“Il mese di Gennaio, Ianuarius, fu introdotto nel caledario romano da Numa Pompilio nel 713 a.C. Per i romani era il mese dedicato a Giano Bifronte, patrono dei momenti di passaggio, da cui deve il nome in quanto in latino Giano si diceva Ianus da cui Ianuarius. Dal 153 a.C fu stabilito che i Consoli entrassero in carica proprio il primo giorno di Ianuarius”
Gennaio freddo qui alla Domus, in certe mattine mi sembra di essere il Dottor Zivago nel ghiaccio degli Urali, la campagna emiliana sotto zero diventa tundra e il mio animo torna a vagare senza requie nel gelo che tutto irretisce.
Tra la nebbia cammino nei campi, ad ogni passo il cric croc dell’erba,
l’aria freddissima entra nei polmoni,
i pensieri sembrano cristallizzarsi,
i blues per un istante ghiacciano e diventano nuvolette azzurre sospese a mezz’aria,
il silenzio è tratti irreale, i rumori vanno a rintanarsi chissà dove,
le idee diventano ghiaccioli conficcate nella maruga,
ed è quello in momento per rientrare in casa, una bella tazza di caffè fumante, qualche biscotto, frutta rossa e per finire una China Martini calda, nella speranza che i blues più blu vengano congelati a data da destinarsi
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NEW JOB BLUES
Gennaio mi porta una nuova avventura lavorativa, la seconda nel giro di un anno e mezzo. Già, 18 mesi fa lasciai – causa visioni ormai inconciliabili – la mia piccola azienda di Stonecity, approdai quindi su sponde che avevo già frequentato e amato in passato, sponde che causa pandemia ho dovuto abbandonare (con gran dispiacere di entrambe le parti) dopo quattordici mesi. Ed ora eccomi qui, uomo blues di una (in)certa età caduto in mare e ripescato da una intraprendente e cosmica giovane impresa, scelto per quello che sono al di là delle eventuali competenze professionali; è la prima volta che il blog, la musica Rock, la mia visione delle cose e il senso di Tim per il Blues giocano a mio favore, la prima volta che il link al blog e un video degli Equinox (inviati all’azienda – insieme al curriculum – da chi ha fatto da tramite) mi fanno guadagnare punti. La prima volta che durante i due video colloqui avuti mi è stato chiesto il titolo dell’ultimo libro letto e chi sono i 5 più importanti gruppi Rock della storia, la prima volta che – alla domanda “parlaci un po’ di te” – ho avuto la sfrontatezza e il coraggio di iniziare con “ beh, sono nato nel solstizio d’inverno di alcuni decenni fa in una vecchia stazione dei treni e questa coincidenza ha fatto di me l’uomo di blues che sono”, la prima volta che proprio questo è stato l’elemento vincente. Certo, avevo capito che i personaggi e l’azienda che avevo davanti erano fuori dall’ordinario e quindi decidere di mettere in campo la Tirellitudine è stato piuttosto naturale, ma si trattava pur sempre di un amministratore delegato, di un presidente e di un responsabile HR …
Ma il blues ha perché tutti suoi, così ora eccomi qui, in un’azienda giovane diretta verso l’iperspazio. Inutile dire che sono il più vecchio, spero non sia per questo che tutti sono così carini, gentili e pieni di premure verso di me, perché dopotutto rimango Tim Tirelli, The King Of The (Massenzatico) Blues, the one and only, baby, eccheccazzo!
DOWNTOWN BLUES
Vista la mia nuova avventura lavorativa, vivo adesso il centro di Mutina quotidianamente; in pausa pranzo mi faccio almeno mezz’ora di camminata a passo sostenuto per le vie dell’heart of the city. Riscopro odori, rumori e percorsi che avevo abbandonato dai tempi in cui mi vedevo con Julia. Scopro angoli dell’inner city con bar annesso frequentato da stranieri, piccole comunità che si esprimono in idiomi a me incomprensibili che formano un tessuto sociale arlecchino. Riscopro poi quanto io sia avulso da tanta gente con cui condivido la modenesità e perlomeno l’emilianità. Donne giovani e meno giovani che camminano sui marciapiedi del centro affiancate per due o per tre e che non accennano minimamente a spostarsi quando incrociano qualcuno che viene dalla direzione opposta. Donne vestite secondo la moda odierna che raramente appare vincente: jeans larghissimi, caviglia scoperta, sneakers, cappottazzi verdi. Purtroppo per loro a volte incontrano uomini di blues cagacazzo come me, uomini di blues che – restando correttamente sulla stessa linea di percorso e camminando da soli – non si spostano e contro cui quelle poverette finiscono poi per sbattere.
