In the pouring rain

19 Mag

L’Emilia Romagna di nuovo sotto scacco, piogge incessanti e innaturali in queste zone hanno messo la regione in ginocchio, ma è la parte romagnola quella davvero colpita, qui in Emilia vi sono disagi, ponti chiusi e tutto il resto ma è la Romagna a soffrire tantissimo. Sapremo riprenderci, siamo gente che non ama stare con le mani in mano, ma sarà durissima.

Quello che indispettisce un po’ sono i luoghi comuni che sento in giro da più parti, spesso detti per colpire e criticare le amministrazioni della regione, in massima parte da decenni della stessa colorazione (seppur ormai sbiadita) politica. Ovviamente è sempre possibili fare di più e fare meglio, ma se vi è un problema legato alla cura del territorio, della rete idrica, alla mancanza di bacini di raccolta è soprattutto nazionale e non certo (solo) nostro; il fatto poi è che in 15 giorni è caduta la pioggia che di solito cade in sei mesi, su un territorio di pianura già imbibito (come diciamo noi…fradicio) su cui inoltre si sparge l’acqua piovuta sugli appennini che poi scende qui al piano. Il terreno non assorbe più e l’acqua si riversa nei fiumi che non riescono a contenerla tutta. Sono i cambiamenti climatici, quelli che una certa colorazione politica snobba da sempre se proprio vogliamo dirla tutta; tra l’altro sentire le dichiarazioni di cordoglio di quei personaggi che minimizzano o addirittura negano il surriscaldamento globale e la crisi climatica mi fa vomitare, che razza di ipocriti, che politici di melma per dio! Se dopo mesi di siccità arrivano piogge senza fine…il disastro è garantito. Possiamo criticare chiunque, ma un po’ di buon senso e onestà intellettuale non guasterebbe. L’articolo qui sotto spiega le cose in maniera molto chiara.

Summer rain

https://www.repubblica.it/cronaca/2023/05/18/news/cambiamenti_climatici_fridays_for_future_alluvione_emilia-400576867/?ref=RHLF-BG-I400598399-P2-S1-T1

ZOMBIE IN STAZIONE

Uno dei rituali del mattino, prima di partire per il lavoro, è quello di fare colazione con la TV sintonizzata su Rai 5 che a quell’ora di solito trasmette documentari; mi rilassa parecchio sgranocchiare le fette biscottate con la marmellata mentre, che so, mi perdo in un documentario della BBC su Hokkaido, l’isola più a nord del Giappone. Sottofondo musicale suadente, immagini suggestive, pescatori, vita dura da uomini veri, freddo intenso, neve e ghiaccio, d’altra parte non è un caso sulla grande isola vive solo il 4% della popolazione giapponese.

 

Esco dal mood documentario ed entro in quello di The Walking Dead: mentre mi avvicino alla stazione dei treni, sin dal grande parcheggio vedo zombie camminare incerti con la testa china e lo sguardo fisso sui cellulari. Al binario la cosa peggiora, tutti incollati al piccolo schermo, nessuno escluso tranne il sottoscritto. Non mi sento migliore, pure io sono dipendente da quel dispositivo infernale, ma perlomeno di prima mattina cerco di non utilizzarlo. Non lo tiro fuori dalla tasca dei jeans e se lo faccio è solo per evitare, sul treno, l’inquinamento acustico dato da chi parla senza interruzione, da chi è al telefono e fa come fosse a casa sua. Non mi rimane quindi che mettermi in cuffia ed ascoltare musica per isolarmi dal mondo ostile e perdermi nei campi di fragole. Quando piove come in questi giorni ascolto una selezione dei Genesis (1970-1978) o il secondo di Peter Gabriel. Quando la primavera si fa estate faccio partire Ry Cooder.

COOP TALES

Con la addetta al reparto gastronomia di cui ho già parlato (giovane donna molto cortese e formale di solito dedita al lei) siamo passati al tu. La gentilezza è cortesia rimangono, ma ora siamo più intimi.  Marzia direbbe che sono il solito Calamity Tim.

