Blues Deluxe

8 Mag

Ma davvero è questo che vogliamo? Uomini che decidono leggi su questioni femminili? Persone di dubbia fama, di dubbio intelletto, di dubbi valori universali messi a governare nazioni, regioni, province, città? Super manager che si rivelano tutt’altro che super messi a capo di grandi aziende, corporate, multiutility? Davvero pensiamo che la società e il pianeta stesso riescano a sostenere tutto questo? Davvero diamo retta agli economisti? Sono su questo pianeta da decenni e mi pare che questi studiosi esperti di problemi economici abbiano combinato solo disastri. Sul serio vogliamo impostare la società sui dettami che pontefici, patriarchi, dalai lama, monaci e religiosi in genere impongono ai loro fedeli? Sul serio l’invio di armi è l’unica soluzione per fermare una guerra? Chiedo per un amico … perché io non ho risposte.

Veramente vogliamo passare buona parte del nostro tempo libero a sfogliare sugli smartphone video insignificanti di sconosciuti? E’ proprio necessario vivere la vita nelle realtà virtuali dei social? No perché, tra l’altro un recente studio ha dimostrato come nella popolazione giovane si stiano alzando le percentuali di malattie di solito accostabili a chi ha una certa età … sembra che il nostro corpo inizi ad invecchiare prima a causa dello stile di vita che da qualche lustro abbiamo fatto nostro.

Davvero chi ha doti attitudinali per attività e professioni umane più in voga al momento ha il sacrosanto diritto di pretendere stipendi molto più alti e bonus di ogni genere? Stipendi che poi le aziende devono  gestire e governare e che alla fine della filiera portano agli aumenti dei prezzi di cibo, merci e beni, innescando un meccanismo infernale da cui non si riesce più ad uscire … mega compensi (sovente immeritati) per una minoranza e stipendi basilari per la grande maggioranza mentre ogni costo schizza alle stelle. E’ questa l’equazione giusta? Chiedo per un amico …

(brusio, crepitii, voci sommesse …) “eccolo qui il pippone di Tirelli che con sacerdotale gravità e solennità declama i pensieri che gli si attorcigliano alla maruga, il solito e supponente approccio ieràtico …”

Chi ha parlato? Siete voi miei lettori adorati? O forse gli amici che ogni tanto chiamo a raccolta? Non sarete mica voi mie pheeghe predilette che tanto dite di venerare il Magister Tirelli? No? E allora chi caspita … ah, enigma risolto, è stato ITTOD (uno dei tre uomini che sono), deve essere riuscito a metter fuori la testa dalle segrete del mio animo in cui lo tengo prigioniero …

E allora lo ricaccio al suo posto e, come tutte le domeniche di questa stagione, al calar del sole scendo sui prati della Domus per ammirare ancora una volta le lunghe ombre del fine settimana che sta per terminare …

Domus Saurea may 2024 foto Tim T

i graffiti spirituali sono così diversi da quelli dei sabati mattina quando la pianura diventa un mare d’erba da navigare in tranquillità, quando il weekend appena iniziato sembra colmo di opportunità da cogliere.

sabato mattina alla Domus Saurea – maggio 2024 foto Tim T

Le lunghe ombre tuttavia ritornano implacabili a ricordarci che dobbiamo vivere nel blues e allora eccomi qui ad aspettare l’arrivo dei The Long Riders …

JOHNNY WINTER

Ho trovato una intervista a JW del marzo del 1976 mai pubblicata al tempo e inserita nel 2020 sul sito della rivista Goldmine. Per un fan trattasi di faccenda piuttosto succosa.

https://www.goldminemag.com/articles/vintage-johnny-winter-interview?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR3g_sDqhSjV6ibX2jn6EQmTpZGk1Ee12rVsdggDFvcmsMtUAmK_Li4TdUw_aem_ARBuZKAeGjB_flD99fUFHPhnZQu9xzp9zRH9Cgm5g0KK-yw5ZjHLmJpcoW2Sk3S3tOMTic6ulgduWDjxsrDl6eaX

Che dire poi del video pubblicato un anno fa dei Johnny Winter And all’Atlanta International Pop Festival maggio 1970 e che io non avevo mai visto prima? Uno spettacolo. Avessi avuto l’occasione da ragazzino di vedere i JWA dal vivo credo sarei schizzato nella stratosfera. In questo particolare concerto, in via del tutto eccezionale, alla batteria vi era Edgar Winter, oltre ai soliti Randy Jo Hobbs al basso e Rick Derringer alla seconda chitarra.

https://www.youtube.com/watch?v=QqYNC_eCGtE

Johnny …ah.

Johnny Winter, 1970. (Photo by Norman Seeff)

SECONDA STELLA

E’ arrivata la stellina tanto attesa, dopo un campionato per lo più strabiliante. Squadra coesa, dirigenza esperta-scaltra e saggia, proprietà ancora viva, allenatore in stato di grazia e giocatori determinati-bravi-felici. In una stagione in cui (quasi) tutto è andato per il verso giusto e il football giocato è stato spesso una meraviglia resta il rammarico di essere usciti agli ottavi dalla Champions contro una squadra tignosa e poco altro … avremmo dovuto arrivare perlomeno alle semifinali visto l’allineamento dei pianeti. Distanze abissali ci separano dai diretti e storici concorrenti, li guardiamo da lassù, benché per un discreto tratto ci siano stati a ruota. Nell’Inter di quest’anno tuttavia tutto girava troppo bene per rischiare di non vincere il campionato. Già, tutto è bene quel che finisce bene, basta festeggiamenti però, chiudiamo in bellezza il campionato e prepariamoci per il prossimo.

Dopo il derby – Celebration Day – Aprile 2024 Tim & Mario

Sul ponte sventola bandiera nerazzurra – Domus Saurea – Foto Tim T

GATTI ALLA DOMUS

La Ragni sente la mancanza di sua madre Raissa, sembra spaesata, confusa, triste …certo, è ormai vecchia anch’essa, è arrivata a 16 anni (80 anni umani) e ha la stessa malattia che aveva sua madre, eppur son certo che è il sentirsi sola che la fa sbandare … prima Palmiro, ora Raissa … per la nostra colonia felina è un periodo difficile.

Lonely Ragni – may 2024 Foto Tim T

Honecker ha ormai 8 mesi, è un giovane maschio che cerca la sua strada, annusa l’aria, cerca di capire come comportarsi con i suoi due umani, va alla scoperta dei suoi territori ed è buffo sorprenderlo mentre è alle prese con la elaborazione ancora acerba dei suoi pensieri.

Honecker sotto sera – Aprile 2024 – Foto Tim T

Mi sbaglierò, ma a volte ho l’impressione che possa diventare anch’egli un gatto di blues …

Il giovane Honecker gatto di blues – foto Tim T

PLAYLIST

 

CODA

Guardo dal basso verso l’alto la Ghirlandina di Mutina,

La Ghirlandina – Foto Tim T aprile 2024

come ogni anno annuso l’inebriante profumo dei Lillà della Domus,

Lillà alla Domus – aprile 2024 – foto Tim T

e provo a preparami per la nuova stagione. Tra la pioggia, i cieli bassi e gli squarci di sole, di là dal fiume e tra gli alberi qualcosa si intravede. Che dice il barometro, tempo soleggiato o tempesta in arrivo?

Una gatta di nome Raissa

3 Mag

Raissa arrivò alla Domus Saurea nel 2007 insieme a sua sorella Wilma. Erano due focaccine di pelo di un paio di mesi, un amica di Saura viveva con una gatta che aveva da poco dato alla luce diversi cuccioli così due di questi arrivarono alla Domus.

Raissa 2007 – foto Saura T

Dapprima spaventate come ovvio che fosse, poi sempre più confidenti, fino a diventare le regine della Domus. Wilma purtroppo fu investita da un veicolo a motore e fu ritrovata in un fosso, mentre Raissa si trasformò ben presto in una giovane adulta piena di energia.

L’anno dopo diede alla luce lei stessa quattro cuccioli: Muffa (maschio), Patuzzo, Spaventina e Ragnatela (detta Ragni). Muffa sparì dopo un anno circa (viviamo in campagna e i pericoli per i gatti sono dietro l’angolo: cacciatori, volpi … financo lupi), Patuzzo se andò qualche anno fa ucciso da un canide (appunto), mentre Spavve e Ragni vivono ancora con noi. Raissa ad ogni modo divenne la matriarca della Domus, svezzò i suoi figli, accolse Palmiro come un figlio, fece lo stesso con le due randagie che finirono per accasarsi da noi, Stricchi e Minnie, e in pratica con tutti i vari gatti che ad anni alterni si accasavano per un po’ da noi.

dal basso: Palmiro, Raissa, Ragni, Spavve, Patuzzo – foto Tim T.

Gatti alla Domus – Ragni, Ozzy (forestiero), Raissa, Stricchi Domus ottobre 2020 – foto TT

Gatti alla Domus – Stricchi, Ragni, Raissa, Ozzy – Domus ottobre 2020 – foto TT

Raissa

Gatta tigrata tendente al rossiccio, Raissa si rivelò una cacciatrice formidabile (!), persino negli ultimi anni un po’ malaticci nulla le sfuggiva. Di carattere ribelle (non amava imposizioni) seppe comunque adattarsi alla vita insieme agli umani ed ad interagire con essi. Uno dei nostri tanti riti era questo: io mi inginocchiavo, lei si avvicinava, si metteva di spalle, si sdraiava in modo che io potessi accarezzarla molto velocemente sulla testa e sulla schiena ripetendo il mantra “ciao Raissona ciao Raissona ciao Raissona ciao Raissona ciao Raissona ciao Raissona ciao Raissona ciao Raissona ciao Raissona….” e allora partivano fusa impetuose.

Raissa - Domus Saurea autunno 2021 - foto TT

Raissa – Domus Saurea autunno 2021 – foto TT

Giocherellona, seria, attenta, furtiva, matta … tutti aggettivi che le si addicevano

la gatta Raissa

Raissa – agosto 2011 – foto Tim Tirelli

ma anche molto, molto coraggiosa e “scomoda” come diciamo qui …era sempre la prima ad aiutare Palmiro a scacciare i gatti forestieri che non si sottomettevo al socialismo felino della Repubblica Democratica di Palmiria, il nome della colonia felina della Domus.

Raissa e Palmiro difendono i confini – Ottobre 2015 – foto TT

Torno a sottolineare il rapporto speciale che aveva con Palmiro e con le sue due figlie

Palmir e Raissa in soffitta, dicembre 2017 – foto Tim T

Ragni-Raissa-Spaventina – gatte sulla finestra – ottobre 2020 – foto TT

Quattro anni fa iniziò a soffrire di ipertiroidismo, il che significò darle mattina e sera (costose) medicine e di conseguenza impegnarsi in una gestione sempre più complicata. Non era facile portarla dal veterinario, dentro alla gabbietta non voleva stare e lottava ogni volta per la sua libertà, quando doveva restare ricoverata miagolava spesso con ritmo ostinato tanto che la nostra veterinaria Esmeralda la chiamava “la sirena”.

Raissa e Tim dal veterinario – aprile 2023 – foto Saura T.

Raissa se ne è andata stamattina (intendo giovedì 2 maggio), aveva 17 anni (circa 84 anni umani), da alcuni mesi si era scoperto che aveva anche un tumore; la abbiamo accudita nel migliore modo possibile ma dimagriva, nelle ultime settimane era pelle e ossa, ma non desisteva, voleva uscire, mangiava poco ma spessissimo. Vederla deperire piano piano non è stato facile, ma è il ciclo della vita, si è consumata un po’ alla volta, facendo comunque fino all’ultimo giorno (letteralmente) la sua vita. Non la pesavo nemmeno più, non volevo rattristarmi più del dovuto, aveva gli occhi infossati, il suo sguardo sembrava dire “ma Tyrrell, cosa mi sta accadendo?”. Eppure veniva sul divano con noi, ci veniva a cercare, faceva le fusa. In fondo è stata fortunata, una bella e lunga vita passata in campagna, con parecchi altri felini intorno, due umani decenti che sono stati con lei fino all’ultimo respiro.

