Sinodo d’inverno: the spirit of the winter solstice

24 Dic

Arrivo al sinodo degli illuminati del blues trafelato: fino alle 17 in ufficio, poi festa di natale della struttura dove è Brian fino alle 20. Il mio vecchio è confuso dal Xmas party, in più è febbricitante. Alle 20,30 in quel dedalo di stradine tra Viale Ciro Menotti e Viale Virginia Reiter. Siamo in un locale dove non eravamo mai stai, la location non è niente male, il cibo giusto sufficiente, il conto un po’ troppo salato vista la qualità. L’importante però è la compagnia, nove illuminati, tutti un po’ in affanno grazie alle incombenze quotidiane dell’antivigilia e a un anno di ordinaria follia che sta per finire. Ci si aggiorna a vicenda, si parla del blog, di Inter e naturalmente di Musica Rock. Si mangiano cotolette o filetti di manzo, si beve lambrusco grasparossa Morello, si desserta con zuppe inglesi. Come ogni anno ci si scambia un pensiero, e lo si fa con una onestà di sentimenti, con una sincerità che mi colpisce molto. Girano belle bottiglie di prosecco, di Jack Daniel’s e pacchetti contenenti cd e chissà cos’altro. Poi sento uno di noi che dice: “Ecco, per me è questo il natale, stare tra di noi e scambiarci queste cose, che sono sempre le cose più belle che ricevo”, tutti annuiscono, sorridono, ribadiscono quello che il nostro confratello ha appeno detto.

Elaboro in quell’istante che è questo lo spirito del solstizio d’inverno, un insieme di amici che si scambiano un buon auspicio per la nuova stagione, il nuovo anno, mentre il sol invictus inizia il nuovo cammino. Sono fortunato ad avere amici così, confratelli che accorrono al richiamo del loro priore, che si stringono l’uno all’altro per sentirsi meno soli su questo pianeta sperduto nelle profondità dello spazio. In questa porca vita non è mica un lavoro da poco. Verso mezzanotte usciamo, siamo gli ultimi e nel locale hanno già iniziato a spegnere le luci e a fare le pulizie. Rimaniamo lì fuori un’altra oretta buona, sotto una nebbia di ghiaccio assai fastidiosa, ma incapaci di lasciare l’ottima cattiva compagnia. Uno dei due magister del gruppo, quello dall’eloquio stellare, non smette di raccontare aneddoti e storielle irresistibili. La confraternita del blues quindi si scioglie, augurando la buonanotte a New York; un paio di coppie di confratelli si fermano a parlare ulteriormente sulla riva di un paio di incroci fino a che la fredda nebbia notturna emiliana scende definitiva.

Torno a Borgo Massenzio nella notte profonda e gelida, percorro le blue highway della campagna nera(zzurra) sulla blues mobile che rolla placida. Penso che finalmente è il 24, che mi godrò la vigilia nel tepore della domus saurea, tra spremute, Lupo Albero e Linus di dicembre (un must) e vecchi cartoni animati di Walt Disney su Sky, che potrò godermi una giornata in tranquillità senza fare nulla. Non sarà così.

Al mattino si rompe la cordella di una tapparella, il meccanismo che la dipana è rotto, si va dunque in ferramenta e al ritorno si gioca a fare i marangoni.

Fare il marangone (foto TT)

Fare il marangone (foto TT)

Mi affaccio alla finestra, vedo Palmir che valuta la campagna brulla in questo grigio giorno invernale…

Misty windows  foto TT

Misty windows foto TT

Brian ha la febbre, è ha letto. Non me la sento di starmene a casa, corro da lui. Non sta bene il vecchio, rimango con lui un’ora e gli do appuntamento a domani. Niente di che, ma la vigilia non è quella che mi pregustavo ieri sera: a casa al calduccio, ascoltando i FREE con la modalità take it easy on. Pazienza, facciamo buon viso a cattivo gioco, magari aiutandoci con qualcosina. Buon natale, baby.

Canned heat - foto TT

Canned heat – foto TT

 

Una Risposta a “Sinodo d’inverno: the spirit of the winter solstice”

  1. Francesco 25/12/2014 a 17:34 #

    Buon Natale a te Tim, e grazie a tutti per la bellissima serata!

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