Prima volte degli EQUINOX al Millybar di Modena, il locale è sito all’aperto nel bel mezzo del Parco Ferrari che per la città è un po’ ciò che Central Park è per NYC. Carichiamo gli strumenti e si parte…
Avendo frequentato più volte il Millybar so cosa aspettarmi ma è comunque un’emozione trovarmi lì. Un bel palco grande, due bravi fonici (Matteo & Frank) e un titolare dell’esercizio (Emilio) cortese, disponibile e attento alla qualità della musica. Mentre montiamo do un’occhiata ai prati dietro al palco, schiere di ragazzini giocano a pallone, non c’è un bianco. Nel campetto a sinistra i neri, nel campetto a destra i ragazzi dell’est Europa. Cambia in fretta la società.
Ceniamo. Arrivano Floro, Francesca e Clelia. Vengono da Pesaro per vederci. Pazzi. Poi pian piano giungono sul posto le Equi-head… Daniel, Mario, Patty, Riff, Phoenix, Kerla, Salvo, Doris, Davi etc etc… Stanotte si inizia sul presto, ore 21,45. Saura fa partire la sigla (Jupiter di Gustav Holst), imbraccio la Danelectro in accordatura aperta dadgad e via che si va con KASHMIR.
La scaletta non cambia molto dall’ultimo concerto, Saura si mette al basso e arrivano BLACK DOG, HEARTBREAKER, WHAT IS AND WHAT SHOULD NEVER BE.
Faccio il primo punto della situazione, mi sembra che il gruppo rolli come si deve. Bevo un po’ d’acqua e ripartiamo con DAZED AND CONFUSED
C’è un buon pubblico stasera, sono contento, è il primo sabato di agosto e il rischio è che tutti siano via, ma il Millybar è una calamita per chi è ancora a casa. Saura si rimette alle tastiere per MISTY MOUNTAIN HOP
e per SINCE I’VE BEEN LOVING YOU.
Ritorna al basso per THE SONG REMAINS THE SAME e GALLOWS POLE. Lele è sempre una sicurezza. Siamo lì nel bel mezzo di un pezzo e mi perdo nel contemplare il suo drumming. Ha un tocco che amo molto. Anche POL sembra in forma. Non mi avvicino a lui perché appena esco dal mio recinto sonoro non mi sento quasi più, e quando un chitarrista non sente il rombo del Marshall sotto al culo si deprime.
Suoniamo poi I’M GONNA CRAWL. Pol spiega qualcosa a proposito del pezzo e che siamo un gruppo che ama fare brani meno scontati. Tra il pubblico, davanti a me, c’è un gruppo di ragazzi. Uno di loro grida “RAIN SONG“. Sorrido.
Pol sceglie l’armonica in LA, per suonare in MI, io inizio il riff: NOBODY’S FAULT BUT MINE.
Seguono RAMBLE ON, BRING IT ON HOME…
e FOOL IN THE RAIN con l’incredibile balletto di gambe di Saura sulla pedaliera basso (mentre contemporaneamente suona il piano).
Cambio chitarra, imbraccio la doppiomanico, parto con l’arpeggio, Saura aggiunge l’incantevole lavoro alle tastiere…
…eccola qui, la canzone della speranza. Doublene, (la Gibson doppiomanico insomma) questa sera non fa le bizze così portiamo a casa una versione dignitosa… Emilio viene a fare un paio di foto sotto al palco. La doppiomanico fa sempre la sua porca figura…
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Alla fine gli applausi sono più intensi del solito. Grazie, gentile pubblico del Millybar.
Rush finale con WHOLE LOTTA LOVE, COMMUNICATION BREAKDOWN e ROCK AND ROLL.
Chiacchiere sempre piacevoli del post concerto con chi è venuto a vederci. Un ragazzo mi si avvicina e mi dice “Bravi. Queste ultime mi sono proprio piaciute… sai io sono uno che ascolta gli Slayer”. Alla cara Phoenix, mentre ballava, qualche balordo ha rubato il cellulare. Benché sia una ragazza giovane è così matura che cerca di non farsi guastare la serata. Alzo lo sguardo alla luna, sto per invocare Succubus con l’intento di vendicare la mia amica, sto per chiamare a me le energie di ALEISTER CROWLEY ma poi cambio strategia, non è necessario entrare nelle tenebre in una serata così piacevole, sarà la giustizia del blues a punire il ladro e a premiare Phoenix per la sua forza solare.
Passa di lì Emilio, gli chiedo se è contento della serata e se c’è qualcosa che non è andato. Rimaniamo a parlare un po’, approfondendo la conoscenza reciproca. Mi par di capire che sia soddisfatto. Alcune persone prima di andare via si sono fermate da lui per fargli il complimenti per aver scelto una band come la nostra, “non capita spesso”, mi dice, “che la gente venga a dirmi questo”.
Lo abbraccio e lo saluto. E’ stata una buona serata. Me ne torno nel posto in riva al mondo in compagnia di Saura e dei miei blues. Millybar, Parco Ferrari, good night. It’s been great.
Caro Tim ti voglio bene e sono quindi di parte. Ma non è la doppio manico a fare bella figura. È come la suoni.
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