Una famiglia meridionale è in attesa di essere servita, padre e madre sui 40/50, figlia sui 13. Hanno messo il loro carrello proprio sotto al bancone quando di solito – per lasciare quegli spazi agli altri avventori – i carrelli li si posizionano in spazi diversi. Il padre guarda annoiato il cellulare, la figlia si guarda intorno con fare vagamento scocciato. La madre si appoggia alle vetrate del bancone (sarebbe vietato per via dell’igiene) e con il braccio oltre le vetrate indica all’addetta i salumi desiderati. La addetta è costretta a prendere e riporre tre tipi di prosciutto perché la madre cambia più volte idea. Tengono in ostaggio la addetta per diversi minuti, la madre e il padre si confrontano su cosa comprare, discutono, attendono prima di decidere, mentre noi lì in fila attendiamo pazienti. (Tengo Ittod in catene, altrimenti la situazione rischia di degenerare).

Accompagno la Lucy, madre dell’umana che vive con me, alla cassa. Lì incontriamo un suo ex compagno di scuola insieme, dunque anche questo emiliano del tempo che fu ha 82 anni. Parlano dei loro lavori (come diciamo qui … delle loro cose) in dialetto stretto, io ascolto con piacere questi ultimi scampoli d’Emilia di una volta. Rimango affascinato dai nomi di persona che saltano fuori nel discorso, parlano ad esempio di un loro conoscente che si chiama Celso, ma è il nome dell’ex compagno di scuola della Lucy che mi fa morire: Mirello. Mirello, caxxo, … che spettacolo.

LA STAMPA DI DESTRA

Tutti i giorni do un’occhiata alle prime pagine dei quotidiani italiani e devo dire che i titoli dei giornali di destra sono così beceri che ogni volta mi sorprendo. Capisco mantenere la propria posizione, capisco che ci si rivolga unicamente alla pancia dei propri (e)lettori, ma santiddio (e per dio intendo Keith Richards) in teoria sareste giornalisti, datevi una regolata! Mai visto un decadimento di stile e di pensiero in Italia come in questi ultimi tempi. E pensare che c’è gente che mi viene a dire ad esempio che il quotidiano La Repubblica è decaduto tantissimo … certo, in parte sono d’accordo, adesso è in mano agli Agnelli ed è diventato certamente un quotidiano più moderato (e per questo non è più il mio giornale di riferimento) ma, appunto, vogliamo parlare di quei fogliacci di cui sopra?

PALMIRO

Due domeniche fa, verso le 22:30 Palmiro all’improvviso inizia a vomitare, lo ha fa molte volte, poi si è stende su un fianco, ansima con la lingua fuori e si lamenta. Lo portiamo d’urgenza dal veterinario. Raggi X, ecografie, esame sangue, antibiotici, flebo. Potrebbe essere una acuta infiammazione ad organi interni o qualcosa d’altro di poco simpatico. Dalle numerose ecografie non si capisce esattamente. Occorre fare una tac in un centro specializzato a Sasso Marconi, ma occorre che Palmir si riprenda dato che sarà necessaria un’ anestesia. La pantera nera di Borgo Massenzio rimane ricoverato per una settimana presso lo studio del veterinario, poi torna a casa sebbene ogni giorno si torni in ambulatorio per le terapie; ora si è stabilizzato, sembra in forma, ma sarà la Tac a dire di più.
Chi non vive con animali faticherà a capire, ma questa faccenda ci ha scombussolati parecchio, Palmir è il nostro gatto adorato, sono 11 anni che vive con noi, lo abbiamo preso al gattile quando aveva solo 45 gg, dunque è stato svezzato, allattato, cresciuto qui. E’ un membro dei questa famiglia,  nucleo di mammiferi di specie diverse che vivono insieme e che condividono il mistero della vita.

Spezzava il cuore vederlo ricoverato, confuso e arruffato, nel metterci la zampina sul petto intendeva farci sapere che confidava in noi e vedere i fari abbaglianti che sono i suoi occhi fissi su di noi nel momento di lasciarlo e di uscire dalla stanzetta in cui si trovava ci faceva commuovere.

