Chissà cosa aveva in mente ROBERT PLANT quando scrisse testo e titolo di SOUTH BOUND SAUREZ, di cosa voleva cantare insomma. Davvero il titolo contiene un refuso? SAUREZ è un errore ? La parola corretta doveva essere SUAREZ? E cosa intendeva PLANT con SUAREZ, forse richiamare il termine francese SOIRÉE? Così fosse, visto anche il tenore del testo e della musica, si tratterebbe di canticchiare qualcosa a proposito di party serali (magari estivi) tenuti al sud. Di che sud stiamo parlando poi non si sa. Io ho sempre pensato al Messico, o comunque al Centro America, possibile che sia un riferimento a latitudini ancor più profonde? Possibile che si riferisca alla città uruguaiana di Suarez posta in una regione famosa per la produzione di vino?
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NB: questo è l’unico video disponibile su youtube del pezzo. Mi chiedo cosa avesse in mente il tipo che lo ha caricato…immagini di fantasia legate ad antiche tradizioni britanniche e spezzoni live tratte dal film del gruppo relativo a concerti del 1973 con PAGE che suona la doppio manico. Cosa c’entrano con un pezzo come SOUTH BOUND SAUREZ, che sa di New Orleans, di Messico e di latitudini esotiche? Mah.
Ad ogni modo rimane una canzone che associo con l’andare a divertirsi le sere del fine settimana e sempre più frequentemente la associo alla groupie, e non soltanto per le assonanze del nome. La groupie continua ad essere una forza della natura e ad essere sempre pronta ad uscire e ad andare in giro, malgrado le sue settimane siamo spesso impegnative.
Il martedì lezione d’inglese (per essere in tiro con la lingua dei barbari quando incontrerà Rick Wakeman il prossimo giugno a Londra…e io lì a reggere il moccolo), il mercoledì uscita con le amiche, il giovedì prove con i Tacchini Selvaggi (la band di southern rock / country rock in cui suona) e il venerdì (se non facciamo le prove con gli Equinox) “dove andiamo stasera, Tyrrell”. Usciamo così il venerdì e il sabato mi dice “Non andiamo fuori stasera? Uffa stiamo sempre in casa!”. Intendiamoci, la groupie non è una di quelle sbrindellate, chiassose e avvinazzate che si vedono nei locali durante il weekend, ma il Rock le dona una energia che io probabilmente sto esaurendo. Come fa un uomo di blues di un (in)certa età a star dietro ad una quarantenne scatenata? Misteri della fede (in Page).
Altro esempio di groupie on flame with rock and roll: il fine settimana scorso siamo che lì che discutiamo e valutiamo se cambiare intro per i concerti degli EQUINOX, propongo “GIOVE” da i PIANETI di GUSTAV HOLST, le rifaccio sentire l’effetto che faceva come preludio ai concerti dei FIRM, infilo nel lettore il bootleg THE TALE OF THE FIRM (Hammersmith 9/12/1984), la groupie si mette a ridere, si infila la nuova Les Paul e, in playback, suona CLOSER. Una donna che imbraccia una Gibson e mima un pezzo dei FIRM. Solo a me poteva capitarne una così…
Per la cronaca da una settimana a questa parte gli EQUINOX hanno dunque una nuova introduzione, sarebbe questa (minuto 2,55)…
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La groupie comunque non ha solo energia per ballare il twist, ma anche per affrontare libri come questo:
Era un libro di mia madre, uscito nel 1975. Mi chiedo dove trovi la forza per leggere cose del genere. Ricordo che in gioventù pure io mi cimentavo in letture difficili, ma giunto a questa età non potrei proprio farcela. Mi chiedo anche se davvero sia stato letto da mia madre, in tal caso dovrei rivedere leggermente il ricordo che ho di Mother Mary.
Malgrado non ci sia più Brian càpito, di proposito, talvolta a Ninentyland, il mio paesello, così, tanto per non farmi mancare nemmeno un minuto di nostalgia…
Un paese come tanti altri che però m’infonde tenerezza nel cuore e tranquillità. Quanto si fanno sentire le radici quando l’età avanza.
Al sabato vado a far la spesa, a volte con la groupie a volte da solo. Quando sono da solo ogni tanto sono preda dall’agitazione a causa lista degli articoli da comprare che mi scrive la groupie.
Lysoform (quello col contenitore bianco e il tappo verde) mi scrive lei che conosce bene il suo pollo… Anticalcare Drago…ce ne sono duemila ma il Drago non lo trovo, “ma dove cazzo è?” mi dico; torno da capo e li ricontrollo tutti, naturalmente il Drago è quello posizionato nello scaffale davanti a me.
Detergente intimo per donna Saugella, il Saugella non c’è, che faccia lo stesso se prendo il Dermogella? Mi interrogo seriamente sulla cosa, sto qualche minuto a ponderare e poi rinsavisco e torno in me: “ma cosa sto facendo? Se non le va bene si fa poi a fare benedire…” grugnisco davanti agli scaffali.