Facile suggestionarsi ora e pensare che sia in pace ed insieme al suo e al nostro amatissimo, amatissimo, Palmiro, siamo umani, nel momento del dolore ci consoliamo con questi stratagemmi …

Palmiro & Raissa Foto TT

ma essendo l’uomo di blues che sono so che non è roba per me, so che non c’è nessun aldilà, nessun ponte, ma solo la vita, o meglio, il grande mistero della vita, che viene e che va. Avendo perso nemmeno 5 mesi fa Palmiro, questo nuovo addio ci riempie di dolore … un altro membro della nostra famiglia che se ne va, sì perché eravamo e siamo una famiglia, mammiferi di specie diverse che vivono insieme … un nucleo famigliare, un legame di affetti, una concatenazione di aiuti reciproci.

Addio Ràis, so che sei stata felice qui, hai fatto il tuo percorso per intero, hai avuto e dato tanto … so che ci hai voluto bene, almeno quanto te ne abbiamo voluto noi; anche tu riposerai sotto ai frassini della Domus, in quei prati che tanto cari ti furono. Addio piccolina, ci mancherai.

Raissa – Domus Saurea tardo ottobre 2022 – foto TT

NOTIZIE DAL MONDO DEL ROCK: Led Zep, Ufo, Dickey Betts, Robert Plant, Slash, Liam Gallagher & John Squire

27 Apr

Un veloce post sulle ultime notizie riguardanti i nomi del Rock cari a questo blog e al suo seguito:

_Led Zeppelin

Sono stati pubblicati su youtube tre nuovi filmati amatoriali mai usciti prima. Cleveland 1975, Knebworth 1979 (prima data), Atlanta 1977 (Bonham stupendo in NFBM dal minuto 2:08 al 2:28).

_Ufo

Phil Mogg dei nostri amati UFO ha annunciato durante l’intervista con Ultimate Classic Rock fatta per promuovere la ristampa rimasterizzata del 2024 dell’album del 1977 degli UFO “Lights Out”, che gli UFO hanno terminato la loro corsa: “penso che sia giunto a una conclusione. Abbiamo fatto l’ultimo tour nel Regno Unito nel 2019, poco prima del COVID. Quindi quella è stata più o meno la fine e il momento era giusto”.

_Addio a Dickey Betts ((December 12, 1943 – April 18, 2024)

Un altro duro colpo per chi ha amato il Rock, quello vero: se ne è andato Dickey Betts, membro fondatore della Allman Brothers Band. Certo, Gregg e Duane, ma Dickey è stato elemento determinante.

Il manager e la famiglia di Betts hanno diramato il seguente comunicato:

“È con profonda tristezza e pesantezza nel cuore che la famiglia Betts annuncia la scomparsa di Forrest Richard ‘Dickey’ Betts (12 dicembre 1943 – 18 aprile 2024) all’età di 80 anni. Il leggendario artista, cantautore, bandleader e patriarca della famiglia era nella sua casa di Osprey, in Florida, circondato dalla sua famiglia. Dickey era straordinario e la sua perdita sarà avvertita in tutto il mondo. In questo momento difficile, la famiglia chiede preghiere e rispetto per la loro privacy nei prossimi giorni. Maggiori informazioni saranno disponibili al momento opportuno.”

Le cause della morte sono state il cancro e la malattia polmonare ostruttiva cronica.

Impossibile dimenticare come il suo chitarrismo sia stato basilare per il sound del gruppo, quell’elegante miscuglio di rock, blues, country, swing e jazz non lo si scorderà tanto facilmente. “In Memory of Elizabeth Reed”, “Ramblin’ Man”, “Jessica”, “Blue Sky” … canzoni da brividi. Da non sottovalutare poi i suoi primi due dischi da solista “Highway Call” (1974) e “Dickey Betts & Great Southern” (1977).

Dickey non era un tipetto facile, di fatto un solitario, un vero Ramblin’ Man. 80 anni non sono male per uno che ha vissuto una vita on the road piena di inevitabili eccessi.

Piccola nota: si dice che Cameron Crowe si sia ispirato alla figura di Dickey Betts (se non altro dal punto di vista estetico) per il personaggio di Russell nel film (a noi caro) Almost Famous.

Addio, Dickey, anche quaggiù in Emilia, nella vecchia Europa, ti abbiamo amato. Addio rambler, ci mancherai.

Lord, I was born a ramblin’ manTryin’ to make a livin’ and doin’ the best I canAnd when it’s time for leavin’I hope you’ll understandThat I was born a ramblin’ man
Lord, I was born a ramblin’ manLord, I was born a ramblin’ manLord, I was born a ramblin’ manLord, I was born a ramblin’ man

_Robert Plant

Sembra che Robert Plant stia lavorando ad una nuova versione di un pezzo (o di più pezzi) dei Led Zeppelin. Queste operazioni mi terrorizzano, il più delle volte sono inutili e senza senso. Che ne farà RP? Depotenzierà come al solito il ruolo della chitarra e quindi di Page? Vedremo.

Quel che si sa è che negli ultimi giorni è stato al Magic Garden Recording Studio di Wolverhampton, dove ha lavorato su una canzone dei Led Zeppelin. Questo è quanto afferma la cantante, compositrice, giornalista e scrittrice italo-australiana Antonella Gambotto-Burke che vive nel Kent. Queste le sue parole:

“Anche se il progetto è attualmente top secret, riguarda una canzone dei Led Zeppelin. Trascorrere del tempo con Robert è stato un vero privilegio. La cosa che più mi ha sorpreso è stata l’intensa magia che porta con sé. Riempie letteralmente la stanza. Spiritualmente parlando è un gigante e la musica, ovviamente, è intoccabile. Sto ancora volando!”

Il progetto sembra avere a che fare con l’etichetta Wolves Records, etichetta discografica lanciata nel 2021 dal Wolverhampton Wanderers, club di cui Plant è vicepresidente dal 2009.

La seduta si è svolta sotto l’egida del produttore Gavin Monaghan e l’ingegnere Lian Radburn che su instagram ha scritto: “Un onore assoluto lavorare su versioni rivisitate delle classiche canzoni dei Led Zeppelin con Robert Plant per i Wolves al Magic Garden Recording Studio”.

Non sono esattamente un fan del Slash solista, ma qualche giorno fa al Forum di Assago ha proposto una Rocket Man (Elton John) mica da ridere. Mettersi alla Pedal Steel significa aver coraggio, quindi bravo Slash; che dire poi di Myles Kennedy? L’ha cantata da dio… nessuna enfasi, nessun atteggiamento da cantante heavy rock, soltanto pathos e doti canore naturali. Giù il cappello.

https://www.youtube.com/watch?v=NKigmsrvWyU

_Liam Gallagher John Squire (2024 Warner Records) – TTT¾

Questi due bei tipetti un paio di mesi fa hanno fatto uscire un album insieme, pur non avendo particolari affetti per il Brit-pop e per gli anni novanta in genere, ho trovato l’album carino e degno di nota. Certo, il background sonoro è quello di Oasis e Stone Roses, ma il fatto che Squire avesse già le canzoni pronte e  il progetto chiaro nella testa e che Gallagher abbia di fatto aggiunto il suo tocco e la sua personalità è stato determinante per far uscire un album con notevoli risvolti di Rock classico (Squire è da sempre fan di Hendrix e di Page). Tra l’altro l’album è volato subito al primo posto delle classifica del Regno Unito.

Raise Your Hands funziona immediatamente …riflessi beatlesiani, chitarre ben presenti

Mars to Liverpool è forse la mia preferita, ancora i quattro di Liverpool in sottofondo ma canzone comunque autonoma e riuscita.

C’è anche del blues in questo disco, I’m a Wheel parte infatti con una formula blues piuttosto canonica per poi trasformarsi in qualcosa d’altro, e qui sta la grandezza del pezzo: blues mischiato ad altro. Da seguire gli interventi di chitarra.

Love You Forever è smaccatamente hendrixiana (Foxy Lady), ma anche qui i due sanno portare il brano fuori dalle paludi del plagio, sebbene nel finale il nero di Seattle torni fuori prepotentemente (Voodoo Chile).

Make It Up As You Go Along è un altro bel pezzobene sia Liam che John.

You’re Not the Only On è Rock And Roll dei Led Zeppelin (versione da studio) nelle parti non cantate. Vale il discorso fatto per Love You Forever.

Non ci sono canzoni brutte, anche le ultime due funzionano e si fanno ascoltare con piacere.

Copertina orrenda, sembra la pubblicità di prodotti per la casa su un volantino del Sigma.

John Squire come chitarrista non ha le doti attitudinale e il talento dei due suoi eroi, tuttavia riesce (ormai da 35 anni) con intelligenza a costruirsi uno stile e una reputazione mica da ridere, e insieme a Liam Gallagher sa produrre ancora qualcosa di buono. Complimenti.

  1. Raise Your Hands – 4:20
  2. Mars to Liverpool – 3:41
  3. One Day at a Time – 3:43
  4. I’m a Wheel – 3:46
  5. Just Another Rainbow – 5:37
  6. Love You Forever – 3:35
  7. Make It Up As You Go Along – 2:11
  8. You’re Not the Only One – 3:56
  9. I’m So Bored – 4:46
  10. Mother Nature’s Song – 4:07

When In Rome

20 Apr Via Margutta - Roma 13 aprile 2024 - foto Tim T.

Troppo tempo che non vedo Polbi, lo sento praticamente ogni giorno ma di persona non lo incontro da un certo numero di orbite che la Terra compie intorno al Sole; prendo così al balzo un’occasione che mi si presenta ed eccomi qui salire su Italo alla Mediopadana, la stazione dell’Alta Velocità nel centro dell’Emilia, giusto a qualche chilometro da casa. Con me vi è la Yamaha Girl, seduta al posto N.46 (e ti pareva). Sono le 7,25 di un soleggiato sabato mattina.

Sonnecchio, rifletto, dal finestrino vedo passare l’Italia ai miei piedi (cit. FDG).

Lei legge un libro, ogni tanto mi dice “ciao Tyrrell”. Poco dopo le 10 scendiamo a Roma Termini, un momento per raccapezzarci e ci dirigiamo verso l’uscita di Via Marsala. A cento metri circa vedo il General Purpose Vehicle del mio amico e in un secondo momento scorgo la sua chioma stagliarsi sull’orizzonte di un traffico caotico e già insostenibile per un uomo di blues che vive in provincia come me. Lo abbraccio forte questo uomo che oramai da trent’anni è una presenza insostituibile nella mia vita. Abbiamo poco più di una giornata da passare insieme, meglio seguire celermente il programma; dato che Roma è la mia, o meglio, la nostra città preferita la abbiamo ovviamente già visitata diverse volte e dunque in questa circostanza scegliamo percorsi più alternativi e meno conosciuti.

Ci fermiamo un momento nel posto dove più di 5 decenni fa vi era lo Studio 1 dell’International Recording, dove alla fine del 1969 i Pink Floyd registrarono i brani per la colonna sonora di Zabriskie Point, film di Michelangelo Antonioni. Ci addentriamo nell’ampio ingresso, ora l’edifico è un hotel.

La Motorcycle Mama gradirebbe virare sulle sfumature esoteriche della città e allora nulla di meglio che iniziare dalla Porta Alchemica, ovvero la Porta Magica, sita dove sorgeva Villa Palombara:

Villa Palombara

[wikipedia] Dimora di Massimiliano II Savelli, marchese di Palombara (1614-1685), era stata edificata da suo padre, Oddone, su un terreno acquistato nel 1620 dal duca Alessandro Sforza. Massimiliano, uomo di vasta cultura e dedito ad interessi ermetici, vi fece costruire nel 1653 un proprio laboratorio seminterrato per i suoi esperimenti di alchimia, al quale si accedeva per un ingresso secondario che corrisponde all’attuale Porta Magica. La villa divenne così un circolo esoterico culturale, frequentato da vari personaggi tra cui la regina Cristina di Svezia, che allestì un suo gabinetto alchemico anche a palazzo Riario. Fra gli altri esponenti della cultura dell’epoca che vi presero parte, si annoverano alchimisti e scienziati come ad esempio il gesuita Athanasius Kircher, col quale il marchese condivise la conoscenza di antiche dottrine egiziane, l’astronomo Giovanni Cassini, il medico milanese Giuseppe Francesco Borri, e il poeta pesarese Francesco Maria Santinelli.