Palmiro & Tim – interazione – maggio 2023

 

Palmiro dal veterinario la sera della crisi – maggio 2023 foto ST

 

In my human I trust – Palmiro ricoverato – maggio 2023 – foto Saura T

 

Relaxing at the Domus – Tim & Palmir – maggio 2023 – foto Saura T

 

Stretching Exercises – Tim & Palmir – maggio 2023 – foto Saura T

Ad ogni modo, al momento è di nuovo lui, il superbo gattone nero della Domus Saurea non molla. Vediamo come si dipana la cosa.

SERIE TV

_Poldark (UK 2015) – TTT½

Serie TV britannica tratta dai libri di Winston Graham. Cinque le stagioni di questa nuova edizione, le prime certamente godibili. Anche uno con poche simpatie verso l’Inghilterra e le aristocrazie (o piccole nobiltà) come me l’ha guardata con interesse, sebbene per certi versi – come scrive La Repubblica – in pratica si tratti di una commedia rosa (Johnny Winter have mercy on me!).

https://www.repubblica.it/serietv/schede/poldark/673/

_Succession (USA 2017-2023) – TTT¾

Il brutale approccio di una famiglia americana di origini scozzesi che detiene buona parte dei media statunitensi e ha grande potere economico. Le prime due stagioni sono molto buone, dalla terza ho perso interesse è ho lasciato perdere.

Dramma familiare corale acido e a tratti brutalmente comico, che attraverso le azioni e reazioni spregiudicate dei protagonisti mette in scena una riflessione acuta sul potere e sul denaro.

https://www.repubblica.it/serietv/schede/succession/958/

_The Diplomat (USA 2023) – TTTT

Una donna poco convenzionale a servizio del governo statunitense diventa ambasciatrice a Londra, per lei è prevista addirittura la vicepresidenza. 

Al momento una stagione sola per questa bella serie TV che ha come protagonista la Elisabeth dell’indimenticabile serie The Americans. E’ ben fatto questo sguardo sulle ombre dei diplomatici ad alti livelli.

COPPIETTA AI GIARDINI

In pausa pranzo faccio un salto al Giardino Ducale in una delle rare giornate di sole. Passeggio mentre osservo neri che bivaccano sulle panchine, una coppia intorno ai 30 anni che fa ginnastica sul pratino delle aiuole, uomini solitari come me che sembrano contemplare l’infinito. Costeggio la grande vasca dei pesci rossi, quindi l’edifico principale e mi dirigo verso la parte meno in vista del parco. Vi è una coppietta su di una panchina, direi siano nella zona grigia della cosiddetta (in)certa età, lei è certo più giovane ed ha un bel cappottino color malva, lui veste uno stile più sportivo e deve avere più o meno la mia età. Sono abbracciati in modo leggero, sembra quasi che si conoscano da poco, o meglio che pur avendo una certa confidenza si peritino a sfoggiare atteggiamenti più passionali. Sono teneri, parlano, lui le tiene la mano, le gli si appoggia alla spalla, il sole attraverso le frasche dei grandi alberi talvolta li raggiunge. Ad un tratto lei gli dà un casto ma prolungato bacio sulle labbra, lui la guarda negli occhi e si mette a scrutare il cielo. Smetto di osservarli, non sono mica caxxi miei, ma li trovo carini. Sto diventando troppo sentimentale.

 

CHAMPIONS LEAGUE

L’Inter arriva seconda e quindi si qualifica al turno successivo in un girone che vedeva anche Bayern e Barcellona (quest’ultimo viene relegato in Europa League), poi liquida il Porto agli ottavi, elimina la rivelazione Benfica ai quarti e zittisce il Milan in semifinale. Ora l’Inter, la mia Inter, si trova in finale dove affronterà il Manchester City. Sembra incredibile ma è così, andiamo a giocarci la finale di Champions League, la partita più importante al mondo a livello di club. Mica male per una squadra profondamente blues che non può permettersi le spese folli dei grandi club europei (Man City in primis). Il tutto è inaspettato, sono onesto e temo non ci sarà storia a Istanbul, il City è inarrestabile (mercoledì sera ha rifilato 4 goal al Real Madrid), è più forte di noi, ma ciò non toglie che la soddisfazione di essere arrivati alla finale, il lustro che questo dà alla società e il godimento non hanno prezzo. Grazie ragazzi, grazie caxxo, e vada come vada facciamoci valere.

