Buongiorno (a)mici miei, è un po’ che non mi faccio vivo qui sul blog di Tyrrell, ma è arrivata la primavera e la caccia alle talpe è la mia priorità, poi Tyrrell sembra molto preso dal blog in questa fase e quando c’è lui al computer non posso esserci io. Già, Tyrrell … lo osservo molto in questo periodo, mi sembra più sconfortato del solito. Le cose che apprende da TGSKY24 e che legge su internet lo spingono in uno stato di prostrazione profonda. Sento quando ne parla con la Terry e quando se ne va scuotendo la testa. Ho cercato di capire e ammetto che pure io sono basito di fonte alla pazzia degli umani. Ho scoperto che ci sono degli umani che si raccolgono sotto una certa sigla e che si vestono di nero, che in nome di un certo dio mettono a fuoco e fiamme una parte del pianeta. Sembrano inarrestabili e gli umani del pezzo di mondo in cui vivo io sono molto preoccupati. Mi chiedo se sia possibile che in nome di un dio si stia cercando di cancellare la cultura e la vita di un pezzo di umanità. Cerco spiegazioni negli sguardi di Tyrrell, ma so che non me ne può dare. Tyrrell non crede in nessun dio, dice che anche i cristiani ottocento anni fa si comportavano allo stesso modo e che l’umanità non ha futuro.
Sono di fianco a lui quando legge la marea di insulti ricevuti da GIANNI MORANDI, un cantante che era il suo preferito quando era bambino. MORANDI scrive qualcosa di caritatevole e di umano sul suo account di facebook a seguito della morte di novecento profughi e disperati nel Mediterraneo mentre tentavano di raggiungere un’ idea di salvezza e di vita migliore. Invece no, insulti e barbarie a corredo di quel suo pensiero delicato. Una bambina rom di due anni muore in un campo nomadi … i commenti alla notizia seguono tutti lo stesso copione: “una di meno”. Tyrrell non si dà pace per queste cose. Il problema immigrazione esiste, Tyrrell mi pare che non lo neghi, ma la crudeltà e la meschinità degli umani, che si palesano in modo sempre più evidente grazie ai social network, sono spaventosi.
Ancora, Tyrrell legge sul Corriere della Sera che alcuni commenti presenti sull’account twitter di BARACK OBAMA, capo di una delle più importanti nazioni umane, recitano “torna nella gabbia, scimmia”. Ora, io sono un gatto nero, so dove può arrivare l’ignoranza umana, ancora oggi vagonate di idioti pensano che portiamo sfortuna e che siamo creature del maligno. Io, porco cane, che sono un gatto che ascolta l’Aor!? Io sono nero e gioco tranquillamente con gli altri quattro gatti che abitano insieme a me le terre della Domus Saurea, come la chiama Tyrrell. Pato è rosso, Raissa tigrata rossiccia, Spavve tigrata grigia e la Ragni bianca-grigia-beige.
Sempre dal Corriere Tyrrell legge, e io con lui, che la FINLANDIA, una terra a Nord facente parte della Scandinavia, regione tra le più illuminate del pianeta, ha inviato una lettera a 250.000 riservisti con la richiesta di tenersi pronti. Uhm, capisco che non deve essere semplice condividere 1300 km di confine con una nazione turbolenta come la Russia, ma, ci chiediamo, cosa sta succedendo? Quando poi Tyrrell ascolta le dichiarazioni di certi politici, quelli che parlano unicamente alla pancia degli umani, che fomentano le paure, che contrastano chiaramente la solidarietà, l’amore, la pace, lo spirito dell’umanità … impreca, bestemmia ed esce a fare due passi dallo sconforto. Poveretto, lo capisco, io e lui abbiamo visioni simili e che gli essere umani si mostrino ancora così gretti, stupidi e senza speranza, è una sventura …
Forse la LEVI MONTALCINI aveva ragione quando diceva che servono altri centomila anni di evoluzione all’essere umano. Peccato che continuando così centomila anni non ci saranno … la visione antropocentrica sta portando il pianeta, su cui tutti viviamo, allo sfacelo.
A tutto questo bailame si aggiungono due impicci in cui è incappato Tyrrell in queste ultime settimane, roba poco simpatica, se ho ben capito uno è un furto di identità di cui è stato vittima con tanto di denuncia alla Polizia e un’altra faccenda di cui non ho ben capito ma a naso mi sa che sia parecchio fastidiosa. Povero Tyrrell. Per quello che posso fare cerco di stargli vicino o di fargli quei dispetti che so lo fanno sorridere.
