Il piano originale era: quest’anno a settembre torniamo alle Baleari, stavolta a Minorca; ma la situazione in generale ci ha poi resi molto più cauti, tanto da valutare l’opzione di restare alla Domus Saurea; ma poi ho pensato: Surra (Saura insomma) è da febbraio che lavora in smart working da casa, devo farle fare perlomeno qualche giorno lontano da qui. Ecco che allora si decide di tornare a Greendale (Valverde insomma), stessa spiaggia, stesso mare, stesso confortevole Hotel Apollo, un tre stelle superior in cui ci troviamo – ogni volta che ci torniamo – da Page (da dio, insomma).
Sistemare i gatti non è mai semplice, tre possono restare alla Domus accuditi da un nostro conoscente, ma tre (Palmiro, Raissa e Minnie) vanno portati a casa di una nostra amica a Nonatown. Il viaggio (40km) è sempre problematico, Raissa miagola tutto tempo e fa la pipì nella gabbietta, Minnie (prima volta che va in trasferta) ci mette il carico e fa l’en plein di bisognini, con tanto di fermate a bordo strada per pulire e dare aria alla Sigismonda (la blues mobile).
Partiamo lunedì 31 agosto, pioggia e brutto tempo, voglia di indossare felpe. Una volta arrivati a destinazione, ci sistemiamo in camera, andiamo a mangiare il pesce e facciamo un giro – coi giacchini antipioggia – tra Valverde, Villa Marina e Cat At The Sea (Gatteo a Mare, insomma). Come sempre lo sguardo cade sulle sfumature blues della vita e di ciò che ci circonda, l’unica vecchia colonia abbandonata di Villa Marina ancora rimasta,
piccoli alimentari fuori dal tempo,
la vecchia colonia in perenne via di ristrutturazione che fa tanto DDR,
l’unica libreria ancora aperta, i pini marittimi gonfi d’acqua e il mare che d’un tratto si fa stranamente calmo … stringo a me la pollastrella, meglio tenersi stretti, domani sarà già settembre
Il nono mese ci porta un giorno pieno di vita e di colori, mare mosso, spiaggia ancora umida, aria frizzante …
sotto l’ombrellone la Gazza, La Repubblica (che avevo detto non avrei più letto da quando è finita in mano agli oligarchi piemontesi ma tant’è …), Il Vagabondo Delle Stelle di Jack London (Saura), il quinto capitolo delle inchieste dell’Ispettore Capo Chen di Qiu Xiaolong (per me) e una nuova edizione di Sandokan di Salgari preso in edicola.
Primo bagno, doccia, un po’ di sole e quindi sulla veranda del ristorantino del bagno Maeba per un pranzetto veloce. Ecco, quello è uno dei posti simbolo per me: la veranda del Bagno Maeba. Dopo un bel bagno, nell’ora in cui quasi tutti tornano in hotel noi rimaniamo in spiaggia a goderci quelle tre/quattro ore di pace quasi assoluta, di reminiscenze del mio passato vacanziero ai Lidi ferraresi, di meditazione blues.
Nei giorni a seguire il tempo si ristabilisce del tutto, il mare si calma,
tempo per fare qualche passeggiata sulla riva del mare con la groupie (Surra dunque). Siamo tra i pochissimi umani ad indossare la mascherina malgrado le spiagge e i bagni siano ancora pressoché pieni. Ci incamminiamo verso Cesenatico, frementi di arrivare in fretta in quel tratto di terra di nessuno che sta tra la frazione in cui siamo e il capoluogo del comune. L’Edificio incompiuto della scuola alberghiera ci riporta di nuovo alla golden age della DDR,
poco più in là la leggendaria Colonia Dell’Agip, edificio di cui abbiamo parlato più volte su questo blog. Ci fermiamo a rimirarla.
e scattiamo un selfie in fronte ad essa.
Puntuale serata a Tavullia a rendere omaggio a Valentino Rossi. In ginocchio davanti alla Yamaha con cui Vale vinse la sua prima gara con quel brand motociclistico al GP di Welkom in Sudafrica,
Pizza insieme ai nostri amici Wakemaniani di Pesaro, The Floro Bisello Perivale Experience, nel ristorante “da Rossi”.
