Un venerdì mattina qualunque di un novembre qualunque, ore 7. I gatti sono già a posto, ho già fatto la doccia e mi appresto a fare colazione. Davanti a me ho il caffè, la frutta e una fetta di una torta al limone che mi ha portato la mia vicina Anna. Viviamo nella stessa stradina lunga e tortuosa, due chilometri di una via chiusa che segue le aspre curve dei fossi frequentata in pratica solo dai residenti e da chi vuole fare passeggiate a piedi tra la campagna proletaria di Borgo Massenzio. C’è burrasca lì fuori, vento e pioggia … era ora.
La Domus si prepara all’inverno,

Domus Saurea november rain 2022- foto TT
e io inconsapevolmente mi adeguo. Benché sia probabilmente la mia stagione preferita (o meglio, dicembre è il mio mese preferito) e dunque una sorta di comfort zone essendo nato nel solstizio d’inverno, al momento mi sento comunque nervoso e con l’animo in subbuglio; magari la felice malinconia che in paio di settimane dovrebbe arrivare attenuerà tutto, ma per adesso devo cercare di mantenermi saldo e di non sbroccare, stato d’animo a cui sono sempre più spesso prossimo.
Mi metto in macchina, percorro le solite campagne, le solite frazioni, i soliti paesi, fin quando non arrivo in una delle mie due città e mi immetto nel traffico cittadino. Lambisco il centro storico, passo per Via Cavour, davanti al Liceo Statale San Carlo osservo la bandiera europea posta – insieme a quella italiana – sul portone d’ingresso: è consunta, sfilacciata, strappata … giusta rappresentazione dei tempi. Guardatemi qui, europeista convinto sino all’altro ieri ora assai critico verso il pezzo di Pangea su cui vivo. Non sarebbe buffo se i continenti non tornassero ad essere ammassati gli uni sugli altri magari circondati da un unico oceano, il Pantalassa (sì certo, ve ne era un secondo chiamato Tetide ma non facciamo i pignoli)? Otto miliardi di persone costrette a mescolarsi, a sopportarsi, a trovare stratagemmi per vivere insieme…ah ah ah.
E va bene, sono già in ufficio, tuffiamoci nella prima call, tanto in men che non si dica verrà sera e dunque il tanto agognato weekend. E allora dai, si parte, chiamami …
PS: l’unica contrindicazione è che a furia di aspettare i fine settimana poi in una battibaleno ti ritrovi uomo di un (in)certa età e ti chiedi: ma come caxxo è potuto succedere?
L’UOMO CHE REGALAVA BISCOTTI
C’è un uomo, un collega, un manager che ama regalare (libri) e biscotti. Ha sempre un pensiero gentile per noi. I biscotti che ci regala sono una prelibatezza e a volte mi chiedo: ma chi glielo fa fare? Naturalmente è un individuo che vive le discipline umanistiche, e nella vita professionale e in quella personale. Recentemente ho indagato sull’antico forno presso cui si rifornisce, una bottega della nostra pianura sita verso le colline distante dalla città dove lavoriamo e dalle low lands verso il MississipPo dove egli vive. Ora, quest’uomo, questo manager sempre molto preso dal lavoro, spesso in giro in altre regioni, trova il tempo per andare in una lontana e oscura bottega a comprare biscotti artigianali. Queste per me sono le meraviglie della vita.
TORTELLINI O CAPPELLETTI?
In pausa pranzo, in una antica osteria del centro di Mutina che dà su Piazza Roma. Siamo qui perché è entrata una nuova collega che farà parte della nostra business unit e dunque ci concediamo – per festeggiare – un pranzo come si deve. Scegliamo i tortellini in brodo, scelta banale per degli emiliani, ma oggi va così. Il fatto è che i tortellini che ci portano sono squisiti, davvero buonissimi, rimango colpito. Sono ormai 13 anni che io di solito mangio cappelletti (la variante di Reggio Emilia di cui tutti reggiani sono orgogliosissimi e gelosissimi) e in verità li ho mangiati sino a che Mother Mary non mi ha lasciato, ma forse per la prima volta devo ammettere che preferisco i tortellini. Lo scrivo con l’inchiostro simpatico in modo che tra poco le parole scompariranno cosicché l’umana che vive con me (reggiana doc e dop) e tutti quelli che hanno una forte reggianità non mi espellano dall’inner circle del Reggio Emila State Of Mind. Che abbiano pietà me e, in caso, si ricordino che, benché nato a Nonatown, per stirpe e sangue sono un reggiano doc anche io.
SERIE TV
_The Watcher (USA 2022) – TT½
