Il Gran Teatro Geox di Padova è un buon posto per vedere i concerti, 2500 posti, comode poltroncine, bagni eleganti e puliti, security e commesse e commessi sempre presenti, speaker che intrattiene il foyer, carrelli con liquori e dolci disponibili durante l’intervallo tra primo e secondo atto, non ci sarebbe niente da dire, se non che stavolta mi sembra un po’ troppo fighetto. Sarà perché stasera suonano CROSBY STILLS & NASH, ma mi sento un po’ come DON HENLEY quando notò un adesivo dei GRATEFUL DEAD sul parafango di una Cadillac.
Ad ogni modo sono qui con la groupie, dopo aver percorso un tratto della A1 e quindi la Bologna-Padova (nel car stereo, WHO BY NUMBERS e VIAGGI E INTEMPERIE di IVAN GRAZIANI).
Arriviamo verso le 19,15. Decidiamo di mangiare qualcosa nei bar all’esterno del GTGeox. Due coche, una porzione di patatine e un panino 16,50 euro. La prossima volta mi porto qualcosa da casa. Ben presto incontriamo i nostri amici di Bologna: Gianluca, Gabry e compagnia. Con loro anche Frappé Freddo Manfredi, un amico, gran appassionato di concerti Rock, che rivedo dopo tanto tempo. Con lui alcune delle mie avventure Rock più interessanti (Londra 1981 con fermata alla Swan Song dove chiacchierai un po’ con la segretaria di allora – Parigi 1983 con capatina al Pére Lachaise per un saluto a JIM MORRISON).
Il teatro è ancora vuoto, noi siamo in 15esima fila o giù di lì, un posto niente male, in linea con STILLS.
La groupie si intrattiene con alcuni amici prog-head; mi tengo a distanza, mi fanno paura quelli che sono costantemente su Youprog (© gabry martelli). Un avventore vede la maglietta dei MAGMA che indossa Gabry e quasi sviene dall’emozione. Mi arrivano echi dei discorsi che la groupie sta facendo con gli altri che in gran parte sono musicisti; la sento dire “quello è Tim, il mio chitarrista, è un creativo”. La groupie intende che sono uno che scrive pezzi, ma rabbrividisco. La parola “creativo”, per come è intesa oggi, mi infastidisce. Certo la cosa ha a che fare col mio lavoro. Tutti si sentono creativi e quelli che enfatizzano la cosa li trovo insopportabili. Ci sono poi certe nase che ogni tanto mi ritrovo in riunioni in cui sono coinvolto, che fan venire il mal di testa. Sia chiaro, queste mie considerazioni nulla hanno di omofobo, io disdegno pure gli eterosessuali maschi che fanno i macho men e le eterosessuali femmine che fanno le panterone; ma le nase che spingono senza ritegno sugli accenti effeminati del loro essere gay creativi diventano una macchietta e non li reggo.
La correggo subito “se proprio vogliamo… semplicemente scrivo canzoni”. Quello con cui sta parlando, bassista in una tribute band di un famoso gruppo prog, dice “Ah io invece non voglio fare una sola nota diversa da quelle dei Genesis”. Scuoto la testa, mi allontano. This is the end.
Penso al concerto di stasera. Non ho voluto sbirciare sulla rete o su youtube scalette e spezzoni di concerti precedenti. Non mi aspetto granché, Crosby ha 74 anni, Stills 70, Nash 72, visto quello che hanno passato temo siano un po’ bolliti.
Ma poi entrano in scena e la mia percezione cambia. CARRY ON convince fin da subito. Certo, sono in sette a cantare, ma la prima impressione è ottima.
Con MARRAKESH EXPRESS mi viene il primo groppo in gola. Tutti sono lì per CROSBY, io per STILLS o almeno credo, perché poi le canzoni che mi fanno piangere sono quelle di NASH.
