Weekend novembrini passati in casa; il tempo non invoglia ad uscire: cieli grigi, pioggia di piccola/media intensità più o meno costante, foglie impregnate d’acqua su strade e cortili, la campagna che sonnecchia indolente sotto un panno inzuppato d’autunno. Brian avrebbe guardato fuori dalla finestra, avrebbe contemplato la giornata di questa domenica di fine novembre e avrebbe esclamalato “stagiunàsa mèrsa” … stagionaccia marcia, tipica espressione emiliana di una generazione che fu.
Per curiosità do un’occhiata a cosa scrissi in un novembre passato per capire se tendo a ripetere me stesso; è così, non c’è dubbio, ma in fondo chi non lo fa?
Con questo tempo anche Palmiro tende a preferire il tepore della casa. Va fuori, fa un giro intorno alla casa e, una volta capito che è uno di quei giorni in cui ci bagna il pelo, torna davanti alla porta d’ingresso sino a che non lo facciamo rientrare. Si scalda qualche minuto davanti alla stufa e poi viene a riposare su di me, che sono lì che mi guardo un film.
Dopo poco lo vedo agitarsi nel sonno, sta senza dubbio sognando le giornate di sole e la caccia alla talpa nei prati di erba spagna che tanto gli piace …
Serie TV: “Glacé” (Francia 2017 – Netflix 2018) – TTTT
Attratto dalle scenografie dove c’è ghiaccio e neve, mi guardo uno sceneggiato TV francese in sei puntate tratto dal romanzo omonimo del 2011 di Bernard Minier. Thriller ambientato sui Pirenei francesi innevati. Lo consiglio.
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Film: “Downsizing” (Usa – 2017 – 20th Century Fox) – TTTT
Dragando le offerte di Sky scovo un film che non ha ricevuto critiche entusiastiche ma che a me è piaciuto davvero un sacco. In un periodo come questo penso sia una pellicola che andrebbe vista. La colonna sonora gioca su un grappolo di note tratte senza dubbio da quella di Prometheus (il prequel di Alien). Ne suggerisco la visione.
Regia di Alexander Payne. Un film con Matt Damon, Christoph Waltz, Chau Hong, Jason Sudeikis, Kristen Wiig, Neil Patrick Harris. Cast completoTitolo originale: Downsizing. Genere Commedia, Drammatico – USA, 2017, durata 140 minuti. Uscita cinema giovedì 25 gennaio 2018 distribuito da 20th Century Fox.
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The Champions …
Qualche sera fa torno a casa con l’umore sghembo, è un po’ che per motivi professionali tendo al buio pesto. Prima di mettermi a tavola sento la pollastrella che mi chiede: “Tyrrell, abbiamo impegni l’11 dicembre? Spero di no…”.
“Non ci sarà mica di nuovo Rick Wakeman in Italia eh?” le faccio, poi mi accorgo che sotto il piatto c’è una busta. La apro è vi trovo due biglietti per la partita di Champions League, Inter – PSV Eindhoven.
“E’ che stai passando un periodo un po’ complicato così ho pensato di farti un regalo”.
Io e lei a San Siro in un martedì sera di dicembre. Per me non c’è nulla di più romantico.
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All Along The Savignano Tower – Fulvio Feliciano al Bar Perla Verde (Jimi Hendrix Night)
Il Bar Perla Verde di Savignano Sul Panaro è uno dei miei localini preferiti: musica che mi si confà, atmosfera giusta, bel feeling con Alda, la titolare. Dista dalla Domus Saurea 50/60 km, e a volte il venerdì sera per trovare la spinta di spingersi a ridosso delle campagne bolognesi ci vuole tanto, troppo coraggio. Stavolta comunque sia ci mettiamo in moto. Feliciano è un nome noto, basta cercare in rete per capire che il ragazzo ne vive di avventure musicali.
Il set è tirato seppur morbido nell’approccio. Il brani di Hendrix si susseguono, chiudo gli occhi e mi chiedo cosa deve essere stato vedere Jimi dal vivo negli anni che vanno dal 1966 al 1970. Sorseggio la mia birra artigianale, penso al rock, ai musicisti che suonano magari senza troppe gratificazioni, a chi – come me – scrive canzoni e le deve lasciare dentro ai cassetti. Prima di immalinconirmi mi alzo in piedi, lo show è ormai alla fine. Abbraccio Alda, Simone Galassi (altro guitar hero hendrixiano/gallagheriano della zona) e mi infilo nella blues mobile. Lascio guidare la pollastrella. Poco dopo essere entrati nella Regium Lepidi county la vedo stanca. La faccio accostare, meglio che guidi io sino a casa. Scendo dalla macchina in uno di quei luoghi sospesi nel tempo fatti di costruzioni ormai obsolete che oggi hanno un che di pauroso, tipo le vecchie colonie dismesse sulla riviera adriatica, quelle di cui ogni estate compaiono qui sul blog.