Siamo all’Esquilino, in Piazza Vittorio Emanuele II, nei giardini pubblici … eccola qui la Porta Magica, per un istante chiudiamo gli occhi e ci pare di essere trasportati lungo i sentieri dei nostri sogni … nelle profondità abissali degli Oceani (Polbi), nella Londra Vittoriana (la pollastrella), al Los Angeles Forum il 3 giugno 1973 (io).

https://it.wikipedia.org/wiki/Porta_Alchemica

Prossima tappa, Villa Torlonia.

https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_Torlonia_(Roma)

Casino Nobile | ©Fabio Magno

Ci concentriamo sulla Casina delle Civette, in qualche modo un sorta di ex casino dove l’esoterismo era libero di concretizzarsi.

Casina delle Civette

Casina delle Civette – foto Tim T.

Mi faccio immortalare col mio pard, è nella fase “niente sorrisi nelle foto”, in tutte risulterà un vero e proprio badass, d’altra parte la sua t-shirt dice tutto.

Romolo e Remo – Roma 13 aprile 2024 – foto Tim T

Usciamo dal parco e di nuovo sono rapito dai maestosi pini marittimi, una ossessione romana che mi porto dietro da sempre.

Pini Marittimi – Roma 13 aprile 2024 – foto Tim T.

Per il Pranzo torniamo all’Esquilino, al Macchiavelli 64, niente male davvero.

Ci dirigiamo poi verso Piazza di Spagna, abbiamo le prenotazioni per assistere ad un reading di una poetessa inglese nella Keats-Shelly house. Cerchiamo di avvicinarci, ma trovare un parcheggio in questo caldissimo sabato di Aprile è impossibile. Polbi guida col suo solito appiglio funk, ha un approccio impassibile nell’impossibile traffico della capitale. Mi dice che il turismo di massa sta soffocando la città, ha ragione, è davvero troppo … file di bus vomitano turisti, mandrie di stranieri in braghette corte che seguono senza crederci troppo i sentieri che portano dentro alla storia della civiltà occidentale. Finiamo per parcheggiare in un breve raccordo tra due strade, sopra ad un marciapiede. Io non riuscirei mai, il mio rigore settentrionale semplicemente non me lo permetterebbe, ma Polbi mi dice che “guarda che se tu vivessi qui ti adegueresti alla cosa per istinto di sopravvivenza”.

Percorriamo la magnifica via Margutta per avvicinarci alla Spanish Square,

Via Margutta - Roma 13 aprile 2024 - foto Tim T.

Via Margutta – Aprile 2024 – Foto Tim T

uso l’inglese perché sembra la lingua più parlata in questa zona in questo sabato pomeriggio, la piazza è strapiena, sembra di essere ad un concerto dei Pink Floyd degli anni ottanta. Di fronte alla Keats-Shelley House incontriamo Frank e Marina, amici di vecchia data anche loro qui per il reading di cui sopra.

Keats – Shelly memorial – Roma 13-14 aprile 2024 – foto Tim T.

Keats – Shelly memorial – Roma 13-14 aprile 2024 – foto Tim T.

I locali sanno di vecchia Britannia, Saura è al settimo cielo. Ci fanno accomodare, una piccola introduzione per presentare la poetessa che poco dopo entra con garbo, eccola qui Scarlett Sabet.

Scarlett Sabet Reading 2 – Keats-Shelley House – Roma 13aprime 2024 – Photo courtesy of Scarlett Instagram Account

Il reading è interessante, ammetto di cogliere poco delle poesie lette, ma quando Scarlett tra un poema e parla o chiacchiera col pubblico la cosa si fa molto più comprensibile. Parla persino dei suoi gusti musicali e tra gli altri cita Bob Dylan, Led Zeppelin e Van Morrison.

Le foto le traggo dall’account Instagram di Scarlett … curioso vedere il primo piano tra il pubblico la crestina bionda di Saura e di fianco a lei l’uomo di blues che sono.

Scarlett Sabet Reading – Keats-Shelley House – Roma 13aprime 2024 – Photo courtesy of Scarlett Instagram Account

Scarlett Sabet – Roma 13 aprile 2024 – foto Tim T

Un ultimo applauso alla poetessa, una saluto agli amici e via che si torna verso L’EUR, a casa di Polbi. Ci rinfreschiamo, un salto in pizzeria per la cena e poi quella vecchia volpe di Barone ci porta a piazza Mincio, altro angolo di Roma che non conoscevamo, pieno di edifici “esoterici” e set di un paio di film Horror.

Piazza Mincio 2 - Roma 13 aprile 2024 - foto Tim T

Roma 13 aprile 2024 – foto Tim T.

Cinquanta metri più su c’è il Piper, lo storico locale, negli anni sessanta/settanta vi sono passati nomi leggendari … Procol Harum, Byrds, John McLaughlin (quando suonava con Herbie Goins & The Soultimers), Pink Floyd, Screaming Lord Sutch, Genesis, Sly and the Family Stone,  Duke Ellington, etc etc

Domenica mattina facciamo una capatina al cimitero Acattolico.

Roma 14 aprile 2024 – foto Tim T.

Posto memorabile, il rumore del traffico è un eco lontano contrastato dalla pace spirituale del luogo.

Cimitero Acattolico – Roma 14 aprile – 2024 – foto Tim T

La piramide di Gaio Cestio,

la Tomba di Keats,

Tomba Keats – Cimitero Acattolico – Roma 14 aprile – 2024 – foto Tim T

Cimitero Acattolico – Roma 14 aprile – 2024 – foto Tim T

quella di Gramsci

Tomba di Gramsci – Tim e Polbi – Cimitero Acattolico – Roma 14 aprile – 2024 – foto Tim T

quella di Camilleri e di Shelley, e poi qualche momento spesi a contemplare il destino dell’uomo.

Polbi & Saurit – Cimitero Acattolico – Roma 14 aprile – 2024 – foto Tim T

Tim e Polbi – Cimitero Acattolico – Roma 14 aprile – 2024 – foto Tim T

Pranzo a casa di Mino, padre di Polbi, e Claudia, insieme a Maria Teresa, sorella di Polbi e le sue due magnifiche figlie, Flavia e Matilde, … amo tutte le persone che sono a questo tavolo su questa terrazza romana, mi sento parte della famiglia.

Corsa a Roma Termini, un ultimo abbraccio all’unholy diver che ci scarica al volo dato che il traffico è di nuovo molto intenso nei pressi della stazione, mentre mi allontano gli urlo ” ciao Paole’ ” … , poco dopo saliamo sul treno del ritorno. Io e Saura concludiamo dicendoci che è stato un weekend fantastico e che tutto è girato per il verso giusto. Ma il blues è sempre dietro l’angolo. A pochi minuti dalla Medipadana di Regium Lepidi il treno è costretto a fermarsi, in stazione un treno ha avuto un guasto, occorre trasbordare i passeggeri su un altro convoglio con conseguente blocco dell’intera stazione e di tutti i treni ad alta velocità in arrivo e in partenza. Rimaniamo fermi un paio d’ore, nulla per cui infiammarsi, un po’ di fastidio, ma cose che capitano, non fosse per le due gatte malate che abbiamo lasciato al cat sitter a Herberia e che dobbiamo prelevare entro una certa ora perché il tipo ha un altro impegno – stavolta in trasferta – di cat-sitting. Trovare qualcuno libero di domenica sera che le vada a prelevare e le porti a casa nostra non è esattamente un passeggiata, ma alla fine grazie a Page risolviamo. Arrivo alla Domus alle 22, mi metto in macchina e corro a Nonatown a prendere gli altri due gatti che sono parcheggiati da un’ amica.

Verso mezzanotte una doccia, un thè, e finalmente a letto. Magnifico weeekend, thank you old boy… Caput Mundi goodnight.

L’alito ferroso della lunga bestia metallica

12 Apr

Lo si percepisce il treno che sta arrivando, anche al di là del rumore … l’aria che lo precede è ferrosa così, prima che la lunga bestia metallica compaia dopo la grande curva che porta in stazione, inizi a prepararti e a cercare di indovinare a che punto del binario si fermerà la porta del primo vagone, ormai sei un esperto e nove volte su dieci sei il primo a salire e a trovare posto sul piano rialzato. Tredici mesi da pendolare fanno di te ormai un esperto dell’All Aboard Blues.

Durante il breve tragitto tra le due città che fanno parte di te osservi quel che resta delle campagne dell’Emilia centrale, vecchie case da contadini ormai diroccate, ripensi alla casa del nonno, alla cucina dove sul focolare fumava un paiolo … dal finestrino la massa cupa degli alberi sfreccia veloce … guardi la gente intorno a te, chi silenziosamente legge un libro, chi curvo sul cellulare sporca il silenzio ascoltando immondizie musicali, chi parla incessantemente al telefono, chi discute con conoscenti a voce alta. Facessimo tutti così nel vagone non si resisterebbe. Sarebbe bello superare l’individualismo e piantare i semi della futura collettività umana, ma temo sia troppo tardi, le speranze che si avevano laggiù negli anni settanta sono svanite.

Ti tocca cambiare pensiero e tornare alle piccole cose belle della vita … tu e la pollastrella nello studiolo della Domus, tu intento a scrivere davanti allo schermo del computer, lei che trova un vecchio cdr senza nessuna indicazione scritta sulla copertina e lo infila nel lettore … parte d’improvviso I’m Gonna Crawl … tu smetti immediatamente ciò che stai facendo, ti volti verso di lei ed esclami: “Zio can i Led Zeppelin!”

LED ZEPPELIN

A proposito dei Led Zeppelin, su Youtube appare dal nulla un lungo filmato amatoriale mai pubblicato prima d’ora, il gruppo ripreso il 6 febbraio del 1975 al Forum di Montreal …

SERIE TV

_Fabrizio De Andre’ – Principe Libero (2018 Italia) – TTT½

Su Netflix il film su De Andre’ diviso in due episodi. Li si guarda volentieri, tuttavia è un prodotto “pop”, sfumato, scorretto ma corretto, in modo che sia accettabile. Ma qui sul blog colui che può dire la sua e il nostro Polbi, con cui ne parlo e lui mi risponde che:

“Intanto lo vidi al cinema appena uscito, e quindi ho un ricordo non freschissimo. Vedi, io sono un fan di De Andre’, quindi incontentabile in quanto tale. Una serie sui LZ difficilmente ci farebbe contenti. Detto questo, ricordo che descriveva un Faber edulcorato, come è ormai diventato nella storia ufficiale presidiata da Dori Ghezzi. Non gliene faccio una colpa, e la rispetto, ma da quello che ho indagato negli anni Fabrizio era un personaggio molto più complesso di come lo descrive la serie. Molto più disperato, più aggressivo, più sopra le righe, lunatico e di uno spessore culturale difficile da condensare su schermo. Mi ricordo se non vado errato che il suo essere un anarchico nel film è raccontato un po’ di sfuggita. Mentre nella sua vita fu un elemento fondamentale. E intendo un anarchico politico, quasi militante, non solo un generico riferimento esistenziale che va bene a tutti. Ecco, De Andre’ SICURAMENTE non era uno che poteva andare bene a tutti. Il personaggio della serie invece direi di sì. Stessa cosa la complessità e la profondità delle collaborazioni musicali non ricordo sia raccontata nel modo giusto. Insomma, una buona serie per chi magari lo conosce in modo un po’ più casual, ecco. Una buona introduzione forse.
Un altra cosa. De Andre’ era ed è molto la sua voce. La sua cadenza genovese. Un romano per quanto bravo e per quanto abbia potuto lavorare sul personaggio non può rendere giustizia a questo elemento assolutamente essenziale. Vedi, considerazioni da fan.”

_Il Problema Dei Tre Corpi (Usa 2024) – TTTT

La serie è l’adattamento del romanzo Il problema dei tre corpi scritto da Liu Cixin, primo capitolo della serie Memoria del Passato della Terra.

Gran bella serie, gran bel finale. Nel secondo episodio fa capolino Midnight Mile dei Rolling Stones.

