Then came the first days of december

1 Dic

Non so come ma anche quest’anno è già arrivato dicembre. A furia di aspettare i weekend, le settimane, i mesi e gli anni passano a velocità strabiliante. Eccolo qui dunque my favourite month, il periodo dell’anno che preferisco; l’avvento del solstizio d’inverno e le relative festività mi scaldano sempre il cuore, mi metto a favore dell’allegra malinconia illuminata dalle lucine ad intermittenza in modo da essere più sorridente possibile.

winter-solstice-nothern-hemisphere

Ma siamo a fine anno, ad un passo dalla nuova stagione e dal ritorno del sol invictus e dunque è tempo di bilanci, faccenduola sempre delicata per me. Tirando una riga il rendiconto finale tende inevitabilmente a segnalare una perdita, non proprio un bilancio in rosso, direi piuttosto in blu, e dal blu al blues il passo è breve. Cerco quindi di distrarmi per restare su uno stato d’animo decente e mi sforzo di pensare a faccenduole positive:

AVVERTENZA:

presenza di autoreferenzialità (più o meno inconsapevole)

In the shadow

Ore 8:45, in ufficio:
GIOVANE E TALENTUOSO COLLEGA: “Eccomi qui dal numero uno…”
TIM “Ciao young man, se fossi il numero uno pensi che sarei qui?”
GIOVANE E TALENTUOSO COLLEGA:” Sì, saresti qui, è una scelta, vivi nell’ombra ma rimani il numero uno!”
Uhm, giornata risolta.
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I come to terms with the devil

Venerdì sera in Sala Blues, la sala per le riunioni informali e per il dopolavoro (vi abbiamo messo un buon impianto HI-FI); io e il presidente nonché titolare stiamo aiutando un fornitore ad appendere al muro una pesantissima vecchia lavagna (anche il boss non ha problemi a sporcarsi le mani). Mentre il montatore prende misure e installa i tasselli, il presidente dà un’occhiata ai primi LP che abbiamo portato nella sala: LZ IV, TDSOTM dei Pink Floyd, Selling England dei Genesis, Rock And Roll Animal di Lou Reed. Vi sono anche un paio di CD che ho portato per testare l’impianto quando ci è stato consegnato e montato. Uno è della Mahavishnu Orchestra, l’altro della Cattiva Compagnia, il mio vecchio gruppo. Il Titolare lo prende in mano, guarda le foto e una volta capito che è il mio disco lo infila nel lettore. Non so se sia stato perché era venerdì sera e il weekend già si affacciava davanti a noi o semplicemente perché eravamo semplicemente disposti bene, fatto sta che le mie canzoncine in quel contesto sembravano graziose e perfette per il momento. Il titolare legge i titoli, ascolta pezzetti di brani e ne rimane piacevolmente colpito, e divertito da quelli in dialetto emiliano “Sei un grande Tim, ma già lo sapevo”. Spegniamo l’impianto, solleviamo la lavagna, l’agganciamo e torniamo ai nostri impegni lavorativi.

Il mattino dopo, sabato, alle 7 sulla chat aziendale trovo un messaggio, è il presidente, scatto sull’attenti:

THE PRESIDENT: Ciao Tim! Le tue canzoni si trovano anche su qualche piattaforma in streaming? Mi hanno caricato troppo e oggi vorrei ascoltarle! Buon fine settimana.

Gli invio un wetransfer

THE PRESIDENT: Fantastico! In questo weekend uggioso e blues sarò accompagnato dai tuoi pezzi. Grazie mille.

Un po’ dopo:

THE PRESIDENT: Cazzo che tiro! Che sound Tim. Spacchi! Sono senza parole che un album così non ti abbia proiettato nel mondo della musica. Avete tutto, voi dei grandi musicisti e tu un vero creativo, un vero artista. “Vengo a patti col demonio” l’ho ascoltata 20 volte, sto tirando giù gli accordi.

Uhm, weekend risolto.
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The musketeer

Ieri sera, un martedì spompo qualunque ricevo un whatsapp:

IL CARO, CARO, CARO AMICO: Vecchio mio, il periodo è quello che è, lo sai come sto. Nel frattempo ho letto il nuovo capitolo di Aramis e mi appassiono ogni volta, trovando parte delle mie fragilità e punti di forza in comune con questa tua creatura letteraria. Come ogni vero personaggio, mi fa relazionare con lui/te e me stesso. Mi chiedo come possa un tipo come lui non superare il piccolo “tradimento“ di Michela, e aspetto di leggere i futuri sviluppi. In un momento come questo, è una delle poche letture che riesco a seguire e non è poco my friend….
TIM: Che bello leggere questi tuoi pensieri, grazie, mi fanno tanto piacere. Credo che quel tradimento abbia dato la stura a situazioni irrisolte, vuoti esistenziali, situazioni pregresse. Il povero Aramis è uno di noi … 
IL CARO, CARO, CARO AMICO: Sì. È uno di noi. Senza dubbio.

Uhm, martedì sera risolto.

◊ ◊ ◊

Ecco leggo e rileggo queste tre sciocchezze, e mi dico, beh, dai Tim, non buttarti sempre giù, qualcosa di buono devi averlo pur fatto. Per un paio di giorni mi trastullo con questo sentimento, ma poi vado alla cena di classe delle  superiori e rimango basito dalle cose che mi raccontano le mie compagne, aneddoti su di me, di come mi comportavo, di cosa dicevo e non posso che dirmi “bella testa di cazzo che ero” … e così torno a scivolare nell’oscurità.

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