Oppure in fila davanti alla storica pizzeria da asporto di piazza Mazzini, ora gestita da asiatici. Si entra uno alla volta per pagare alla cassa. Davanti a me madre e figlia, diciamo 43 e 16 anni. Entrambe vestite secondo i dettami della moda di cui sopra e ipnotizzate dai cellulari, si parlano enfatizzando ogni sciocchezza come se si trattasse di piani quinquennali della ex Unione Sovietica. La cassa si libera, tocca a loro, ma non entrano, stanno lì a “pitugnare” (come diciamo noi a Regium Lepidi): “Di chi era il messaggio, di Giorgio?” “Sì, che sciocco” “Ma allora poi cosa facciamo stasera?”. Mi innervosisco, per fortuna si decidono ad entrare; “Allorwa – è un “allora” con molta enfasi – mi fai una marghe, una coi carciofini … Alessia, tu come le vuoi le pizzette, ai funghi? “ Alessia non risponde, sta chattando sul cellulare. Tre persone sospese ad aspettare che la principessa si degni di rispondere: il cassiere asiatico, la madre e l’uomo di blues di Villanona. Va mo là piròuna che s’te fos me fiòla per te la s’cambia!
PINTRULINA BLUES
Ci mancava solo il blues della separazione da una gatta. Martedì scorso verso sera troviamo nella cuccia che abbiamo sulla balconata (la cui scala da sul cortile) una gattina presumibilmente giovane e molto malmessa e denutrita; è spaurita, confusa, magrissima, sofferente nell’animo. La accogliamo in casa, è grande più o meno come la Minnie ma pesa meno della metà, la bilancia si ferma a 2,1 kg.
Si lascia prendere, non fa storie, è chiaro che non vedeva l’ora che qualche umano si prendesse cura di lei. Prenderla in braccio o accarezzarla fa male al cuore, è scheletrica. Le diamo una prima ciotola di cibo per gatti, non troppo, se non mangia da giorni potrebbe stare male. La puliamo con lo shampoo schiuma per animali e la riponiamo in un cartone sopra ad una coperta calda. Ci osserva con uno sguardo dolcissimo ma sempre un po’ stralunato.
Una volta calmata, esce per fare un giretto per casa, sta in piedi a stento, ma vuole capire meglio la nuova situazione. Si struscia intorno alle gambe di Saura, non la molla un attimo, deve aver scelto lei come umana di riferimento. Le diamo un po’ di latte tiepido che beve con moltissimo gusto.
Le faccio vedere dove è la lettiera e poi la rimetto nello scatolone. Spigozza (come diciamo noi da queste parti, sonnecchia insomma), si fa accarezzare, fa le fusa, poi si mette quieta. Dopo un’oretta andiamo a controllarla, lo scatoloncino è vuoto, la gattina ora è sul divano, ma da dietro ad esso sale un odorino sospetto: Pintrulina ha fatto i suoi bisognini. E via, muniti di guanti, scottex, disinfettante e quindi di straccio da lavare in terra, eccoci li – io e la pollastrella – a pulire i bisognini di questa povera micetta. Torna a girare per casa fino a che non trova la ciotola dell’acqua da cui si serve con ingordigia, era assetata la piccolina. Palmiro e la Minnie la guardano di traverso, se si avvicina le soffiano, non sono evidentemente contenti della nuova intrusa ma se non altro sembrano sopportarla.
La piccolina si adagia nella sua cuccia. Prima di andare a letto le do la buonanotte, il suo faccino imbronciato lascia trasparire molta riconoscenza.
Mi sveglio al mattino verso le 5,30, sento un rumore in cucina, è lei che mangia qualche crocchetta. Torno a letto, anche lei fa lo stesso. Verso le 6, 45 siamo tutti svegli, la piccolina mangia ancora qualcosa, va nella lettiera, fa i suoi bisogni e poi torna nella cuccia. Io e la pollastrella ci chiediamo cosa fare, se sia il caso di tenerla e di portarla dal veterinario per un controllo, o di cercare qualcuno che sia interessato a lei (visto che eventuali proprietari non si sono fatti vivi sui gruppi social della nostra zona dove abbiamo messo un annuncio di ritrovamento).
Parto per il lavoro, le accarezzo la testolina, mi guarda con adorazione. Già la sento mia. Ma poi a metà mattina mi scrive Saura: una sua parente ha appena perso una gattina e sarebbe molto interessata. Che ne penso, mi chiede … Sono d’accordo ad affidarla ad altri? Naturalmente sì, nella nostra vita insieme – vivendo in campagna – io e la pollastrella abbiamo già accolto diversi gatti e al momento ne abbiamo sei nostri e altri due randagi che si sono accasati da noi, e poi siamo certi che andrà a star bene, la parente di Saura è una amante di felini.
