Rick Wakeman cala in Italia anche quest’anno e Saura naturalmente scalpita. Le date sono due, Trento e Udine, un mercoledì e un giovedì. Per Trento si organizza con una amica, tutto si svolge bene, incontra Rick “solo” nel dopo concerto quando il gigante di Perivale si ferma con i fan e poi torna a casa. Giovedì mattina si alza con comodo e mi chiama. Io sono in ufficio indaffarato. Cerco di convincerla di non andare anche a Udine.
“Insomma” le dico “lo abbiamo già visto più volte in versione Piano Solo, lo hai già visto in Inghilterra con la band, lo abbiamo visto alla O2 Arena di Londra con l’orchestra, lo hai visto ieri…accontentati”
Questa è una scenetta che si svolge ormai da mesi, so che la groupie non molla l’osso così gioco la carta del senso di colpa:
“Senti, sono due anni che io in primavera vorrei farmi una settimanina in un posto esotico, l’anno scorso nisba perchè in giugno siamo andati a Londra a vedere Wakeman, quest’anno idem perché in marzo andremo all’Hammersmith Odeon a vedere Anderson, Rabin e Wakeman e ora vuoi che si vada in giornata a Udine per rivedere Rick…non ti sembra di esagerare?”
“Ma sono gli ultimi anni, sono musicisti di una certa età, avremo tempo per andare in Costa Rica…, e poi posso andare a Udine anche da sola”
“Primo: da sola non ti lascio andare, secondo: dimentichi che sono un uomo di una (in)certa età anche io. Vorrei farmi qualche giretto finché sono più o meno in forma e giovane (ehm…)…e poi dai, Udine in giornata è una pazzia, è una sfacchinata, si tornerebbe tardissimo, domattina dovrò essere in ufficio… “
“Sì lo so, però tu faresti lo stesso per Jimmy Page…”
Silenzio.
Ho una socia comprensiva, mi prendo il pomeriggio. Esco dall’ufficio di corsa, dopo circa un’ ora arrivo alla Domus Saurea, una doccia, una pasta e via, direzione Udine. La Sigismonda (la mildly blues mobile insomma) rolla placida sulla A1 e quindi sulla Bologna – Padova. Poi la Milano – Venezia e quindi sempre più su. Una volta lasciato il Veneto il paesaggio sa di Deserto dei Tartari o comunque di Mitteleuropa. Poco dopo le 18,30 siamo a Udine, guardo il contachilometri parziale: 336.
Ci aggiriamo nei pressi del Teatro Nuovo, c’è una sibiola* mica da ridere così ci rifugiamo in biglietteria. Siamo in contatto con Claudio, il promoter, da lì a poco dovrebbero arrivare. Nel frattempo si materializza anche Umberto, un nostro amico bolognese super fan degli Yes. Sta passando un periodo difficile, lo abbraccio con affetto.
Verso le 19,30 attraversiamo l’entrata riservata agli artisti insieme a Claudio, Paolo e Paolo, lo staff italiano di RW. Vediamo di sfuggita Rick che si fionda sul palco a provare il piano a coda che userà stasera. Torna dopo pochissimi minuti, d’altra parte ha un piano anche nel camerino per esercitarsi. Claudio chiede a Rick se si ricorda di noi, e il biondo di Perivale è così gentile da esclamare “Sure!”. Non so se sia vero, certo ci ha già visto diverse volte, siamo già stati back stage insieme a lui però, chissà. Lo lasciamo in pace nel suo camerino; Rick si esercita al piano mentre io Claudio e Paolo (il dottore di Rick) chiacchieriamo amabilmente.
Poi Rick si affaccia nel camerino dove siamo noi e iniziamo a conversare. Finisco anche stavolta a parlare di calcio. Rick è un appassionato, lo si capisce da come ne parla. Il Brentford (che milita in Championship, la serie B inglese) è la sua squadra del cuore, insieme al Manchester City. Parliamo delle sue due squadre, della mia (la beneamata insomma), di Mancini, Conte, De Boer, Guardiola. Mi piace parlare di football col vecchio Rick. Gli chiedo se posso scattargli una foto insieme a Saura, lui sa che è una sua fan scatenata e accetta di buon grado.