Terzo pezzoLONG TIME GONE:
◊
◊
Il pubblico è caldo, molto di più rispetto a quello presente lo scorso anno in occasione del concerto degli YES. STILLS non mi delude, suona la chitarra da par suo. Qualche sbavatura, ma si vede che suona col pisello imbizzarrito. Mi piace un sacco come fa gli assoli, non sai mai cosa può succedere, è sempre sull’orlo del precipizio, la tensione è alta, le cose che dice con la chitarra parecchio interessanti. Altroché l’ERIC CLAPTON di questi ultimi lustri!
CATHEDRAL mi riporta alla giovinezza, è l’album del 1977 quello che ho vissuto in diretta e questa la canzone che le radio libere trasmettevano senza sosta …
◊
◊
Mi sgorga ben presto il pensiero che spesso faccio con PICCA: STILLS gioca a fare il duro, il capo, CROSBY può anche essere il riferimento, ma chi davvero dirige – magari in sordina – è NASH.
OUR HOUSE… mi commuovo, a stento trattengo le lacrime, per la bella semplicità della canzone, per il bel quadretto di vita famigliare tra un uomo, una donna e i due gatti nel cortile, per quello che significava la speranza di un mondo migliore, per la semplice felicità del vivere, per l’essere giovani con tutta la vita davanti. Grazie GRAHAM.
◊
◊
Gli splendidi intrecci di chitarra di DEJA VU sembrano trasportarmi verso altre galassie, e non lo dico tanto per dire, per enfatizzare la cosa, ma per descrivere l’effetto che certa musica ha su di me. CROSBY è forse la sorpresa più grande della serata: pensavo fosse cotto e invece mostra un lucidità e una bravura che davvero non mi aspettavo.
◊
◊
L’atteggiamento dei tre è pacato, sornione, a tratti distaccato… ma con sentimento. Ne hanno viste e fatte di cotte e di crude, lo percepisci che sono tre experienced men, ma non sono interessati a farlo pesare, la loro statura artistica è notevolissima eppure si pongono con naturale tranquillità. Sembra si relazionino col noi in maniera riservata, ma non fredda, si capisce che ogni tanto sono genuinamente colpiti dalla reazione del pubblico.
Tra le tre canzoni nuove presentate quella che mi è rimane più in mente è quella di NASH, ma quella che apprezzo di più è quella di CROSBY …“una canzone d’amore di un uomo vecchio per una donna vecchia”.
Ottima la band: Shene Fontayne, chitarra, Russ Kunkel, batteria, Kevin McCormick, basso, James Raymond (figlio di Crosby), tastiere, e Todd Caldwell, organo. In alcune canzoni ci sono approfondimenti strumentali che sono strabilianti, la psichedelia di buon gusto sale in cattedra e ci trascina tutti in una entusiasmante lezione su come debba essere il Rock. Alcune verticalizzazioni musicali sono di una bellezza assoluta. Rimango estasiato.
Arriva poi il momento di ALMOST CUT MY HAIR e il Gran Teatro Geox esplode. Mi ha sempre incuriosito la dedizione di tanti verso CROSBY, la devozione senza mezzi termini che quest’uomo scatena. La canzone è uno dei simboli della controcultura della fine degli anni sessanta, la colonna sonora del cambiamento che fu, uno dei punti di riferimento del “Rock contenutistico” (©Picca). Quante volte la avrà cantata CROSBY? Migliaia? Eppure la affronta con una determinazione che incanta, con una voce che è ancora forte, vibrante, profonda. Che musicista meraviglioso! Alla fine riceve una standing ovation. Mi guardo intorno e mi chiedo se i 2500 fan che lo stanno acclamando sono 2500 liberal e progressisti in linea con gli stessi valori e le stesse visioni. Cambio subito pensiero, non voglio ascoltare la risposta che ho dentro di me.
◊
◊
Così preferisco riflettere sul fatto che DAVID CROSBY sarebbe una ottimo presidente della Repubblica Italiana: un vecchio saggio esperto di vita come pochi, pieno di ideali ma al contempo sgamato a sufficienza per affrontare qualsiasi situazione con il giusto atteggiamento e coerenza.