Io al lavoro il giorno dopo aver (s)battuto (fuori) il Milan…

“…quello stemma sopra il cuore rappresenta il primo amore …” – Uomo di blues maggio 2023 – autoscatto

PLAYLIST

Il meu amigo Siuviu mi chiede un parere circa un effetto di chitarra presente in Marooned dei PF senza RW e così d’un tratto ripesco questo strumentale che non sentivo da tanto, tanto tempo…

In questo periodo nei miei tragitti in treno non ascolto altro che i primi due album (ma a dire il vero anche il terzo e il quarto fanno capolino talvolta) di Peter Gabriel e riscopro quanto facciano parte di me. Ricordo il Tim adolescente alle prese con queste due piccole meraviglie (all’epoca criticate qui in Italia). Ora il secondo mi affascina davvero tanto. Che caxxo di dischi uscivano negli anni settanta che già non erano più esattamente dischi anni settanta.

https://www.youtube.com/results?search_query=peter+gabriel+car+full+album

 

 

3 Risposte a “In the pouring rain”

  1. lucatod 19/05/2023 a 21:07 #

    Sembra che davanti a questo tipo di emergenze le attuali fazioni politiche non facciano altro che scaricarsi a vicenda le responsabilità del caso. Per non parlare di gente come salv**i che invece di tacere fa le solite figure di merda.
    E’ ovvio che stiamo pagando il conto con il clima malato (per citare l’articolo) che abbiamo contribuito a creare.

    Lo sguardo di Palmiro non lascia dubbi sul rapporto instaurato con i “suoi umani di riferimento” Alla faccia di certe dichiarazioni dell’argentino (non sto parlando del Che). Forza Palmir !

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  2. bodhran 20/05/2023 a 09:44 #

    Mi ha colpito l’aggettivo che hai usato per descrivere le piogge: innaturali; chiaramente è così, per come eravamo abituati, ma dovremo abituarci a considerarle invece per quello che sono, naturali, naturalissime. Tanto abbiamo modificato l’ambiente e tanto poco ci siamo preparati a confrontarci con le conseguenze dei cambiamenti che abbiamo prodotto che ci ritroviamo a dover contare i morti ogni volta che piove. Eppure lo sapevamo, tutti: lo sapevo persino io, un 18enne neanche troppo bravo a scuola, che nel tema di maturità scrissi dei rischi climatici (all’epoca non si parlava nemmeno di “climate change” ma di “rischio desertificazione”). Solo per dire che volendo il tempo lo avevamo per mettere le mani avanti, che sono passati millemila anni da quel tema, e quello che all’epoca era il futuro è diventato il presente.
    Ho lavorato per 10 anni di qua dall’Appennino occupandomi proprio di questa roba (manutenzione dei torrenti, difesa del suolo) e di rado ho visto interesse per quell’attività: per la politica non è remunerativa in termini di voti (se non si tratta di abbellire un paese a chi frega di sistemare un torrente in mezzo a un bosco?), per i cittadini spesso sono solo soldi buttati via (vuoi mettere un bel bonus per la parabola o cambiare il cesso?), perchè se quei lavori danno risultati nessuno se ne accorgerà, che quando piove magari non ci saranno esondazioni, frane, etc etc.
    Come succede sempre di fronte ai problemi più grandi di noi (cambiamenti climatici, pandemie, guerre) l’unica cosa che sappiamo vedere è fare i tifosi (con tutto il rispetto per il tuo tifo calcistico): schierarsi – chiaramente tra i buoni, saggi e giusti – e dare la colpa, ma sempre agli altri, e possibilmente altri facilmente inquadrabili: le amministrazioni locali (quando non sono della mia parte), il governo (quando non è della mia parte), i palazzinari, gli ambientalisti, le nutrie…
    E chiaramente sugli spalti dei tifosi poi vedi politici, giornalisti e via via tutti, con il risultato, fin’ora, che, dato che la colpa è degli altri, a me si lasci fare il cazzo che mi pare e nessuno mi disturbi.

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  3. Marco Colasante 22/05/2023 a 13:15 #

    Lieto di sapere che tutto sommato i problemi grossi non ti riguardano direttamente, Tim.
    Un bacio e una carezza a Palmiro, speriamo sia stato un malessere passeggero.

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