And then there were two … e rimasero in due, Franz Di Cioccio e Patrick Djivas, accompagnati già da un po’ da nuovi musicisti, che tra l’altro ho visto dal vivo di recente – negli anni pre covid – a Modena nella bella piazza Roma. Cosa mia aspetto da un disco del genere non so, la Premiata come sapete è una delle mie prog band preferite in assoluto ma, visto l’uomo che sono, dopo il 1981 (anno in cui la vidi dal vivo per la prima volta) smisi di seguirla, almeno per quanto riguarda i dischi da studio.
Ora eccoli di nuovi qui, Di Cioccio pare uno mai domo, se ci crede fa bene, con lui il fido Djivas. Copertina senza infamia senza lode.
Prendo in esame la versione italiana. Vediamo un po’.
Dal look della band (il noiosissimo nero comune ormai a tante, troppe band che girano intorno al mondo del nuovo progressive metal) sì può già intuire qualcosa e infatti Mondi Paralleli rispetta i (pre)giudizi. Aria da Dream Therater, i musicisti sanno suonare ma questa non sembra essere la PFM. Certo, lo so, un gruppo non può restare cristallizzato in un dato periodo, un gruppo deve crescere ed evolversi, ma non è il gruppo che mi appartiene. Tuttavia il cantato mi piace e anche lo sviluppo che lo accompagna.
Umani Alieni è guidata dal piano e il mood musicale a mio avviso migliora, brano raffinato con un cantato molto umano. Quello che non mi piace è la parte strumentale dal piglio prog metal che dopo un po’ viene a galla. In certe parti ricorda Parco Sempione di Elio E Le Storie Tese. Ombre Amiche è uno di quei brani sospesi alla Zucchero, arrangiamento rarefatto, la voce di Franz risulta più gradevole del previsto.
La Grande Corsa è un bel Rock moderno dal respiro melodico, inaspettato è piacevole. Ecco, gli interventi del doppio pedale di batteria mi annoiano, ma il pezzo funziona, ogni tanto un moog fa capolino. Pezzo curioso, un po’ Van Halen un po’ prog.
AtmoSpace mi risulta meno appetibile, almeno all’inizio, ma poi con l’avvento del pianino e del moog tutto si fa più famigliare e più bello. Pecore Elettriche, basso un po’ funk, chitarra alla Steve Vai (con o senza wah wah), con Mr. Non Lo So la PFM saltella e fa la spiritosa, Il Respiro Del Tempo rimanda ancora a certe cose di Zucchero, Ian Anderson e Steve Hackett sono della partita ma sono apparizioni fugaci e leggere
Transumanza un minuto che funge da introduzione a Transumanza Jam, la batteria che conosciamo, il violino, il moog di Premoli, sapori antichi del bel tempo che fu.
L’album dunque mi piace più di quanto mi aspettassi, non amo molto certe derive prog metal (lo avrete capito) e le sfumature da rock moderno ma è una cosa mia, il resto mi pare ben più che dignitoso. Bravo Franz, bravo Patrick, bravo Lucio, bravi tutti.
CD 1 Tracklist (English version):
01. Worlds Beyond
02. Adrenaline Oasis
03. Let Go
04. City Life
05. If I Had Wings
06. Electric Sheep
07. Daily Heroes
08. Kindred Souls
09. Transhumance
10. Transhumance Jam
Total time: 40:48
CD 2 Tracklist (Italian version):
01. Mondi paralleli
02. Umani alieni
03. Ombre amiche
04. La grande corsa
05. AtmoSpace
06. Pecore elettriche
07. Mr. Non Lo So
08. Il respiro del tempo
09. Transumanza
10. Transumanza Jam
- Franz Di Cioccio – voce principale, batteria, arrangiamento
- Patrick Djivas – basso, tastiera, arrangiamento
- Marco Sfogli – chitarra elettrica ed acustica, arrangiamento (tracce 1-4), coro (traccia 8)
- Lucio Fabbri – violino, viola, coro (traccia 8)
- Alessandro Scaglione – tastiera, pianoforte, coro (traccia 8)
- Alberto Bravin – tastiera, chitarra acustica, cori, coro (traccia 8)
Altri musicisti
- Simone Bertolotti – programmazione
- Luca Zabbini – arrangiamento (tracce 1, 3, 5 e 8), organo Hammond, pianoforte e minimoog (tracce 1, 3, 5, 8 e 10)
- Ian Anderson – flauto (traccia 8)
- Steve Hackett – chitarra elettrica (traccia 8)
- Flavio Premoli – minimoog (traccia 10)
Produzione
- Iaia De Capitani – produzione
- Franz Di Cioccio – produzione artistica ed esecutiva
- Patrick Djivas – produzione artistica ed esecutiva, missaggio
- Simone Bertolotti – produzione aggiuntiva, registrazione, missaggio
- Andrea “Bernie” De Bernardi – mastering
Che sia l’avtunno a generare questo scatenamento generale di recensioni?
E comunque vedo che i classici fanno incetta di T, a man bassa proprio, ma i “nuovi” non vanno oltre TTT+…
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Sai Jackob, se sono classici significa che (di solito) sono album molto belli ecco quindi le cinque stelle … i nuovi non hanno la stessa caratura, c’è poco da fare.
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I “nuovi” hanno le virgolette perché mi riferivo anche ai parti recenti di gruppi storici.
