Questo libro è riposto ormai da un anno nella pila dei libri che devo leggere. Non riesco quasi più a leggere libri sui LZ, in particolar modo quelli scritti da italiani; probabilmente è un riflesso snob, o forse è che avendo letto tanto a tal proposito in passato non riesco più ad appassionarmi. Meno male che il nostro Michigan boy mi mandato oggi queste sue riflessioni, perché snobbare su questo blog un libro sull’unico concerto fatto in Italia dai LZ sarebbe da fessi; inoltre Polbi lo si legge sempre, sempre, con molto interesse: anche stavolta le sue considerazioni sono assai preziose.
Caro Mio, come ti dicevo l’altro giorno per telefono, quando passo un periodo particolarmente difficile finisco sempre per usare le mie “coperte emotive”. Mi infilo nel caldo dei miei Led Zeppelin, Stones & Co. e lascio fuori solo la punta del naso…Ecco quindi che con questo stato d’animo sono finito fra le pagine di “ Led Zeppelin ’71- La notte del Vigorelli” di Giovanni Rossi, edito da Tsunami Edizioni.
Non sapevo che fosse uscito questo libro, ma mi e’ subito sembrata una buona idea. Avevo pensato anche io di indagare su quella strana notte milanese di tanti anni fa, conosco qualcuno che c’e’ stato e mi sembrava una storia da raccontare, come dire, da dentro, da un punto di vista italiano, nostro, oltre le testimonianze scontate che si leggono nei libri Zeppelin. Mi sono immerso nella lettura quindi con una forte curiosita’.
Ne sono riemerso parecchie pagine dopo con un misto di sensazioni. Una buona parte del libro vuole racconatre i Led Zeppelin dalla nascita al Vigorelli, e questa almeno per noi e’ la sezione piu’ banale, insieme alle pagine che raccontano del Cantagiro, che banali non sono ma forse troppe e non proprio necessarie. Doverosainvece, per quanto inevitabilmente superficiale, la parte che cerca di inquadrare ilperiodo storico italiano. Mentre molto interessanti e ben raccontate mi sembrano tutte le testimonianze di chi quella sera era presente ai fatti, dentro e fuori il Vigorelli. Storie diragazzi, di autostop, entusiasmo, passioni, poche lire in tasca, e tante altre cose. Neviene fuori un resoconto importante di un momento fondamentale della storia del rock nel nostro paese. Nonostante l’autore cerchi una difficile neutralita’ e dia l’impressione di voler dare un colpo al cerchio e uno alla botte, le gravi responsabilita’ della polizia emergono chiaramente nei racconti di tutti, band compresa. Oltre ad aver circondato l’area del concerto fin dalle prime ore del pomeriggio, aver assunto da subito un atteggiamento aggressivo nei confronti di chiunque, aver sistematicamente caricato ogni assembramento di giovani, da un certo punto in poi la polizia ha iniziato ad attaccare il concerto stesso con una pioggia di lacrimogeni lanciati direttamente dentro il Vigorelli.
Le storie che ne escono valevano la pena di essere raccontate e valgono la pena di essere lette. Comprese le testimonianze del povero Morandi, dei New Trolls, e di David Zard secondo il quale la colpa di tutta quella violenza e’ da attribuire ai Led Zeppelin che hanno cominciato il concerto in anticipo (!). Colpisce particolarmente il ricordo di un gruppo di ragazzi che arrivati in zona Vigorelli, incontrano un tipo, probabilmente uno spettatore del Cantagiro, che grida “ Andatevene, qui stanno massacrando tutti!”, che in qualche modo potrebbe essere la frase che racconta tutta la serata.

Led Zeppelin Milano luglio 1971
Il libro si chiude con una rassegna stampa dei giorni successivi, ampia e ben fatta, molto utile per capire quali furono le reazioni a caldo e le analisi dell’epoca.
Una storia tutta italiana quella degli scontri ai concerti, della quale abbiamo gia’ accennato sul Blog e che meriterebbe una ricerca storica di ampio respiro. Si faceva sul serio da noi, la musica non era solo intrattenimento e con tutto il carico di emozioni e disagio esistenziale che si portava appresso, serate come quella del Vigorelli erano inevitabili. Almeno fino ai primi anni ottanta i concerti erano zone temporaneamente autonome, minuscole momentanee repubbliche pirata, dove il divismo non aveva fatto presa e gli artisti erano spesso messi in discussione. Lo spirito libertario e ribelle della San Francisco psichedelica, della New York Underground, del No Future londinese di Sex Pistols & Clash, da noi ha attraversato tutti gli anni settanta, fondendosi e rilanciandosi di volta in volta con il tumulto vitale che scuoteva l’Italia di quegli anni.

