Si avvicinano i primi concerti della nuova stagione dei THE EQUINOX, con fatica io e Saura trasportiamo l’armamentario legato alle tastiere e alla pedaliera-basso dalla soffitta al garage, carichiamo la bluesmobile fino all’inverosimile e partiamo per “Il Porciletto”, la sala prove di Lele a Modena. Ogni volta maledico la mia passione: tornare dal lavoro, cenare in fretta e poi movimentare piano, supporto, pedaliera basso, basso, tre chitarre, due amplificatori, valige con cavi e reggi chitarre è uno stress. Arriviamo, scarichiamo e rimontiamo il tutto. Ci vuole una gran costanza a continuare ad essere un operaio del Rock a quest’età … ma poi iniziamo a suonare e in pochi minuti passa tutto. Ritrovarsi a fianco di bravi musicisti è una soddisfazione, indossare una Les Paul e collegarla ad un Marshall Bluesbreaker è sempre, sempre, un brivido.
Il Payoff del gruppo è LED ZEPPELIN OBLIQUE TRIBUTE, obliquo perché di solito i gruppi che fanno il tributo ai LZ sono formati da un bravissimo chitarrista e da tre (o più) comprimari. Nel nostro caso sono i tre “comprimari” le vere stelle della band. Mi piace pensare che l’aggettivo obliquo, da me tanto voluto, serva anche a far capire che ci discostiamo un po’ dalle solite pantomime. Lo sapete, a me le tribute band molto spesso fanno orrore, devono avere una dose di sincerità assoluta ed illuminata per essere credibili, chi scimmiotta, chi diventa una macchietta del gruppo a cui il tributo è dedicato, è un loser senza speranza, e poco importa che tecnicamente sia ineccepibile. Quello che poi, a mio avviso, conta di più è il senso … carpire i significati più ancestrali e cosmici della musica del gruppo che si omaggia e del Rock in generale, è cosa fondamentale. Non so se sia il nostro caso, ma se non altro ci proviamo con tutto il nostro fervore. Infine, obliquo anche perché proveremo a proporre brani che non siano i soliti successi del gruppo di JIMMY PAGE, brani magari di difficile resa live, ma che servono a rendere bene l’idea di cosa fossero i LZ.
Tutta questa pappardella per arrivare a dire che venerdì sera abbiamo provato per la prima volta I’M GONNA CRAWL, pezzo fortemente voluto da Saura (a cui si deve anche il nome della band, che in caso a qualcuno sia sfuggito, era il nome del negozio di libri dell’occulto aperto da Page a Londra sul finire degli anni settanta). I’M GONNA CRAWL è uno dei pezzi dei LZ che ho sempre amato di più; non sono il solo, i veri fan dei LZ vanno pazzi per brani come questo o come TEN YEARS GONE, capisaldi – seppur un po’ … “obliqui” – della produzione dei LED ZEPPELIN. Non è un brano semplice da affrontare, non tanto dal punto di vista dell’abilità strumentale, quanto dal punto di vista dell’ interpretazione. Il pezzo raccoglie in sé così tanta storia, così tanti rimandi, così tanti presagi che rendergli giustizia è assai arduo, se non impossibile. Noi ci proveremo, non so se riusciremo, ma faremo il possibile.
I’M GONNA CRAWL dunque è più che mai parte della mia vita in queste settimane, mentre cerco di replicare l’assolo di PAGE (ah,quel mi bemolle iniziale!) mentre ascolto Saura in soffitta o mentre la vedo in sala prove agire con sapienza in contemporanea sulla tastiera e sulla pedaliera basso. E’ uno dei (pochi) pezzi che non mi stanco mai di ascoltare, che rimane misterioso sebbene lo abbia imparato in ogni sua parte. Sì perché una delle controindicazioni nell’imparare un pezzo è la conseguente perdita di mistero e magia. Fino a che non ti ci metti, (a meno che tu non abbia l’orecchio assoluto ed una intelligenza musicale come quella di MOZART), la tua mente immagina la canzone alla sua maniera, rendendola ancor più suggestiva di quanto forse è.
Tutte queste sinergie I’M GONNA CRAWLIANE (stavo per scrivere CROWLEYIANE) mi portano a ripensare ad una magistrale descrizione fatta da quel gran genio del mio amico PICCA, qualche settimana fa in un commento ad un post qui sul blog. Essa merita più risalto, così la ripropongo qui. PICCA, we salute you!