Siamo verso la fine, i più esagitati mollano gli ormeggi, lasciano i loro posti e corrono sotto al palco. Lo fanno anche le due nuffie che ho davanti, due ragazzotti esagitati che esplodono ad ogni accenno di nuova canzone, come se non si aspettassero nessuna delle canzoni presentate stasera. Mah.
Chiudono con SUITE JUDY BLUE EYES, il doo doo doo doo doo, doo doo doo doo doo doo doo doo doo doo doo, doo doo doo doo finale è cantato a 2500 voci. Quite a treat!
◊
◊
Siamo gli ultimi ad uscire, per un po’ ci appostiamo vicini ai pullman, ma nessuno si fa vivo, così salutiamo tutti e ce ne andiamo.
Ci buttiamo sulla Venezia-Milano per poi virare sulla Brennero. La groupie si appisola mentre io sono alla guida della freccia gialla di Borgo Massenzio. Amo guidare di notte sulle autostrade, quando l’appetito sentimentale si attenua e sfuma verso un qualcosa di più razionale e lucido, seppur dai contorni Blues.
Rifletto sul concerto. Tempo fa qui sul blog qualcuno scrisse in un commento che “sarebbe ora di considerare il Rock solo un genere musicale”… non sono naturalmente d’accordo col lettore che scrisse questa frase, penso anzi che quello sia uno dei concetti più deprivanti che abbia mai letto; il Rock non è solo un genere musicale, il Rock – quello vero e profondo – ha significati che vanno al di là dell’aria sonora che noi chiamiamo musica. Il Rock ha, spesso, dei contenuti che lo rendono forma di comunicazione di sostanza assoluta, e dunque motore per possibili cambiamenti sociali e culturali. Lo si è visto stasera: oltre a sublime metodo di intrattenimento, il Rock, questo tipo di Rock, è il senso della vita stesso, la sintesi suprema tra pancia e mente, il vento capace di cambiare i pensieri e i comportamenti degli esseri umani, uno degli stratagemmi di livello più alto che l’uomo ha elaborato per cercare di sfuggire ai blues feroci legati all’inspiegabile mistero della vita.
Dunque, long live CS&N.
Pur non essendo fan di CSN ne conosco la grandezza.
Ho ascoltato anche hollies , buffalo e soprattutto BYRDS.
E se penso che questi 3 signori negli anni sessanta erano gia’ grandi,
mi gira la testa pensando alla loro stupefacente carriera.
Ho letto molti libri su di loro ( mi pare tutti di un italiano molto bravo ed
appassionato della loro saga, un certo GALLI del mitico BUSCA) .
Ora se Crosby sta vivendo una doppia vita grazie ad un trapianto di fegato,
ci fu un paragrafo di uno di quei libri che mi è rimasto nella mente.
Ad un certo punto Nash parla dello stato di dipendenza di Crosby arrivato
ad un punto tale che tutti lo danno per spacciato.
Nash sta in uno studio di registrazione con Crosby. Non ricordo se c’era
anche Stills e/o Young.
Sta di fatto che sono presi dalla composizione di un pezzo in cui credono
molto.
Nel bel mezzo della session, l’eccitazione é altissima quando cade dalla
tasca di Crosby una pipa.
La pipa ( non di legno ) va in pezzi.
E’ la pipa preferita di Crosby ( forse per fumare l’eroina ?? ).
Lui smette di suonare, si china , raccoglie i pezzi come reliquie e
se ne va senza una parola.
Nash capi’ che Crosby era perso del tutto, la droga contava piu’ della
musica.
Questo è successo tanti anni fa ma mi è rimasto impresso e tutte le
volte che leggo o sento di Crosby, penso alla fortuna che ha avuto
a sopravvivere alle tonnellate di droga che si è fatto vita natural
durante.
"Mi piace""Mi piace"
Concerto strepitoso. Ho dovuto fare una scelta (principalmente economica) tra loro e Gilmour e alla fine sono felice di aver optato per loro. Crosby for president!