_Ripley (Usa 2024) – TTTT½

Ripley è una serie televisiva statunitense del 2024 ideata da Steven Zaillian e tratta dal romanzo Il talento di mister Ripley di Patricia Highsmith.

Style magazine: la storia è nota. Un po’ perché i libri di Patricia Highsmith da cui è tratta sono dei bestseller mondiali da decenni. Un po’ perché il film del 1999 (Il talento di Mr Ripley di Anthony Minghella, con Matt Damon, Jude Law, Gwyneth Paltrow e Fiorello) è un classico moderno. Ma nonostante ciò, Ripley è la serie da vedere su Netflix. Un noir super raffinato con Andrew Scott nei panni del camaleontico truffatore.

Bianco e nero da paura, attori bravissimi, l’Italia del 1961 ricreata magnificamente. Un noir di altissimo livello.

SINODO DI PRIMAVERA

Con gli Illuminati del Blues allo Sherlock Holmes di Regium Lepidi per il Sinodo di Primavera. Serata sopra le righe come spesso capita. Siamo in sei, tre mancano all’appello, due sono al lavoro, uno è partito per le vacanze pasquali.

L’ordine del giorno verte sui seguenti argomenti:
_la teoria della gravitazione universale di Isacco Cittanova
_Martino Lutero Re, apostolo instancabile della resistenza non violenta
_La grande passione di Volfango Amedeo Palude per frasi volgari e oscenità

Terminate le riflessioni sui temi concordati, si passa alle cose serie: ovvero la analisi logica dei testi dei Firm, le pheeghe, il football.

Team Tirelli 29-3-2024 Sherlock Holmes Pub – da sx Steven Tyrrell – Paul Lyson – Maximilian Lacroix – Riffie Betts – John Paul Caps (manca Little Steven Pike, in bagno a scrivere una canzone)

Momento clou della serata: Sir Lyson che ordina una specie di torta con sopra lo speck.

EZIO ALBRILE “LED ZEPPELIN ESOTERICI – VISIONI E ALLUCINAZIONI DAGLI ALCHIMISTI AGLI PSICHEDELICI” MIMESIS 2024

Qualche tempo fa, scambio di email tra me e Jackob:

Jackob: Ciao, nuovo libro di Albrile. Non l’ho letto ma, conoscendo l’autore, non mi stupirebbe gli Zeppelin figurassero solo nel titolo o quasi… In ogni caso mi permetto di segnalartelo.
 
Tim: Grazie Jackob, ti sembrerà strano ma una volta vista la tua email l’ho acquistato. Più che altro per Saura, lei è molto interessata dall’aspetto esoterico dei LZ, sebbene come dici tu ci sarà poco dei loro nel libro… Grazie della dritta. Ciao, Magister.
 
Jackob: Ribadisco, temo che di Zepp ci sarà poco, comunque mi farete sapere.
Saura posterà una recensione? Devotamente, J.
 
Tim: amico mio, e chi lo sa… comunque le dico che mi hai fatto questa domanda.
Jackob: le donne sono un mistero cosmico… lo dico sempre,  i cervelli ♂ e♀ sono circuitati diversamente (scusami la filosofia)
 
Tim: questi discorsi sono essenziale per umani come noi quindi keep’em a-comin’, thank you mate
 
Saura legge il libro, Jackob aveva ragione, circa 10 paginette o poco più sui Led Zeppelin, nome usato come specchietto per le allodole. PS: la Yamaha Girl trovato il libro noioso.
 

Saura the books reader – foto Tim Tirelli

IL PIU’ BEL SUONO DEL MONDO

Alla ricerca della purezza accendo il Marshall a valvole1962 Bluesbreaker e vi attacco la Danelectro direttamente, senza nessun filtro, senza pedaliera con effetti, senza diavolerie varie … quello che esce è il più bel suono del mondo. Rimango estasiato.

PLAYLIST

FINALE

Collego il cellulino all’affarino di Google, metto in riproduzione Between The Buttons dei Rolling e mi butto sotto la doccia; quante volte avrò ascoltato Ruby Tuesday, mille? Eppure questa volta una strofa mi colpisce con una forza dirompente

There’s no time to lose, ” I heard her saycatch your dreams before they slip awaydying all the timelose your dreams and you will lose your mindain’t life unkind?

L’acqua scorre, meglio così, sarebbe sciocco vedere le lacrime di un uomo di una (in)certa età che si commuove per una canzoncina.

Catch your dreams before they slip away … ah, e che fare se i sogni sono ormai ologrammi sfumati in lontananza nella foschia?

Meglio distogliere il pensiero da riflessioni simili allora, meglio scendere in piena notte nella campagna nera, far finta di non sentire quel treno che sferraglia lontano e la notte tutto sommato tiepida, meglio immaginare di essere in una landa immensa e ghiacciata, meglio per stasera congelare l’animo prima di sprofondare sotto il peso del cielo, meglio immaginarci alle prese con l’eterofono a disegnare il respiro sonoro del ghiaccio che tutto copre e anestetizza.

Eterofono:

TT’s SCHOOL OF ROCK VIII: Free & Bad Co

6 Apr

L’ottava puntata della School Of Rock che tengo per la azienda per cui lavoro si è tenuta il 4 aprile del 2024, in ritardo di un paio di settimane sull’Equinozio di primavera, ma ogni tanto la logistica aziendale ha la precedenza.

Faccio un copia incolla dell’introduzione presa dalle precedenti School Of Rock per far comprendere meglio la cosa a chi si dovesse affacciare sul blog per la prima volta:

Come scrivo ogni volta che affronto questo tipo di articoli, lavorando in un’azienda come quella in cui sono uno dei miei compiti è anche quello di tenere alcune lectio magistralis (e sia chiaro, lo scrivo con tutta l’autoironia possibile) sulla musica Rock. D’altro canto il presidente me lo disse già durante il colloquio tre anni fa: “In caso scegliessimo te, sappi che ti chiederò di tenere lezioni sul Rock per i colleghi”. Eccomi dunque qui per la nuova “School of Rock”. Siamo ormai arrivati all’ottavo episodio, da tenersi come sempre dalle 18:15 alle 19:30 nella – a me tanto cara – Sala Blues, la sala riunioni informale,  la sala “where the dreams come blue”, capacità: 25 posti a sedere. Un pubblico dunque selezionato che si prende la briga di fermarsi in azienda dopo l’orario di lavoro per ascoltare storielle e brani musicali di gruppi del bel tempo che fu. 

Anche in questa occasione si è rischiato di far saltare l’appuntamento primaverile del 2024, il periodo lavorativo che stiamo passando per varie ragioni è molto intenso e impegnativo dunque avevo davvero pensato di non mettere altra carne al fuoco, tuttavia uno dei nostri dirigenti continua a non demordere e a “pretendere” che la School Of Rock rispetti gli appuntamenti trimestrali, e allora non si molla, nemmeno di un centimetro. Questa ostinazione nel tenere viva la School Of Rock la dice lunga sul carattere dell’azienda, su come si punti decisi sul legame che unisce le persone, sull’attività extra lavorativa atta a sottolineare la condivisioni di interessi e a cementare la personalità della azienda stessa.

Il suddetto manager mi ha invitato a tenere la barra puntata pure in questa sessione verso l’Hard Rock (Blues) e allora – visto anche il poco tempo a disposizione – niente di meglio che parlare dei Free e dei Bad Company, argomento a me caro (carissimo) e conosciuto.

In un ora o poco più non è che si possa riassumere la storia di due gruppi, come ho scritto nell’episodio VII, dunque meglio affidarsi a qualche squarcio estemporaneo per cercare comunque di far capire che cosa sia il Rock e che cosa siano stati i Free (soprattutto) e i Bad Company.

Un po’ l’argomento sconosciuto ai più, un po’ il periodo lavorativo intenso vi sono alcune defezioni dell’ultimissimo minuto, non c’è dunque il sold out (capacità della sala: 25 persone o poco più), ma più o meno un quinto del personale è comunque presente, colleghi e amici che decidono di spendere un po’ di tempo col sottoscritto, di trasformarsi in congregazione e di assistere di nuovo al rito della School Of Rock, perché il claim della School Of Rock di Tim Tirelli è pur sempre questo:

il Rock non si può insegnare, il Rock lo si riceve in dono da una predisposizione spirituale e lo si impara col chilometraggio.”

Lascio l’introduzione ad un aneddoto e racconto che:

Qualche giorno fa ero in refettorio (la cucina aziendale), stavo prendevo un caffè quando arrivano Daddo e Chris (due colleghi) … mi chiedono chi sono quei due gruppi di cui parlerò …accenno a come sono entrati nella mia vita e ai brividi che mi hanno dato sin dal primo momento … mi lascio trasportare dall’enfasi come mio solito …Chris mi dice, “mi hai convinto, allora ci sarò anche io”. Daddo aggiunge che “è bello quando ci racconti queste cose di quanto eri un ragazzino, di quando non c’era internet, youtube, spotify e dovevate arrangiarvi alla bene meglio per avere notizie dei gruppi”.

Racconto pertanto di come mi sono arrivati i Free:

Un bel sabato mattina di maggio, fine anni settanta, a Nonantola, la primavera, noi ragazzini e la sensazione di sentirsi titanici dinnanzi al futuro. Bicco è il mio migliore amico, abbiamo messo insieme un gruppo …The Strangers …

The Strangers 1979

The Strangers – 1979 da sx Marcel, Tim, Biccio, MarioMarchi Foto Roberto Sighinolfi

da poco con la sua famiglia si è trasferito di fianco alla palazzina bifamigliare in cui abito io. Scende in cortile con suo fratello più piccolo, Marcel, ha una cassetta fatta da suo cugino più grande di noi … la fa partire, il mangianastri gira più lento, la voce del cantante pare profonda tanto che noi pensiamo siano neri, non c’era internet/Youtube/Spotify etc etc, le foto le trovavi o sui dischi o sui pochi giornali specializzati che già a loro volta faticavano ad averle … benché fossimo molto giovani, ragazzini o poco più e quindi convinti che il mondo girasse intorno a noi avevamo già una predilezione per i beautiful losers di certi film americani, una certa predisposizione per la malinconia, per i cuori infranti, per le serate nebbiose …e allora FIRE AND WATER dei FREE ci colpì come un fulmine. Quel rock schietto e genuino proveniente dal blues, quella tensione piena di testosterone, quella ballate suadenti che diventarono un velo di crepe nere da indossare … ALL RIGHT NOW certo, MR BIG sicuro, ma anche Oh I Wept, Remember e soprattutto Don’t Say You Love me (because I know it would be just a lie).

Dopo questo incipit passo a raccontare per sommi capi la storia:

Nel 1967 a soli 17 anni il cazzutissimo Paul Rodgers decide di lasciare Middlesbourgh nel nord Inghilterra insieme agli amici della sua band (già piuttosto famosa dalle sue parti) per provare ad avere fortuna nella capitale Londra. Con lui anche il chitarrista Micky Moody (futuro chitarrista degli Whitesnake) e Bruce Thomas (futuro bassista di Elvis Costello). Dopo poco la band (The Wildlowers) però si scioglie. Moody torna Middlesbourgh mentre Rodgers rimane a Londra ed entra in una gruppo di Rhythm and Blues chiamato Brown Sugar. Durante un loro concerto tra il pubblico vi è Paul Kossoff, chitarrista dei Black Cat Bones, una blues band, il quale rimane colpito dalla voce e dalla presenza di Rodgers e chiede di poter unirsi al gruppo in quella serata per fare una jam session. Scatta la scintilla. Kossoff convince Rodgers a formare una band, prendono a bordo Simon Kirke che già suonava con Koss e si mettono in cerca di un bassista. Con l’aiuto di Alexis Korner – uno dei padri del blues revival inglese degli anni sessanta – trovano Andy Fraser un 15 enne che era già nel giro di John Mayall, altro nome di spicco del british blues.

Il gruppo è formato da 4 adolescenti, ma ha una maturità già incredibile.

Il 19/04/1968 fanno il primo concerto a Londra in un pub a Battersea e da lì inizia una corsa vorticosa, ben presto si sparge la voce, nei circoli underground il nome del gruppo si fa sempre più conosciuto fino a che la Island Records li mette sotto contratto e gli fa aprire i concerti degli Who a fine 1968.

