Cambio di stagione in arrivo, smetto i blues invernali e inizio a preparare i blues estivi, nella speranza siano più leggeri.
Neve d’Equinozio
L’Equinozio quest’anno porta la neve, è già la seconda buriana che arriva. Sugli alberi dei cagnetti in fiore si posa pesante, le campagne intorno alla Domus Saurea ritornano bianche e io finisco per rimanere ipnotizzato dinnanzi alla finestra. E’ lunedì 19, per un fortuito caso sono a casa, così (scusate, ma è un periodo in cui sono ossessionato dalle allitterazioni) me la godo tutta. La vedo fioccare mentre me ne sto al calduccio, la stufa accesa, il giradischi che macina long playing, un thè caldo, una spremuta di arance rosse, le braci del blues che per il momento riposano sotto la cenere e rinunciano a farsi incendio. Quei piccoli momenti della vita in cui sei quasi felice. I am a snow man.
Una sera al Palasport – Reggiana – Zenit San Pietroburgo – Eurocup di Basket
E’ da qualche anno che la pollastrella ha ricominciato a seguire la Pallacanestro Reggiana, finisce per coinvolgere il sottoscritto e i suoi genitori, così eccoci lì, in una fredda serata di marzo, al Palasport ad assistere una gara di Eurocup.
E’ una gran bella partita, combattuta e passionale. Alla fine vinciamo e passiamo il turno. Durante le pause mi perdo a pensare che 38 anni fa in questo stesso palasport vidi i Police nel tour relativo al disco Reggatta De Blanc. Mi sembrava di essere distante dal palco (causa gli immancabili tumulti e scontri con i Carabinieri entrare fu difficoltoso) ma a guardar bene le cose non stavano così, entrai dalla porta che è a destra nella foto qui sotto, mi fermai dopo pochi metri e il palco era sistemato nella zona del canestro a sinistra…
Finiti i ricordi continuo a godermi il bell’incontro di basket a cui sto assistendo e il continuo sostegno alla squadra profuso dalla curva degli “arsân”, una delle curve più calde d’Italia. Il coro classico deriva da quello del San Lorenzo de Alagro, squadra di calcio di Buenos Aires, che come melodia si ispirò a Bad Moon Rising dei Creedence Clearwater Revival. Qui da noi è stato modificato naturalmente nel testo e anche nella melodia.
Totalmente dipendente, non so stare senza te, biancorosso nelle vene, tifo Reggiana alè
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Simpatico anche l’altro, utilizzato pure dai tifosi dell’Inter, dunque un ragione in più per unirmi al grido di:
“Tu non chiedermi perché, non ci sono nel weekend, giro il mondo insieme a lei, sola non la lascio mai, lotta e vinci insieme a noi”
Alla fine è una festa con i giocatori richiamati fuori a gran voce. Due file più sotto le amiche della pollastrella e fan scatenate della Grissin Bon festeggiano e anche noi due ci uniamo al sentimento comune. Il sangue reggiano che abbiamo nelle vene non è acqua (casomai lambrusco).
Oé oé Mister Spelucchino
Compro una di quelle macchinette che tolgono lanugine, pelucchi e palline di lana dai maglioni. Una sera, mentre la pollastrella stirava mi son messo lì con pazienza ad espletare il compito dello “spelucchino” su alcuni maglioni. Dopo circa mezz’ora, alzo la testa, guardo la finestra e mi dico:”se i miei amici mi vedessero adesso direbbero che sono perlomeno una nuffia”. Rifletto ancora una po’, guardo Saura e le dico, in dialetto, mentre ripongo maglioni e macchinino: “Però, an s’è mai vest Johnny Winter fèr chi lavòr chè” … non si è mai visto Johnny Winter far di quei lavori qui. Povero me.
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CAT TALES: Strichetto versus il ragno assassino
Strichetto, la gattina che si è accasata da noi la scorsa estate, è sempre più parte della famiglia, il gatto Palmiro ormai la vede come una sorellina scatenata e l’armonia oramai è ad un buon livello. Solo la gatta Ragni e la gatta Spaventina faticano ancora ad accettare questa presenza e io credo che sia l’esuberanza della Stricchi ad infastidirle, sì perché la diavoletta beige della Tasmania è spesso scatenata, un missile di pelo rosa che corre tra stanze, un presenza che chiede costantemente attenzione sebbene lei stessa non sappia esattamente cosa volere. Per certi versi è una gattina difficile. E’ stata cresciuta da una famiglia che non avrebbe dovuto nemmeno pensare di aver gatti, una famiglia che la ha lasciata alla mercé di due figlie piccole che si sono sentite libere di fargliene di tutti i colori, col capofamiglia che di gatti non ne voleva proprio sentir parlare; una gatta che viene cresciuta in un contesto simile (e taccio altri aspetti che sarebbero passibili di segnalazione all’ENPA) non può che essere un po’ disturbata.