Arriva poi il momento della solita litania in stretto dialetto modenese-reggiano: “Non si è mai visto Johnny Winter far la spesa alla coop...” beh, Winter forse no, ma qualcun altro sì …
Torno a casa, svuoto le borse insieme alla groupie, attendo che mi dica “Bravo”, lo sta per dire ma poi trova le spugnette “Ma prima di andar via ti avevo fatto vedere quelle che uso io!” “Ma, non sono uguali?” le faccio, “No, sono diverse, vedi?” e mi mette davanti una spugna vecchia, una di quelle che usa lei. C’è una leggera differenza nella forma che noto solo ora, così appoggio la testa alla sua spalla e con l’espressione da piccolo fiammiferaio le dico “Oh, ma non puoi poi pretendere troppo da me, sono un uomo, arrivo fino lì…” . “Non ne faccio mai una giusta” aggiungo. La groupie mi consola e io diluisco il mio blues dell’incapacità a maschile per certe cose bevendo uno Spritz, mentre mi vengono in mente le parole di mio nonno Ettore una volta che gli fu chiesto di fare un lavoro da donna in cucina “An sun mìa un rughìn!” (non sono mica un rughino…un ometto che fa le faccende di casa).
La Domus Saurea è in piena fase primaverile, quando voglio provare di smettere di pensare scendo e faccio un giretto nel verde, tra piscialetti, rosmarini e alberi in fiore…
Osservo poi il cielo e di regola mi torna alla mente Brian, così come succede ogni volta che appoggio lo sguardo sulle cose che gli appartenevano… il rasoio che uso per aggiustarmi il pizzetto, la confezione di crema per il corpo che aveva nella struttura e che è ancora mezzo piena, i maglioncini che gli avevo regalato e che indosso in casa per avere l’illusione di essergli un po’ più vicino e così via; sono passati più di due mesi ma ancora mi commuovo per un nonnulla, non voglio dire che non ricordavo fosse così dura perdere un genitore, pure di una certa età, ma sono un po’ sorpreso dalla fatica che faccio ad elaborare il lutto. Come dico sempre razionalmente è tutto okay, ma il vuoto che mi ha lasciato mi ha preso alla sprovvista, in definitiva non si è mai pronti, ti sembra di esserlo ma non è vero.
Per scacciare la tristezza mi impongo di infilare nel lettore cd della blues mobile HONEYDRIPPERS volume one, a mio avviso miglior disco di rock and roll degli ultimi 45 anni. Che pezzi, che tiro, che swing.
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Sarò sempre grato a ROBERT PLANT e a AHMET ERTEGUN per queste 5 canzoni.
Tra l’altro gli SGOCCIOLAMIELE potrebbe essere un nome adatto per una mia nuova band visto il mio precedente con CATTIVA COMPAGNIA (da Bad Co of course). Altri nomi a cui ho pensato in passato: I GIUSTIZIERI DELLA NOTTE (© Picca) (da Death Wish II of course), MATILDE SULLE COLLINE (Mott The Hoople of course), NOT THE HOOPLE (tributo ai Mott appunto), LA DITTA (dai Firm of course), PAGINA VALSECCHIA (da Coverdale Page, anche se il cognome Page deriva dalla parola italiana “Paggio” e la “valle” (Dale) del cognome di David è bagnata dal fiume “Cover” e non dal Secchia, fiume reggiano), TIRELLI TERENZIANI & MORSELLI (da Emerson Lake & Palmer), RE ARPISTA & GIACOMINO PAGGIO (da Roy Harper & Jimmy Page).
Venerdì sera sono allo Stones Café a vedere gli Sticchi (Gli Sticky Fingers Lts insomma) ma l’impianto ha un problema, così ceno, mi guardo qualche pezzo ma poi getto la spugna, il fastidio alle orecchie è davvero tanto. Strano, lo Stones Café di solito è sinonimo di eccellenza.
Torno a vederli mercoledì sera alla Bottega dei Briganti di Mountcabbage (Montecavolo insomma)… prima di arrivare sulla sinistra c’è una fabbrica con di fianco all’entrata una statua di padre pio alta alcuni metri. Scuota la testa, I throw a madonna e proseguo.
Ci sediamo al tavolo esattamente sotto al palco. Ceniamo mentre il mio blues brother Lorenz, il Rock Derringer di Vignola, viene al tavolo a chiacchierare e a farmi toccare con mano la Telecaster che ha comprato a Londra qualche mese fa.
Siamo due Gibsoniani, è vero, ma è proprio splendida. Lorenz si mette a prendere in giro gli shredder, quei chitarristi che puntano tutto su tecnica, velocità e posizioni impossibili…
Spesso, a mio avviso, sono quei musicisti che stanno uccidendo la musica. Ha ragione Picca: “sì, andiamo a vederli nei loro concerti, showcase o clinic, diciamo che sono bravissimi, poi torniamo a casa ad ascoltare Battisti e i Rolling Stones”. Già. Meglio berci sopra una weiss.

Tim – waiting for the show – Sticky Fingers Ltd alla Bottega Dei Briganti aprile 2016 – Foto Saura T.
