Fine primavera 1989, mi chiamano dalla redazione di FLASH per informarmi che due futuri numeri saranno dedicati a I GRANDI DEL ROCK. Per il volume one mi appioppano FREE e BAD COMPANY (e ti pareva), CREAM e RAINBOW, per il volume due BOSTON-JOURNEY-FOREIGNER e LYNYRD SKYNYRD.
Dal secondo capitolo l’articolo su JOURNEY FOREIGNER BOSTON.
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Foreigner e Journey hanno avuto un destino simile nell’abbandono dei rispettivi storici cantanti e nel continuare con al microfono vocalist meno attempati, senza la personalità e il talento degli originali ma con corde vocali ancora integre e potenti e non debilitate dagli anni (quello dei Journey è un filippino trovato su Youtube, scelta che mi fa pensare ogni volta a “Pilipino rock” di Elio e le Storie Tese, che idealmente gli dedico). In pratica il percorso opposto a quello dei Whitesnake, dove il dominus Coverdale sempre più sfiatato e afono si circonda di strumentisti di “sangue giovane” (per usare il titolo di un suo pezzo). Confermo la passione per i pezzi più hard della band di Neal Schon, le versioni dal vivo poi mi fanno impazzire e mi danno una carica infinita, un cd antologico con i loro migliori rockers (alla maniera di “Queen Rocks”) sarebbe un’idea. Invece il drummer Steve Smith (compresa la sua immagine trash dell’epoca con chioma già scarsa ma tenuta lunghissima, baffoni, canottiera e braghe cortissime) e il primo album solista di Steve Perry “Street Talk”, lontano dal suono del gruppo e basato su un “pop-soul” di classe, a me piacciono parecchio.
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Alla serie “dura” dei Journey aggiungo “Keep on runnin'” e “Where were you”, quasi un’impossibile versione AOR degli AC/DC, riffoni dall’energia contagiosa e intatta ancora oggi.
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I primissimi albums dei Journey mi piacevano molto.
I Boston mi ricordano Chioggia e la relativa base missilistica.
Quando arrivai i nonni giravano per il lungomare con i boston
a tutto volume.
Mi dicevano SENTI CHE MUSICA ASCOLTIAMO NOI ?
Ed io IO ASCOLTO I BLUE OYSTER CULT!
Ed i nonni BURBA, STAI MASSA ALL’ OCCHIO! STAI MUTO !
SPINA ! MUTO E RASTECCAZIONE !
I Boston piacevano anche a me, ma i nonni non li sopportavo.
Per il primo mese dovetti cambiare branda ogni notte
chiedendo ospitalita’ nelle varie camerate.
Quando i nonni si congedarono capii di aver evitato il
diluvio notturno che all’improvviso piombava sui
malcapitati nel sonno mentre il livello dell’acqua nella
camera arrivava al ginocchio.
Era il bidone d’acqua sporca.
Dalle secchiate che tira in concerto, Ozzy si sarebbe divertito
in aeronautica.
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