E così eccoci qui a cantare The Jindong Song, poco più di due anni e l’INTER cambia ancora proprietario e volto: arrivano i cinesi della SUNING capitanati da Zhang Jindong.
Inutile nasconderlo, noi cuori nerazzurri siamo titubanti, fatichiamo a lasciarci andare, siamo confusi. Già vedere l’INTER andare ad un indonesiano non fu un passaggio semplice, l’identità tende a sbiadirsi, a perdersi, quando una squadra di calcio finisce in mano ad un business man non esattamente inserito nei valori e nella storia della società in questione, non puoi che chiederti quale sarà il futuro della tua squadra del cuore.
Ma così va il mondo, oramai per competere a certi livelli servono talmente tanti soldi che neppure uno come Moratti (o come il proprietario dell’altra squadra di Milano) riesce a stare al passo.
Ecco dunque magnati russi, sceicchi, americani, indonesiani e cinesi.
Il breve regno di Thohir non ha portato risultati soddisfacenti. E’ riuscito a dare una impostazione meno famigliare alla società, ha contribuito a mettere i conti in ordine, ha portato un bravo allenatore e qualche buon giocatore, ma è indubbio che ci si aspettasse di più. Sì, pensavamo potesse investire più soldi e che non ricorresse alla finanza “creativa” per far fronte ai bisogni dell’INTER, pensavamo che si arrivasse a qualcosa di più del quarto posto.
Probabilmente anch’egli deve aver pensato una cosa del genere e da uomo d’affari ha stimolato e preso al volo l’occasione che gli si è materializzata davanti: vendere ad un gruppo cinese pieno di risorse per una cifra che gli permetterà di avere ricche plusvalenze.
Ci adegueremo, nella speranza che i nuovi proprietari sappiano bilanciare i bisogni del business ai valori sociali, spirituali, sportivi, umanistici della nostra INTER.
Non abbiamo preconcetti o pulsioni xenofobe, ci chiamiamo FC INTERNAZIONALE, nel 1908 ci siamo staccati dalla squadra di Milano di cui facevamo parte proprio perché volevamo dare una valenza internazionale…
« Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle.
Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo. »
(Giorgio Muggiani 9 marzo 1908 )
Siamo dunque di nuovo qui, tutti intorno a Zhang Jindong, speranzosi o meglio tutto sommato sicuri che il sol dell’avvenire è in divenire, e che tornerà a battere sui nostri visi, che le stelle torneranno a riempire i nostri sogni e che il padre dei quattro venti tornerà a gonfiare le nostre vele.
Forza Zhang, forza ragazzi, forza INTER. Vi amo.
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Tim, hai davvero un cuore nerazzurro, sottoscrivo in pieno le tue considerazioni e la genesi del nome “Internazionale”, da te rievocata, mi commuove. Non c’è molto da aggiungere, se non che a discapito di un modestissimo quarto posto, l’Inter ha avuto una media stagionale di 45.000 spettatori, che è la capienza massima dello stadio intitolato all’egemone squadra di stato. Tant’è, per sottolineare il potenziale del FC Internazionale. Sono certo che questo rilievo non sia sfuggito ai Cinesi, e che agiscano di conseguenza! Rifacciano una squadra degna del Suo blasone e di questo bacino d’utenza!
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Questa cosa del record di presenze andrebbe rimarcata da tutti.
L’INTER, la modesta INTER di quest’anno, quella dei tifosi appassionati ma, diciamocelo, anche piuttosto snob, è la squadra che porta più tifosi allo stadio. 45.000, in una città che ha anche un’altra squadra di livello internazionale.
La “squadra di stato”, quella a cui davanti tutti si inginocchiano per paura di cadere fuori dal cerchio magico, ha uno stadio (costruito con acciaio di seconda scelta) – il dilatta stadium appunto – che contiene 41475 spettatori, e spesso non è nemmeno pieno del tutto. Questo, come dici tu Beppe, la dice lunga sul potenziale che ha la beneamata.
Ricordiamo anche che San Siro è all’ottavo posto nella classifica degli stadi più belli e leggendari, unico stadio italiano nella top ten, il dilatta stadium è al 16esimo posto.
Che sia l’anno giusto per una buona partenza dopo la rinascita.
W l’Inter, W il Rock, W la fratellanza tra i popoli.
Regalaci un sogno, Zhang.
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