FUTURE BLUES: MY BABY – SHAMANAID (2015) e LIVE ROCK FESTIVAL 10 settembre 2015 di Bodhran

13 Set

Il nostro Bodhram ci guida attraverso la scoperta degli olandesi MY BABY. Let’s get the blues again.

Nei commenti che faccio ogni tanto su questo blog scrivo che cerco, per quanto possibile, di restare “aperto” alle novità, o comunque a musica che mi faccia venire quel “frìccico ner còre” che con l’avanzare dell’età è sempre più difficile sentire. Ecco, per una serie di fortunate coincidenze mi sono imbattuto nei My Baby, e la soddisfazione è stata doppia. Estate 2015 con consorte via per lavoro fino ad ottobre e impossibilità di assoldare una compagnia di oba-oba ad allietarmi le serate con balli e canti. Frugo quindi sulla rete a caccia di concerti, la Toscana è abbastanza prodiga di festival, più o meno interessanti, più o meno costanti nel tempo, (forse eredità di ArezzoWave, che da patrimonio nazionale è via via sbiadito fino a non rappresentare oramai più niente), spesso gratuiti (con un gruppo di amici anche io ne ho organizzato uno per 3 anni consecutivi in provincia di Arezzo per poi mollare).

Ve la faccio breve, trovo questo Live Rock Festival ad Acquaviva di Montepulciano (SI). Mai sentito. Frugo. Vedo che giovedi 10 si esibiscono come headliner i Verdena, che non sono da “frìccico” ma nemmeno da buttar via e mi dico “esci dal lavoro, vai lì, birra & panino, un po’ di musica e a nanna”. Due gruppi spalla, tali pisani Venus in Furs e gli olandesi My Baby. A parte le presentazioni sul sito altro frugare sulla rete, capisco che i pisani non mi frìccicano per niente, trovo l’ultimo album dei My Baby, Shamanaid. Infrango la legge e me li ascolto durante il ritorno a casa.

my baby shamanaid

Prima soddisfazione.

Anni fa, tramite Led Zeppelin, ho scoperto il blues primigenio e la forza di quella povertà musicale e di quella ripetitività, mi sono avvicinato a certo folk carico di poesia e di melodie inusuali per il pop e il rock standard, e di questa roba me ne sono innamorato. E oggi preferisco ascoltare Robert Jonhson (o Seasick Steve) che Stevie Ray Vaughan. Preferisco i Pentangle a tante melense ballad aMMericane.

In Shamanaid ho trovato questo. Un trio, olandesi fratello e sorella (batteria il primo, voce/basso/chitarra ritmica la seconda) e un neo zelandese alla chitarra solista. Sarà l’acqua stagnante dei canali di Amsterdam, ma nel sangue di questi scorre anche un po’ di Mississipi; non chietedemi come e perché ma pare che abbiano capito perfettamente “la lezione”, almeno per le mie orecchie. Su ostinati fingerpicking la tipa (tal Cato Van Dyck) ricama atmosfere tipicamente blues o si avventura ogni tanto in ricami medio-orientali, cari anche a Plant, la chitarra non si lancia mai in virtuosismi, resta semplice, quasi ovvia, ma centra l’obiettivo. Leritmiche invece sanno spesso di nuovo, e rendono il disco anche pop, nel senso buono del termine.

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Mentre lo ascoltavo, e riascoltavo, mi veniva in mente Plant e la sua ricerca delle radici di questi ultimi anni e mi dicevo che questi ragazzi ci sono arrivati, a quelle radici. In un episodio, con un’accordatura aperta alla White Summer, stampano una melodia che nonavrebbe sfigurato nei Fairport Convention. Ci sta anche siano cover, non so, non ho frugato più, ho solo riascoltato il disco di continuo per una settimana. Ne hanno anche uno precedente, di album “Loves Voodoo!”, del 2013, ma mi ha impressionato meno.

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E poi giovedì sono andato al concerto. Acquaviva è un buco, un buco con un parco, e nel parco organizzano il festival. Gran bel palco, una stesa di tavoli tutti al coperto, menu che nemmeno in trattoria, tutto, caparra per il recupero dei bicchieri (si, era tutto pulito), insomma un’organizzazione di alto livello, volontari gentilissimi, pubblico variegato e atmosfera rilassata senza quei tratti sciatto-freak di cui non si sente la mancanza (non è roba scontata riuscire ad ottenere queste cose e gli organizzatori si meritano davvero un applauso).