La vacanza insomma ricalca gli appuntamenti di ogni anno, quindi non poteva certo mancare il Vecchie Colonie Abbandonate Tour in quella terra dimentica da Page che sta – come detto – tra Greendale e Caesenatensis; ci soffermiamo dinnanzi a quelle che chiamiamo le colone del terrore. Sono edifici in completo abbandono, spettrali, eppure così affascinanti e così note per chi era bambino ai miei tempi nelle mia Emilia e nel Nord Italia.
Un po’ di storia di queste colonie (76 solo nel comune di Cesenatico) la riporto da https://romagna.info-alberghi.com/:
“La Riviera dei ricordi passa anche da qui, dalle Colonie abbandonate lungo le vie che affiancano le spiagge, a volte costruite sulle spiagge stesse della Romanga. Abbandonate adesso, ma un tempo vive di bagnanti, soprattutto bambini che in Riviera passavano le vacanze. Negli anni ’30 divennero un punto di riferimento d’innovazione architettonica e nel periodo fascista furono centro di attività fisica e rigore. E oggi? Che ne è rimasto oggi di tutta questa storia e tradizione?
C’era una volta la Colonia, verrebbe da dire guardando gli scheletri dei fasti d’un tempo. Bagni al mare, attività ricreative come i corsi di recitazione, di danza con feste anche serali… sono state le “vacanze tipo” di molti bambini italiani.
Il fenomeno delle Colonie marine si fa risalire al 1804. L’Ottocento è stato il secolo che le ha viste nascere, ma è in epoca fascista che queste strutture, oltre a diventare simboli dell’architettura avanguardista degli anni Trenta, vivono il loro momento di massima prosperità con il turismo di massa dedicato anche a bambini e ragazzi che venivano accolti da tutta Italia durante l’estate. In principio si veniva in Colonia per curare le malattie tubercolari, particolarmente diffuse in un’Italia dove i bambini non venivano adeguatamente alimentati, successivamente, con il Paese che cambia, le Colonie diventano sempre più grandi, assumendo le sembianze di quelle che conosciamo oggi. La vita di queste strutture rimane attiva fino agli anni ’70, da allora il loro declino inesorabile le ha portate all’attuale stato di totale abbandono nella maggior parte dei casi.
Le colonie della Riviera Romagnola rappresentano la pietra miliare dello sviluppo turistico delle località Romagnole, tanto che a loro si deve il ruolo di aver permesso la “scoperta del mare” a generazioni di italiani che fino ad allora avevano paura del mare. Lungo i 70 km della costa adriatica sono circa 246 le colonie, di cui almeno i 2/3 oggi sono edifici inutilizzati e abbandonati al degrado.Partendo da nord, le prime colonie che si incontrano sono la Varese e la Monopoli di Stato di Milano Marittima a Cervia, proseguendo verso sud, Cesenatico ne conserva 76, c’è poi Bellaria-Igea Marina, vera e propria cittadella-colonia piena di ruderi sulla spiaggia, per poi arrivare a Rimini dove a Bellariva si trova le famose Colonia Murri e Novarese. A Riccione la colonia Reggiana risulta pericolante, mentre la più fortunata Dalmine è stata riconvertita in un hotel. Si arriva a Cattolica infine, dove l’Acquario Le Navi è ricavato da una delle tante ex colonie della Riviera.
Molte le proposte di recupero, quasi tutte abbandonate anch’esse come questi edifici che invece meriterebbero una rivalutazione ed un riutilizzo, studiando e ricomprendendone il ruolo di contatto con il mare in un tessuto urbano nuovo ma ormai già saturo di edifici e strutture ricettive.