TONS OF SOBS (un sacco di soldi) esce nel marzo del 1969, disco di blues Rock al contempo feroce e pieno di testosterone e riflessivo. Purtroppo vende solo 20.000 copie in UK e non entra in classifica, mentre negli USA arriva appena al 197 posto. La Copertina non aiuta essendo piuttosto funerea.

FREE (il secondo album) esce nel ottobre del 1969, giusto sei mesi dopo il precedente. Il blues si fa meno formale, iniziano a trasparire tracce di songwriting più aperto. Le atmosfere sono più dilatate e suggestive. La partnership compositiva Rodgers-Fraser inizia a farsi interessante. Copertina creativa e sensuale. 22esimo in UK, 177 in USA, meglio ma ancora troppo poco, e siamo già al secondo disco.

FIRE AND WATER esce nel 1970, la copertina definisce il carattere del gruppo, potrebbe sembrare uno scatto da boy band, ma lo sguardo e le pose dei nostri 4 eroi non lasciano dubbi, sono 4 giovani uomini che non vogliono fare prigionieri. Il blues si stempera in un songwriting ormai maturo e influenzato dal primo disco del 1968 della Band, gruppo americano che per un periodo accompagnò Bob Dylan. All Right Now è scritta dopo un concerto non esattamente riuscito, la band rientra nel camerino, Fraser per tirare su il morale canticchia una frasetta improvvisata “All right Now, baby it’s All Right Now.” “Uhm”, si dicono lui e Rodgers, nei giorni seguenti ci lavorano sopra e nasce il successo Rock del 1970 All Right Now, il singolo arriva al secondo posto in UK e al 4° posto in USA e trascina l’album al 2° posto in UK e nella Top 20 americana.

Tim Tirelli School of Rock 04-04-2024 Free & Bad Co

Tim Tirelli School of Rock 04-04-2024 Free & Bad Co – Foto Stremmy Girl

Certo, il bell’Hard Rock di All Right Now e Mr Big (con l’assolo di basso suonato come fosse una tuba), ma anche la poetica maestosamente malinconica di Don’t Say You Love e I Wept. L’album Fire And Water è patrimonio dell’umanità.

(Chi volesse approfondire: https://timtirelli.com/2012/11/07/riletture-free-fire-and-water-island-records-1970-ttttt/ )

Il tempo scorre veloce, accenno brevemente al resto della storia

HIGHWAY esce a dicembre 1970, ma non duplica il successo di Fire and Water. La band è convinta di avere in mano un singolo degno successore di All Right Now, ma The Stealer singolo proprio è. Tuttavia l’album è pieno di gran belle canzoni. Ma le vendite crollano.

I Free si sciolgono, Paul Kossoff – da sempre indifeso verso le dipendenze – cade nel torbido giro della droga.

I membri dei Free fanno di tutto per salvarlo, ma pare non ci sia nulla da fare. Si rimettono insieme, ma il tour del 1972 mette in mostra un Paul Kossoff in grandi difficoltà sulla chitarra. Il suo tocco, la sua dinamica, i suoi fraseggi sono ingoiati da quella merda che è la roba pesante. Dopo Free At Last del 1972 Fraser, uno dei due leader, abbandona il gruppo, i Free tirano avanti fino al 1973, fanno uscire un altro buon album e poi chiudono la loro storia definitivamente. Fraser ha solo 19 anni quando lascia la band. Paul Kossoff prova con la carriera solista, un paio di album, confusi seppur a tratti niente male. Morirà durante un volo aereo tra Los Angeles e New York nel 1976, aveva 26 anni.

Giunge la seconda parte della serata, dedicata ai Bad Company

BAD COMPANY 40.000.000 di ALBUM WORLDWIDE (20 MLN solo in USA)

Durante un tour dei Free Rodgers conosce Mick Ralphs chitarrista del gruppo spalla, i Mott The Hoople. I due si trovano subito bene insieme. Rodgers inizia a vedere le crepe all’interno dei Free, Ralphs racconta a Paul la sua frustrazione, ha alcune canzoni rock già pronte che il cantante dei Mott The Hoople non vuole cantare. I due decidono di restare in contatto e collaborare in futuro.

Nel 1973, una volta finiti i Free, Rodgers contatta Ralphs e il gioco è fatto. I due si trovano, ascoltano le canzoni dell’uno e dell’altro già pronte e ne scrivono di nuove insieme. Simon Kirke di ritorno da un viaggio in Brasile si fa vivo e viene inserito nella band. Faranno 16 audizioni per trovare il bassista, alla fine arriva Boz Burrell (ex King Crimson).

Rodgers è risoluto nel volere un management coi fiocchi, troppi i problemi avuti nei Free. Contatta il mitologico Peter Grant, manager extraordinaire dei Led Zeppelin, che in quegli anni era il gruppo più di successo della musica Rock. Si danno appuntamento in un sala prove di un paesino della campagna inglese. Il gruppo vede che Grant è in ritardo, per non sprecare tempo prova ugualmente i pezzi pronti …Grant ancora non si vede, sono passate quasi due ore quando questi si presenti:. “Ero qui fuori ad ascoltarvi. Mi piacete. Qui la mano. Questa stretta vale come un contratto”.

Nel novembre del 1973 i Led Zeppelin tornarono ad affittare Headley Grange per iniziare le registrazioni del loro nuovo album. Headley Grange è un edifico del 1795 costruito nella campagna inglese per assistere i poveri, gli inferni e gli orfani. Curiosamente fu affittato la prima volta (dalla loro segretaria) nel 1971 per registrare in santa pace il famoso Led Zeppelin IV con l’ausilio del Rolling Stones Mobile Studio, un furgone pieno di attrezzatura parcheggiato fuori dall’edificio e collegato agli strumenti tramite lunghi cavi.

John Paul Jones polistrumentista dei LZ chiese a Peter Grant del tempo, perché non era più certo di volere vivere la vita spericolata di una Rock band, Grant posticipò le registrazioni dei LZ e offrì ai Bad Company la chance di registrare il loro album. La Bad Company pubblicò i suoi album in USA tramite la Swan Song, l’etichetta creata nel 1974 dai LZ e legata per la distribuzione alla Atlantic Records di New York.

BAD CO esce nel maggio del 1974 e, grazie ad un tour infinito e al sapiente lavoro di Peter Grant, diviene un album di enorme successo. N.3 in UK, N.1 in USA e in Canada. 5.000.000 di copie vendute nei soli Stati Uniti. Un trionfo. La copertina è iconica. CAN’T GET ENOUGH, una di quelle canzoni che l’ex cantante di Ralphs non voleva cantare, diventa un singolo di grande successo, N.5 nella TOP 100 dei singoli USA.

CAN’T GET ENOUGH

BAD COMPANY

STRAIGHT SHOOTER  1975

Dal 1974 al 1976 i Bad Company non si fermano un secondo, un album e un tour dietro l’altro, tre anni spesi sulla corsia di sorpasso. Straight Shooter è il loro secondo capitolo, uno dei tre più riuscito. Il primo era vibrante e schietto, questo pur mantenendo le stesse caratteristiche ha una produzione di maggior rilievo, quasi perfetta. Straight Shooter significa uomo schietto oppure uno che dice le cose come stanno ma vista la copertina anche colui che tira i dadi. Io scoprii i Bad Company con questo disco, Straight Shooter fa parte del mio DNA. Esce nel marzo del 1975, n.3 in UK e USA, 3.000.000 di copie solo in USA

GOOD LOVIN’ GONE BAD

FEEL LIKE MAKIN’ LOVE

SHOOTING STAR

WILD FIRE WOMAN

L’ora sta per finire, devo riassumere velocemente gli ultimi anni

RUN WITH THE PACK  1976

Esce nel gennaio del 1976, altro gran bell’album magari senza un singolo forte, ma davvero riuscito. L’album fu registrato in Francia utilizzando il Rolling Stones Mobile studio nel settembre 1975 con l’ingegnere Ron Nevison e mixato a Los Angeles da Eddie Kramer. Unico album dei Bad Company originali senza artwork di Hipgnosis, la copertina infatti è di Kosh. L’album raggiunse la quarta posizione nella classifica degli album del Regno Unito e la quinta nella Billboard 200 degli Stati Uniti. Solo negli Stati Uniti ha venduto un milione di copie.

Segue BURNIN SKY del 1977 album obliquo, arriva dopo i primi tre anni corsi a velocità folle. Il grande successo ritorna nel 1979 con DESOLATION ANGELS quinto album in studio del gruppo, pubblicato il 7 marzo 1979 . Il titolo dell’album deriva dall’omonimo romanzo del 1965 di Jack Kerouac. Il titolo era stato scelto quasi 10 anni prima per intitolare il secondo album dei Free, che alla fine fu chiamato semplicemente Free. Doppio disco di platino in USA. Il tour relativo fu lunghissimo e di grande, grande successo.

ROUGH DIAMONDS esce nel 1982, ma i tempi sono cambiati e il gruppo non è più lo stesso. Solo 26 esimo in USA.

Racconto in maniera telegrafica il resto:

A Rough Diamonds non seguì un tour e la band si sciolse.

Nel 1983 Paul Rodgers fece uscire un disco CUT LOOSE (dove tra l’altro suonava tutti gli strumenti). Dal 1984 al 1986 fu il cantante e co-leader dei THE FIRM con Jimmy Page, dopo di che seguirono altri progetti e altri dischi solista senza infamia e senza lode.

Su spinta dei discografici Il gruppo si rimette in pista con Brian Howe alla voce (1986–1994) … hard rock commerciale per pubblico statunitense di bocca buona, un paio di album di grande successo. Howe poi se ne va, entra Robert Hart (1994–1998). Ritorna Rodgers per sporadici concerti e tour con o senza Mick Ralphs.

Io li vidi finalmente Glasgow nell’autunno del 2016 e fu un momento memorabile per il ragazzino che ero.

Siamo già oltre le 19:30 meglio salutare e ringraziare per avermi sostenuto con calore, affetto e pazienza, dare appuntamento alla prossima edizione se si terrà, benedire nel nome del blues e ricordare  che sebbene il loro corso possa a volte cambiare, i fiumi sempre raggiungono il mare.

Aggiungo il consueto teatrino finale con qualche variazione … perché anche stasera per alcuni secondi mi è sembrato di essere sul palco del … dunque la chiosa rimane la stessa, la canzone rimane la stessa… NNT goodbye!

Video “All Right Now” + “Don’t Say You Love me ” + finale – filmati da Stremmy Girl & Mar

Seguono abbracci, saluti e incoraggiamenti. Per festeggiare il buon successo anche di questa School Of Rock decido di fermarmi con un paio di groupie e con l’uomo di Belo Horizonte al Red Lion Bar & Grill, quasi come fossimo al Rainbow di Los Angeles.

Siuviu & Tim - Red Lion Bar & Grill - Mutina 04-04-2024

Siuviu & Tim – Red Lion Bar & Grill – Mutina 04-04-2024

Mar & Stremmy at Red Lion Bar & Grill - Mutina 04-04-2024 - foto Tim T.

Mar & Stremmy at Red Lion Bar & Grill – Mutina 04-04-2024 – foto Tim T.

A casa verso mezzanotte, sistemazione dei gatti, doccia, la crema corpo come ogni metrosexual che si rispetti (Johnny Winter have mercy!) e a letto. Anche oggi ho fatto il mio porco lavoro, e adesso tra me e me posso dirlo … “New York, goodnight”.

RP New York Goodnight

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la School Of Rock sul blog:

VII

TT’s SCHOOL OF ROCK VII: Led Zeppelin

I

Tim Tirelli’s School Of Rock

The Equinox live alla Bottega dei Briganti 20 marzo 2024

1 Apr

Dopo quattro anni la Bottega dei Briganti di Orologia di Quattro Castella (RE) ritorna ad organizzare concerti. La pandemia ha ovviamente picchiato duro, ma Valerio, il titolare, non demorde e anzi rilancia: a fine anno il locale raddoppierà gli spazi, ci vuole coraggio e forza d’animo di questi tempi. Eccoci dunque di nuovo qui, orgogliosi di calcare ancora una volta il palco della Bottega, uno dei locali a cui siamo più affezionati e uno dei pochi posti della Regium Mutina County a far suonare gruppi di musica Rock, intesa nell’accezione più genuina.

