Cosa mi porti ad andare a Genova un martedì pomeriggio per vedere il film dei Led Zeppelin THE SONG REMAINS THE SAME proprio non so. Certo, mi incontrerò con alcun fan assai noti del nord Italia, il cinema lo gestisce uno di loro, magari risentirò il brivido che provavo laggiù fine anni settanta/inizio ottanta le volte che era in cartellone nei cineforum e lo andavo a vedere in qualche cinema di provincia, ma credo ci sia qualcosa in più. Temo sia il mio bisogno di distrazioni, di costruirmi il mio misero sogno on the road, di non rassegnarmi all’avanzare dell’età e di passare le serate davanti a Sky.
E’ con questo umore un po’ sghembo che salgo sulla mildly blues mobile direzione Genova insieme alla groupie. Ad oltre metà percorso, sull’autostrada della Cisa, ci fermiamo in un autogrill; ci sono pullman di tifosi napoletani – scortati dalla polizia – che vanno a Madrid per la partita di Champions League. L’autogrill è imballato, la determinazione (chiamiamola così) dei partenopei è evidente. Il flusso per entrare nella toilette degli uomini è costante. Gente in ciabatte, canne esibite senza nessun timore, voci alte, saluti e abbracci in un idioma molto lontano dal mio. Poco rispetto per gli altri avventori. Far la fila alla cassa non se ne parla nemmeno. Meglio salire in macchina e trovare un altro posto per pisciare.
Entrare a Genova è un sport estremo. Strade strette, palazzi costruiti uno sull’altro, il poco spazio a disposizione tutto occupato. Non deve essere facile spostarsi in una città del genere. Arriviamo in zona Cinema dei Cappuccini, non ci sono parcheggi liberi, trovo un buco per pura fortuna. Parcheggio a pagamento. 25 centesimi ogni sei minuti. Alla faccia! Infilo 5 euro di monete e mi incammino verso il cinema. Il posto è molto carino, accogliente, elegantemente blues.
https://www.cinemacappuccini.com
Amduscia mi accoglie con un abbraccio. Sono ormai alcuni anni che siamo in contatto, finalmente ci si incontra di persona. Do un’occhiata alla esposizione di bootleg dei LZ relativi al tour americano del 1973. Amduscia è un collezionista, si vede. Le confezioni sono una meraviglia.
Poco dopo arrivano anche i milanesi: Dadgad, Alberto LG, Alber M. Alberto LG ormai lo conosco bene, è uno dei collezionisti italiani di memorabilia più rinomati. E’ la prima volta che incontro dal vivo Dadgad, una istituzione mondiale nel giro del mondo Zeppelin. Mi presentano anche l’altro Alberto. Curioso, siamo tutti fan dei LZ e Interisti sfegatati.
Trovare un posto dove cenare non è semplice, è San Valentino, ma alla fine riusciamo ad imbucarci in un ristorante lì vicino. Sussurro alla groupie: “Povera te, ti faccio passare la sera di San Valentino insieme a delle Led-Head a guardare The Song Remains The Same”.
Chiedo ai ragazzi quale è il loro concerto preferito dei LZ. Per Dadgad è la sera del 27/4/69 al Fillmore West, per Alberto LG una data del tour estivo americano del 1972, per Alberto M lo show alla Royal Albert Hall del 9/1/70. Io rimango fedele al L.A. Forum 3/6/1973.
Di nuovo al cinema. Incredibilmente la sala si riempie. Sono basito. Quasi 150 persone che un martedì sera di febbraio, nella giorno di San Valentino, vengono a vedere un vecchio “polpettone” (così lo recensì Renzo Arbore) relativo a tre concerti del 1973 dei LZ a New York.
Pensavo di annoiarmi, e invece…quante volte avrò visto il film? Almeno 13 nei cinema 35/40 anni fa, e altre decine grazie alla VHS, al DVD, al blu ray, eppure non tolgo mai gli occhi dallo schermo. La mente corre al tempo passato, quando questo film era tutto quello che avevamo, quando andare a vederlo al cinema era come andare ad un concerto, con i pubblico che applaudiva qualche passaggio particolare o alla fine dei brani.