Un’interessante inchiesta di Repubblica approfondisce la storia e il futuro di questi edifici che si possono vedere adagiati sul litorale sospesi in un tempo fermo in attesa di una nuova vita.”
e da La Repubblica: https://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/08/20/news/colonie_riviera_abbandonata_riqualifica-39747441/
Percorriamo quel tratto con un misto di cautela e rispetto, persino l’illuminazione stradale sembra mancante; poco dopo la nuova caserma dei Carabinieri ci si immerge in uno scenario che ogni volta mi sembra improbabile: le vecchie colonie lugubri immerse nel silenzio, tre o quattro nuovissimi alberghi sul lato spiaggia, un paio di ristoranti, un bar e tanto silenzio. Restiamo sul marciapiede lato Colonie passeggiando sotto grandi alberi dipinti di un verde scurissimo e le rimiriamo una volta di più …
Dario Argento avrebbe potuto usare queste location per uno dei suoi film horror.
Il punto di arrivo è ancora la Colonia dell’Agip by night. Solo l’ingresso è illuminato, il resto è avvolto nell’oscurità. Le geometrie tipiche dello stile legato al razionalismo di Le Corbusier, messe in scena dall’architetto bolognese Giuseppe Vaccaro nel 1937, danno un senso di contemporaneità obliqua, i pilotis, quegli esili colonnini, la cui funzione è quella di isolare la residenza dal terreno, sollevano la casa dal suolo, gli spazi vengono sottratti all’umidità del terreno e hanno luce ed aria, le finestre a nastro … un sapore al contempo moderno e retrospettivo.
Ci fermiamo un momento sulla spiaggia avvolta dalle tenebre, Cesenatico appare lontana,
squarci di blu strappano la trapunta nera del cielo, meglio tornare in hotel.
L’indomani la giornata è splendida, il mare è una meraviglia, quello che frega la riviera Adriatica è la sabbia scura del fondale, vi fosse quella bianca l’effetto a volte sarebbe quello della Sardegna
io e la pollastrella ci concediamo un lungo bagno, il mare è tutto per noi, la pace interiore raggiunge il clou, sento le tossine delle stress lasciare il mio animo.
La sera la passiamo a Cesenatico, in quel luogo incantato che è il Porto Canale progettato da Leonardo Da Vinci
Tra le vecchie abitazioni ormai ristrutturate che furono dei pescatori vi è ancora qualche angolo pieno di concretissimo blues,
classico selfie sul ponte,

Moonlight in Cesenatico: Rock Girl & Blues Man – Porto Canale di Cesenatico – settembre 2020 – foto TT
e davanti al mini traghetto che porta i turisti da una parte all’altra del canale (durata viaggio 30 secondi).

Moonlight in Cesenatico: Rock Girl & Blues Man – Porto Canale di Cesenatico – settembre 2020 – foto TT – settembre 2020 – foto TT
Non potevano mancare le puntate al Kartodromo Happy Valley di Cervia. Due serate, quattro gare, quattro vittorie di Saura. Dopo due anni che non correva in kart. Non finisce mai di sorprendermi. Stavolta non ci sono femmine in gara, solo maschi, e lei li batte tutti, sempre! Sono parecchi anni che veniamo da queste parti, l’ho portata all’Happy Valley spesso, quante gare avrà fatto qui, 20? 25? in due/tre occasioni è arrivata seconda, in tutte le altre prima.
La osservo quando mi sfreccia davanti, la sua postura dice tutto: talento, determinazione, follia. Una vera speed queen.
L’ultimo giorno porta sempre un po’ di malinconia, l’ultimo sole, le ultime letture, l’ultimo pranzetto sulla spiaggia. La sera festeggiamo la riuscita della mini vacanza con i favolosi krapfen delle Tre Palme, una pasticceria che serve i bomboloni caldi più buoni che io abbia mai sentito dalle 21,30 in poi. Tutti gli anni, a qualunque ora della sera (sia che si arrivi alle 21,30 che alle 2 di notte), c’è la fila per entrare, e quando scrivo fila intendo fila. Minimo 20 minuti d’attesa, ma ne vale la pena.
