David Gilmour è un eccellente storico britannico e questo è il suo libro sull’Italia di qualche anno fa. Questo lavoro ha ricevuto critiche molto favorevoli da parte di prestigiose riviste estere, credo che tutti questi elogi siano meritatissimi.
Il libro è in lingua originale, è necessaria una certa volontà per affrontarlo dunque, ma oltre a migliore il nostro inglese questo libro ci aiuta a chiarire in modo a tratti sorprendente vicende e storia d’Italia.
Gilmour durante tutta la durata del libro cerca di spiegare e di capire perché l’Italia è una nazione così disunita, frazionata e ingovernabile e perché, al di là della faccenda geografica, si fatichi così tanto a trovare lo spirito nazionale e perché siamo lo stato che siamo.
Precise le pagine che trattano dell’Unità di Italia e di come CAVOUR, VITTORIO EMANUELE, MAZZINI e GARIBALDI (i quattro padri della patria) abbiano tramato e bisticciato per arrivare a quello che siamo oggi; è semplice intuire come siano solo gli ultimi due ad entrare nella storia come eroi nazionali, essendo stati gli altri due figure troppo ambigue per sfangarla completamente.
Interessante capire che il Piemonte prese il potere sulla penisola unicamente grazie alla potenza del proprio esercito, di come MILANO, FIRENZE e NAPOLI fossero città e territori ben più illuminati, progrediti e moderni. La difficoltà del Regno delle Due Sicilie di unirsi all’Italia e l’eterna domanda: fu un errore annetterlo al nuovo stato? A sentire i meridionali se non si fosse giunti all’unità oggi starebbero tutti molto meglio, inutile dire che anche i centro-settentrionali la pensano così, senza la zavorra del sud sarebbero certamente uno degli stati più avanzati d’Europa. Argomenti delicati che Gilmour cerca di esaminare con tatto e onestà intellettuale.
Ancora, Spagnoli che al tempo dell’occupazione della Sicilia (nel XVII secolo) chiamavano il parlamento di Palermo “il parlamento del gelato”, vista la propensione dei propri componenti a dedicarsi ai piaceri della gola piuttosto che alla politica. La grandezza di Venezia e le difficoltà dei territori della Venezia Euganea e del Venezia Giulia a considerarsi italiani, per non parlare della spinosa questione del Trentino Alto Adige. Anche qui la stessa domanda, è stato giusto, producente e sensato annettere le tre Venezie all’Italia? I veneti risponderebbero di certo no.
Desolante vedere il parlamento agli inizi degli anni venti regalare il paese ai fascisti, un movimento che valeva soltanto il 7%; l’atteggiamento snob dei socialisti, la scissione dei comunisti, la facilità con cui i liberali permisero a Mussolini di diventare primo ministro, i grandi latifondisti e la borghesia che sovvenzionavano i fascisti pur di non perdere un centesimo dei loro patrimoni e del loro potere.
Altresì desolante rileggere dell’ascesa di Berlusconi, Presidente del Consiglio dei ministri per un ventennio, malgrado i suoi guai con la giustizia e il suo potere mediatico, industriale e patrimoniale e la mancanza di etica e di spessore umanistico. A rileggerlo oggi ci si chiede come sia stato possibile.
David Gilmour mantiene un grande equilibrio, è appassionato ma al contempo distaccato, ed è quindi salutare leggere la storia italiana raccontata da uno straniero che ama e studia l’Italia da tanti tanti anni, capace senza la nostra solita enfasi mediterranea e campanilista, di analizzare con freddezza ed obbiettività le pagine scure e chiare della nostra storia, è una esperienza nuova davvero utile e divertente.
Questo dovrebbe essere un testo scolastico; è comunque uno dei libri più importanti che io abbia mai letto.
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Pensi che lo traducano in Italiano? Di sicuro la Mondadori, credo!! Farà la fine delle sommosse contro mateorensi mai sentite sui telegiornali!!! l’italieta de sempre….
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Il nome di questo scrittore è un caso di omonimia curiosa e… importante.
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