Ho guardato questa serie di successo su consiglio del nostro LucaTod, stranamente però non mi ha preso. Stranamente perché con Luca di solito sono sintonizzatissimo. La produzione è una di quelle da serie importante, è stata guardata da molti abbonati di Netflix tanto da diventare la più vista in Italia per parecchie settimane. Che devo dire, pur essendo una storia vera, non mi ha coinvolto. Il finale rimane aperto.
Basata su una scioccante storia vera, la miniserie The Watcher, creata per Netflix dal duo dietro Dahmer e Ratched Ryan Murphy e Ian Brennan, segue i coniugi Dean e Nora Brannock (Bobby Cannavale e Naomi Watts) trasferirsi nell’idilliaca zona residenziale di Westfield, nel New Jersey, dopo aver acquistato la casa dei loro sogni. Tuttavia, scoprono presto di aver investito tutti i loro risparmi per una nuova vita in un quartiere che non è affatto accogliente.
Ci sono ad esempio una donna anziana e stravagante di nome Pearl (Mia Farrow, Rosemary’s Baby) e suo fratello Jasper (Terry Kinney, Billions), che si intrufola in casa Brannock e si nasconde nel montacarichi. C’è Karen (Jennifer Coolidge, The White Lotus), l’agente immobiliare nonché vecchia conoscenza di Nora, che li fa sentire come se non fossero davvero a casa loro. E ci sono i vicini ficcanaso Mitch (Richard Kind, East New York) e Mo (Margo Martindale, The Americans), che sembrano non comprendere il concetto di confine di proprietà. Il loro gelido benvenuto si trasforma in un vero e proprio inferno quando iniziano ad arrivare lettere minacciose da parte di qualcuno che si fa chiamare “L’Osservatore” e che spaventa a morte i Brannock, mentre i sinistri segreti del quartiere vengono a galla.
Nella miniserie recitano anche Isabel Gravitt e Luke David Blumm nei panni dei figli di Dean e Nora, Ellie e Carter Brannock, oltre a Christopher McDonald (Hacks), Noma Dumezweni (The Undoing), Joe Mantello (Hollywood) e Henry Hunter Hall (Hunters).
_Barbari II (2022 D – Netflix) TTT+
Seconda stagione della serie dedicata alla guerra tra l’Impero Romano e le tribù germaniche di Arminio. Dopo una prima stagione piuttosto buona, in questa tutto sembra meno riuscito, ma siamo comunque sopra alla sufficienza. Il finale apre le porte ad una possibile 3a stagione.
FILM
_Niente di Nuovo Sul Fronte Occidentale (USA-D 2022) – TTT¾
Questa è la terza versione del film in questione che narra la vicenda di un giovane tedesco arruolatosi sull’onda di un impeto patriottico e che poi si troverà impantanato nel grande stallo del fronte occidentale della prima guerra mondiale. Molto realistico, la lentezza di certe scene costringe a soffermarsi sulla paura e sulla tragedia che è la guerra. Visto molto volentieri su Netflix.
Film diretto da Edward Berger e tratto dal celebre bestseller omonimo di Erich Maria Remarque.
GATTI ALLA DOMUS
Io amo tutti i gatti (e gli animali), in particolare i felini che vivono con me in quella casetta derelitta che chiamo Domus Saurea. Con ognuno di loro ho un rapporto speciale ma è con Palmiro che le interazioni sono sospinte dalla vibrazione universale, siamo due mammiferi di specie diverse consci di essere capitati per caso su un pianeta nel buco del culo dell’universo. Avendolo preso dal gattile di Regium Lepidi quando aveva più o meno 45 giorni (qui la storiella: https://timtirelli.com/2012/06/28/il-gatto-palmiro/ ) è cresciuto con con noi e dunque è uno di quei gatti che ha compreso come vivere con gli umani, pur rimanendo un gatto con estrema libertà di movimento. L’altro giorno mi vede al computer, salta sulla scrivania, cerca la mia attenzione, vede che prendo in mano il cellulino per fargli qualche scatto e lui sembra mettersi in posa.
Dopo più di 10 anni ancora mi sorprendo della sua intelligenza e della sua fiducia cieca nei due umani con i quali si è formato. Pur essendo diventato – con nostra sorpresa – una gatto assolutamente alfa ha un’indole social democratica verso gli altri individui che fanno parte della colonia, la Repubblica di Palmiria appunto. Dopo aver pattugliato i suoi territori tutto il giorno, la sera rincasa, sopporta la toletta a cui lo costringiamo, si assicura che gli altri gatti abbiano acqua e una ciotola di carne e quindi reclama il suo di pasto. Una volta consumato, concede – con lo sguardo da sgrauso – due coccole ai due umani
per poi lasciarsi andare ad un sonno ristoratore.

