sacco di cose, piu’ di tante persone che conosco. Ho amato tanto, sono stato amato altrettanto, ho visto un sacco di posti, fuori e sott’acqua. Ho goduto di persone, musica, libri, cibo, tramonti, onde, temporali, autunni e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Non sono certo stato a casa ad aspettare, non ho vissuto proprio come avrei voluto, ma quasi. Probabilmente mi sono troppo perso in mille rivoli, potevo concentrarmi di piu’ su alcune cose, ma che ci vuoi fare si vede che non ne sono capace.

Ho amici meravigliosi che non ho mai perso. Ne ho fatte di cotte e di crude, certo spero di poterne fare molte di piu’ ancora nei (minimo) 50 anni a venire, ma…..Insomma, se fosse il mio momento di andare, potrei pure starci…O no?!

Non lascio figli, non lascio disastri da sanare, ho pochi rimpianti e un po’ di (forse troppi) inevitabili rimorsi. Ho dato delle indicazioni a mia sorella Mariateresa giusto un mesetto fa, qualcosa l’ho anche lasciata scritta, posso stare tranquillo.

Mi piacerebbe tanto che il Diving, la cosa che ho fatto veramente in questa vita, possa andare avanti anche senza di me, e sono quasi sicuro che lo farebbe.

Vorrei anche che i dischi e i libri che ho messo insieme, non vengano dispersi inutilmente. Un po’ li lascerei a chi amo e agli amici (dovrei fare un elenco? se no come si stabilisce chi si e chi no? questa e’ una cosa a cui non avevo mai pensato realmente!), il resto che siano venduti a gente appassionata come me.

Vorrei essere sepolto o cremato? Funzione religiosa per me che non appartengo a nessuna fede? E poi, sepolto dove? Che fare delle ceneri? No, niente, di queste cose non me ne fotte niente. Le decide chi resta, a me in fondo non cambia nulla.

Certo, avrei una discreta paura di morire, e zero curiosita’ di vedere quello che c’e’ dopo, per me puo’ tranquillamente aspettare. Ma se dovessi andare, mi farei forte delle parole del mio amico Jarno, sciamano psichedelico, che mi dice che e’ tutto a posto, morire e’ un passaggio come lo e’ stato nascere, si va solo da un altra parte a fare altre cose e la vita che abbiamo vissuto svanira’ velocemente come un sogno al risveglio.

In qualche modo la giornata passa, sopravvivo, e mi viene voglia di fissare queste riflessioni, di non lasciarle andar via senza pensarci. Di condividerle con qualche amico e magari esorcizzare la paura al tempo stesso. Qualche volta sott’acqua mi sono ritrovato in situazioni in cui potevo tranquillamente lasciarci le pinne, ma sono stato troppo occupato a venirne fuori e le considerazioni che ne scaturivano erano solo di carattere tecnico. Stavolta invece mi sono ritrovato a pensare alla morte da un punto di vista molto personale, molto “umano”.

Potendo, mi piacerebbe morire come Tiziano Terzani, preparandomi culturalmente e “spiritualmente” per tempo a questa cosa. Invece mi sa che come diceva Gaber “…anche l’avventuriero piu’ spinto, muore dove gli puo’ capitare, e nemmeno troppo convinto!”, figuriamoci io.

Indago ancora un po’, e credo di capire che il dolore e’ stato causato da una banalissima contrazione del muscolo trapezio. Forse dovuta a un piccolo lavoro di verniciatura, per me che sono negato in queste cose un impresa titanica. Mi incollo bombole, motori fuoribordo, zavorre di piombo…salto sul gommone con diversi chili di attrezzatura addosso, carico e scarico di tutto senza alcun problema, poi due orette con un pennello in mano e penso di morire. Mah… E mia sorella nemmeno si ricordava delle mie solenni e delicate “indicazioni in caso di morte”! Ma vedi tu, altro che pronto!

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15 Risposte a “MUOIO?! di Paolo Barone”

  1. lucatod 13/10/2014 a 14:39 #

    Beh questo si che è un argomento da uomini blues ! Io sono un insonne incallito , se non ho qualcosa da leggere NON DORMO . La mia compagna non se ne fa un problema , lei che casca nel sonno profondo apprezza il fatto che non russo . L’orario è sempre lo stesso , attorno all’una , indipendentemente dall’ora in cui devo alzarmi , che siano le 5 , 6 , 7, anzi più presto devo alzarmi , meno riesco a prendere sonno .
    Impari a conviverci , così come l’ansia (ovviamente notturna) che ho imparato a gestire , eliminando sigarette , caffè e alcolici (questi ultimi li consumo solo occasionalmente) , anche perché assieme all’insonnia (ereditata da mia madre) ci si mette pure il mio stomaco ormai delicatissimo (eredità di mio padre) .

    Ovviamente mi capita di pensare alla morte , ma mentre di giorno tra i vari impegni questi pensieri non mi toccano affatto , anzi ci scherzo sopra , la notte mi turbano . In realtà ne ho una paura fottuta , la malattia e via dicendo … No , non sono pronto !
    In un certo senso invidio i credenti , quelli veri (sempre che esistano) , non i bacia pile , purtroppo non avendo nulla in cui credere (anche se col pensiero può capitarmi di rivolgermi a qualche entità astratta…) , ho l’inquietante sospetto che dopo la morte non ci sia più nulla .

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  2. timtirelli 15/10/2014 a 09:16 #

    Beh, caro Luca, anche il tuo è commento da uomo di blues! :-) Grazie mille.

