Essere un uomo di blues significa anche dover gestire, a volte, quel sentimento da “gonna take a freight train down at the station, Lord I don’t care where it goes…”, ovvero quei momenti in cui mediti davvero se non valga la pena uscire dall’ingranaggio e andare a dissolverti in cometa. Nessuna sfumatura drammatica intendiamoci, solo una (in)naturale vibrazione interna che ti fa dire “ma che cavolo sto facendo? E’ questa la vita che avevo programmato? Non mi conviene trovarmi un posto in riva al mondo e vivere (più o meno) libero?”.
Mollare tutto, trovare un gatto, un cane o un altro mammifero che ti segua nell’avventura e per un briciolo della vita sentirsi (alert: allitterazione) vivo, vivido e voluttuoso nei confronti dell’esistenza, un po’ come Jack London ne Il Richiamo Della Foresta, Zanna Bianca e Martin Eden. Trovare una maniera per evitare di pensare a come arrivare a fine mese e se mai si arriverai alla pensione, per non trovarsi la domenica sera morso dal blues feroce del “domani dovrò tornare al lavoro”, inzuppato da una realtà che non riconosci più come tua.
Per essere come Jack London tuttavia “ci vuole tanto, troppo coraggio” così ti chiedi se davvero saresti capace di abbandonare le persone che ami (te stesso, la donna di cui sei innamorato, i famigliari, gli amici) e la terra da cui provieni, le Gibson Les Paul che ogni tanto accarezzi la sera, i dischi dei Led Zeppelin, la possibilità di vedere le partite dell’Inter su Sky, di fare acquisti sul sito dell’Adidas, di comprare i libri della Universale Economica Feltrinelli e tutte le altre insignificanti sciocchezzuole che caratterizzano la tua vita.
Già, difficile avere la bronza (come diceva Brian) per fare scelte del genere, sai già che probabilmente, come sempre, finirai ancora una volta per fare la fila per tre, risponder sempre di sì e comportarti da persona civile!
Non rimane, così, altro da fare che cullarsi sugli echi lontani di quel sentimento cantato da Toy Caldwell della Marshall Tucker Band e da Lowell George dei Little Feat, e sulle onde sonore di Can’t You See e Willin’ sognare di essere uno di quegli uomini lì, in attesa della ripresa del campionato quando per 90 minuti potrai dipingerti i pensieri unicamente nei colori della tua tribù e diluire i blues della vita.
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Gonna take a freight train
Down at the station, Lord I don’t care where it goes
Gonna climb a mountain he highest mountain
Jump off, nobody gonna know
Can’t you see, whoa, can’t you see
What that woman, Lord, she been doin’ to me
Can’t you see, can’t you see
What that woman, she been doin’ to me
I’m gonna buy a ticket now, as far as I can
Ain’t a-never comin’ back
Ride me a southbound, all the way to Georgia now
Till the train it run out of track
Can’t you see, oh can’t you see
What that woman Lord, she been doin’ to me
Can’t you see, can’t you see
What that woman, she been doin’ to me oh Lord
Can’t you see, oh can’t you see
What that woman Lord, she been doin’ to me
Can’t you see, Lord I can’t stand it, can’t you see
What that woman, she been doin’ to me
I’m gonna take a freight train, down at the station, Lord
ain’t never comin’ back
Ride me a southbound, all the way to Georgia now
Till the train it run out of track
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I’ve been warped by the rain, driven by the snow
I’m drunk and dirty, don’t you know
And I’m still, willin’
And I was out on the road late at night
I seen my pretty Alice in every headlight
Alice, Dallas Alice
And I’ve been from Tucson to Tucumcari
Tehachapi to Tonapah
Driven every kind of rig that’s ever been made
Driven the back roads so I wouldn’t get weighed
And if you give me weed, whites, and wine
And you show me a sign
I’ll be willin’, to be movin’
Well I’ve been kicked by the wind, robbed by the sleet
Had my head stoved in, but I’m still on my feet
And I’m still, willin’
Smuggled some smokes and folks from Mexico
Baked by the sun every time I go to Mexico
And I’m still…
And I’ve been from Tucson to Tucumcari
Tehachapi to Tonapah
Driven every kind of rig that’s ever been made
Driven the back roads so I wouldn’t get weighed
And if you give me weed, whites, and wine
And you show me a sign
I’ll be willin’, to be movin’
Condivido pienamente questo sentimento di fuga un po’ “alla Salvatores”, in questa fase particolare dove mal sopporto colleghi d’ufficio talmente uniformati all’azienda da farmi venire i brividi(o la nausea).
Forse non è un caso che ultimamente i miei riferimenti musicali siano CSN e Deja Vu.
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Luca, fratello mio …
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Temi sia una condizione comune. E forse un certo grado di insoddisfazione è connaturato s quest’epoca. Per me vale il vecchio adagio “fai quel che devi, accada quel che può” . Sapersi in compagnia poi aiuta….
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Mah……..il senso della vita…….difficile trovare una risposta….
Conosco amici che vivono in mezzo alla natura per lavoro ed anche
nel tempo libero.
Forse il vecchietto che porta la legna sulle spalle nella copertina di l z 4
non sognava la fuga ?
Difficile rispondere.
Tante cose che amavo ( calcio, tennis e…. francobolli :-) ) ora le ho lasciate
da parte.
La passione per il rock, il buon vino e la birra senza glutine :-), il cinema
restano.
E le donne con glutine ed anche senza :-).
PS sono allergico al glutine
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