Verso sera la sua nuova umana viene a prenderla, la piccolina non vuole entrare nella gabbietta, si getta su Saura, non vuole lasciarla. Saura mi scrive su whatsapp, i suoi messaggi sono pieni di faccine tristi, a cui aggiungo le mie. Ci prende la tristezza dell’abbandono. Con i gatti si soffre anche quando si fanno delle buone azioni. Siamo proprio una uomo e una donna di blues. Ad ogni modo, buona vita piccolina, sei stata brava ad arrivare da noi e farti salvare.
GATTI ALLA DOMUS
La colonia felina della Domus Saurea sembra in salute. Palmiro in verità ha avuto febbre con conseguente totale apatia e, visti suoi problemi passati con la struvite, abbiamo preferito portarlo dal veterinario. Ricovero di tre giorni, esami del sangue, ecografie, iniezioni di antibiotici e antinfiammatori. Tutto è poi passato e noi ci siamo ritrovati col solito gattone al contempo affettuoso e fiero (e 250 euro in meno).
Con questo freddo i gatti stanno parecchio in casa, la convivenza non dà grandi problemi (non fosse che Palmiro ha ripreso tutte le notti, tra le 4 e le 5, a infilarsi sotto al letto e aggrapparsi al materasso in modo di svegliarci e farci alzare).
Spaventina continua a stare fuori, Raissa e Ragni escono e entrano in continuazione, Minnie preferisce rimanere in casa tutto il giorno, Palmiro esce a controllare i suoi territori e poi rincasa in fretta, Strichetto da un mese è in vacanza da un nostra amica.
I randagi Ozzy e Rossignol – Palmiro permettendo – stazionano davanti alla porta in attesa del cibo (che puntualmente gli viene servito). Insomma, solite storie di ordinaria gatteria.
FILM
LO STAGISTA INASPETTATO – (The Intern) – di Nancy Meyers (USA 2015) – TTT
Questo film l’ho guardato perché c’è in atto uno scherzo tra me e Mixi (uno dei blue boys della mia blues company), lo scherzo riguarderebbe la nuova avventura che ho iniziato e che potrebbe portarmi ad affrontare una situazione del genere. Rispetto al protagonista del film io ho un percorso e una età diversa ma ho finito con l’essere il più vecchio del grande team di persone in cui mi sono inserito.
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HELL OR HIGH WATER – di David Mackenzie (USA 2016) – TTTT
Ottimo film che descrive con autorevolezza la classica disperazione americana di provincia.
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THE RHYTHM SECTION di Reed Morano (USA 2020) – TTT+
Thriller basato sul romanzo di Mark Burnell: una donna capisce che la tragedia aereo in cui è morta la sua famiglia non è avvenuta a causa di un incidente. Non male ma la storia mi è parsa un po’ debole.
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THE MIDNIGHT SKY di (e con) George Clooney (2020 Netflix – USA) – TTT
Adattamento cinematografico del romanzo del 2016 La distanza tra le stelle (Good Morning, Midnight) scritto da Lily Brooks-Dalton. Film di fantascienza in cui si narra di cataclismi (dovuti all’uomo) che hanno reso praticamente inabitabile la terra. Un astronomo vive solo al polo sud e cerca di mettersi in contatto con una astronave di ritorno da una missione su una luna di Giove. Avrebbe tutti gli argomenti per piacermi, ma anche in questo caso il film è deboluccio.
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SERIE TV
DAMNATION di Tony Tost – (2017 Netflix USA) – TTTT
Iowa 1931, scioperi, dio, sangue e denaro con in sottofondo una colonna sonora che vira sul blues. Serie che mi è piaciuta parecchio (d’altra parte l’humus in cui è coltivata mi è storicamente molto caro).
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LUPIN di Louis Leterrier, Marcela Said, Ludovic Bernard (2021 Gaumont / Netflix) – TTT½
Assane Diop cresce all’ombra di una tragica ingiustizia vissuta dal padre, da grande non può che cercare di vendicarlo, vestendo i panni del suo eroe Arsenio Lupin, ladro gentiluomo. La serie è carina sebbene un po’ troppo pop e per questo non bisogna sottilizzare troppo.
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VECCHIE FOTO
Rispunta una vecchia foto di me stesso versione ITTOD, mi guardo, mi riconosco e sospiro.