La mattina del ritorno attraversiamo un pezzo di Romagna prima di prendere l’autostrada, i pini marittimi, i colori pigri dei paesini dell’entroterra … la mia regione non sarà forse la più bella ma ne sono molto innamorato. Uno stop a Nonatown per raccattare i gatti (Minnie rifà l’en plein durante il tragitto verso casa) ed eccoci arrivati. Dopo la prima sgambata nelle campagne Minnie torna in casa ancora un po’ frastornata dai cambiamenti dell’ultima settimana,
mentre Palmiro polleggia davanti alla porta di casa.
Io sono tranquillo, se non altro anche in questi tempi difficili e precari mi sono fatto qualche giorno di mare, così metto su qualcosa nello stereo e ritorno al solito tran tran blues, ovvero vivere nel mio mondo immaginario.
I won’t have to worry
Take me, take me
Promise not to wake me
‘Till it’s morning
It’s all been true
◊ ◊ ◊
◊ ◊ ◊
Lo scrivo ogni anno ormai ma quelle colonie sanno molto di horror alla Pupi Avati , basterebbe guardare Zeder. Alcune di queste costruzioni hanno un certo (cattivo) gusto dovuto più al ventennio dello s-fascio che altro. Quella Agip invece ha qualcosa del Palast der Republik, trasuda DDR non solo nell’estetica ma possiede una malinconia di qualcosa fuori dal tempo, per non parlare di quelle poche stanze con le luci accese, ad occuparle immagino una famigliola di compagni immortalata da Edward Hooper.
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Hopper…
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Condivido l’amore per la riviera romagnola.
Anche per me si tratta di nostalgia legata all’infanzia.
Ma non solo.
Il ricordo della Dimar, il grande negozio di dischi di Rimini, è incancellabile.
Ora al suo posto in via arco di augusto c’è un negozio di vestiti.
Tutte le volte che ci passo davanti mi faccio il segno della croce.
La targa è rimasta anche dopo, poi purtroppo l’hanno tolta.
Era cosi’ :
@DIMAR
reparti
1° piano
self service
offerte speciali
musicassette
video
disco music
reparti
2° piano
pop rock
jazz e folk
classica e lirica
colonne sonore
libri e spartiti
Chi non è mai entrato non puo’ capire cosa si é perso….
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Un gigantesco in bocca al lupo per “questi tempi difficili e precari”.
Colonna sonora “In the light”
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Veramente “blues” puro il ricordo delle vecchie colonie marine, frequentate da noi bambini nella seconda metà anni ’50. …ah “Romagna solatia cui regnarono Guidi e Malatesta….. ” .hats off!!!
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Allora ne avete 6 pure voi di gatti 😊 Noi l’anno scorso eravamo così in dubbio tra Maiorca e Minorca che alla fine siam andati in Canada. E devo dire che è stata davvero una vacanza speciale perchè abbiam visto un altro mondo completamente diverso dal nostro. Strade larghe e automobilisti tutti bravi e disciplinati, ordine, organizzazione e…le cascate del Niagara che sono una dimostrazione della Forza della Natura immensa e che non rendono giustizia in nessuna foto ma solo di presenza. Noi non siamo mai stato sulla riviera, nonostante la vicinanza, perchè qualcuno ci aveva sconsigliato il mare adriatico e in effetti andando qui a Caorle siam rimasti delusi perchè il mare era sporco e maleodorante. Dunque quest’anno abbiam fatto la sorpresa alla nonna e siam tornati in Sicilia. Comunque vedo che Cesenatico ha un fascino molto interessante di sera con quelle barche a vela. Le colonue potrebbero essere interessanti per tanta gente che gira video in posti desolati e s’interessa di angoli del passato 😊😊😊
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Lo scorso anno abbiamo scelto all’ultimo e siamo capitati a Maiorca, vacanza inaspettata che ci è piaciuta moltissimo, quest’anno saremmo voluti andare a Minorca ma il Covid ci ha spinto ad essere più prudenti. Il Canada mi affascina moltissimo, mi piacerebbe davvero andarci in futuro. Chissà. Noi siamo emiliani, dunque la riviera la “sentiamo” molto, credo che qualche giorno lì valga sempre la pena, certo … non è il mare della Sardegna o di Cuba, però ultimamente lo abbiamo trovato davvero più pulito.
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