Percorro gli ultimi chilometri della black country reggiana e quindi arrivo nelle terre elettriche della pollastrella. Un’altra serata spesa a rincorrere i vecchi fantasmi del rock.
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Pussycat
Continua la fase d’amore con Strichetto, la gattina che si è accasata da noi diversi mesi fa. Pur essendo una micetta per certi versi problematica (aver passato i primi mesi in balìa di figlie piccole senza controllo di nostri vicini -un po’ particolari- la hanno resa isterica), non ci ha messo tanto ad eleggere la Domus Saurea porto sicuro e a scegliere me e la pollastrella come umani di riferimento.
E’ indubbio che mi vede come un umano che le vuole bene, mi segue, fissa attentamente le cose che faccio, mi cerca, mi chiama, ma è ancora riluttante ad essere presa in braccio troppo spesso, sebbene ogni tanto si appisoli su di me…
E’ davvero curioso sorprenderla ad osservarmi mentre, che so, piego un maglione, metto sul piatto un LP, suono la chitarra. Sembra proprio che giunga alle stesse conclusioni di Buck e Zanna Bianca: questi umani riescono a piegare gli oggetti al loro volere, devono essere dei. L’altra mattina stavo facendo colazione e lei se ne stava lì immobile a guardarmi. Le chiedevo cosa stava pensando, ma lei continuava a tenere lo sguardo fisso su di me. Il suo cervellino sembrava lavorare alacremente per cercare di elaborare la propria condizione di felino e il proprio rapporto con un essere umano. Si fa delle domande mica da ridere la mia gattina.
Sono ancora in pensiero per la zampina posteriore dolorante. Sono ormai 20 giorni che si è fatta male, ma ancora zoppica.
Cerco di tenerla in casa il più possibile (soprattutto la notte), ma ogni tanto una sgambata gliela lascio fare.
So che ormai parlo troppo di lei qui sul blog, che Palmiro è un po’ geloso, ma sono innamorato, uso le palabras de amor quando mi confronto con lei: “unico amore della mia vita … nocciolina … stricchi … pipi… sgabagigia …” arrivo ad usare sillabe messe insieme a casaccio mentre la bacio su quella testolina vuota … a volte Saura mi sorprende, le scappa da ridere e se ne va scuotendo la testa. An s’è mai vest Johnny Winter d’vintèr maat per ‘na gatèina. … non si è mai visto Johnny Winter diventare matto per una gattina.
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Standing at the crossroads
In pausa pranzo ogni tanto faccio qualche camminata; arrivo sino al Parco Ducale di Stonecity. Ogni volta che giungo davanti all’incrocio dei sentierini mi inginocchio ad aspettare Baron Samedi; visto che non arriva mai dopo un po’ mi rimetto in moto e torno verso l’ufficio canticchiando un vecchio blues di Roberto di Giovanni.
… Asked the Dark Lord above «Have mercy, now save poor Tim, if you please».
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Hometown blues
Almeno una volta al mese, il sabato mattina, faccio un salto nel mio paesello natio. Colazione al Bar Pasticceria Malaguti del mio amico Stefano e poi passeggiata per il centro storico. Mi soffermo davanti alla sala civica Eliseo Zoboli, ne leggo la targa e una volta di più mi sento orgoglioso della tradizione democratica e progressista del mio paese e contento di vedere che, nonostante il declino intellettuale e l’imbarbarimento della nazione, ci siano ancora alcune isole dove l’umanesimo, il sapere e la solidarietà sono valori aggreganti e fondanti.
Rivolgo lo sguardo alla Torre dell’Orologio (alias Torre dei Modenesi) …
poi qualche passo più avanti, da via Maestra del Castello, osservo l’Abbazia, finalmente di nuovo accessibile dopo i lungi lavori dovuti ai danni del terremoto.
In Piazza Caduti Partigiani le do un ultimo sguardo, benché sia ateo e anticlericale, l’Abbazia mi infonde nel cuore sempre un sentimento tenero, riflessi della mia infanzia che mi tengono legato a questo piccolo borgo.
Prima di tornare nel posto in cui vivo ora, costeggio il giardino comunale Perla Verde (già Giardino Salimbeni). Dietro le foglie ingiallite si erge la Rocca (alias Torre dei Bolognesi). Un ultimo riflessione sul mio carattere saturnino, sulla malinconia e nostalgia che da sempre mi accompagnano e salgo in macchina.
Prima di lasciare il paese mi fermo all’edicola del mio amico Robby. Mi compro le ristampe della De Agostini di un disco del Queen e di Pino Daniele. Tutta roba che ho già sia in vinile che in cd, ma capisco che sono contentini per l’animo un po’ perso di un vecchio amante e sostenitore della musica rock che si sente spaesato nel panorama musicale odierno.
Guardo ancora una volta la vecchia Stazione dei Treni sul cui viale l’edicola è posizionata, è lì che sono nato il solstizio d’inverno di tanti anni fa, poi prima di affogare nel passato accendo la macchina e parto.