E’ l’equinozio di primavera e visto il nostro nome ci sentiamo stimolati. La giornata si svolge nella più profonda tradizione degli operai del Rock, al lavoro fino al primo pomeriggio, un salto a casa per il pranzo e una doccia, caricamento degli strumenti e via in direzione sud, oltre la città verso gli Appennini.

Io e Saura siamo i primi ad arrivare, scarichiamo e montiamo la strumentazione, poi arriva Mr Dynamite con tutti i suoi tamburi e infine, in tutta tranquillità, segue il cantante con … il microfono.

Soundcheck, quindi una rinfrescata, cambio vestiti, cena … nel frattempo arriva il nostro seguito, l’affezionato pubblico che ci segue fedelmente. C’è chi arriva anche dal mio paesello natale, a nord est di Mutina, mentre qui siamo a sud ovest di Regium … non è roba da tutti in una serata infrasettimanale. Amici, colleghi, conoscenti … il locale si riempie in ogni ordine di posti, certo la Bottega non è il Los Angeles Forum, ma nel nostro piccolo mondo è una soddisfazione.

Ore 21:30, si dia inizio alle danze. Benché ci sia qualche inconveniente tecnico (in Sibly la pedaliera basso di Saura in un paio di momenti smette di funzionare, il suonare incollato al mio Marshall non aiuta nel controllo del feedback e dell’effetto larsen e le frequenze che mi arrivano sembrano sballate il che mi fa pensare che la chitarra sia scordata o che io stia suonando qualcosa di sbagliato) tutto procede bene…

Scaletta senza grossi sussulti, con solo una serata e mezza di prove non si riescono a inserire nuove soluzioni figuriamoci nuovi pezzi.

Custard Pie/Over The Hills/Immigrant Song

Black Dog seguita da Heartbreaker

Dazed and Confused

Nobody’s Fault But Mine

Misty Mountain Hop e Since I’ve been Loving You

What Is And What Should Never Be

Moby Dick e The Song Remains The Same

Kashmir

Stairway To Heaven

e, come direbbe Riff, il “buraccione” finale, ovvero

Whole Lotta Love, Communication Breakdown (inclusa la presentazione della band) e Rock And Roll.

Il pubblico è come al solito generoso, i complimenti si sprecano, d’altra parte Pol ha cantato da par suo, Saura è stata immancabilmente superba (ogni volta che sento il lavoro al basso nella sezione funk di Whole Lotta Love mi eccito) e Lele ha confermato di essere lo scatenato tamburino che suona mischiando massima eleganza, passione e potenza. Mi ha fatto poi molto piacere che in molti si siano soffermati sul sound del gruppo e della chitarra, come dico ogni volta questo è un punto su cui sono sempre molto sensibile, ricreare il “senso” dei LZ e il suono della Musica Rock più autentica è la mia missione. Ho sorriso quando un conoscente di Saura le è venuto a dire “Sono stato a sentire anche gli ********** (altra LZ tribute band che ogni tanto suona in zona), loro fanno del cinema, voi della Musica Rock”. Ecco, non è una gara, ognuno interpreta i brani di altri come vuole, dico solo che occorre cercare di essere autentici e di rispettare il concetto di musica Rock, non c’è solo l’aspetto dell’intrattenimento, c’è la musica in primis. Per quel che mi riguarda se fai i LZ e il cantante enfatizza le mossettine effemminate di RP, i suoni sono quelli della musica metal e il gruppo è composto (stabilmente) da più di 4 persone, beh per me – come direbbe Riff – “sei bocciato”.

Lentamente il locale si svuota, Valerio e lo staff della Bottega iniziano a rassettare mentre noi smontiamo la strumentazione e la carichiamo sulle macchine. Vale si avvicina alla doppio manico, gliela porgo, la prende in mano e dice “è sempre un gran chitarra”. Prima di andare, ultime chiacchiere spese nel silenzio della notte che scende pesante, circoscritta dalle luci sempre più soffuse del locale, “siete stati molto bravi, siete sempre una grande band” mi dice. Lo abbraccio, se lui è contento io sono felice.

I lampioni ci guidano a casa come pietre miliari che conteggiano il cammino. E’ notte alta, poche le macchine in giro, la Sigismonda (la mia blues mobile) rolla tranquilla sui sentieri d’asfalto che ci portato a Nord Est, siamo stanchi sì ma è una stanchezza salutare, la adrenalina è ancora in circolo, potrei guidare per chissà quante miglia. Sì, certo, adesso bisogna arrivare a casa, riscaricare, sistemare, pensare che domattina la sveglia risuonerà alle 06:30 e maledire l’eterna condizione di operai del Rock, ma poi una doccia, un thè (o un ultimo Rum) e il Rock che è ancora sia ancora in circolo risistemano l’animo, nel nostro piccolo abbiamo fatto il nostro porco lavoro. New York, goodnight.

Valerio Evangelisti “Il Sol Dell’Avvenire – Volume 1 – vivere lavorando o morire combattendo” (Mondadori 2013) – TTTTT

23 Mar

La descrizione riportata in fondo a questa paginetta spiega in maniera nitida il tenore e la storia del romanzo, non aggiungo dunque nulla di rilevante, giusto il “giudizio finale” (come lo chiama l’umana che vive con me) che lascio nelle pagine bianche all’inizio di ogni libro dopo averlo letto: “un affresco schietto e inebriante”. Essendo da sempre attratto da questi temi ho letto con fervore questo magnifico libro di Evangelisti, questo primo resoconto (trattasi di trilogia) travestito da romanzo delle peripezie messe in atto dalle classi più povere per riuscire a sopravvivere e ad accennare al sogno di giustizia sociale che con ogni mezzo chi deteneva (e detiene) il potere (per lo meno in quella fascia che oggi chiamiamo mondo occidentale) ha sempre cercato di contrastare. Mettersi nei panni dei protagonisti di queste storie è stato doloroso, i loro stenti, le loro tribolazioni, le loro lotte spesso inefficaci … d’altra parte l’umanità non è mai riuscita ad andare oltre la classificazione tra ricchi e poveri, padroni e schiavi, con la scusa che non si può mettere in discussione l’ordine costituito (che molto spesso è una aberrazione) ci si comportava (e ci si comporta) da aguzzini spietati.

Perdonate l’enfasi ma il mio animo ribolliva di rabbia nel leggere dei soprusi accaduti qui, nella regione che tanto amo, e al contempo gioiva nel constatare l’animo battagliero, garibaldino e indomito dei meno fortunati nell’eterna battaglia contro le avversità.

Libro da leggere.

valerio evangelisti il sol dell'avvenire

PS: grazie a John Paul Cappi.

Valerio Evangelisti, distaccandosi dai temi narrativi che lo hanno reso noto come scrittore, racconta in questo romanzo di ampio respiro le vicende di alcune famiglie di braccianti e contadini romagnoli, dall’epoca post-risorgimentale alle soglie del 1900. Sono storie minute, in cui si intrecciano momenti ora drammatici ora briosi. Assieme disegnano un quadro ben più grande, esteso a tutta l’Emilia Romagna e all’Italia. La trasformazione agricola di una regione, la bonifica di territori malsani, l’affermarsi del movimento cooperativo e di quello socialista, con le sue varie anime spesso conflittuali, la lenta e sanguinosa conquista della democrazia. Ciò è visto con gli occhi di protagonisti solo in parte consapevoli dello scenario grandioso in cui si muovono. Attilio, l’ex garibaldino che sperimenta tutte le forme e le miserie del precariato; Rosa, vittima predestinata ma non docile dello sfruttamento e dell’arroganza di chi comanda; Canzio, il ribelle per indole, refrattario all’ideologia e attratto dall’azione. Assieme a costoro una folla colorita di personaggi turbolenti e litigiosi, spesso realmente esistiti; trascinati in vicende politiche e umane che li porteranno dalle pianure e dai colli di Romagna alle paludi dell’Agro romano, fino ai campi di battaglia in Grecia. Umili costruttori di un Sole dell’Avvenire che non sorgerà mai, quanto meno nelle forme che speravano. Inizio di una trilogia estesa per un settantennio…

Nubi di marmo

17 Mar

Dopo due salutari settimane di pioggia e vento ecco qualche giorno di sole, l’aria pare respirabile, pulita, frizzante.

Sundown alla Domus – marzo 2024 – foto Tim T.

Riprendono i lavori relativi al verde della Domus, domeniche mattine passate a riempire sacchi su sacchi di fogliame vario e a preparare fasci di rami secchi e legnetti come fossi uno che fa tetti di paglia qualunque e che poi per caso finisce sulla copertina di uno di dischi di Musica Rock più sublimi della storia dell’umanità.

Mr Lot Long, a victorian thatcher.

Col bel tempo il giovane Honecker se la gode alla grande, tutto il giorno in giro nei territori limitrofi alla Domus Saurea e verso sera, dopo aver divorato una ciotola del suo cibo preferito, eccolo versarsi liquido sul divano.

Il gatto Honecker and the golden slumbers – Domus Saurea marzo 2024 – foto Tim T.

Io veleggio tra l’erba liquida di queste pianure col solito approccio meditabondo, osservo nuvole che paiono di marmo spostarsi lentamente del cielo, disegno nei pensieri nidi di stelle immaginari, osservo un mondo che sempre meno mi appartiene consapevole però che io appartengo ad esso.

Vive la France

Dalla Francia arriva un barlume di speranza, al contrario dell’italia (in minuscolo) sempre ancorata al medioevo e al ventennio nefasto.

Rosso Ronzoni

Dopo averlo assaggiato al sinodo del solstizio d’inverno scorso con i confratelli del Blues all’Osteria Chilometro Zero, qui a due passi dalla Domus, mi decido finalmente di recarmi all’azienda agricola Ronzoni, pochissimi km a nord dalla House of Blues dove vivo, per acquistare qualche bottiglia di Rosso Ronzoni, lambrusco superlativo.

Borgo Massenzio è l’epicentro italico della coltivazione dell’uva ancellotta, https://it.wikipedia.org/wiki/Ancellotta

ed io ho un legame strettissimo con questo vitigno, un po’ il mio cognome (le tirelle delle viti), un po’ la mia stirpe (genitori, nonni, bisnonni, trisnonni e avi provenivano tutti da zone lontane da qui al massimo una manciata di chilometri), un po’ le vendemmie dal nonno paterno nei mesi di settembre andati. Ho un caro amico finlandese (sempre del giro Led Zeppelin) passato da queste parti più volte che non riesce a concepire vini rossi frizzanti, come lui la pensano quasi tutti … i vini seri sono quelli fermi, non per me … io (e in massima parte tutti i miei amici della zona) sono un uomo da lambrusco, Reggiano o Grasparossa.

E allor eccomi qui -insieme alla pollastrella- nel cortile della Agricola Ronzoni, nei city limits a nord di Borgo Massenzio: nessun in giro, suono il campanello. Tra i vetri oscurati della grande entrata intravedo una signora avanti con gli anni togliersi il grembiule e venire a riceverci.

“Oh buongiorno, scusate ero qui che facevo i fatti di casa” ci dice mischiando italiano e il dialetto reggiano. Appare subito cordiale, schietta, candida e al contempo attenta, con una sola occhiata ci ha inquadrati: uomo e donna di blues di una (in)certa età ma ancora “ragazzi” che vogliono qualche bottiglia di lambrusco. Aggiunge che se vogliamo parlare con suo figlio deve andare a chiamarlo perché è in campagna in mezzo alle viti ma che se è solo vino quello di cui abbiamo bisogno ci può pensare lei.

Vini dell’Agricola Ronzoni – foto Tim

Ci porta nella cantina dove sono tenute le bottiglie di vino da vendere; parlare con lei è fantastico, non è lei a farlo ma direttamente l’Emilia, quella che sta scomparendo e di cui – una volta terminata la generazione della signora – si perderanno le tracce.

Parliamo di come ho scoperto il Rosso Ronzoni, per rendere tutto più omogeneo infilo qualche frase dialettale, siamo della stessa tribù, giusto rinsaldare legami atavici. Prendo anche una bottiglia di Rosso Dell’Olmo e di Rosé.