Arrivo abbastanza presto, e dopo poco c’è il check dei My Baby, funestato da infiniti problemi al microfono della cantante che mi fanno un po’ temere visto che insieme non provano per più di 3 minuti. Ceno, scambio due chiacchiere e aspetto, incontro la cantante che fa acquisti in un banchino di bigiotteria e mi complimento per il disco; la tipa, giovane giovane, mi ringrazia e mi invita ad andare sotto il palco per la loro esibizione. Certo, son lì per quello. Si sa, i festival son così, la gente spesso va per gli headliner e non si fila gli altri.

Arriva il loro turno. Salgono sul palco e ci invitano “a scendere con loro nella palude”.

Seconda soddisfazione.

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MY BABY – Live Rock Festival ad Acquaviva di Montepulciano (SI).

 

I My Baby non solo hanno imparato la lezione, ma hanno grinta da vendere, Da pochi che eravamo il prato si è popolato di gente che ballava, eh si, perché il set è stato tiratissimo, con delle ritmiche quasi “da discoteca”. Ne son rimasto, nevvero. Come lo vogliamo chiamare, “trance-boogie”, “rave-blues”, ma davvero non potevi startene fermo lì solo ad ascoltare, e lo dico io che non sono proprio un ballerino. La cantante imbraccia una chitarra che suona spesso con l’octaver a sostituire il basso.

MY BABY - Live Rock Festival ad Acquaviva di Montepulciano (SI).

MY BABY – Live Rock Festival ad Acquaviva di Montepulciano (SI).

La voce è potente. Il fratello alla batteria non perde un colpo che sia uno mentre la chitarra, tra slide e pochi effetti non annoia mai in brani che sono lunghi, con ampi spazi lasciati all’improvvisazione.

MY BABY - Live Rock Festival ad Acquaviva di Montepulciano (SI).

MY BABY – Live Rock Festival ad Acquaviva di Montepulciano (SI).

Quando hanno abbandonato il palco hanno ricevuto un’ovazione, meritatissima. Nelle chiacchiere che son riuscito a fare anche dopo il concerto mi hanno dettoche nei festival, con poco tempo a disposizione e un pubblico che magari non è lì per loro, non lasciano spazio al respiro dei brani più tranquilli e alzano il tiro, nei club invece si prendono il tempo per i momenti più intimi.

MY BABY - Live Rock Festival ad Acquaviva di Montepulciano (SI).

MY BABY – Live Rock Festival ad Acquaviva di Montepulciano (SI).

E ho scoperto che quest’estate si sono esibiti nei palchi dei festival europei di spalla a Seasick Steve (quello di John Paul Johnsiana collaborazione). Questa era l’unica data italiana e dal loro sito non sembrano ricalare al sud in futuro. Un’esibizione tutta loro, che sinceramente vorrei davvero vedere, per ora me la scordo.

Ah i Verdena, un po’ sono stato, poi sono tornato verso casa, le orecchie a quel punto erano soddisfatte.

Insomma per me Shamanaid è da annoverare tra i dischi dell’anno e i My Baby tra i gruppi che non mi fanno disperare per il futuro della musica e per il mio privato “frìccico”.

Bodhran © 2015

3 Risposte a “FUTURE BLUES: MY BABY – SHAMANAID (2015) e LIVE ROCK FESTIVAL 10 settembre 2015 di Bodhran”

  1. mikebravo 16/09/2015 a 16:06 #

    Ho seguito il resoconto ben fatto di Bodhram ed ho anche ascoltato i brani.
    E’ bello essere aperti alle novita’.
    L’impressione che ne ho tratta é buona e concordo pienamente sul fatto
    che fanno venire in mente il Plant degli ultimi anni.
    Purtroppo il blog é deplantizzato ( io credevo per scherzo ) ma ormai lo é
    veramente.

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  2. bodhran 19/05/2016 a 10:42 #

    I My Baby saranno di nuovo in Italia 1 e 2 giugno al festival Artisti In Piazza, a Pennabilli (RN)
    http://www.artistiinpiazza.com/

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