Feriae Augusti (riposo di Augusto) fu istituito dall’omonimo imperatore per dare un po’ di riposo alle genti dopo i lavori agricoli dei mesi precedenti e si andava ad aggiungere alle altre festività che gli antichi romani avevano già previsto nello stesso mese.

Gaius Iulius Caesar Augustus
Feriae Timothei (il riposo di Tim) è stato istituito per dare un po’ di riposo a me stesso dopo gli sforzi immani compiuti nei mesi precedenti per contrastare i blues.

Gaius Iulius Stephanus Timotheus – tardi anni settanta AC
Una settimana di ferie dunque, passata alla Domus Saurea nella vana speranza di trovare un po’ di pace tra l’inquietudine che da sempre pervade la mia anima. Sono riuscito nell’intento? Naturalmente no. D’altra parte sono uno che non è riuscito a realizzare nulla di ciò che aveva in mente. Già, in questa settimana di apparente riposo sono stato spesso preda del fastidio interiore, il culmine nella giornata di ieri dove pareva non vi fosse nessun angolo adatto a me in questo misero mondo. Giunti ad una incerta età si è portati a fare continuamente bilanci e in giornate come quella di ieri ad esempio vedo solo risultati insignificanti.
Che Timotheus – colui che onora (un) dio – faccia parte delle mie generalità è divertente e mette in evidenza la spiritosaggine del Caos Universale, lo stato di disordine che regola questa follia in cui siamo chiamati a vivere. Proprio così, pur governati da leggi deterministiche l’empirica casualità nell’evoluzione delle variabili dinamiche è sotto gli occhi di tutti (beh, di tutti di no, ma di chi perlomeno si pone qualche domanda che non sia “che cazzo mangiamo stasera?)
E allora per dare un senso al significato di Timotheus meglio che mi inventi un dio anche io:

The Dark Lord (Tokyo Train Station 1971)
Per sfuggire a quello stato di inadeguatezza spirituale passo un giorno a Little Houses (of the Holy), una frazione del mio paesello natale. Là vivono un paio di amici, Gio & Maura, sempre pronti ad ospitarmi nel momento del bisogno.
Sdraiato sull’erba all’ombra di un grosso acero contemplo il cielo …

Little Houses Place – agosto 2021 – foto TT
Poi mi tuffo nel blu della piscina dei miei amici …

Little Houses Place – agosto 2021 – foto TT
Nel chiosco da giardino che hanno trovo l’angolino di pace che tanto bramavo. Spuntino con pizzette, gnocco e salame, abbondantemente annaffiati con belgian blanche e Campari. Si comincia a ragionare.

Little Houses Place – agosto 2021 – foto TT
La donna che ho accanto mi tiene d’occhio, scruta e sopporta le mie paturnie con una maturità e una concretezza che le invidio.

Motorcycle Mama – Little Houses Place – agosto 2021 – foto TT

Little Houses Place – agosto 2021 – foto TT
L’indomani faccio colazione nel bar della chiesa (altra incongruenza) con gli unici cugini – da parte di Mother Mary – che frequento e poi la sera sono fuori a cena con uno dei dirigenti dell’azienda in cui lavoro, uno degli uomini più incredibili che abbia mai conosciuto, una delle menti più luminose con cui mi sia mai intrattenuto. Mi sento lusingato che abbia voluto passare una serata di mezza estate con me. Tra l’altro mi porta in dono un volume del 1969 rarissimo – stampato in 100 copie – sui testi del Blues. Volume trovato in una libreria specializzata pazzesca di Boca Raton (Florida) arrivato a lui tramite un’ ulteriore libreria qualificatissima del Kent (UK).
Osservo la Stricchi che sonnecchia sul dondolo, ed invidio la sua condizione data più o meno esclusivamente da bisogno primari… mangiare, dormire, fare la cacca, rincorrere le lucertole, farsi accarezzare dal suo umano.