Per i classici, il fatto è che spesso se ne torna a parlare non per una riscoperta ma in occasione di cofanetti deluxe… discorso già affrontato innumerevoli volte, lo so, ma rimango sempre della mia idea: se andassi in libreria a prendere i Promessi Sposi e mi offrissero il cofanetto in 4 volumi (Fermo e Lucia, stestura intermedia, I Promessi Sposi e i Promessi Sposi font alternativo)… anche no, grazie
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Certo Jackob, queste riedizioni sono proprio una occasione per tornare a parlarne. Abbiamo affrontato l’argomento tante volte, fino a non troppo tempo ero molto più insofferente circa queste nuove vecchie uscite, ora sono più possibilista, addirittura non mi dispiacciono certi nuovi mix, se rendono l’ascolto più chiaro … lo so, come abbiamo già scritto, finiremo per photoshoppare la Gioconda per renderla più bella … però …
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La faccia in copertina è metà Di Cioccio, metà Dijvas. Per il resto, sono d’accordo su tutto. Dal vivo mi piace molto, in studio… Ho comprato qualche anno fa, ad un evento “firmacopie” un loro lavoro classicheggiante… niente di che. Del resto, dopo il Guglielmo Tell in Live in USA, non è facile.
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Oltre ai loro album degli anni 1972/80 e il Live In Japan del 2002 non sono andato , quindi non posso certo considerarmi un loro fan . Li ho visti un paio di volte dal vivo con Franco Mussida che è sempre stato il mio punto di riferimento nella band. Dopo la sua uscita non li ho mai più seguiti e ho addirittura scoraggiato la mia compagna che nel 2018 voleva trascinarmi a vederli in concerto.
Certo che il titolo Electric Sheep (dal uno dei miei romanzi adolescenziali preferiti di P.K.Dick) oggi è piuttosto abusato , lo trovo ormai ovunque , articoli su riviste, fumetti, serie tv, titoli di serie tv , musica e così via. E pensare che sino non molto tempo fa non se lo filava nessuno.
Comunque le tue recensioni me le leggo sempre con piacere.
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Mi colpisce sempre la sintonia che ho con te, quegli anni e il live in Japan del 2002. Io arrivo fino al 1981, ma insomma, siamo sintonizzatissimi.
Grazie per l’ultima frase.
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Suonare suonare e Come ti va erano buoni
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Come ti va .. l’ho scoperto solo successivamente ma “Chi ha paura della notte?” è un pezzo che amo molto. Potrebbe stare su un film di Walter Hill (I Guerrieri della notte) o John Carpenter (1997 fuga da N.Y) e infatti venne utilizzato per un film che imitava (malamente) quel genere.
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Grande, Luca! “Chi ha paura della notte”, detto anche “Chiappa dura”, è un pezzo con il quale sono cresciuto; durante l’adolescenza l’ho ascoltato migliaia di volte (per forza, direbbe Tim, è la canzone più centurionica della Premiata!). Mi piace molto anche la sua versione dal vivo su “Performance”, grande live registrato in qualità un po’ da bootleg ma zeppo di energia rock. Mi sarebbe piaciuto che la PFM avesse perseverato di più con il filone rock/quasi hard di “Come ti va in riva alla città”, album che oltre a Chiappa Dura contiene anche “Come ti va” e “Quartiere 8”, altri due pezzi riusciti. E poi mi piace anche “Meno male che ci sei”. Altro album notevole (a parte i primi molto prog ai quali non sono così personalmente legato) è “Suonare Suonare” con “Maestro della Voce” e altre perle. Anch’io ho praticamente ritrovato la Premiata con il live in Japan 2002, pur avendo stranamente acquistato anche “Serendipity” (album del 2000 dai suoni moderni, in cui mi pare sia meritevole di ascolto “L’immenso campo insensato”, ma non lo sento da molti anni) e “Dracula – Opera rock” (originale e coraggioso). Ribadisco comunque che “Emotional Tattoos” è stata per me una piacevole sorpresa: fatta eccezione per il singolo “Quartiere Generale” che ho trovato orrendo, il resto è estremamente orecchiabile, piuttosto energico e fantasioso. Il chitarrista Sfogli, a cui purtroppo manca il fisico e il mistero del Guitar Hero (ma Mussida negli ultimi anni sembrava Zichichi, non si presentava certo come il Dark Lord), è un virtuoso alla Satriani o Vai, freddo e tecnico. In definitiva, se mai faranno un tour con questo nuovo album, li andrò senz’altro a vedere ancora una volta. Franz Di Cioccio merita la massima ammirazione e supporto per la sua inesauribile energia e creatività (una volta l’ho sentito vaneggiare in un’intervista che i Led Zep lo avrebbero contattato per sostituire Bonzo, cosa che non penso abbia alcun fondamento). Quando nei live della PFM parte “È festa” è sempre un momento esplosivo che merita di essere rivissuto, finché si potrà. Gran recensione, Tim! E lunga vita a ciò che resta della Premiata
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Secondo me CHIAPPA DURA non è a livello di SUONARE SUONARE (quest’ultimo davvero riuscito e quello con cui la premiata torno davvero a farsi sentire nelle classifiche, lo ricordo bene) ma contiene qualche buon prezzo, come dice Lollo Stevens. Sì, sono d’accordo, sarebbe piaciuto anche a me se avessero continuato in quel modo. Performance mi ha sempre convinto, album live obliquo ma di qualità. Il ricordo che associo ad esso è una trasmissione musicale in TV (siamo nel 1982) in cui la Premiata presentò l’album, Di Cioccio – solito istrione – si mise in bocca della carta per pronunciare adeguatamente “Performance”. 1972/1982 che anni, che band.
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Sul Tubo Marco Lincetto (Velut Luna) dice che si tratta di un capolavoro musicale, ma il suono lascia moltissimo a desidera soprattutto sul CD a causa del mastering (Loudness War spinta all’eccesso). Va meglio con il vinile.
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seguo anch’io il Lincetto sul tubo, sempre interessante. Da brividi ( in senso negativo) le sue “sparate su Faceboock…
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