Per fortuna l’istinto di sopravvivenza e la curiosità innata l’hanno portata a cercare un’altra via e ad intrufolarsi qui alla Domus Saurea così, dopo aver valutato i due umani che la abitano, si è trasferita definitivamente certa che la sua vita sarebbe di certo migliorata. E’ una gattina irresistibile, bella, smorfiosetta, molto “figa”, con un musino e delle zampine deliziose, però è davvero impetuosa, così quando non ne posso più la do in pasto al ragno assassino.
Ma va a finire che è sempre il ragno a soccombere, così lei – mentre al mattino sono in bagno a prepararmi – entra dalla finestra e mi guarda con quegli occhi come a dire: ragno sistemato, e adesso che si fa?
COOP TALES: Hello Baby (may you stay forever young)
Coop di Regium Lepidi, sabato mattina, solita spesa settimanale. Giro tra gli scaffali cercando di non perdere di vista la pollastrella, davanti a me un uomo intorno ai settanta. Sono giorni di neve, ha in testa un cappello di lana rosso con sopra appiccicate alcune toppe che sanno di auto, di vernice, di donne, di velocità, si vede che è un tipo sveglio, da giovane doveva essere di certo un vasco, come diciamo noi qui in Emilia, e uno che conosce la sua città come le sue tasche.
Incrociamo una signora, anch’ella sulla settantina, di sicuro una sua amica di gioventù perchè il vasco le fa “Ciao bella” e prosegue le sue faccende. Mi scatta il pensiero che in fondo interagiamo con i nostri amici come se fossero sempre quelli incontrati da giovani. E’ una riflessione che ho già affrontato col Pike Boy, alla fin fine siamo sempre quelli dei vent’anni, con le caratteristiche cristallizzate a quell’epoca e che seppur consci del passare degli anni, vecchi ci sembrano sempre gli altri. Ricordo che Brian, all’età di 80 e passa anni, chiamava le persone anziane “vecchi” con un accento quasi dispregiativo, nel senso che le vedeva molto avanti con gli anni e lui riteneva che quella fosse una condizione che non lo riguardasse. Scopro lo stesso approccio anche nel padre di Saura, che quest’anno compirà 80 anni. Chissà se è un escamotage del nostro cervello per non farci piombare nella disperazione più nera quando siamo ad un passo dall’abisso.
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Inter will rise again
Dopo alcuni mesi di sconforto, l’Inter sembra essere uscita dal pantano. Sulla tribunetta arancio della Domus Saura io e Mario, partecipiamo alla risalita della squadra che ci fa battere il cuore.

Tim & Mario: tribunetta arancio Domus Saurea – Inter Club Brigata Alvaro Recoba Borgo Massenzio – foto Saura
Un buon 0 a 0 col Napoli e uno spettacolare 0 – 5 sul campo della Samp, con 4 goal di Maurito. Strichetto mi guarda incredula, “possibile?” sembra chiedermi, sì, Stricchi, è possibile, ecco perché per me c’è solo l’Inter. Quando tutto sembra volgere al peggio ecco che la grandeur torna a riempirci l’animo.
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Giradischi Blues
Tempo d’equinozio, tempo per Gian Michele Jarre.
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Era da un po’ che volevo prendere la nuova ristampa di Under A Red Sky degli U2, uno degli album simbolo per quelli della mia generazione per quanto riguarda i primi anni ottanta.
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Tutto mi riporta alla mia giovinezza quando si tratta di acquistare nuove vinili. Nel riaffacciarmi a dischi di quando ero adolescente, mi accorgo una volta di più come negli anni settanta era quasi impossibile per gli italiani “far suonare” decentemente dischi registrati qui da noi, per fortuna l’affetto e la qualità di certi pezzi sopperiscono alle mancanze della qualità audio. Quello di Vasco soprattutto sembra registrato in uno sgabuzzino, i master originali devono avere una qualità sonora piuttosto mediocre, così il risultato non è granché malgrado gli sforzi (la nuova versione è stata masterizzata a 45 giri visto che tale velocità fornisce maggiore fedeltà) ma come detto è uno degli album della mia adolescenza e lo amo nonostante tutto.
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Alla fine per ritrovare energia e good vibration torno alla mia cara, vecchia, Bad Company. Che Mick Ralphs illumini il mio cammino in questa nuova stagione.