Strichetto – Agosto 2021 Domus Saurea – Foto TT

Strichetto – Agosto 2021 Domus Saurea – Foto TT
Ma il blues spinge, la giornata di ieri la passo in uno stato di prostrazione assoluta, the day of my discontent non mi lascia respiro. Verso sera sono pronto a lasciare tutto, a partire per altre città, ad iniziare una nuova vita. Arrivo persino a vestirmi di tutto punto, con tanto di camicia fru fru, gilet e le immancabili scarpe Adidas. Con uno sforzo smisurato mi obbligo a svestirmi e a non far cazzate. Finisco per vagare in braghette corte ed in infradito tra le campagne nel buio della notte.

Night view from Domus Saurea – agosto 2021 – foto TT
Arriva la giornata di oggi, il sabato prima del ritorno in ufficio. Colazione, spesa alla Coop, e il pensiero rivolto a stasera, la prima partita dell’Inter della nuova stagione, cena con mia sorella e un paio di cugini (stavolta dalla parte del vecchio Brian).
Cerco di intrattenermi con i soliti vecchi dischi …
Niente, quel senso di oppressione spirituale rimane, ma poi in un fiotto di razionalità data dal rigore scientifico che mi sono imposto riesco improvvisamente a pormi le domande retoriche che finiscono per placare l’inquietudine e l’accidia. Sì perché, davvero sarebbe stato così importante se fossi riuscito a vivere delle mie canzoni e dei miei scritti? Se avessi messo insieme una famiglia tradizionale? Se avessi contribuito al bene comune impegnandomi in politica? Se avessi avuto una casa di mia proprietà magari con 5 biolche di terra su cui coltivare la vite? Perché in quest’ultimo caso poi mi sarei scontrato col transitorio concetto di proprietà privata: da chi avrei acquistato la casa e il terreno, da un altro essere umano? Aspetta un momento, avrei acquistato una fetta di questo pianeta da un essere umano? Ma che senso avrebbe avuto, a che titolo me la avrebbe venduta? Se per assurdo esistesse un creatore, un dio (sì lo so è un paradosso, non c’è nessun essere invisibile lassù … sorry baby) allora sì che potrei andare da lui con un po’ di euro e dire:
“buongiorno dio della Terra, mi darebbe 5 biolche di terreno in provincia di Reggio Emilia?”
“Ecco qui signor Tirelli, sono 5 biolche un po’ abbondanti, che faccio lascio?”
Così, ripreso il controllo di me stesso, rimesso la mente in carreggiata e dunque ritornando a formulare l’unica verità possibile ovvero che la vita non ha alcun senso, mi dico che dopotutto è sufficiente ascoltare le perdute sedute di registrazione avvenute nel 1973 negli Studi Tridente di Londinium dell’Orchestra Del Grande Vishnu. Come dico sempre, immaginare – grazie a quei flussi di aria sonora – di viaggiare nelle profondità cosmiche è uno dei piaceri che può placare il senso di vuoto che dà questa effimera esistenza.
Vale a dire un titolare appassionato di rock e per soprammercato anche bibliofilo?
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No Jackob , non è il titolare, bensì una delle figure chiave. E non necessariamente un appassionato di Rock.
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Allora mi cospargo la tastiera di cenere e faccio pubblica ammenda. E’ che, avendo un po’ il dono della sintesi, ho sintetizzato il dirigente bibliofilio di questo post e l’AD fan dei LZ di “Tim Tirelli’s School Of Rock – episode 2” in un’unica persona. Fossi membro della CIB mi costerebbe l’espulsione, lo so…
Invece, queste Lost Trident Sessions sono un album già mixato e poi rimasto inedito o preproduzioni/demo? Perché il suono mi sembra un po’ rough (va detto che non sono granché amante della MVO MkI)
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Jackob, capisco quando dici di non essere un fan della MVO MkI, io lo sono ma a volte con certe cose fatico un po’. THE LOST TRIDENT SESSIONS sono relative ad un album del 1973 mai pubblicato, e per quanto mi riguarda è il disco che più amo della Mark I. Che sappia io per l’edizione poi uscita nel 1999 ha semplicemente rimasterizzato il mix stereo che era stato fatto allora. Per ulteriori dettagli ti rimando a
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