Martedì sera contro il PSV Eindhoven non siamo andati oltre l’1 a 1 e così facendo non siamo riusciti a superare la fase a gironi, dunque siamo fuori dalla Champions. Non sono nemmeno arrabbiato, giusto rassegnato e distaccato. Non abbiamo centrocampisti all’altezza per poter competere a certi livelli nell’Europa che conta e per contrastare i bianconeri in campionato. Tutto qui. L’unico è Brozovic. Tra un infortunio e l’altro Radja deve ancora iniziare la stagione, Joao Mario è un enigma, Gagliardini, Borca Valero e Vecino semplicemente sono giocatori modesti. Con le restrizioni del Fair Play finanziario ci siamo potuti permettere questi qui, non abbiamo potuto confermare due campioni quali Cancelo e Rafinha e dunque occorre venire a patti con quello che siamo.
Nonostante questo siamo arrivati secondi (in uno dei due gironi più duri della coppa in questione) a pari punti (8) col Tottenham che passa solo grazie alla differenza goal degli sconti diretti e ai tre pali colpiti nelle due partite dell’altra sera: uno di Perisic a San Siro, e due di Coutinho al Camp Nou. Retrocediamo in Europa League, che vuoi farci.
Eppure la serata di martedì per me è stata speciale, posso dire il momento migliore che ho passato a San Siro sebbene possa sembrare un paradosso. Non che io capiti spesso alla Scala del Calcio, ma dal 1990 in poi qualche partituccia me la sono pur vista (compresa la finale vinta di Coppa Uefa del 1994), sarà forse il fatto che è stata la mia prima volta ad una partita di Champions League e quindi con l’atmosfera magica delle serate del grande calcio europeo, ma mi è proprio piaciuto tanto.
E dire che abbiamo impiegato ben tre ore per fare 170 km (90 minuti spesi sulla tangenziale in coda), e per fortuna che la pollastrella ha il chip del navigatore dentro di lei cosicché, con alcune scorciatoie e variazioni, siamo riusciti ad uscir dal traffico prima del previsto.
L’arrivo a San Siro è sempre affascinante, rimirare l’esterno stadio mi emoziona ogni volta.
Dribbliamo tutti i rivenditori di hot dog e hamburger, Saura è vegetariana, ci inoltriamo in un viale alla ricerca di una pizzeria. Poco prima delle 20 ci mettiamo in fila ed quindi entriamo. Sono un po’ contratto, è una serata importante …
…siamo nel secondo anello rosso, la visuale è ottima, mi rilasso e mi faccio qualche autoscatto con la pollastrella.
San Siro mi fa sempre sentire titanico dinnanzi al futuro. Faccio amicizia con due ragazzi, uno accanto e uno davanti a me. Entrambi hanno 25/30 anni e sono appassionati quanto e più di me. Uno dei due vive a Cosenza, si è fatto il tragitto da solo per essere vicino ai ragazzi in una notte come questa. E’ inoltre fan di Valentino Rossi e di Vasco Rossi. Non fatichiamo a trovare punti d’intesa. Mi accorgo però che mentre io gli do del tu, lui mi da del lei. E’ una cosa che dapprima mi sorprende poi elaboro la cosa, già, mi dico, è vero che sono un uomo di una (in)certa età.
Sono le 20,30, parte l’inno C’è Solo L’Inter, tutti accendono la luce del cellulare, l’effetto è struggente, anche Saura rimane colpita ed inizia a filmare dalla seconda strofa. E’ il mio inno preferito (Pazza Inter è troppo danzereccia e frivola per i miei gusti) essendo in sostanza un sentito blues featuring Grazianone Romani. La canto tutta insieme ai miei fratelli nerazzurri, 70.000 voci che rivolgono al cosmo la loro fede. Brividi.
Il mio stesso fervore nerazzurro mi commuove, mi sento parte di questo sentimento universale, di questa passione nerazzurra che mi tiene in vita.
La musichetta della Champions non fa che aumentare il fascino della serata.
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L’Inter entra in campo risoluta, non lascia spazio agli olandesi, attacca e sbaglia parecchie occasioni da goal, fino a quando Asamoah combina un pasticcio da dilettante, PSV in vantaggio. Siamo tutti increduli. Intanto il Barca sta vincendo col Tottenham. L’Inter pareggia solo al 70esimo, troppo tardi. Il centrocampo non funziona, e i cambi non danno l’effetto desiderato. Maurito pareggia, ma segnano anche gli inglesi al Camp Nou. Tutto inutile. D’altra parte se non si riesce a battere l’ultima del girone (con un solo 1 punto all’attivo), come si può pensare di andare avanti? Il PSV ha fatto una partitaccia, poco più di un tiro e manfrine atte a perder tempo durante tutti i 90 minuti, un atteggiamento davvero puerile, soprattutto se messo in campo da una squadra olandese.
L’arbitro fischia la fine. Saluto i miei compagni di settore e mi incammino verso l’uscita. Sono triste, ma tutto sommato non sorpreso. Non siamo ancora chi vorremmo essere. C’è chi se la prende col Mister, chi con i giocatori (Asamoh lo ho mandato a quel paese anche io ad onor del vero) ma ad oggi siamo questi qui. Possiamo giocarcela più o meno con tutti, ma abbiamo visto che non è sufficiente, che pur non sfigurando per niente poi alla fine perdiamo. Temo sia un altro anno buttato. Solo un lungo cammino in Europa League, una ripresa in campionato e un buona figura in Coppa Italia potrebbero in parte risolvere la stagione. Fino al 30/6/2019 saremo bloccati dal Fair Play Finanziario, dal 1 luglio 2019 però dovremmo finalmente essere liberi e sarà lì che vedremo di che pasta è fatto il grande timoniere Zhang. Abbiamo necessità di avere degli ottimi giocatori (per non parlare di campioni e fuoriclasse) per avere chance di uscire dai pantani di questi ultimi 9 anni, e di fare chiarezza all’interno della squadra: inutile tenere Perisic se questi vuole andare in Premier League, inutile puntare su giocatori logori e deludenti. Spalletti a me non dispiace, avrà anche qualche colpa ma col materiale che ha a disposizione non credo possa fare tanto di più. Certo, dopo martedì sera, la sua posizione si fa meno sicura … si fanno già nomi di possibili successori. Mi sembra prematuro. Vorrei che cercassimo di portare a casa una stagione dignitosa. Credo sia il momento di ricompattarci e di non buttare tutto via.
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Sparare sulla croce rossa verde o bianca non è elegante e non serve a niente ormai, siamo fuori dall’Elite (l’europa league è per gli outsiders) ma penso che Luciano Spalletti sia un trainer troppo contorto, tormentato e tormentoso per una squadra già di per sè contorta, pazza ed unica come l’Inter (lo dico da tifoso dal 1960-61). Le sue tosco-elucubrazioni filosofiche unite alle scelte danno spesso l’idea di fatalismo, casualità e “bastianite contraria” (ha trovato un asso come Cancelo dopo 5 mesi verso Natale giusto per mostrarlo ai “gobbi”, Brozo per grazia ricevuta, e poi i vari Miranda-Perisic-Lautaro-Politano-Joao Mario…meno male che ci sono Handa-Skriniar e S.Maurito)
Ci vuole un trainer “tedesco” per l’Inter (H.H.-Trap-Mou gli unici adatti in passato) e che capisca di fòbal altrimento continueremo a fallire, e adesso sperare in Marotta e la sua voglia di rivincita (lui i “gobbi” ora li odia al ounto giusto.)…Amen
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pardon….al punto giusto …..Amen!!!!
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