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Gnocchetti alla Domus
Mentre cerco di guardarmi l’anticipo delle 12:30 su DAZN maledicendo lo streaming ballerino che mi costringe a dividermi tra schermo del PC e il tablet …
penso alla pollastrella di là in cucina che fa i gnocchetti. Motociclista, bassista, tastierista, mandolinista, donna al passo coi tempi e al contempo capace di tenere in vita tradizioni emiliane patrimonio dell’umanità. Scomoda la Saura.
Alla Fiera del Disco di saliceta San Giuliano con Sir Lyson.
Un sabato pomeriggio passato col mio amico Liso alla Fiera del Disco di Mutina. Un primo giro per rendersi conto dei banchetti interessanti e poi via agli acquisti. Mi interrogo sul fatto che ormai mi attraggono unicamente le nuove ristampe di vinili.
Argomento già affrontato sul blog, con tanto di critiche ricevute, ma non riesco a fare altrimenti. Non troppo tempo fa ho acquistato in internet due LP usati di Jerry Lacroix, cantante musicista degli Edgar Winter’s White Trash che adoro; oggi mi sono pentito dell’acquisto. Julia – come ripeto di frequente – diceva che sono sempre alla ricerca del bello, evidentemente anche nella musica è così. Una ossessione per gli oggetti nella loro forma ideale, verginale. Per fortuna che Liso la pensa come me così non mi sento un alieno tra tanti appassionati di vecchi vinili pieni di storia e di storie. Discorrendo con lui vedo che ci accomuna anche il fastidio del nome DeAgostini ad esempio che compare nel retrocopertina degli LP presi in edicola. Possibile che per gente come noi sia sempre così complicato godersi certi oggetti?
Prima di andare ci fermiamo a bere qualcosa nel bar della polisportiva. Quattro chiacchiere tra amici in un ambiente che ci riporta indietro nel tempo, poco distante tavolini di vecchi uomini intenti a giocare a carte.
Un abbraccio, un saluto e ognuno torna ai suoi impicci prefestivi.
Tornato a casa do alla pollastrella il vinile che ho comprato per lei e rimiro i miei. Mi chiedo solo che senso abbia ripubblicare un vinile uscito a suo tempo singolo in edizione a 2 LP (mi riferisco al 3° di Peter Gabriel). Capisco che con meno canzoni ci sono su di un lato più la qualità ne guadagna, ma girare lato ogni due pezzi è una tale scocciatura che mi pare una follia questa nuova moda.
Venerdì nero.
Per un momento mi lascio prendere dalla fustinella del black friday. Mi arrivano parecchie email che lo pubblicizzano … vado sul sito della Feltrinelli e guardo lo sconto sui vinili, vado su Amazon e valuto le offerte, vado sul sito di Mediaworl e penso a cambiare cellulino, vado sul sito dell’Adidas (ho una mezza fissazione per questo marchio, quasi unicamente per gli articoli di foggia vintage), scovo delle scarpe invernali che mi piacciono, le metto nel carrello, lo sconto è del 30%, mica male mi dico, ma prima di cliccare su “procedi all’acquisto”, tentenno, rifletto, desisto.
Pur ribadendo la mia condizione di uomo che vive nel mondo occidentale, a volte evito di farmi prendere da questa frenesia consumistica, da questo tourbillon di stampo principalmente americano. Quando ci riesco sono contento.
I pranzi da Lucia
La madre della pollastrella ogni tanto ci invita a pranzo e ogni volta mi sembra di entrare nel cuore stesso dell’Emilia, questa terra che mi ha generato e a cui sono tanto legato (seppur il mio essere sia fieramente scevro da qualsivoglia campanilismo).
Cappelletti in brodo, arrosto di vitello, coniglio, salsa fatta in casa, lambrusco, zuppa inglese. Nel mio piccolo cerco di essere eticamente corretto nel consumo di cibo, il pianeta non potrà sopportare a lungo la sconsiderata abbuffata di carne a cui la maggior parte degli umani anela (per tacere dei diritti degli animali e della salute stessa degli uomini), ma questi pranzi tradizionali a casa della Lucy mi rimettono in pace con il mondo. I love you Emily.
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cc
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L’amore per i felini regna sovrano nel blog.
E pure a casa mia .
Mentre scrivo Spritz si lamenta perchè vuole essere messa a dormire.
Spiegatemi perché gli egizi adoravano i gatti.
Ci devono essere buone ragioni.
In qualche posto sul Panaro, probabile Savignano, vidi Noel Redding negli anni
novanta con un gruppo svizzero proto-experience.
Amo molto Hendrix ma le continue uscite di materiale nuovo che poi é vecchio
mi hanno spossato.
Adoro le fiere del disco anche se ormai vado solo a quelle di bologna.
Zaino munito.
Raggiunto sempre da un amico di napoli campione del prog.
Un tempo a modena facevano fiere bellissime.
Nonantola é ormai un locus zepelinianus a tutti gli effetti.
Il Vox é ancora attivo ?
Ricordo tanti anni fa un concerto di Paul Rodgers.
Arrivammo da bologna ma era stato annullato.
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