Palmiro – Domus Saura tardo ottobre 2022 – foto TT
Ho un rapporto speciale anche con Minnie, la gattina arrivata qui chissà da dove nel settembre del 2019, ma essendo giunta a noi già cresciutella (diciamo 8/9 mesi) pur essendo attaccatissima a me rimane in qualche modo sempre guardinga. Ciò non toglie che il nostro legame sia davvero forte, non c’è notte che non dorma tra la mia spalla e il mio collo, la riconoscenza per averle dato un tetto, una pasto caldo e tutto l’amore possibile è tanta.

Minnie e il suo umano Tyrrell – Domus Saurea nov 2022 – foto TT
Raissa, la matriarca della Domus (è qui dal 2007) pur in cura da quasi tre anni per la tiroide, e quindi sempre un pochino sotto peso e non sempre in forze, rimane la grande cacciatrice della colonia,. La malattia e la vecchiaia non la sfibrano più di tanto, è sempre pronta – insieme a Palmiro – a perlustrare le campagne intorno alla Domus. A volte cerca di ipnotizzarmi per farmi fare quello che vuole, puntualmente ci riesce.

Raissa – Domus Saurea tardo ottobre 2022 – foto TT
Gli altri cinque felini stanno bene, in particolare Ozzy (il gatto randagio con un tumore nella gola) sembra tenere duro; sono passati quasi 4 mesi dal ricovero dove si era parlato anche di eutanasia, e vederlo con un bel pelo, la pancia piena e completamente addomesticato (dopo anni in cui appariva solo per scroccare qualche crocchetta nelle ciotole che teniamo in cortile) è fonte di soddisfazione.
SUL PIATTO DELLA DOMUS

Animals PF – foto TT

Roy Harper In Between Every Line (1986) ∗∗∗ FEATURING THE DARK LORD ∗∗∗ – foto TT
DOMUS PLAYLIST
OUTRO
Tra poco sarà già tempo di alberi di natale, presepi dickensiani e di quella allegra malinconia di cui parlavamo all’inizio. Nelle prossime periodo mi aspettano settimane senza football (sarà durissima) a causa di mondiali di calcio che boicotterò, cene di natale con la business unit aziendale di cui faccio parte (ribattezzata ufficialmente, guarda un po’, The Blues Unit), sinodi con gli illuminati del blues, le celebrazioni per il nuovo solstizio d’inverno e i soliti blues che occupano sino all’ultima fessura della mia vita. Mentre mi preparo a tutto questo mi auguro che i tempi a cui andremo incontro siano tempi di pace
sebbene temo sarà difficile visto il fenomeno di regresso e decadenza che sembra essere sceso sulla società in cui viviamo. Pur conscio della cosa tuttavia non mollo di un centimetro, perché io credo nella “canzone di speranza”.

Uomo di Blues – Domus Saurea nov 2022
Magister Lowell, nothing less than la Cattolica di Stilo
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Magister Lowell … ah ah ah ah
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Te preferirai anche i tortellini, ma io i cappelletti di Mother Mary ancora li ricordo
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Lotta love Bodhran, lotta love.
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The Watcher a me è piaciuta nonostante il finale un po’ deludente , proprio perché mi aveva convinto il cast e la messa in scena .. con Naomi Watts ho visto anche Gipsy .. carino … Ma stavolta non mi prendo responsabilità : )
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