LE VECCHIE CLASSIFICHE DEI DISCHI
Con lo sguardo come sempre fisso sullo specchietto retrovisore, contemplo la classifica USA dei singoli di 41 anni fa. Le Freak, My Life, Hold The Line, We’Ve Got Tonite, Lotta Love, New York Groove, Fat Bottomed Girls … felice di essere cresciuto con canzonette di quel tipo.
SUL PIATTO DELLA DOMUS
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CODA
Gennaio ormai è alle corde, Febbraio si avvicina, Giuseppe Conte è pronto alle dimissioni, l’Inter domina e sconfigge la Juventus e poi non riesce a vincere con l’Udinese fallendo l’aggancio al Milan, Minnie fa la pipì nel cesta dei panni appena lavati, il Covid continua a stravolgerci la vita (e a decimare una intera generazione) e il traffico pare tornato ai livelli del 2019, così a volte verrebbe voglia di mollare tutto e andare a vivere in una casetta su un’isoletta in mezzo al mare d’Islanda.
Ma poi come farei a farmi arrivare gli ordini che puntualmente faccio sul sito dell’Adidas?
Boia se è blues gennaio!
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Mi ritrovo spesso a guardare le classifiche degli anni ‘70 e puntualmente penso di essere nata nella generazione sbagliata, circondata da gente che non sa apprezzare il valore della musica (e di tanta cultura in generale) e che si accontenta di chiacchiere piuttosto vacue. Ma forse il mio compito qui è proprio quello di tenere vivo il fuoco della vera musica rock!
“The Waiting” di Tom Petty… ho i brividi solo al pensiero! Con quell’attacco in stile Byrds e una buona dose di “Southern swagger”, è una delle canzoni che preferisco in assoluto.
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Mi fa piacere leggere che ti trovi bene in questa nuova avventura lavorativa , di questi tempi non è roba da poco. Chissà , magari tra qualche mese sentirai qualcuno dei tuoi nuovi “giovani” colleghi fischiettare Radioactive o Rock ‘n’ Roll Fantasy.
E’ molto bello leggere storie a lieto fine come quella della micetta che avete soccorso , fa bene all’animo. In queste situazioni anche nella mia famiglia agiamo allo stesso modo ma purtroppo mi rendo conto di essere in minoranza. Un paio di mesi fa all’interno del rifugio dove ospitiamo numerosi cani abbiamo trovato una sorpresa : sette cuccioli incrociati maremmano. Tutti con la gastroenterite. Le autorità del comune se ne sono infiaschiate alla grande e noi dopo averli sistemati all’interno di una stanza li abbiamo portati dal veterinario che li ha messi sotto flebo. Si sono salvate solo due. Una delle quali è stata adottata presso una bella famiglia. L’altra sta con noi è si sta facendo sempre più bella.
A proposito di serie ho visto The Undoing su sky e non mi è piaciuta , nonostante la pubblicità per via delle due star presenti . Invece su netflix ho scoperto con piacere MINDHUNTER , ambientata tra il 1977 e 1979/81 (prima e seconda stagione) con alcuni bei pezzi (Psycho Killer , In The Light) nella colonna sonora.
Film …. Cinema coreano come se piovesse.
Libri … il nuovo Mereghetti del 2021 e alcune bio di musicisti (Steve Jones , Chris Frantz Pattie Boyd) tre su ebook passate da un amico (Paul Stanley , Ace Frehley e Peter Criss , da notare che dei Kiss non ho nemmeno un album .. mai avuto)
Musica .. the same old rock…
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L’altra notte ho sognato che visitavo Timtown (non so se Ninetyland o Maxentiumborough). Va da sè che l’atmosfera fosse onirica, ma sull’antica cittadina gravava una cappa di non-detto o forse di male-detto lovecraftiano…
Uno stabile di manifesta epoca medievale, al quale si accedeva scendendo qualche gradino, ospitava il parrucchiere: un bilocale in cui oltre a tagliare i capelli… si vendevano strumenti musicali! Serve specificare che tra le chitarre figurava anche una Gibson doppiomanico?
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Jackob, povero te, questo blog ti rovina anche i sogni:-) Edificio medioevale, doppiomanico …che ridere …
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Avreste dovuto vedere il posto: un paesotto da nord Italia, campo da calcio parrocchiale e trattoria col perlinato, ma una high street da villaggio inglese, con vecchie case half-timbered. Sotto la tettoia all’ingresso di un cinema-teatro dismesso un asiatico (indiano?) vendeva miele sfuso, traendolo con un mestolo dei recipienti di vetro alti più di un metro allineati alla parete…
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