Qualche mese fa finii le mie riflessioni de La Costola di Adamo con queste parole:“Polbi mi ha detto che dal terzo romanzo il blues prende il sopravvento, le indagini scivolano quasi in secondo piano e l’animo tenebroso, ferito e acciaccato di Rocco diventa il protagonista. Non vedo l’ora di buttarmici sopra, ma temo passerà un po’ visto che ho iniziato da poco Anna Karenina di Tolstoj nella nuova traduzione di Gianlorenzo Pacini (Universale Economica Feltrinelli), e immagino che impiegherò un po’ a dipanare le 1100 pagine del libro.”
Finalmente sono riuscito a leggere Non E’ Stagione, questo grazie a qualche giorno di ferie che pensavo quest’anno di saltare (visto il nuovo lavoro). Devo dire che è un altro capitolo di valore, e che il nostro Polbi (Paolo Barone insomma) aveva ragione. Il noir si dipana tra le sensazioni d’animo e il trascinarsi del protagonista. Un personaggio che mi piace sempre molto, un uomo di blues alla romana, ferito e morso dalla vita ma che tutto sommato non si arrende mai. La trasposizione fiction TV è fatta bene, ma si prende libertà che lasciano un po’ confusi, e non tratta una parte fondamentale del finale.
Un altra bel libro, un’altra bella storia del vicequestore Rocco Schiavone
Sinossi
https://sellerio.it/it/catalogo/Non-Stagione/Manzini/7963
Dopo Pista nera e La costola di Adamo ritorna il vicequestore Rocco Schiavone. Torna il racconto dell’Italia di oggi dalle quattro pareti di una questura di montagna. Tra nordici e meridionali, cittadini e paesani, vittime e carnefici. Una rilettura della tradizione del giallo all’italiana, capace di coniugare crimine e passione, lo sguardo più dolente e la risata più sfrontata.
«Antonio Manzini disegna un personaggio straordinario» (Andrea Camilleri).
«Una volta ogni tanto, poteva anche sorridere. La vita poteva anche sorridere. E Rocco lo fece alzando la testa al cielo».
C’è un’azione parallela, in questa inchiesta del vicequestore Rocco Schiavone, che affianca la storia principale. È perché il passato dell’ispido poliziotto è segnato da una zona oscura e si ripresenta a ogni richiamo. Come un debito non riscattato. Come una ferita condannata a riaprirsi. E anche quando un’indagine che lo accora gli fa sentire il palpito di una vita salvata, da quel fondo mai scandagliato c’è uno spettro che spunta a ricordargli che a Rocco Schiavone la vita non può sorridere.
I Berguet, ricca famiglia di industriali valdostani, hanno un segreto, Rocco Schiavone lo intuisce per caso. Gli sembra di avvertire nei precordi un grido disperato. È scomparsa Chiara Berguet, figlia di famiglia, studentessa molto popolare tra i coetanei. Inizia così per il vicequestore una partita giocata su più tavoli: scoprire cosa si cela dietro la facciata irreprensibile di un ambiente privilegiato, sfidare il tempo in una corsa per la vita, illuminare l’area grigia dove il racket e gli affari si incontrano. Intanto cade la neve ad Aosta, ed è maggio: un fuori stagione che nutre il malumore di Rocco. E come venuta da quell’umor nero, un’ombra lo insegue per colpirlo dove è più doloroso.
Il terzo romanzo della serie di Rocco Schiavone, Non è stagione, è un noir di azione. Ma è insieme il vivido ritratto di un uomo prigioniero del destino. Un personaggio tragico, complesso e consapevole.
Rocco Schiavone sul blog:
https://timtirelli.com/2019/05/16/antonio-manzini-la-costola-di-adamo-sellerio-2014-2018/
https://timtirelli.com/2019/04/21/antonio-manzini-pista-nera-sellerio-2013-2018/
8 Risposte a “Antonio Manzini “Non E’ Stagione” (Sellerio 2015/2019) –”