L’estate del 1979 è quella che considero la “mia” estate: ancora adolescente, ero in piena fustinella per il Rock; certo il “mio” Rock era sotto attacco, l’odiata disco music, il punk e la new wave stavano minando il dominio della musica più bella e colorata del mondo, ma io imperterrito continuavo a vivere per quel concetto musicale, per quel sound, per quegli ideali. Naturalmente ero già consapevole che gli anni cosmici di quella musica erano forse (appena) passati e che io non li avevo colti appieno vista la tenera età. Il 1969, il 1970, il 1971, il 1972, il 1973 e via discorrendo erano gli anni dei dischi con cui plasmavo il mio essere, ma sembravano anni appena passati e gli album relativi appena usciti … era come poter attingere dal pozzo dietro casa acqua freschissima mentre il ruscello che scorreva davanti a casa continuava imperterrito – seppur in modo discontinuo – la sua corsa.
Nel 1979 erano già usciti o stavano per uscire dischi comunque formativi per il giovane Tim, album che contribuirono a modellare la mia struttura ossea, molecolare e spirituale. Desolation Angels dei Bad Company, Muddy “Mississippi” Waters Live, Nights In The Ruts degli Aerosmith, Cheap Trick At Budokan, Van Halen II, The Long Run degli Eagles, Breakfast in America dei Supertramp, Discovery della ELO e ancora Broken English di Marianne Faithfull, Damn the Torpedo di Tom Petty and the Heartbreakers, Rust Never Sleeps di Neil Young and Crazy Horse, Joe’s Garage di Frank Zappa etc etc.
Naturalmente ero anche attento alla musica del momento: Reggatta De Blanc dei Police me lo porto cucito addosso tuttora … quel disco fu uno shock musicale fortissimo, lo stesso dicasi per Machine Gun Etiquette dei Damned, poi Sex Pistols, Clash, Joe Jackson, Ramones, Blondie. Facevo poi i primi tentativi col Jazz Rock, assorbivo i cantautori italiani e continuavo nella scoperta del blues nero.
Ma il 1979 è naturalmente l’anno di In Throught The Out Door dei miei adorati Led Zeppelin, album che – come se ce ne fosse bisogno – mi spinse ancora di più verso il mio gruppo preferito.. Sì è vero, era un album di transizione e forse non esattamente a fuoco ma, vista la mia predisposizione per gli album obliqui, diventò uno degli album fondanti di quel mucchietto d’ossa che chiamano Tim Tirelli. Qui di fianco le riflessioni fatte a proposito quando uscì la deluxe edition: https://timtirelli.com/2015/09/16/led-zeppelin-deluxe-editions-presence-ittod-e-coda/
Qualche giorno prima dell’uscita dell’album i Led Zeppelin suonarono due date al festival di Knebworth, il 4 e l’11 agosto. Fu il ritorno ufficiale del gruppo dopo due anni di fermo dovuto alla morte del figlio di Robert Plant. Per anni si è parlato di 210.000 spettatori la prima serata e 110.000 la seconda, ma in realtà furono poco più di 100.000 la prima e poco oltre i 40.000 la seconda. Tutto sommato niente male per un gruppo fermo da due anni e che ritorna in un momento – musicalmente parlando – ad esso assai poco favorevole. Non erano più i Led Zeppelin dell’immaginario collettivo, il chitarrista faceva regolarmente uso di pesanti sostanze stupefacenti e le sue performance non erano certo più le stesse. Meglio dei concerti di Knebworth furono le due date warm up a Copenhagen il 23 e il 24 luglio 1979 …
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Nonostante questo le date di Knewborth (discreta quella del 4, slabbrata quella dell’11) sono un dolce ricordo per i fan dei Led Zeppelin. Segnarono il loro ritorno, si pensava che avrebbero ripreso a correre e che quindi si avrebbe avuto la possibilità di vederli finalmente dal vivo. La sera del 4 agosto di 40 anni, me ne stavo sul balcone di casa con lo sguardo e l’animo volto a nord pensando a loro. Non sapevo che un ragazzo 17enne di un paese non troppo lontano dal mio – ragazzo che sarebbe diventato uno dei miei più grandi amici (yes, Riff, it’s you!) – fosse partito all’avventura insieme ad un paio di suoi sodali qualche giorno giorni prima a bordo di una Dyane 6 e stesse, in quel momento, guardando i giganti del Rock. Averlo conosciuto prima forse adesso potrei dire di aver visto i Led Zeppelin a Knebworth.
Qualche settimana dopo, il resoconto di Ciao 2001; comprai il settimanale di prima mattina ed eccitato lessi l’articolo prima di andare al lavoro (dove arrivai con un ora di ritardo). Il giornalista – parlando di Page – scriveva che (cito a memoria) “mostra qualche incertezza sulla mano sinistra, il peso di questo ritorno è enorme e Jimmy lo sta sentendo tutto su di sé”.
Chi avrebbe pensato che di li a un anno sarebbe finito tutto? Ma oggi è giorno di festa dunque al bando le malinconie … celebriamo il ritorno dei grandi Led Zeppelin a Knebworth 40 anni fa!
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Come ho scritto altre volte, trovo che i LZ a Knebworth (04/08) abbiano fatto uno spettacolo più che dignitoso. Certo, tre ore di concerto per un gruppo non proprio in forma sono davvero troppe, facile trovare qua e là della ruggine ma scorrendo la scaletta dei brani i pregi sono maggiori dei difetti. Avvicinarsi a questo show con i primi Zeppelin o TSRTS nelle orecchie è sbagliato. Siamo nel 1979, nemmeno gli WHO erano quelli di Woodstock o Leeds, i grandi gruppi del passato stavano divenendo dei rulli compressori facendo piazza pulita anche di punk e new wave. Continuo ad essere dell’idea che Jimmy Page dovrebbe consegnare al pubblico un bel doppio cd (triplo magari no..) con relativo dvd. Dopotutto l’uscita del 2003 ha confermato (con tutti i rimaneggiamenti del caso) la bontà dell’esibizione.
Non sapevo che durante il secondo spettacolo ci fossero “solo” 40.000 spettatori, su Royal Orleans ho letto qualcosa al riguardo ma pensavo si trattasse di un’errore. Quello dell’11 è davvero penoso. Ma ad esserci!
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Nelle celebrazioni che ricorrono, quarantennali o cinquantennali, appare evidente
che abitare ai margini dell’impero del rock, non ci ha favorito molto sotto ogni
aspetto.
Dischi, riviste, libri e soprattutto concerti…….concerti mai visti,,,,,,,,,.
Quando poi sui social leggo di dave lewis che si é visto i led zeppelin piu’ volte
ed é riuscito ad entrare nel loro cerchio costruendosi una carriera parallela,
beh, ……..un po’ di invidia per questi inglesi sorge spontanea.
Leggere dei led zeppelin solo su ciao 2001 e non avere varcato mai i confini
per vederli ………. bah….. ero proprio un provinciale del rock……..
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Non scherziamo… ITTOD miglior disco di tutti i tempi.
Punto.
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ossignor…
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