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La primavera è arrivata con una spruzzata di neve anche di qua dall’Appennino.
Leggendo qusto post mi si è accesa una lampadina nella stanza della memoria: il bootleg del concerto dei Police a Reggio nell’80 (ovviamente una cassetta, copia di una copia di una copia di una copia…) è stato uno dei primi bootleg che mi son passati tra le mani. Se non già nell’80, al massimo nell’81; pensa un po’, ascoltare Tim Tirelli (ci sarà stata anche la tua voce tra il pubblico) già all’epoca…
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Mi fa piacere sapere che qualche volta le storie dei pelosetti hanno anche un risvolto positivo . E’ piuttosto diffusa questa odiosa categoria di genitori che pur di accontentare i propri figli adottata/compra animali domestici , per metterli alla porta al minimo problema riscontrato (fanno i bisogni! .. ma va?) . Sono sicuramente una delle principali cause di randagismo e andrebbero puniti severamente .
I Police nel 1980 .. beato te . Per caso hai visto anche i Talking Heads ?
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No Luca, niente Talking Heads, mi sembravano troppo intellettuali )e grigi dal punto di vista del concerto).
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siiiiiii, siamo andati a Bologna (era a Bologna, vero?) quella volta a sentire i Talking Heads, ricordo solo che sembrava di essere in mezzo ai Bantù nella Jungla (musicalmente) . Era il periodo di Remain the light: Poi al ritorno, abbiamo preso su un paio di ragazze che tornavano in autostop (si, l’autostop si poteva ancoora fare) e siamo arrivati a Mestre cantando tutti quanti le canzoni dei LZ che avevamo nelle cassette.
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C’ero anch’io. Era il 1980 e sul palco c’era veramente tanta gente nera.
Sono entrato gratis e verso la meta’ del concerto.
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Ripensando a quel periodo, per me molto disordinato, ma penso disordinato in
generale, grazie ad internet ho messo in fila la maggior parte delle date che ho visto.
La cosa che mi fa piu’ ridere è che, io amante del rock duro, ho visto di tutto
ma mi sono perso nei seventies i black sabbath, i deep purple e tanti altri che
sono passati per bologna.
Rigidamente per bologna perché il primo concerto che ho visto fuori é stato
Jimmy Page a Pistoia nel 1984 ( e sono sceso da Badi che è un paesino a 30 km
dalla citta’ toscana ).
Scontato quindi che mi perdessi i led zeppelin a zurigo..
I tanti gruppi prog che ho visto dal 1972 in poi, li ho visti per amore della ragazza prog
con cui sono stato 6 anni.
Dal 1978 al 1981, nel periodo da single, ne ho persi pochi e di ogni genere, ma
sempre a bologna.
Nel giugno 1981 comprai biglietti per i dire straits per cercare di rimorchiare una
ragazza che mi piaceva molto.
Dovevamo andare con una sua amica.
Alla fine andammo io e la sua amica perché lei era ammalata.
Poi ho avuto un breve periodo con una vera punk e anche li’ niente hard rock.
Finalmente nel 1982 mi sono messo con la ragazza che mi piaceva.
La portai a vedere i Police alla fiera di bologna.
E nel 1984 abbiamo visto Jimmy Page assieme.
Eravamo gia’ sposati.
In famiglia sono l’unico fissato per la musica.
La moglie e le figlie il giusto.
Non le ho ossessionate.
Non ho fatto come quel papa’ romano di cui gira un video del figlio sul
seggiolino della macchina ( milioni di visualizzazioni ).
Il papa’ gli suona nello stereo dei brani.
VUOI QUESTO A PAPA’ ? e il bimbo piange e dice NAAAA!
VUOI QUEST’ALTRO ? il bimbo NAAAA!
e dopo alcuni tentativi COSA VUOI A PAPA’ ? e il bimbo, molto piccolo,
sempre piu’ arrabbiato e agitato nel seggiolino chiede al papa’
gne gne gne LIN …..
SEMPRE I LED ZEPPELIN VUOI A PAPA’ ?
Parte WHOLE LOTTA LOVE e il bimbo ride di gioia e col braccio verso
l’alto e il ditino teso scandisce i momenti del brano…….
Bimbo rovinato ?
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…e c’eravamo anche quella volta dei “Dire Straits”. Un nostro amico della compagnia non venne. Motivo: “sono sponsorizzati da sorriesi e canzoni tv “…capitolo punk : non mi è mai andata giù la cosa che il punk aveva preso cosi piede anche da noi…
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La notte dei dire straits all’antistadio ricordo vento fastidioso e terreno sabbioso.
Non il massimo come location.
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