Per un momento raggiungo l’estasi. Succede in DAZED AND CONFUSED, un paio di minuti di quelle improvvisazioni furibonde di Page dopo la sezione con l’archetto di violino mi catapultano nelle profondità siderali. Mi sorprendo di questa cosa e me ne compiaccio: che dopo 40 anni di amore io riesca a provare brividi così intensi è una cosa sublime. Che razza di chitarrista era Jimmy Page! Allora non ce ne era davvero per nessuno. La capacità di improvvisare in quel modo era davvero unica.
Termina il film e il pubblico applaude. Incredibile. Non si tratta dei ragazzini di 40 anni fa, ma di adulti di 40/50/60 anni, eppure il battimani sgorga spontaneo. Mentre passano i titoli di coda con la versione da studio di STH in sottofondo e le immagini dei quattro che salgono sul loro Boeing personale, chiamo la groupie all’ordine, meglio andare, ci aspettano un sacco di km; lei non ne vuole sapere, vuole godersi il tutto fine all’ultimo. Lo schermo si spegne, le luci si accendono, ora possiamo andare.
Abbraccio i ragazzi. It’s been great. Genoa, goodnight!
In autostrada, la groupie si appisola. Io penso alla dose di autodisciplina che ci vuole per affrontare un’ avventura del genere. Constato ancora una volta che la mia forza di volontà è ancora tanta, malgrado qualche scricchiolio. Forzare un po’ la mano serve per tenere l’animo in tiro, per capire di essere ancora in grado di compiere qualche piccola pazzia, per far si che Forever Young non sia soltanto una canzone.
Arriviamo alla Domus Saurea verso le 2. Prima di addormentarmi leggo qualche pagina del libro che ho iniziato qualche sera fa; dopo poco mi sovviene un pensiero, guardo la copertina e penso: dunque, mi sono appena fatto 470 km in giornata per andare a vedere il film The Song Remains The Same, sono le quasi le 3, domattina devo essere in ufficio presto e sono qui a leggere la nuova biografia (di 700 pagine) in inglese (!) di Jimmy Page, scritta da Martin Power! Domani, dopo il lavoro, meglio che mi iscriva ad un centro di zeppelinisti anonimi. Come diceva il mio amico Tommy, incapace di interrompere la visione del film in questione, “non riesco a staccarmi, ma cosa c’è lì dentro, la droga?”.
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Me lo sono rivisto due notti fa in piena contemplazione nel salotto di casa mia . Ammetto che tra ARMS , FIRM e tutti i tour sgangherati tra il 77/88 , quasi dimenticavo che cosa erano veramente i LED ZEPPELIN . In particolare J.P . Il gruppo è in forma e il film regge ancora molto bene anche nei passaggi involontariamente comici di Plant Artù e del playback con le parrucche .
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Sarò un pò naif,ma ho sempre adorato la sequenza fantasy di Robert,la trovo magica e perfetta per i pezzi che accompagna (che sono tra i miei preferiti in assoluto). Tutto il film in realtà per me è magia,perfezione,tuttora. E contiene quelle che considero le versioni definitive di Dazed e Stairway,pur avendo ascoltato tantissimi bootleg del 73 e pur riconoscendo che quelle di Seattle di pochi giorni prima sono assurde. Ma per me ogni Dazed si deve misurare con quella di TSRTS.
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Grazie Tim per l’articolo!
Unico rammarico: non essere riuscito ad organizzarmi per passare la cena con l’allegra Zep brigata! Sarà per un’altra occasione!
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Le nostre messe laiche.
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Tommy…Zeppelin…non capisco…
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Cosa non capisci Pigi?
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Beh DanAv, io sono un culture di TSRTS, per me è il miglior live Rock di sempre. Dazed, Stairway, No Quarter, la sezione Boogie Chiullum/Boogie Mama di WLL sono tra i momenti migliori di tutta la storia live dei LZ.
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