Lo spettacolo è assai gradevole. Io e la groupie ci divertiamo. Qualche pezzo originale e diverse cover, tra cui WHOLE LOTTA LOVE, HEARTBREAKER e ROCK AND ROLL. Scherzo con Jaypee (al basso) e gli do io gli stacchi. Flash (alla batteria) prima di iniziare i pezzi dei LZ mi chiede scusa per eventuali sbavature. Per la gente della zona ormai quelli sono pezzi “miei”. Ah, se solo mi arrivassero i diritti d’autore.
Al lavoro le cose vanno avanti, è sempre difficile essere un titolare in questi anni, le insicurezze che ti regala il periodo non sono piacevoli, ma se non altro si procede. Cerco di cementare il rapporto con la Kerlit, la valchiria che ho per socia, e di gestire le piccole paure che arrivano quando dobbiamo prendere certe decisioni. Quando la calma lo permette, lavoro infilandomi le cuffiette e ascoltando i video di ASMR. Fino a qualche mese fa ero un fan esclusivamente di DianaDew, ma è un po’ che Diana sembra sparita, così mi appoggio al canale CosmicTingles.
Secondo Wikipedia ASMR sta per “risposta autonoma del meridiano sensoriale, è un neologismo per indicare una piacevole sensazione di formicolio al cuoio capelluto, lungo la schiena o sulle spalle di solito accompagnato da uno stato di completo rilassamento mentale di chi la sperimenta. Essa è suscitata da diversi stimoli, cerebrali (pensieri o idee) visivi, uditivi o tattili, percepiti da un soggetto in maniera sia attiva che passiva”
Ne abbiamo già parlato qui sul blog.
Tra una “seduta” di ASMR e l’altra faccio una salto al supermercato vicino all’ufficio, compro un panino e poco altro, il totale dà l’esatta cifra del mio essere uomo di blues…
Per lenire il tutto, in pausa mi faccio una passeggiata nel parco che ho nei paraggi, ho le cuffiette …in rotazione casuale WHO, BILLY JOEL, PHYSICAL GRAFFITI…la canzone potrà anche essere finita ma il sentimento di questa mezz’oretta è peaceful & easy
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Alla Domus Saurea non essendoci più Pato, Palmiro ha un gran bel da fare per tenere a bada i quattro gatti forestieri che girano intorno a quello che il diavoletto nero della Tasmania pensa sia il suo territorio…
verso sera è sfinito e bisogna prenderlo in braccio per portarlo in casa…
Venerdì mattina Stonecity bound sento che RADIO CAPITAL, durante il programma LATERAL di LUCA BOTTURA, passa FRIENDS dei LED ZEPPELIN, ma per quanto io segua con piacere il giornalista bolognese, stamattina col sole di aprile che scalda la campagna ho bisogna di musica che non provenga dalla radio, così infilo nel lettore IV dei MAHOGANY RUSH. Al di là delle sue influenze chiarissime del chitarrista che compromettono un po’ l’ascolto, quando arrivano certi pezzi come IT’S BEGUN TO RAIN il gruppo mi permette di raggiungere le profondità cosmiche più inaccessibili e così inizio a pregare uno degli Dei, FRANK MARINO appunto.
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Stamattina lodo lui, stasera, con gli illuminati, davanti all’Abbazia di Thelema di Ninentyland, loderemo il re di tutti gli dei: il Dark Lord. E così sia.
Un trascinante blues Tim , più Tea For One che Sibly .
Scusa la mia ignoranza , ma non ero mai riuscito a scoprire il nome e l’autore dell’ intro di Closer durante i concerti dei FIRM .Ottima la prova playback di Saura .
Comunque quel libro che sta leggendo mi ha riportato in mente due libri pubblicati in quello stesso periodo (1973/75) scritti da Solženicyn , Arcipelago Gulag e il ruffiano Discorsi Americani . Non riuscirei mai a rileggerli .
I testi di Plant , non mi hanno mai interessato , ma pensandoci bene ci sono tanti pezzi con titoli incomprensibili o che comunque non hanno nulla a che vedere col testo . Ho rivalutato quello di Carouselambra (dedicata a Page?) .. ma il titolo .. sarebbe una sorta di carosello ?
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Io ho sempre amato i led zeppelin per quello che sentivano le mie orecchie
dato che a 17 anni non sapevo una parola di inglese.
Quando ho iniziato a praticare la lingua inglese da autodidatta, mi sono
preso la briga di leggere i testi di plant.
E le traduzioni dei vari libri che avevo sui led zep mi indussero a pensare
che in gran parte non valevano la fatica di interpretarli.
Trovarci poi significati o messaggi poi…..
E’ chiaro che plant ha attinto molto dai testi del blues o si é rifatto a ricordi
di storia antica inglese o delle letture del signore degli anelli.
Qualcosa di buono avra’ anche scritto……..
Saurez in francese vuol dire sarete ed é un verbo.
Leggo che sarebbe stato un errore……
Leggo anche che in spagnolo indicherebbe il termine festa.
Insomma da 45 anni ascolto i led zeppelin e mi piace alla pazzia come canta
Plant …..ma ancora adesso non capisco molto il senso di quello che dice.
Si’, sono un sumarnaz………………….
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