Saura ha in mano un vecchio libro su RW, lui lo prende e, prima di autografarlo (“to Saura, lots of love, RW”), riguarda divertito certe foto. Una lo ritrae in mutande al pianoforte e dice “10 minuti dopo questo scatto fui arrestato, allora ero davvero un bad boy”. Poi ci racconta di quando fu arrestato a Leningrado nel 1982 e aggiunge “sono fortunato ad esserne uscito.”
Poi ci scattiamo una foto insieme. Lo ringrazio molto per la sua disponibilità. E’ una cosa che mi colpisce ogni volta, non delude mai nessuno, è sempre (sempre!) pronto ad accontentare i fan.
Sono ormai le 21. Qualcuno viene ad avvisare che tra 5 minuti si va in scena. Rick ci saluta “meglio che vada a lavorare adesso!”. Io e Saura prendiamo i nostri posti nel teatro. Ci sono più di 400 persone, il colpo d’occhio non è niente male. Questa è la quarta volta che vedo il suo spettacolo Piano Solo, pensavo di annoiarmi, ed invece me lo godo tutto.
Ci sono momenti in cui la sua performance è strabiliante. Il medley di 3 delle 6 mogli, il medley di Re Artu’ e Viaggio Al Centro Della Terra contengono momenti pianistici di una bellezza, di un virtuosismo, di un fascino incredibili. Mentre lo guardo suonare nel silenzio assoluto del teatro, elaboro il fatto che Wakeman è il musicista più bravo che io abbia mai visto dal vivo. Sono un Emersoniano, non è facile arrivare a questa conclusione, ma il talento pianistico di Rick mi tocca profondamente. Mi piace perché mette il suo virtuosismo al servizio della musica, non se la tira, non fa scena, ma – ripeto – suona come non ho mai visto suonare nessuno.
Lo show dura poco più di un’ora e mezza. Wakeman riceve applausi fortissimi. Alla fine la standing ovation esplode in modo naturale. Che musicista ragazzi. Ci riversiamo nel foyer, alcune decine di fan rimangono ad aspettarlo. Poco dopo si presenta. Ha un momento per tutti. Che rockstar disponibile e paziente che è!
Mentre ci dirigiamo all’uscita gli dico: “Complimenti Rick, hai suonato magnificamente. Non lo dico tanto per dire né per compiacerti, ma sei stato bravissimo”.“Grazie, sei molto gentile. Sai una cosa? Sto diventando vecchio. Dopo i concerti sono stanchissimo”.
Andiamo a mangiare qualcosa in un ristorante lì vicino. Con Claudio ci scambiamo storielle Rock, è sempre molto interessante confrontarsi con lui.
Essere a cena con RW fa sempre effetto. Non è la prima volta, però – per quanto lui sia affabile, disponibile e gentile – quando elabori il fatto ti viene da scuotere la testa e dire “ma pensa un po’!”
Usciamo dal ristorante. Salutiamo tutti, per ultimo Rick. “Arrivederci Rick, ci vediamo all’Hammersmith Odeon, tra poco più di un mese”.
“Verrete anche là? Siete pazzi. Vedremo di prenderci cura di voi. Ci vediamo presto allora”.
Usciamo da Udine e iniziamo la rotta sulle autostrade. Sulla Padova-Bologna do il cambio a Saura. Lei si adagia sul sedile (riscaldato) e si appisola. La guardo dormire beata. Un’altra serata memorabile passata insieme a RW. E’ una fan fortunata, poter seguire (e in qualche modo frequentare) la sua rockstar preferita con questa frequenza non è da tutti. Io ne so qualcosa.
Arrivati alla Domus Saura, una doccia, un thè, qualche coccola a Palmiro. Ci infiliamo sotto le coperte; sono 4,30. Tra 3 ore la sveglia. Va beh, che importa, d’altra parte come dice Pike, is just anothe Tale From Massenzatic Oceans.
* (in reggiano-modenese: vento freddo)
Complimenti, in effetti poter cenare con la propria rock star preferita non è cosa da poco.
Potessi scegliere, io andrei a mangiare una pizza con Klaus Maine degli Scorpions, poi con John Paul Jones ed, infine, con Battiato. Anche se pensandoci bene non so se riuscirei a reggere una discussione con Battiato, dovrei studiare un po’ di filosofia orientale, diciamo che tra quattro o cinque anni, dedicandomi esclusivamente a quello, potrei essere pronto.
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