“I’m Gonna Crawl è un capolavoro assoluto. Il miglior modo di concludere una carriera. Mai abbastanza celebrata. Posso vedere la band sul palco, locale chiuso, una donna delle pulizie che passa lo straccio. La festa è finita, ma prima di andare a dormire c’è tempo per questo piccolo ma gigantesco blues che riporta tutto all’inizio. Un doo-wop spettrale che esce da una radio A.M., fuori dal tempo. Echi di Five Satins, Flamingos, Skyliners, Penguins. La tastiera vagamente da music-hall è perfetta. I ragazzi, in piena malinconia, sembrano volerci dire ‘Vi facciamo sentire per l’ultima volta cosa cazzo state per perdervi per sempre’. Irripetibile. E’ il ‘Last Waltz’ degli Zep. Pensate se avessero chiuso il disco con Hot Dog… ” (Stefano Piccagliani 2015)
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Ohh she’s my baby. Let me tell you why.
Hey, she drive me crazy, she’s the apple of my eye.
‘Cause she is my girl and she can never do wrong.
If I dream too much tonight
Somebody please bring me down.
Hey, I love that little lady, I got to be her fool.
Ain’t no other like my baby,
I can break the golden rule
‘Cause I get down on my knees
Oh! I pray that love won’t die.
And if I always try to please
I don’t know the reason why yeah.
If she will come back,
Oh please stay with me ohhh-yeah.
Every little bit, every little bit,
Every little bit my love I give to you girl.
Every little bit, every little bit,
Every little bit, every, every little bit of my love.
Hit me! I don’t have to go by plane.
I ain’t gotta go by car.
I don’t care just where my darlin’ is,
People I just don’t care how far.
I’m gonna crawl yeah. I’m gonna crawl yeah.
I don’t care if I got to go back home.
I don’t care what I gotta start again babe.
I’m gonna crawl. I’m gonna crawl.
Ahhh hooh-hooh! I don’t wanna crawl baby.
Ahhh say~eah~hey~eah~hey.
She give me good love-yeah. She give me good lovin’.
She give me good love-yeah. She give me good lovin’.
My baby give me good lovin’.
Wooh-yes I love her.
A-yes I love her. Yes I love her.
I wanna crawl.
Il canto del cigno…e che canto…bellissima, malinconica,l’ultimo sussulto…
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I’m Gonna Crawl , contiene uno dei più intensi assolo di JIMMY PAGE (assieme al vibrante finale di Live In Peace probabilmente anche l’ultimo degno del suo nome) , la sua performance così come il resto della band , è memorabile . Il momento più alto dell’intero album .
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Pezzo meraviglioso, Picca definisce benissimo tutto quello che evoca.
Bravissimi, se entro in un locale e sento una band che suona…che so…Black Dog…per quanto mi riguarda mi sale una certa disagiata tristezza. Ma se suonano I’Am Gonna Crawl, beh ragazzi, e’ proprio un altro discorso. Ottima scelta.
Personalmente e’ un brano che sento particolarmente mio…
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Confesso che in passato avevo sempre un po’ sottovalutato questa ultima track, come del resto tutto l’album, infarcito in modo così pressante dalle tastiere di John Paul Jones, che alla fine prese, per così dire, il “comando” del Dirigibile destituendo Capitan Page, troppo intontito dall’eroina e allo sbando per poter mettere energia ed interesse nella musica della band.
Col senno di poi e, avvalendomi della mia presunta maturità d’ascoltatore e fan, l’ho ampiamente rivalutato e, anzi, lo metto tra i loro lavori migliori. Un magistrale, accorato, fiero canto del cigno di un supergruppo che all’improvviso si ritrovava a fare i conti con l’avvento del Punk, con le tossicodipendenze dei suoi componenti, con le disgrazie personali che parevano chiedere il conto dopo anni di eccessi da dei in terra.
Risiede qui a mio parere il fascino dell’opera: i “nostri” sembrano essere diventati “umani” e mostrano il loro lato vulnerabile, senza però scadere nel patetismo e nell’autocommiserazione.
I’m Gonna Crawl è un blues crepuscolare, un cerchio che si chiude perchè tutto ritorna indietro all’origine, dal blues appunto. Tanto mestiere anche, certo, ma anche un pathos ed una credibilità che hanno pochi eguali in un disco di fine carriera.
Grande, epico brano.
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