Paul Rees “ROBERT PLANT – A LIFE” (2014 – Harper)

5 Mar

Paul Rees “ROBERT PLANT – A LIFE” (2014 – Harper) – TTTT

Libro in lingua Inglese – versione economica.

Biografia del Golden God uscita in origine nel 2013 e scritta da Paul Rees, giornalista musicale inglese, tra l’altro direttore delle riviste Q Magazine e Kerrang, autore di libri e collaboratore con testate britanniche di peso.

L’autore si concentra sulla personalità, sulle sfumature e sulla vita personale di Plant; pur seguendo naturalmente la traccia della sua carriera musicale, questa è quasi appena accennata. Vi sono approfondimenti riguardo i suoi anni pre LZ e post LZ, ma dei dodici anni anni con i LZ, dal punto di vista musicale non vi è nulla di rilevante. Ritengo sia giusto così, tanto è stato scritto sul gruppo, tante le biografie su Page che si intersecano con la vita stessa dei LZ, era ora che ci arrivasse una biografia che svelasse qualcosa dell’uomo  Plant.

Giungono conferme che, come Page (e Rod Stewart e Van Morrison), Plant è un uomo un po’ tirato con i soldi, può avere spunti di grande generosità ma è assai oculato e parsimonioso (per non dire tirchio).

Rees ha intervistato molti amici e collaboratori di Plant (le considerazioni di Benjy LeFreve ad esempio sono tra le più schiette), da essi si capisce chiaramente come la debolezza di Plant siano state (e siano) le donne. Non che avessimo dubbi, se uno stallone di quel genere diventa una delle rockstar più di successo l’equazione diventa facile facile, ma è quasi esilarante capire come non abbia mai saputo resistere al fascino femminile e di come abbia sempre fatto il galletto.

Il libro parla senza problemi del fatto che Robert ebbe una relazione anche con Shirley Wilson, sorella di Maureen, sua moglie; la cosa diventò ufficiale nel 1984 dopo che Plant l’anno prima divorziò da Maureen, ma il racconto di Rees lascia pochi dubbi circa un coinvolgimento anche in momenti precedenti. L’autore non svela chi sia la madre di Jesse Lee, il terzo figlio di Plant. Si pensava fosse appunto di Shirley, ma Rees scrive che Plant non ha mai chiarito la cosa.

E’ ad ogni modo bello che Plant abbia un buon rapporto con le sue ex donne e con la sua famiglia e che le ex, i figli e le compagne riescano a convivere senza tanti problemi. Al contempo Plant continua a lamentarsi di tutti i soldi che deve in alimenti.

Intrigante capire poi come RP fosse molto esigente con i suoi musicisti. Doug Boyle in particolare, quello che soffrì maggiormente di certi atteggiamenti.

Nel libro c’è un paragrafo dove Ross Halfin (il noto fotografo) racconta che una volta andò a casa di Plant nelle Midlands per un servizio fotografico. Ross fu molto colpito nel vedere come l’ex fienile, adibito a sala della musica con tanto di piccolo studio di registrazione, fosse pieno di cimeli relativi ai Led Zeppelin. Una volta tornato a Londra Halfin confidò a Page che non si aspettava che Robert – sempre così pronto a tenere le distanze dal gruppo che lo lanciò in orbita – fosse così pieno di memorabilia e che non capiva allora l’atteggiamento negativo che il biondo di Birmingham aveva nei confronti dei Led Zeppelin. Page rispose che fu lui a insegnare a Plant a cantare, a come comportarsi, a come muoversi e tutto il resto e che ora Robert prova risentimento.

Il libro naturalmente parla del rapporto di amore odio tra i due e di come nel periodo post LZ fu Robert a diventare, tra i due, quello con maggior peso, soprattutto negli anni dell’avventura Page and Plant.

Molti altri gli aspetti della personalità di Robert che sono resi noti in questo libro, che a questo punto diventa praticamente essenziale.

Per certi versi Robert rimane un hippie ma per chi, come noi, non ha timore di guardare l’abisso della verità in faccia, è stuzzicante percepirne anche gli aspetti più contraddittori, più oscuri e meno conosciuti.

 

 

 

 

5 Risposte a “Paul Rees “ROBERT PLANT – A LIFE” (2014 – Harper)”

  1. mikebravo 05/03/2019 a 11:28 #

    Si’,in effetti al tempo dei led zep identificavo page come tutto e gli altri 3 a
    contorno.
    Poi per come sono andate le cose sono stato tentato di ricredermi.
    Non so come i grandi pezzi dei led zep siano nati.
    Pensavo a page come l’artefice di tutto.
    E mi piace ancora crederlo.
    Anche se non fu cosi’.

    Riguardo la forte propensione per le femmine, le voci nate a roma il
    primo di maggio 1993 e divulgate da qualche rivista mi stupirono.
    Del resto le movenze di plant nel film the song remains the same
    lasciano presagire una certa propensione ( come per mick jagger )
    ad aperture mentali e non solo nel campo sessuale.

