Martedì, ore 16,45, in ufficio. Sento che qualcuno tira una madonna (e pensare che a parte me in ufficio sono tutte donne) e maledice il tempo, guardo fuori dalla finestra, nevica. Qualcuno impreca e io me la rido. La neve ha sempre un effetto straordinario su di me. Io motivi sono molteplici, li ho già accennati qui sul blog dunque segnalo semplicemente un articolo trovato non troppo tempo fa.
https://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/scopri-gli-8-motivi-perch–la-neve-ci-rende-felici-68547
Vado sul balcone, respiro la neve penso a te.
Esco verso le 19. Fiocca come dio (Jimmy Page insomma) la manda. Entro in macchina. Sullo stereo il bootleg degli ELP a New York dicembre 1973. Nel mezzo di Pictures At An Exhibition il gruppo pensò di fare una sorpresa al pubblico e proporre Silent Night con l’aiuto dell’Harlem Gospel Choir.
La neve scende, una delle mie band preferite alle prese con il canto di natale che tanta pace mi infonde nel cuore e davanti a me la notte nera.
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Guardo il termometro, segna 0 gradi all’esterno. Stonecity è a 100 metri sul livello del mare, proprio ai piedi delle colline, ci sono circa 60 metri di differenza tra qui e Borgo Massenzio dove, temo, la neve che sta cadendo qui sarà acqua.
Arrivo ad Herberia, circa 50 metri slm, ed è già nevischio. So già che infilerò la macchina nel garage della Domus Saurea sotto la pioggia battente. Tolgo gli ELP e metto uno dei miei album preferiti di Ron Carter…
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Mentre entro in garage ecco che sgattaiola dentro Spaventina, la più selvatica delle gatte che vivono con noi, le do da mangiare, uno dei rari momenti in cui si lascia accarezzare e, a volte, prendere in braccio. Salgo in casa. Sul divano Palmiro e la Ragni dormono di gusto.
Dopo cena mi metto sul divano, avrei voglia di un bourbon ma rinuncio, mi sparo invece un gelato al limone con stecco di liquirizia. Su Sky niente di particolare, spengo la TV. Lei è curva sul tavolo della cucina alle prese con la Ghironda da costruire.
Vado nello studiolo. Metto sul piatto The Man Machine dei Kraftwerk.
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Lo tolgo, prendo in mano la chitarra. Da un paio di giorni sto lavorando su un riff alla Tim Tirelli (alla Mick Ralphs insomma). Lo modifico, lo cesello, cerco uno sviluppo ritmico…quello che mi esce è un giro di accordi che fatica a rimanere in sintonia col riff. Tralascio il riff, ripeto il giro ritmico, ora la mano va da sola, ci canto sopra qualcosa, salta fuori una melodia e un abbozzo di testo. E’ uno di quei momenti un po’ magici che chi scrive canzoni conosce bene. Cerco di fissare il tutto nella mente, per sicurezza lo registro sul cellulino. Torno a pensare al bourbon ma vado in cucina e mi preparo una tisana. Ritorno sul pezzo, lo ripeto più volte, ripongo la chitarra, spengo la luce e mi preparo per andare a dormire. Alla luce della lampada leggo qualche pagina della biografia di Greg Lake, quindi mi lascio scivolare in un sonno che spero sia lungo. Riapro gli occhi, sento che la stufa è appena partita, dunque sono le sei. 15 minuti e le suona la sveglia. La sento alzarsi, prepararsi, dar da mangiare ai gatti (4 sono nostri, ad altri 2 abbiamo dato asilo) e uscire. Volto gallone (come diciamo qui in Emilia, mi giro dall’altra parte insomma), ma ho in testa la canzoncina di ieri sera. Il letto è caldo, la stufa è accesa, la campagna lì fuori fredda e scura, cerco di restare a letto per l’altra mezz’oretta che mi rimane, ma non riesco. Nello studiolo accanto sento uno svolazzar di fogli, vado a controllare: sono gli appunti su cui ho scritto la canzone che volteggiano nella stanza, nel buio del mattino intorno ad essi una figura di aria nera prende forma. Mi spavento a morte, traballo, cado in ginocchio.
Early this mornin’, when you knocked upon my door
Early this mornin’, ooh, when you knocked upon my door
And I said, “Hello, Satan, I believe it’s time to go
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Sono le 6,45. Ho capito che devo tornare a lavorare sulla canzone. Mi lavo e mi preparo, e mentre lo faccio accenno a qualche passo swing al ritmo di My Baby Just Cares For Me che Radio Capital sta passando.
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Mangio una Fiesta, bevo un volluto e mi butto sulla chitarra. La nera figura si dissolve. Tornisco il pezzo, aggiungo 3 accordi non proprio consoni, implemento il testo e arrivo fino ad inserire un ponte. Il titolo provvisorio è “Chiaro Non Sarà”.