Ritorniamo nella casa principale per il pagamento, in un grande stanza tipica delle vecchie casa da contadini di queste zone, respiro l’essenza emiliana. La signora tira fuori il Pos e il biglietto con le istruzioni, mi chiede di controllare che la procedura sia corretta, si fida come fossi un suo stretto conoscente. Che spettacolo. La salutiamo con calore. Esco dall’ampio cortile lentamente, osservo le campagne piatte che ho davanti e sospiro. Alla prossima, Emilia mia, non sarai forse la più bella di tutte ma ti amo.

WhatsApp Blues

Dragando certi scambi di messaggi avuti con alcuni amici e amiche saltano fuori cosette interessanti e sciocchezzuole assortite

_POLBI’s Television Blues

[17:49, 9/3/2024] Polbi Cell.: Hai scritto una bellissima recensione della ristampa di Marquee Moon, veramente. Mei cojioni, si dice a Roma, i Pink Floyd di Animals in versione newyorkese è un colpo di classe
[17:49, 9/3/2024] TimTirelli: Ma grazie, amico mio💙

[17:56, 9/3/2024] Polbi Cell.: Dopo averla letta mi viene voglia di mettere il vinile che ho preso anche io in una recente ristampa. E di ascoltarlo leggendo Please Kill Me, un libro di interviste sul primo punk americano che reputo uno dei migliori della mia biblioteca rock. Dovresti prenderlo, anche solo come riferimento da leggere di tanto in tanto. E sai che il primo disco di Lloyd è da ascoltare? Siamo su altri livelli ovviamente, ma è un bel disco.
[19:07, 9/3/2024] Polbi Cell.: Anni fa un mio amico di Detroit decise di organizzare un concerto di Richard Lloyd. L’unico posto libero era un bar di Bikers che però avevano un accordo di non menare a nessuno che andava al piano di sopra a vedere i concerti. JR, il mio amico, sapeva che Lloyd aveva fama di essere un bel po’ sopra le righe, ma che stava facendo dei buoni show in piccoli club. Arriva il giorno del concerto, il nostro si presenta in orario, sobrio, con una Fender e un ampli senza pedali o effetti di sorta. Con la sua band fanno il sound check e tutto fila liscio. Il mio amico a questo punto gli chiede se vogliono andare a mangiare qualcosa insieme al ristorante messicano poco distante. Cena rilassante, grandi racconti sui Television e la New York del periodo, alla fine si fa l’ora di andare al club per il concerto. Durante il tragitto a piedi, JR crede sia meglio dire che è un Biker Bar e quindi magari meglio andare direttamente al piano di sopra per il concerto ed evitare potenziali problemi. Certo certo, no problem, lo rassicura il chitarrista.
Entrano, il bar è pieno di biker giganteschi che li guardano male. Il mio amico cammina dritto, tutto ok, ma a un certo punto Richard Lloyd si ferma e urla What if i go grab my baseball bat in the Van and smash all your fuckin heads motherfuckers?!?!?!? Nessuno dice una parola. Il mio amico si aspetta che li uccidano sul posto, ma invece assolutamente niente. Lloyd come se niente fosse sale le scale e suona per un ora e mezza.
Questa storia mi gira in testa da anni. Forse è la prima volta che te la racconto.

_POLBI’s Yardbirds Blues

[13:31, 11/3/2024] Polbi Cell.: Sono in pieno regime Yardbirds. Ascolto il live e studio 68 con Page dalla tua chiavetta in macchina, e a casa i dischi con Beck e addirittura con Clapton. Mi sono preso su Kindle la biografia di Keith Relf. Sono immerso fra il 62 e il 69 e non vedo cenni di miglioramento
[20:37, 11/3/2024] Polbi Cell.: Ma sai che è interessante sto libro…il primo che leggo sugli Yardbirds [20:54, 11/3/2024] Polbi Cell.: Pionieri di tante cose, fra cui hard rock, garage e punk, la loro storia e personalità meritano un approfondimento. È una band un po’ troppo schiacciata nel cliché dei tre chitarristi. Avevano tutti delle personalità particolari, e i pezzi a me sono sempre piaciuti tantissimo. Vedendoli dal 2024 a distanza di sessant’anni la loro statura cresce notevolmente, meritano anche più di quel che già gli viene riconosciuto. Anche in una biografia di Page, nel periodo Yardbirds ci sono molti elementi di riflessione. Ad esempio un suo essere punk che in parte riemergerà proprio ultimamente con il tributo a Link Wray. Vabbè forse dico cazzate, ma io questa cosa la vedo. Mah! 🤷🏼‍♀️
[21:14, 11/3/2024] Polbi Cell.: Scusami se rompo i cojioni a messaggi, ma ho appena letto che con Beck e Page alle chitarre fecero un tour inglese insieme a Rolling Stones e Ike & Tina….in una sera potevi vedere Page, Richards, Beck, Ike…e questo solo in termini di chitarre…pazzesco.

NdTim: ci fosse ancora con noi il caro Mike Bravo, gli sarebbero scesi i lucciconi nel leggere queste righe sugli Yardbirds.

_MARZIA’s Design Blues

Ogni giorno in pausa pranzo in mensa nel centro storico della città con la mia collega del cuore Matzia (va beh, Marzia); e ogni giorno al ritorno dobbiamo prendere Via Cesare Battisti perché Matzia/Marzia vuole fermarsi a sospirare davanti alla vetrina di un bel negozio di articoli di design per la casa. Io la seguo volentieri, un po’ perché Matzia è una femmina alfa e non voglio rischiare di prenderle, un po’ perché rendo onore a chi è stata intitolata la via, al patriota (nell’accezione classica del termine), giornalista, geografo, socialista e irredentista italiano, morto per mano dell’odiosa milizia imperiale austriaca

Cesare Battisti, Milano 1915. –

e un po’ perché il design interessa molto anche a me. Guardiamo gli oggetti in vendita, li compreremmo tutti per le nostre rispettive case. Ci scattiamo una foto riflessi in uno specchio presente in vetrina, gliela invio, Matzia mi risponde in dialetto scrivendo che a noi due piace la roba bella, peccato essere in bolletta”

[11:19, 12/3/2024] Marzia: A nuèter as piès la roba bèla
[11:19, 12/3/2024] Marzia: L’é ‘na bèla sfiga èser in bulèta …The Blues Brothers Marzia e Tim - Downtown Mutina marzo 2024 - autoscatto

_DARK LORD blues

Scambi di opinioni sulla chat Team Tirelli (gli illuminati del Blues).

10:01, 5/3/2024] TimTirelli: adesso va anche alle sfilate di moda … ma zio pòver … an s’è mai vest Johnny Winter …


[10:04, 5/3/2024] Picca: un declino a cui non meritiamo di assistere
[10:06, 5/3/2024] Riff Cell: bocièeee😕 (bocciato, in dialetto reggiano)
[10:07, 5/3/2024] Mixi Croci: e soprattutto in compagnia della Maneskin… Bociè!
[10:25, 5/3/2024] TimTirelli: (a corredo di una foto di Johnny Winter) L’unico vero dio!
[10:26, 5/3/2024] TimTirelli: Mixi, avrò bisogno di te per il primo numero della fanzine OH JOHNNY.
[10:26, 5/3/2024] Mixi Croci: 😂👍🏻
[10:27, 5/3/2024] Riff Cell: Ah ah😂Belisim !!
[10:29, 5/3/2024] John Paul Cappi: “WINTER IS COMING”

_Lollo’s Centurion Blues

Lollo Stevens mi invia questo video:

[09:46, 10/3/2024] TimTirelli: Grazie Lollo, siamo sul filo della centuria ma:
_ vedere Brian mi scalda sempre il cuore
_Steven Tyler all’armonica mi piace un sacco
_L’assolo di Slash è molto, molto bello.
[09:48, 10/3/2024] Lorenzo Stefani: É proprio per questi tre motivi che l’ho segnalato, pur sapendo (come sempre) che rischio le accuse di centurionismo
[13:22, 10/3/2024] Riff Cell: Yeahhh🤟🏻💪🏻

Il Suono Del Marshall

Rimpatriata in sala prove con gli amici di un mio gruppo che fu. Sono 4/5 lustri che non suoniamo più insieme ma appena parto col riff di uno dei miei pezzi (Frugo nel Frigo, scritto insieme a Mr Tommy Togni) tutto magicamente torna ad incastrarsi senza problemi. Siamo al Modern Music Institute di Mutina, sito in un quartiere industriale della zona ovest della città, è una realtà molto bella, magari basata su di uno stile troppo statunitense per i miei gusti (le varie sale prove hanno i nomi di New York, Los Angeles, Las Vegas) ma avercene avute di sale prove così ai miei tempi … tra l’altro con bagni bellissimi e macchinetta bevande. Ho portato solo la pedaliera e la chitarra, il Marshall per una volta lo ho lasciato a casa, fare l’operaio del Rock è stancate. Mi sono collegato ad uno di quei nuovi amplificatore di oggi e niente .. .tutto perfettamente efficiente e funzionante ma il suono metal proprio non è per me. C’è poco da fare, per l’uomo di blues che sono nulla supera il calore valvolare del Marshall. Nulla.

Football Blues

Mercoledì scorso, io e Mario annichiliti sul divano della Domus alla fine dei tempi supplementari e quindi dei rigori dopo aver visto la nostra amatissima Inter uscire dalla Champions.

Dopo quattro giorni a me non è ancora passata.
Certo, certo, “dobbiamo solo ringraziare la squadra, i ragazzi etc etc”, lo hanno detto praticamente tutti, che lo abbia detto anche il Mister però mi lascia perplesso. Sprecare una qualificazione ai quarti in una stagione come questa dove tutte le componenti sembravano al loro posto mi pare un passo falso grave. Sì, il calcio è questo, le partite storte capitano, i momenti di appannamento capitano, però se sei l’Inter della stagione 2023-24, se ragioni da grande squadra, se pensi di essere cosciente delle tue capacità una partita di ritorno degli ottavi contro una squadra imputanita ma meno brava di te non la butti alle ortiche dopo aver vinto l’andata e segnato il primo goal al ritorno. No, non puoi, a meno che tu non sia quello che dici di essere. Ci aspettavamo di vincere la Champions? Beh, non esattamente, ma ai quarti era d’obbligo arrivare. Se poi al sorteggio ci fosse capitato lo stesso avversario abbinato all’Atletico (il Borussia Dortmund), beh le semifinali erano davvero possibili e sarebbe stata tutta un’altra annata. Va bene, va bene, concentriamoci sullo scudetto, rimane comunque un grande traguardo, tuttavia è un maledetto peccato e a me non passa, non passa, c’è poco da fare. Stasera ci sarà Inter-Napoli … la guarderò? L’umana che vive con me mi ha detto “figurati se non la guarderai, ah ah ha non ci crede nessuno ah ah ah”, ma io non ne sono certo.
Sono nel blues dipinto di blues.

Serie TV

_Das Signal – Segnali dallo Spazio (Germania 2024) – TTTT

Quattro lunghi episodi per questa serie di fantascienza, a tratti lenta e angosciante ma con un finale pieno di poetica fantascientifica.

Playlist

Finale

Spedito verso la primavera, saluto un collega dimissionario e amico di lignaggio intellettuale altissimo, in una serata d’addio al Luppolo e L’Uva di Mutina. Cerco di allontanare il dispiacere della sua partenza col vino francese Porco Rosso. Sarà dura far senza di lui e i nostri continui scambi umanistici ed intellettuali. Happy trails, my friend.

Mi rifaccio con i Ragazzi della Via Po, ex colleghi di un azienda di cui ho fatto a lungo parte in passato e che mi vogliono un gran bene, e la nostra canonica pizza ai Dissonanti di Modena. E’ sempre un piacere discutere della vita, di politica e di pheega con il solito approccio sopra le righe.

da sx a dx Picci, Tyrrell, Pavve, Rinna … I ragazzi della via Po – autoscatto

Arriva un altro venerdì sera, in stazione in attesa del regionale che mi porta a Regium Lepidi. Al binario 2 dieci minuti prima del mio treno si ferma l’Intercity per Milano e quindi per le porte del cosmo che stanno su in Germania … fisso la portiera aperta, trattengo l’impulso di salirci e sia quel che sia … ma chissà se poi esiste un stella che sia tutta mia …

Television “Marquee Moon” (1977-2024 Rhino High Fidelity) – TTTTT

9 Mar

La Rhino ha fatto uscire ad inizio gennaio la versione high fidelity del vinile del primo album dei Television, è dunque cosa buona e giusta riprendere in mano questo disco straordinario, rivangare il passato e scrivere qualche riflessione.

