Addio al gatto Artemio

23 Lug

Il gatto Artemio si presentò alla Domus Saurea diversi anni fa; dapprima fu attratto dalle femmine che, essendo sterilizzate, non lo degnavano di uno sguardo. Cercava di importunarle, le incantonava sul terrazzo, le obbligava a saltare sulla ringhiera fino a che non uscivo dalla porta io, anche in piena notte, a fare un po’ di chiasso per smarrirlo (come diciamo in questa fetta d’Emilia), per farlo fuggire insomma. L’altro suo problema erano i due maschi, Palmiro e Patuzzo, che non lo facevano avvicinare. Di nascosto però Saura gli portava da mangiare, e questo lo teneva a portata di zampa. All’epoca era un gatto magro, arruffato e probabilmente randagio.

Una brutta mattina il gatto Patuzzo fece un incontro che gli fu fatale ( qui la triste storia https://timtirelli.com/2016/01/12/il-gatto-e-la-volpe-storia-di-vita-e-di-morte/ )  e fu così che il gatto Artemio iniziò a stazionare stabilmente, la notte, nei dintorni della Domus. Dapprima Palmiro non lo vedeva di buon occhio, ma quando Artemio si sottomise a lui, Palmiro ebbe il buon cuore di accoglierlo nella colonia.

Palmiro & Artemio – gennaio 2017 – foto TT

Da un mucchietto d’ossa pieno di zecche e altri parassiti, Arte si trasformò in un bel gattone, ben nutrito e in salute. Lo chiamai Artemio, di getto, con la stessa naturalezza con cui Brian appioppava nomi simili alle bestioline che vivevano con noi tanti tanti anni fa.

Artemio, novembre 2017 – Foto TT

Ogni tanto Artemio tornava a casa pieno di botte, con ferite profonde o con una zampa ciondolante. Le visite dal veterinario si intensificarono, le cure anche, e ogni volta si riprendeva alla grande. Era un gatto sessualmente attivo, le zuffe con altri felini più o meno selvatici nella campagne erano all’ordine della notte. Portarlo dal veterinario non era un problema, aveva capito che di noi due si poteva fidare, e che dopo le iniezioni di antibiotici e antinfiammatori stava molto meglio.

Ci fu un periodo in cui sparì per alcuni mesi, temevamo avesse fatto una brutta fine, ma poi ricomparve e lo riaccogliemmo con gioia. Diventò un nostro gatto vero e proprio un giorno in cui soffriva tremendamente, aveva una parte del muso molto gonfia, Saura scese in cortile, lui le si avvicinò e si buttò per terra su un lato, come a dire “Terry (i gatti della Domus Saurea ci chiamano per cognome, troncando parte dello stesso e inglesizzandolo), sto male, aiutami tu“. Osservai questa scena dalla finestra e fu un momento struggente.

Artemio guarì e iniziò a sentirsi uno di casa. Scacciava i gatti forestieri che si avvicinavano alla Domus, non voleva perdere il privilegio che aveva ottenuto, il rango a cui era arrivato. In autunno e in inverno amava venire in casa, si acciambellava nella sua cesta e sonnecchiava contento. Lo prendevo in braccio, lo accarezzavo, non faceva le fusa (abitudine a lui sconosciuta evidentemente) ma il modo in cui si accoccolava su di me e in cui mi guardava non lasciavano dubbi: sapeva di essere amato e riconoscente ricambiava.

Artemio, dicembre 2018 – foto Saura T.

Ci guardavamo a lungo negli occhi e nel suo sguardo scorgevo il lampo del felino fiero e selvatico e al contempo la rassegnazione di chi sapeva di non essere un maschio alfa e di aver bisogno di una comunità in cui vivere. Lo trovavamo infatti sempre sull’uscio di casa ad aspettarci, dimostrando una fedeltà alla Domus Saurea commovente.

Artemio era un gatto anziano e aveva tutte le cicatrici di una vita non semplice addosso. Era facile attaccarlo, ultimamente aveva ripreso a tornare a casa malmesso, si rifugiava spesso in garage sotto al tavolo da lavoro e usciva di rado. Non potevamo più tenerlo in casa perché spesso faceva i suoi bisogni dove capitava e non solo sul terreno e nelle lettiere. Tre settimane fa lo trovammo così malconcio che Saura corse subito con lui dal veterinario, l’esame del sangue rivelò che era sieropositivo.

In questi ultimi giorni abbiamo cercato di farlo mangiare e bere in ciotole apposite, per evitare problemi agli altri nostri 5 gatti, e di tenerlo un po’ lontano dalla vita felina della Domus, spero ci abbia perdonato.

Artemio se ne è andato ieri, il suo corpo è crollato improvvisamente, lo ha trovato Saura in uno stato di semi incoscienza, portato d’urgenza dal veterinario l’ecografia ha rivelato una grossa massa tumorale e reni ormai andati. Non c’era altra soluzione che metterlo a dormire per sempre.

Niente di nuovo, niente di straordinario, è la vita che fa il suo corso, ma per la famiglia di mammiferi di specie diverse che vive sotto il tetto della Domus Saurea è una perdita profonda.

Addio Arte, eri un gatto molto dolce e decisamente blues … è stato bello aver fatto un pezzo di strada insieme, ci piace pensare tu abbia ricevuto in questi ultimi anni quello che andavi cercando: un rifugio sicuro, due umani decenti e tanto affetto. Ci mancherai molto. Ti ricorderemo. Ciao patatino.

Artemio in the house – foto TT

 

Una Risposta a “Addio al gatto Artemio”

  1. Marco Colasante 24/07/2019 a 08:57 #

    Ciao piccolo Artemio, hai avuto una vita intensa e l’hai conclusa circondato dall’affetto di chi ti voleva bene. Una carezza a te.

    Piace a 1 persona

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