Sono entusiasta. Scrivere canzoni è la attività che preferisco, o perlomeno una delle quattro o cinque che prediligo, le altre hanno a che fare con la pollastrella, con l’Inter, con Jimmy Page e Keith Emerson, e sciocchezzuole di questo genere.
Mi alzo in piedi, vado alla finestra, il buio si è stemperato in un grigio dipinto di acqua e foschia, scuoto la testa e mi dico “guarda te se alla tua età devi ancora spaventarti e prendere fuoco per una canzonetta che una volta finita metterai nel cassetto e nessuno ascolterà.”
Faccio per uscire, lo Strichetto (la gattina a cui diamo asilo già da qualche mese) reclama un po’ di attenzioni, mostra la pancia, gliela accarezzo poi la faccio giocare con il pupazzo del ragno assassino e con la pallina rosa (e sì, lo so, an s’è mai vest Johnny Winter fer chi lavòr ché!…non si è mai visto Johnny Winter far quei lavori qui.).
Esco, salgo sulla Sigismonda, tolgo Ron Carter, metto gli UFO, quelli classici. Lights Out aiuta a rialzare il bioritmo. Ripenso all’articolino sull’album in questione che lessi, credo, su Tutti Frutti (la rivista) più di 7 lustri fa, a firma Giancarlo Trombetti. A parte me, mia sorella è un paio di musicisti della zona (che comunque non frequentavo) non è che ci fosse tante gente intorno a me interessata al gruppo tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta, ricordo che leggere quelle righe quindi mi fece assai piacere.
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Mi fermo a far rifornimento. Il benzinaio di colore corre da una colonnina e l’altra, il distributore è uno dei più grandi della zona, uno con anche il GPL e il lavaggio; lui è sempre solo ed è spesso in affanno. Ogni volta cerco di scambiare qualche battuta con lui , di dargli conforto, di fargli intendere che capisco il suo blues. Un paio di mesi fa sì è anche mezzo rovinato una mano con un fiotto ghiacciato di GPL fuoriuscito all’improvviso. Il ragazzo che c’era prima se ne è andato perché oltre a sgobbare come un matto doveva anche essere sempre reperibile e il proprietario non gli ricnosceva abbastanza. Non voglio pensare alla miseria che percepirà il nuovo garzone. Gli do una pacca sulla spalla, mi sorride.
Arrivo in ufficio, ho la melodia della canzone in testa. Cerco di metterla da parte. Accendo la candela, la luce della lampada, il computer.
Prima di mettermi al lavoro, dalla finestra do un’occhiata al futuro, mi sa che dovrò tirare fuori dal ripostiglio la scopa e rassettare la stanza prima di fare i bagagli. Il futuro, già … “chiaro non sarà.”
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“I Believe I’ll Dust My Broom”
I believe I’ll dust my broom
I’m gointa get up in the mornin
I believe I’ll dust my broom
Girlfriend the black man you’ve been lovin
Girlfriend can get my room
I’m gonna write a letter
Telephone every town I know
I’m gonna write a letter
Telephone every town I know
If I can’t find her in West Helena
She must be in East Monroe I know
I don’t want no woman
Wants every downtown man she meets
I don’t want no woman
Wants every downtown man she meets
She’s a no good dooney
They shouldn’t allow her on the street
I believe, I believe I’ll go back home
I believe, I believe I’ll go back home
You can mistreat me here babe,
But you can’t when I’m back home
And I’m gettin up in the mornin
I believe I’ll dust my broom
I’m gettin up in the mornin
I believe I’ll dust my broom
Girlfriend the black man you been lovin
Girlfriend can get my room
I’m gonna call up Chiney
See is my good girl over there
I’m gonna call up China
See is my good girl over there
I can’t find her on Phillipine’s island
She must be in Ethiopia somewhere
Credo di sapere perché Tim ha riesumato DUST MY BROOM proprio oggi.
Se andate al leggervi il testo …..ci sono precisi riferimenti alla Cina……..
……..Cina………………chiama Inter…………….ovvero squadra a digiuno di vittorie
da molte domeniche…………………..e con chi gioca l’Inter la prossima ?
Col Bologna.
Ora se vogliamo parlare veramente di blues…….blues vero…………………
……..spiegatemi perché ogni volta che una squadra della serie A infila una serie
di sconfitte o pareggi che siano da record………..tocchi sempre al Bologna
fare la vittima sacrificale……………….
In questo campionato abbiamo resuscitato morti come Milan, Fiorentina, Torino
e altri ancora.
E sara’ cosi’ anche coll’Inter……………………..
Segnera’ Icardi , cosi’ resusciteremo anche il maurito che vuole cambiare aria………
EvvaI col blues di Donadoni e il suo progetto………
C’era un gruppo che si chiamava BLUES PROJECT ?
Sarebbe il suo gruppo preferito, ma dubito che capisca di musica………
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