Led Zeppelin MIlano 5-7-1971
I Led Zeppelin del Vigorelli, Lou Reed al Palaeur nel ’73, gli Area a Parco Lambro, Patty Smith dei 50.000 a Firenze. Una storia tutta italiana, in nessun altro paese la musica rock ha visto dei momenti di conflittualita’ cosi alti, nemmeno nei paesi europei che come noi hanno avuto esperienze di forte scontro sociale e lotta armata (Germania,Francia, Spagna, Irlanda). Una storia tutta italiana che prima o poi verra’ messa a fuoco e riscoperta, e chiunque si trovera’ a farlo sono sicuro che passera’ anche dalle pagine di “Led Zeppelin ’71-La Notte del Vigorelli”.
Conosco questo libro perché tengo d’occhio le novita’ sui led zeppelin.E’ uscito da un po’ e ne è seguito un altro sul Vigorelli molto inconsistente.
Diciamo che l’idea è stata buona perché è un fatto MADE IN ITALY della
saga del dirigibile.
Poi se i 2 autori ( del primo e del secondo libro ) siano stati presenti all’ avvenimento,
bene, questo lo sanno solo loro.
Operazione intelligente ed un po’ astuta che va a coprire comunque un vuoto.
L’impressione che si ha dal primo libro del Vigorelli è che l’autore le abbia provate
tutte per raggiungere un numero di pagine sufficienti per raccontare la storia
in qualcosa che arrivasse ad essere un libro
Se leggete l’articolo che 2001 fece quasi in diretta del concerto, ebbene in quelle
3/4 pagine c’è molto piu’ succo che nei 2 libri assieme.
L’impressione che si ha dal secondo libro del Vigorelli è che l’autore non si sia
spremuto molto ed abbia dato alle stampe un bignami dell’avvenimento,
ovvero un libello striminzito
5 giorni a maggio, il libro sulla tournée di Hendrix in Italia nel 1968, al confronto,
è un capolavoro.
Fatto con molta passione
Quando vidi Noel Redding in concerto vicino Modena, vidi gli autori del libro
che raccoglievano testimonianze.
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Beh, ho vissuto anch’io il periodo dei concerti negli anni ’70, e devo dire che non è stato sempre tutto un casino. Diciamo che dei concerti elencati da Polbi, quello di Patti Smith comincia a segnare un cambio d’epoca: siamo nel 1979, ormai in pieno riflusso (da poco esisteva anche la parola), e gli autoriduttori sono in crisi di militanza senza ritorno (vedi alla voce Parco Lambro 1976). Il risultato è che tutto si svolge nel massimo ordine come più non succedeva da sette, otto o più anni, e che proprio quel concerto di Firenze (con quello di Bologna) farà da apripista per il ritorno dei gruppi stranieri negli stadi della penisola (poco più avanti: Woodstock in Europe, Iggy Pop, Lou Reed, B. Marley, ecc.).
Il trend positivo era iniziato con il concertone per Demetrio Stratos (sempre 1979), a cui partecipò il fior fiore del cantautorato/rock italiano davanti a un pubblico in festa, partecipe del fatto musicale, ma che di politica e di movimento non aveva evidentemente più voglia, forse anche per un naturale fenomeno di cambio generazionale.
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Hey Clod-60! Non so perche’ mi era sfuggito questo tuo interessante intervento! Si, assolutamente vero, i concerti di Patti Smith segnano un passaggio, li ho nominati per quello. Secondo me hanno una duplice valenza. Da una parte, come giustamente fai notare tu, sono i primi di forte spessore internazionale a svolgersi pacificamente. Ma c’e’ anche un altro elemento secondo me da sottolineare. Patti in quel periodo suonava per qualche centinaio, massimo mille persone a concerto. In USA specialmente, ma anche in Inghilterra se non vado errato, suonava fra club e teatri. Arriva da noi e…bum, 70.000 persone! Che cercano musica si, ma anche altro, molto altro, nei suoi concerti nei suoi dischi e nelle sue canzoni. Lei ne ha parlato parecchie volte, così come Lenny Kaye, per loro fu uno shock da tutti i punti di vista, e in un certo modo un elemento importante nella decisione di sospendere l’attività della band per molto tempo. Politica & Movimento furono molto presenti nelle sue due date italiane, e approfondirono la messa in discussione del ruolo della “Rockstar”, in maniera diversa rispetto alle autoriduzioni dei concerti precedenti.
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In quanto a concerti visti nel periodo della musica GRATIS per tutti,
gli anni settanta, ho gia’ tediato abbastanza coi miei racconti.
Comunque era un bel vivere.
Riguardo alla mia esperienza di acquirente di led zeppelin books, che dura
dal 1980 circa ad ora, posso dire che ho comprato libri stranieri, e non solo,
che citavano i led zeppelin nel titolo e dentro non c’era nulla che li riguardasse.
Della serie non so che scrivere sui led ma se li metto nel titolo molti lo comprano.
In effetti tramite IBS ho comprato libri inglesi ed americani indegni di questo nome.
Ma li tengo lo stesso perché in alcuni casi sono talmente vuoti o sciocchi da
arrivare a divertirmi.
D’altra parte ho comprato libri di musicologi che riescono a dedicare 4 o 5
pagine all’esame di una canzone poco famosa dei led zeppelin.