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  2. lucatod 05/03/2019 a 12:25 #

    Ho letto l’edizione italiana, un libro piacevole che nonostante sia basato(come al solito) su fonti esterne riesce comunque ad incuriosire. Trovo sempre interessanti gli interventi di Benji LeFevre , l’assistente personale di Plant , un personaggio che volendo potrebbe raccontarne parecchio sui suoi ex datori di lavoro. Poi c’è il solito Ross Halfin che non dimentica di punzecchiare il vecchio compare del suo “amico” Sicuramente la mia passione per i LED ZEPPELIN non nasce dal cantante, onestamente non mi considero un suo fan. La cosa più sensata che ha fatto è stata quella di non riunire la band, sarebbero stati veramente odiosi.

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  3. bodhran 09/03/2019 a 17:58 #

    La mia lettura risale all’anno dell’uscita, quindi non ricordo molto i dettagli se non che fu una lettura gradevole, e la recensione lo conferma.
    La carriera solista post LZ di Plant può piacere o meno, ma gli va reso onore. Ritrovarsi disoccupato, o pensionato d’oro, a poco più di 30 anni avrebbe potuto essergli fatale. Chissà se è stata la morte del figlio a fargli fare quel passo di lato dal clichè della rockstar, fatto sta che prendere le distanze da Page prima e dal catalogo LZ poi gli ha consentito di farsi una lunga carriera e trovare una sua cifra stilistica. Ovviamente restando sempre Robert Plant… il cantante dei Led Zeppelin.

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  4. mikebravo 17/03/2019 a 06:26 #

    Ricordo che nel settembre 1980 fu la mia ex-ragazza ha dirmi per telefono
    che john bonham era morto.
    Non era un bel periodo quello per me e non ricordo bene la mia reazione.
    Quello che non ho scordato é stata la lunga attesa di un qualche ritorno.
    Credo che il primo fu page con la colonna sonora del giustiziere.
    Poi subito plant.
    Il ritorno dei 2 coincise con una svolta positiva nella mia vita.
    1982.
    L’album di plant mi stupi’ perché fino ad allora per me era stato la voce dei
    led.
    Mi accorsi che era anche un musicista capace di concepire un album tutto
    suo.
    Qualche reminiscenza dei led ma musica molto diversa e leggera nel senso
    di perdita della durezza del suono che ha fatto grandi i led.
    La voce sempre grande.
    Insomma nel 1982 strizzando il succo di deathwish e pictures usci’ una
    discreta spremuta rivitalizzante dal leggero sapore zeppelin.
    Tanto bastava per riaccendere la passione.
    Nel 1983 ero in viaggio di nozze quando a trento vidi per la prima volta
    in una vetrina la copertina di the principle.
    Anche il secondo album mi ristoro’ ( IN THE MOOD ).
    Nel 1984 tanta attesa per la reunion con page in honeydrippers ma
    delusione all’ascolto.
    Nel 1985 shaken mi risulto’ strano ma magnifica LITTLE BY LITTLE.
    Nel 1988, per la prima volta, tardai mesi nell’acquisto di now and zen.
    Comprai prima outrider che mi deluse un po’.
    Poi comprai anche now and zen ( HEAVEN KNOWS )..
    Anche questo album lo dovetti masticare un po’.
    Finalmente nel 1990 manic nirvana mi fece capire che plant tornava
    veramente sui suoi passi.
    Un grandissimo album ( I CRIED, TIE DYE ON THE HIGHWAY )
    e a firenze sotto il palco del teatro verdi vidi per la prima volta
    plant in concerto.
    Non ho mai pianto ad un concerto.
    Quella sera e solo quella sera l’ho fatto.
    Ero in seconda fila .
    Un’emozione fortissima.
    Il concerto della mia vita.
    Per la prima volta ho potuto immaginare di essere ad un concerto degli
    zeppelin.
    C’era solo il loro cantante ma quante canzoni dei led quella sera !!!!!!
    Nel 1993 un altro grandissimo album fate of,,, ( I BELIEVE, 29 PALMS,
    IF I WERE CARPENTER ).
    Forse il suo capolavoro.
    E a pistoia lo rivedo in concerto.
    Eccezionale esibizione.
    Nel 2000 lo rivedo sul palco a pistoia ma la foga zeppelin non c’é piu’.
    Nel 2002 esce dreamland che mi sfugge un po’.
    Nel 2005 mighty rearranger lo compro un po’ sospettoso.
    Poi compro in prevendita il biglietto per firenze.
    Quel pomeriggio arrivo a firenze in riva all’arno in tempo per una pioggia
    che mi bagna tutto.
    Sono demotivato ed avvicinandomi al palanonricordoilnome trovo qualche
    fan.
    i cancelli sono chiusi e sono ancora inzuppato.
    Ma le note di when the levee breaks filtrano dall’interno.
    il gruppo sta provando,
    Sara’, come quello del 1990 e come quello del 1993, un grandissimo
    concerto.

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  5. mikebravo 20/03/2019 a 10:46 #

    Leggo stamani che per il cinquantenario di Woodstock
    ci saranno ROBERT PLANT e i GRETA VAN FLEET
    nella 3 giorni.

    Inoltre i GRETA VAN FLEET saranno a bologna a luglio.

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