Television Marquee Moon - Rhino High Fidelity 2024

Seconda metà degli anni settanta, sono un ragazzino che ha scoperto la musica Rock e che oramai ne è completamente irretito. Vivo di Rock, respiro di Rock, sogno di Rock. I dischi che si sono fusi col mio DNA sono usciti l’altro ieri e io son certo di vivere la contemporaneità, fino a che dalla perfida Albione arriva un movimento che vuol spazzare via tutto quello che io ho appena iniziate ad amare, quel Rock in technicolor che si sta fondendo con la mia stessa vita. Rimango dapprima perplesso, il nuovo Rock che arriva dalla Britannia è una scarica potente ma persino al giovane Tim pare musicalmente modesto (e in bianco e nero) rispetto ai capolavori dell’umanità che uno dopo l’altro mi sto procurando (spendendo tutti i risparmi messi da parte), ma in un secondo momento mi adeguo alla nuova ondata, d’altra parte sono figlio del mio tempo. Amoreggio col Punk (Ramones/Sex Pistols/Clash/Damned/Dead Kennedys), meno con la New Wave (Police, Blondie, Joe Jackson, Devo, Nina Hagen e poco altro) fino a quando non scopro Marquee Moon, primo album di un gruppo di New York che propone un Rock che non riesco a definire ma che entra tra le pieghe della mia anima, i Television.

Television Marquee Moon - Rhino High Fidelity 2024 inner

Nel 1972 Thomas Joseph Miller (Tom Verlaine) e Richard Lester Meyers (Richard Hell) dopo essersi trasferiti a New York dal Delaware formano i Neon Boys insieme al batterista Billy Ficca; attivi dal 1972 al 1973 si sciolgono per ricostituirsi nel giro di 24 ore con nome di Television aggiungendo alla formazione un altro chitarrista, Richard Lloyd . Tra il 1974 e il 1975 riescono a suonare in locali di NY poi diventati leggendari, il CBGB e il Max’s Kansas City costruendosi così una nomea che cattura l’interessa di alcune etichette. In quegli anni registrano un demo tape prodotto da Brian Eno, ma Verlaine non è soddisfatto della produzione. Nel 1975 dissidi interni portano Richard Hell a lasciare il gruppo, viene sostituito dal più regolare Fred Smith (basso). Nel 1976 vengono messi sotto contratto dalla Elektra e Verlaine, che non vuole sottostare al volere di un produttore, chiede loro di essere affiancato da un ingegnere del suono, la scelta cade sul grande Andy Johns perché a Tom piaceva molto il lavoro fatto da Andy per l’album Goats Head Soup dei Rolling Stones.

Television Marquee Moon - Rhino High Fidelity 2024 inner 2

Il disco esce nel febbraio del 1977, già il titolo suggerisce suggestioni, cosa si riesce a vedere al di sopra delle insegne luminose di New York? Qualcuno scrisse che “più che la luna sono dunque le insegne al neon a definire l’atmosfera del disco.”

Television Marquee Moon - Rhino High Fidelity 2024 studio

Tutto l’album è una meraviglia, atmosfere lunari … nuovi territori chitarristici … testi pastorali e al contempo metropolitani che attingono alla vita divisa in scenette di Lower Manhattan. Grande risalto al lavoro delle due chitarre, eccentriche, sperimentali, fredde e calde allo stesso tempo e comunque sempre Rock, anche nei momenti più glaciali.

See No Evil è un (nuovo) Rock deciso, accordi ostinati, fraseggi ripetuti, cantato che definisce il periodo. Ottimo l’assolo di chitarra di Richard Lloyd. Bel momento d’apertura. 

Television Marquee Moon - Rhino High Fidelity 2024 studio 2

Venus è stupenda, una sorta di tango ballato nelle strade illuminate dalle insegne di Lower Manhattan.  Lavoro di chitarre intrigante. L’assolo di Verlaine è fatto di ricami.

Television Marquee Moon - Rhino High Fidelity 2024 photos

Ho sempre pensato che da Friction il nostro indimenticato Ivan Graziani abbia preso idee per la sua Monna Lisa. Ad ogni modo anche questo brano convince. Efficace l’assolo di chitarra di Tom Verlaine fatto di suggestioni sonore. Di nuovo viluppo di chitarre sublime.

Television Marquee Moon - Rhino High Fidelity 2024 notes

Marquee Moon è semplicemente magnifica, oltre 10 minuti di musica colta, elegante, razionale e al contempo piena di vigore. Riuscite le aperture tra un capoverso e l’altro del pezzo. Nel cantato Verlaine ricorda Jagger. Bella prova di Billy Ficca alla batteria (che sembra sempre arrivare tardi a certe mosse ritmiche) ben assistito da Fred Sonic Smith al basso. L’assolo di Verlaine (dopo il terzo ritornello) sembra trasportarci lungo sentieri lunari immaginari … brividi. L’intervallo subito dopo il lungo assolo di Tom e prima della ripresa finale è stupefacente. Questo brano è un capolavoro assoluto della musica Rock.

Television Marquee Moon - Rhino High Fidelity 2024 disc

Anche in Elevation Ivan Graziani deve aver preso una decisa ispirazione dato che l’arpeggio ricorda parecchio quello di Fuoco Sulla Collina; il brano è magnetico, immaginate i Pink Floyd di Animals in versione newyorkese e con l’approccio punk/cerebrale.

In Guiding Light la voce di Verlain mi ricorda ancora quella di Mick Jagger. Questa è una ninna nanna elettrica arricchita da un bel pianino. Assolo di chitarra di LIoyd. Un altro piccolo gioiello.

Television Marquee Moon - Rhino High Fidelity 2024 disc b

Prove It era uno dei brani del disco che ascoltavo più spesso. E’ basato su un giro melodico comune (tipo quello di Stand By Me) che ben presto però viene rinnegato dal resto della canzone. I Television sapevano sorprendere, sempre.

L’ottava e ultima canzone dei Marquee Moon è Torn Curtain, la tenda strappata che viene tirata, il sipario piuttosto angosciante che chiude lo spettacolo. Lacrime, il ritorno agli anni passati, chitarre lancinanti, la fine del disco ci lascia con l’animo in subbuglio.

Television Marquee Moon - Rhino High Fidelity 2024 back

Marquee Moon uscì l’8 febbraio 1977 negli Stati Uniti e il 4 marzo nel Regno Unito, dove ebbe un successo inaspettato e raggiunse il numero 28 nella classifica degli album. Nella Top 30 britannica finirono i due singoli del disco, parte di questo successo fu anche instillato da quanto il grande giornalista Nick Kent scrisse per il New Musical Express.

Mentre era in vacanza a Londra dopo il completamento di Marquee Moon, Verlaine si accorse il gruppo guadagnò appunto la copertina del New Musical Express, informò l’ufficio stampa di Elektra e questa organizzò un  tour nel Regno Unito per capitalizzare quel successo. In maggio fecero il tour nei grandi teatri in UK, per Verlaine fu un sollievo esibirsi in quegli spazi molto più grandi rispetto ai piccoli club in cui era abituato a suonare. Il gruppo di supporto era quello dei Blondie e ciò creò qualche malumore, Verlaine pensava non fosse una buona scelta causa la diversità artistica, in generale i rapporti furono freddi, i Television sembravano poco accomodanti nei confronti del gruppo spalla.

In Usa suonarono come supporto a Peter Gabriel, ma il tour fu poco gratificante visto che il pubblico medio dell’ex Genesis non accolse positivamente i Television. L’Elektra inoltre non pubblicizzò a dovere Marque Moon che arrivò a vendere solo 80.000 e dunque non entrò nemmeno nella Top 200. Nel 1978 uscì il secondo album Adventure, buon successo di critica ma ancora vendite irrisorie. Malumori, poco successo commerciale, l’uso di droghe da parte di LIoyd … è così che il gruppo si sciolse.

Rimane un mistero per me il perché questo album non compaia in tutte le discoteche degli amanti della musica Rock, perché sia chiaro: questo disco è un’opera eccezionale.

Elenco tracce

A1 See No Evil

Guitar [Guitar Solo] – Richard*
3:56
A2 Venus

Guitar [Guitar Solo] – Tom*
3:48
A3 Friction

Guitar [Guitar Solo] – Tom*
4:43
A4 Marquee Moon

Guitar [Guitar Solo After Second Chorus] – Richard*
Guitar [Guitar Solo After Third Chorus] – Tom*
10:43
B1 Elevation

Guitar [Guitar Solo] – Richard*
5:08
B2 Guiding Light

Guitar [Guitar Solo] – Richard*
Written-By – Lloyd*Verlaine*
5:36
B3 Prove It

Guitar [Guitar Solo] – Tom*
5:04
B4 Torn Curtain

Guitar [Guitar Solo] – Tom*
7:00

Crediti

  • Art Direction – Tony Lane (2)
  • Art Direction [Rhino Hi-Fi], Design [Rhino Hi-Fi] – Rachel Gutek
  • Artwork [Back Cover Art] – Billy Lobo
  • Bass, Vocals – Fred Smith (7)
  • Booklet Editor [Rhino Hi-Fi Editorial] – Sheryl Farber
  • Drums – Billy Ficca
  • Engineer – Andy Johns
  • Engineer [Assisted By] – Jim Boyer
  • Guitar, Vocals – Richard Lloyd
  • Keyboards – Tom*
  • Lacquer Cut By – Kevin Gray
  • Lead Vocals, Guitar – Tom Verlaine
  • Liner Notes – David Fricke
  • Logo [Rhino Hi-Fi] – Lisa Glines
  • Lyrics By – Verlaine*
  • Management – The Wartoke Concern, Inc.*
  • Management [Rhino Hi-Fi] – John Telfer (2)
  • Mastered By – Greg CalbiLee Hulko
  • Mixed By – Andy Johns
  • Mixed By [Assisted By] – Jimmy DouglassRandy Mason
  • Photography By – Robert Mapplethorpe
  • Photography By [Rhino Hi-Fi Photo Editor] – Amelia Halverson
  • Producer – Andy JohnsTom Verlaine
  • Production Manager [Rhino Hi-Fi Packaging Manager] – Kristin Attaway
  • Project Manager [Rhino Hi-Fi Project Assistance] – Jutta KoetherLauren GoldbergMike WilsonSteve WoolardSusanne SavageTruman Lusson
  • Songwriter [Booklet Credit] – Billy FiccaFred Smith (7)Richard LloydTom Verlaine
  • Songwriter [Label Credit] – Verlaine* (tracce: A1 to B1, B3, B4)
  • Supervised By [Rhino Hi-Fi Project Supervision] – Patrick Milligan
Marquee Moon track use the full-length version, which times out at 10:43 although the label says 9:58.
AAA cut from the original stereo master tapes by Kevin Gray.
Pressed on 180-gram heavyweight vinyl at Optimal.
Heavyweight glossy, tip-on gatefold jacket.
Features an exclusive insert with notes by David Fricke, featuring commentary from band members Richard Lloyd, Fred Smith, and Billy Fica.
Limited numbered edition of 5,000.Runouts are etched, =1 and +1 are mirrored.Recorded at A & R Studios, New York City
Mixed at Atlantic Studios…
Mastered… at Sterling Sound Inc.
All songs published by Double Exposure Music, Ltd.℗ & © 2024, 1977 Elektra Entertainment, a Warner Music Group Company.
Manufactured for & Marketed by Rhino Entertainment Company, a Warner Music Group Company, 777 S. Santa Fe Avenue, Los Angeles, CA 90021. Made in U.S.A.©1977 Double Exposure Music, Ltd. ASCAPOn the labels: Made in Germany. GEMA/BIEMBooklet: All songs… published by Rocking Gorillas Music.