Con più si legge Buzzati con più ci si rende conto di che razza di scrittore sopraffino sia stato. Fosse uscito oggi questo libro sarebbe stato catalogato nel genere fantasy e, per quanto il genere in questione non faccia per me, ritengo che sia un’altra grande opera di Buzzati. Qualcuno ha scritto che il romanzo ha una vena dickensiana, il che è indubbio, Sebastiano Procolo non è distante, nei modi e nei sentimenti, da Ebenezer Scrooge e il finale della storia, sebbene non esattamente a lieto fine, può in qualche modo fare il verso al breve romanzo di Dickens. Uniamo a questo l’aspetto fantastico che pervade entrambe le storie e le connessioni tra le due opere diventano diverse.
Il libro è ovviamente anche una riflessione sulla visione poco illuminata e antropocentrica dell’uomo nei confronti della natura. La scrittura di Buzzati è come sempre superba. Un altalenarsi tra l’ innata e leggera eleganza dell’autore e la visione pesante e di tenebra che non si può non avere quando si contempla questo povero mondo.
La ristampa è semplice ma ben fatta. Bello il gioco della doppia copertina. Mondadori, Oscar Moderni, 12 euro.
SINOSSI:
Un romanzo che fonde fiaba e realismo
Il vecchio colonnello Sebastiano Procolo ha ricevuto in eredità un bosco di abeti secolari, ma vorrebbe impadronirsi dei possedimenti che sono toccati a suo nipote Benvenuto, un ragazzo orfano. Ma ecco che entrano in scena,accanto ai protagonisti umani, esseri magici e fantastici: il vento Matteo, complice del vecchio colonnello, e i geni del bosco, pronti a soccorrere Benvenuto. E, come è giusto che avvenga in una narrazione che ha i toni della fiaba, non manca il lieto fine.
* Al pari delle altre opere di Dino Buzzati (1906-1972) Il segreto del Bosco Vecchio intreccia con felice naturalezza elementi realistici e fantastici, in una narrazione che è sempre piana e scorrevole.
Attraverso il fantastico problematiche molto attuali
* In quanto romanzo fantastico, Il segreto del Bosco Vecchio si colloca in una linea di continuità con le fiabe, risultando dunque vicino al gusto dei ragazzi.
* Sviluppa anche le attuali problematiche di ordine ecologico. Sebastiano Procolo rappresenta una metafora dell’atteggiamento distruttivo dell’uomo nei confronti della natura.
* Emblematica è anche la figura di Benvenuto, che vive le emozioni e i problemi tipici del passaggio dall’infanzia all’adolescenza, e che verifica quanto sia importante la solidarietà e l’appoggio degli amici per superare i momenti più difficili.
* L’intento morale del romanzo è evidente, ma non appesantisce mai la narrazione perché si stempera nel sorriso e nell’ironia.
Oltre al libro, mi è piaciuto anche il film di Ermanno Olmi del 1993 con Paolo Villaggio, in uno dei suoi rari ruoli “seri” (ma ogni tanto gli scappa qualche espressione da Fantozzi, è più forte di lui). Ciao!
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Parola di Aria di bosco ! È stupendo 😊
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