L’altra sera eravamo a casa soli io e lui, Tyrrell stava suonando STAIRWAY TO HEAVEN dei LZ con la doppio manico, si stava allenando per un un paio di prossimi concerti del suo gruppo THE EQUINOX. Stava seguendo la versione live da TSRTS che usciva a buon volume dallo stereo e, nel bel mezzo dell’assolo, ho iniziato a saltargli sulle gambe attaccandomi con le mie unghiette ai pantaloni della tuta. Tyrrell cercava di scansarmi e di continuare a suonare, poi si è scoppiato a ridere.
Gli lascio anche ascoltare quello che vuole. In questo periodo sembra fissato con ROY HARPER, con l’album VALENTINE del 1974 in particolare. Per certi versi non si dà pace del fatto che nella edizione uscita ad inizio anni novanta la copertina sia stata cambiata, ma quando la smette di giochicchiare con i tarli della mente, si gode in pieno pezzi come FOREVER. Risentendo MALE CHAUVIST PIG BLUES gli tornano in mente i tempi in cui l’ ascoltava con la sua amica ledhead Mariangela, là, negli abissi profondi trentacinque anni fa. A margine, una nota: credo che gli paia di sentire echi di WHO’S TO BLAME nel pezzo in questione dove, tra l’altro, sono presenti JIMMY PAGE, KEITH MOON e RONNIE LANE.
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Oltre a ROY HARPER è un po’ che è fermo su ROBERT JOHNSON. La centennial collection edition dei 29 blues del padre putativo di Tyrrell è favolosa, i master originali e la tecnologia odierna hanno migliorato parecchio la qualità audio dei quelle vecchie canzoni del 1936 e 1937.
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Per me poi Tyrrell i blues se li va anche a cercare: è tutt’ora turbato perché non è stata accertata la autenticità della presunta terza foto del Re del Delta Blues (quello che lo ritrarrebbe insieme a Johnny Shines).
La RJ Blues Foundation la dà per autentica, ma i dubbi rimangono. D’altra parte, siamo sicuri che quell’ex autista che si chiama Claud Johnson sia suo figlio? Legalmente lo è, ma è davvero sufficiente la testimonianza di una vecchietta che dice di aver visto la sua amica far l’amore con ROBERT JOHNSON, a provarne la discendenza? Possibile che quei due energumeni nella foto qui sotto siano i suoi nipoti?
Tyrrell scuote la testa e torna ad ammirare la foto del “suo” ROBERT JOHNSON.
Alla Terry è arrivato il cofanetto PROGENY degli YES, e Tyrrell ne approffita con ascolti prolungati.
Quando però deve trovare un po’ di sollievo, si ripara tra le mura della sua amata BAD COMPANY e lo fa al suono dei pezzi più improbabili e nascosti, tipo PAINTED FACE dall’album ROUGH DIAMONDS, quell’Hard Rock di facile ascolto sembra lenire i suoi blues.
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Tyrrell spesso va poi a trovare suo padre. Da quel che ho capito il vecchio Brian è in una struttura, non so esattamente cosa significhi, io me la immagino come una specie di gattile, solo per umani, un “umanile” dunque. Ieri mattina Tyrrell diceva con la Terry che lo ha trovato bene, che sono stati un’oretta sulla veranda a prendere un po’ di aria e di sole e che hanno fatto quattro passi in cortile. Spero che stia bene il vecchio Brian, in passato Tyrrell lo ha portato qui alla Domus Saurea e io con lui mi sono sempre trovato bene. Certo, mi chiamava “gattina”, ma non me la prendevo, Brian è un umano ormai vecchio e soffre di una malattia tipica degli umani di età avanzata.
Per il resto, come dicevo, siamo in alta primavera, l’estate è alle porte e io scorrazzo per le campagne. Ogni tanto mi fermo e osservo la Terry in versione farmer girl che zappa e cura quel pezzetto di terra che abbiamo qui alla Domus Saurea …
…oppure meditabondo contemplo il mondo …
…i frutti degli alberi di Gelso ormai maturi …
e le rose dove è sepolto Fidèl, il gatto del passato di Tyrrell.
Guardo poi il mio umano raccogliere le fragole dell’orto, dopo di che me ne vado in giro per i fatti miei.
In questo sabato di fine maggio sono in giro dalle 7,30 del mattino; alle otto di sera Tyrrell mi chiama a casa, io che sono in una delle mie zone preferite, le vigne del Rossetto, lemme lemme mi incammino verso di lui. “Dai Pàlmir, dai, dai, andiamo” mi dice Tyrrell, lo so che vorrebbe che gli corressi incontro, ma non sono mica un cane. Piano piano lo raggiungo, lui mi prende in braccio, mi bacia e mi porta in casa; mi lava con una salvietta, mi dà da mangiare ed infine crollo, come una pera cotta, sull’asse da stiro. Tutto sommato mica male la mia vita da gatto nella casa di un uomo di blues.
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