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  3. Baccio 15/10/2014 a 10:48 #

    Affrontiamo con serenità quel grande/piccolo viaggio che è vita; non è importante la destinazione ma il viaggio stesso.
    Come diceva il più grande filosofo del 900 (Claudio Baglioni): La vita è adesso!
    Se ci pensiamo bene tutto è in viaggio, a cominciare dall’Universo che si sta espandendo dal momento del Big Bang.
    Ora non ricordo esattamente una bella frase nella introduzione a “Sei Ricco Coniglio” di John Updike, ma dice pressappoco che stiamo cavalcando una esplosione cosmica casuale diretti verso il nulla. Non so perchè ma non la trovo pessimistica.
    C’è il viaggio personale di ognuno, quello delle civiltà umane, quello del pianeta Terra , del sistema solare, delle galassie ed infine dell’Universo.
    Non è fantastico poter farne parte anche solo per un tempo limitato ed in un piccolo luogo?

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  4. timtirelli 15/10/2014 a 10:54 #

    Gulp … ma che razza di lettori ha questo blog? “Stiamo cavalcando una esplosione cosmica casuale diretti verso il nulla”. Baccio, ossequioso, mi prostro dinanzi a te.

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    • Baccio 15/10/2014 a 11:10 #

      Non è mia Tim, non mi attribuire meriti che non ho!
      Quando posso cerco la citazione esatta e l’autore.

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      • timtirelli 15/10/2014 a 12:30 #

        Certo, avevo capito perfettamente, ma l’hai citata tu!

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      • Tom 15/10/2014 a 13:13 #

        beh…è una poesia nota del grande Edgar Lee Masters ma sempre valida…. eccovela se l’avevate dimenticata:

        Dio! Non chiedermi di elencare le tue meraviglie.
        Ti riconosco le stelle e i soli e i mondi innumerevoli.
        Ma ho misurato le loro distanze
        e li ho pesati e ho scoperto la loro materia.
        Ho inventato ali per l’ aria, e chiglie per l’ acqua,
        e cavalli di ferro per la terra.
        Ho accresciuto milioni di volte la vista che tu mi desti,
        e l’ udito che mi desti, milioni di volte;
        ho valicato lo spazio con la parola,
        e preso dall’ aria il fuoco per farne luce.
        Ho costruito grandi città e perforato colline,
        e gettato ponti su acque maestose.
        Ho scritto l’ Iliade e l’ Amleto;
        ho esplorato i tuoi misteri,
        e ti ho cercato senza posa,
        e ti ho ritrovato dopo averti perduto
        in ore di stanchezza – e ti chiedo:
        ti piacerebbe creare un sole
        e l’ indomani avere i vermi
        che ti brulicano in mezzo alle dita?…..Tom

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  5. mikebravo 16/10/2014 a 10:58 #

    Soffrire per avere spennellato per due ore, anche se vera sofferenza,
    non é da considerarsi sofferenza blues.
    Sarebbe sofferenza blues se tu facessi l’imbianchino per vivere e odiassi
    fare quel lavoro.

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  6. paolo Barone 16/10/2014 a 15:06 #

    Hey Mike, mai detto che fosse sofferenza blues, solo un po’ di intorpidimento alla mano!
    Che poi stavo per morire, e’ un altra cosa….! Dai non era di “sofferenze” che stavo parlando, quanto di una piccola riflessione senza pretese su vita/morte e cose così.
    Bellissima la poesia di Lee Masters, lo conoscevo solo tramite De Andre’, merita una vera scoperta, da fare quanto prima.
    “Stiamo cavalcando un esplosione cosmica casuale diretti verso il nulla”.
    Che roba ragazzi…

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    • Tom 17/10/2014 a 19:47 #

      Se vuoi leggere la “Spoon River Anthology” di E.L. Masters in italiano, meglio prenderla con la traduzione i n i m i t a b i l e di Fernanda Pivano (Einaudi)…….Tom

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  7. Baccio 22/10/2014 a 17:39 #

    Ecco la esatta citazione:
    Martin Fairchild in L’Espansione accelerata dell’universo è consapevole che , in termini cosmologici, “stiamo cavalcando un’esplosione senza scopo, diretti verso il nulla”.

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  8. mikebravo 23/10/2014 a 07:57 #

    Fairchild é un astrofisico, un nichilista o uno dei tanti che aspetta il secondo
    album solista di jimmy page, magari con nuova band e tour mondiale annesso?

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    • Baccio 23/10/2014 a 11:36 #

      In realtà è un personaggio creato da John Updike e, se l’universo è diretto verso il nulla, ha ragione Jimmy Page a non combinare più niente !

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  9. mikebravo 23/10/2014 a 12:09 #

    Probabilmente hai ragione.
    Pero’, nei panni di jimmy page, io farei un disco dal titolo ” with a little help from
    my friends ” ( ricordate la bella chitarra nella versione di cocker ? ) chiamando a
    raccolta i migliori chitarristi ad interpretare i brani dei led con gli assoli piu’
    impegnativi.
    Jimmy potrebbe suonare la chitarra ritmica in ogni brano e cantare nella canzone
    di apertura dell’album, appunto ” With a little help..” imitando ringo starr.
    In alternativa potrebbe organizzare una reunion degli yardbirds a 4 chitarre.
    3 soliste ( topham , clapton, beck ) e 1 ritmica ( page ).
    Ma scherzi a parte, sono sicuro che, edite tutte le deluxe editions, jimmy torna
    a suonare sul serio.

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    • bodhran 23/10/2014 a 13:56 #

      Dici? io non ci credo più, forse potrebbe iscriversi al campionato inglese di air-guitar, ha già dato un’ottima prestazione in “It might get loud”

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