4 o 5 pagine su una loro canzone non famosa!!!!!!!
Oppure diverse pagine che seguono con schemi i movimenti di page sul
palco quando suonava.
Insomma sui led zeppelin si scrive di tutto.
Libri dedicati ai led zeppelin con disegni infantili.
Romanzi ispirati ad un fatto della loro epopea.
Un libro sugli alberghi che hanno distrutto.
Moltissimi libri a fumetti.
Dato che esistono foto porno su loro e le groupies, spero che prima o poi
esca qualcosa.
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Chi ha letto il libro di Mick Wall “When Giants Walked The Earth” che pare fece arrabbiare Pagey? Io non l’ho letto…mi stufo leggere dal british
Com’è?…. qualcumo lo ha letto?
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A me non è particolarmente piaciuto l’ho trovato un po’ confusionario. L’unica lettura che mi ha realmente entusiasmato e che ha aggiunto conoscenze sull’argomento Zep è quello di Barney Hoskyns.
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Molto bello Tom . Su questo blog c’è pure una bella recensione ad opera di Paolo Barone (se non ricordo male) . Ma ancora più “cattivo” è il librone di Barney Hoskyns ” la Storia orale” recensito da Tim . Questo lo trovi pure in italiano .
A proposito di zeppbooks , Dave lewis ne ha curato alcuni dedicati a momenti specifici come Earls Court , , Knebworth e Over Europe (quest’ultimo mi piaciuto particolarmente) , Stephen Davis ha raccontato il tour Usa del 75 in LZ 75 . Ci vorrebbe qualcosa per i tour americani del 73 e in particolare 77 .
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Sì Tom, lo abbiamo letto in diversi. Niente male davvero. MICK WALL è uno che ha rinunciato all’amicizia con Page pur avere la libertà di essere sincero (negli anni ottanta i due erano amici). Uno dei pochi recenti libri sui LZ che valga la pena avere.
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Comunque ragazzi sfido chiunque di voi compreso me stesso a scrivere
diverse pagine di libro ,seriose intendo, non cazzate, su
THE WANTON SONG…..dai avanti……forza’…..
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Io, e non solo io, credo che il libro di stephen davis uscito intorno alla meta’
degli anni ’80 abbia spremuto il miglior succo zeppelin.
La mitologia dei led zeppelin si é rinnovata di generazione in generazione
grazie alla loro musica ma anche grazie a quel libro.
Che l’autore ci abbia messo del suo non conta.
E’ il miglior libro sugli zeppelin ed è adeguato a quello che i led zeppelin
rappresentano.
In molte interviste ho letto di musicisti famosi che se lo leggevano in
tournée.
Un libro che ha fatto epoca.
Insuperabile.
Per i miei ricordi legati a quel libro versione inglese, posso dire che ho
passato momenti stupendi in compagnia di quelle pagine in uno dei
periodi piu’ sfigati.
Mi vedo ancora su uno sdraio nel giardino di montagna della casa di mia
madre sotto il sole d’agosto del 1986, il libro in mano e la gamba ingessata
dopo la ricostruzione del tendine d’achille tranciatosi di netto in partita.
ACHILLES LAST STAND !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Oggi ho scoperto che è uscito un libro italiano dal titolo
DAI LED ZEPPELIN ALLO ZEN.
La presentazione del libro è quanto mai contorta e ” stupefacente.”
Esiste gia’ un libro inglese che parla di filosofia e zeppelin.
Non l’ho mai comprato.
Ora, che i testi dei led zeppelin nascondano secondi sensi, oscurita’
o altro, secondo me è tutto da dimostrare.
Non cerco significati speciali negli zeppelin.
Stupefacente è solo che a 35 anni dallo scioglimento siano ancora
tanto famosi.
Beh, adesso vado a riascoltarmi NOW AND ZEN.
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Sono alla disperata ricerca di materiale di quella esplosiva sera del ’71al Vigorelli . Chi può darmi una mano a trovare foto originali dei Led Zep , biglietti del concerto ho altro ? Grazie Tiziana
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Forse i 2 autori dei 2 libri ma ho dubbi in merito……….
Serata esplosiva è un termine azzeccato…….
CIAO 2001 del luglio 1971 é da avere in merito a testimonianza
pressoché diretta.
E quel numero di CIAO 2001 vale molto, molto piu’…………………
dei 2 libri messi assieme.
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Leggendo di recente di storie di jimmy page, si parlava della maledizione di
Milano.
Ora, ai tempi del Vigorelli, non sapevo di preciso cosa fosse il rock ma nel 1995
al parco acquatica di Milano ebbi la sfortuna di condividere la maledizione di
Milano.
Ricordo gli artisti che precedettero page & plant, ma l’esibizione dei 2 zeppelin
sotto uno scroscio di acqua fredda che inizio’ con la loro entrata sul palco e
fini’ con la loro ultima canzone, fu per me un incubo ed una delusione.
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