"Mi piace""Mi piace"
Croz è rinato, dopo aver incontrato suo figlio.
"Mi piace""Mi piace"
Sì, il rock è più di quei 4-5 accordi, e di sicuro CSN (e anche Y) quella voglia di cambiamento, che oramai ha 50 anni sulle spalle, l’hanno cantata. Se poi l’abbiano realmente incarnata chi lo può sapere? A leggere, ad esempio, l’autobiografia di Bill Graham non si direbbe. Ne esce un gruppo di avidi egomaniaci, di certo bravissimi, ma nei fatti lontanissimi da quello spirito che animava il loro pubblico e quella generazione (ma anche tutti costoro saranno stati “sinceri”?). Siamo alle solita spinosa questione: ‘ste rockstar ci sono o ci fanno? Ma soprattutto, visto che mi si approssima l’ora del pranzo, ce ne frega davvero qualcosa? O ci facciamo bastare la musica?
PS: al solito una recensione che riesce a far assaporare l’atmosfera della serata anche a chi non c’era. Grazie
"Mi piace""Mi piace"
Purtroppo invece io li ho persi, per scelta artistico-economica. Ho visto Gilmour a Firenze, con ritorno in nottata a Roma e lavoro il giorno successivo, e Hackett a Roma. Due concerti immensi, con Artisti con la A maiuscola che suonano la musica che ha fatto la storia come nessun altro potrebbe. E propongono ancora pezzi nuovi, che denotano sempre un gran genio, pur non raggiungendo certe vette. Tra l’altro, questi due concerti non mi hanno aiutato a capire se mi piacciono di più i Genesis o i Pink Floyd. Un giorno, quando andrò sulla famosa isola deserta, deciderò. Dopo questi due Mostri Sacri, non c’era più spazio per CS&N nelle mie orecchie. Ma ho perso molto, lo so.
"Mi piace""Mi piace"
” Suite : judy blue eyes ” l’hanno fatta cosi’ lunga che non hanno avuto
spazio i 3 brani mitici di Stills ovvero 50/50, flaming heart e right by you,
che sono stati richiesti a gran voce durante tutta l’esibizione.
Peccato! :-)
"Mi piace""Mi piace"
“…. perché poi le canzoni che mi fanno piangere sono quelle di NASH” , a me capita la stesa cosa . Non sono un fan in senso stretto , ma i loro LP fino a CSN li apprezzo parecchio (CSN del 1977 probabilmente il mio preferito …. non ci posso fare niente ..)
Per quanto riguarda il concetto di Rock , sono d’accordo con la tua riflessione , tuttavia oltre ai nobili contenuti da te citati , io ci metto dentro anche il business , la rapacità dei manager e dei musicisti . La maggior parte dei grandi nomi (e ovviamente non solo quelli) aveva e tutt’ora ha come scopo principale quello di guadagnare una valanga di soldi . la cosa francamente non mi disturba affatto , è il loro lavoro , purché la proposta sia interessante .
"Mi piace""Mi piace"
“Uno degli stratagemmi di livello più alto che l’uomo ha elaborato per sfuggire ai blues feroci legati all’inspiegabile mistero della vita.”
Ecco.
Tim & Crosby for president!
"Mi piace""Mi piace"
Vado controcorrente per questo blog, ma i miei preferiti dei 4 (contando anche Young) sia insieme che da solisti sono sempre stati Crosby e Stills e i pezzi di Nash mi piacciono meno degli altri. Sono contento per te che sia stato un bel concerto e lo hai saputo trasmettere benissimo a chi come me non lo ha vissuto. “Croz” non mi avrebbe sorpreso perchè sta attraversando un ottimo momento di forma, lo dimostra il suo album dell’anno scorso intitolato proprio col suo storico soprannome.
"Mi piace""Mi piace"
Li sto ascoltando sullo stereo in questo momento, concerto del 12 maggio 2015 a Brunswick (NJ) : avvio cazzutissimo!
Una vera goduria anche per un amante come me dell’Hard Rock.
"Mi piace""Mi piace"